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Autore: fridawrites    13/05/2013    2 recensioni
Si dice che il filo rosso del destino conduca ogni persona alla propria anima gemella: nessun ostacolo impedirà alle due persone di trovarsi ed innamorarsi.
Elena,però, non può immaginare che la persona a cui è destinata è qualcuno per il quale prova solo un semplice affetto. Lo capirà grazie a Caroline, migliore amica e coinquilina, e a sua sorella gemella, che la raggiungerà nella frenesia Londinese.
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«Quindi?» domanda Care, più confusa di prima. «Cosa siete adesso? Amici con benefici?»
Sentirlo a voce alta è tutt’altra cosa. E’ anche peggio. Avevo solo bisogno di sfogarmi; a farmi compagnia c’era l’alcool… e lui.
«Dipende da cosa intendi.» rispondo vaga, aggrottando le sopracciglia.
«Avete placato gli spiriti bollenti nell’unico modo che avreste dovuto evitare. E’ ufficiale.» ribatte convinta. «Siete amici di letto. »

AU. Tutti umani.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Originari, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sei mesi prima

 

In Giappone si dice che ogni persona quando nasce porta un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Seguendo questo filo, si potrà trovare che ne porta l’altra estremità legata al proprio mignolo: essa è la persona cui siamo destinati, il nostro unico e vero amore, la nostra anima gemella. Le due persone così unite, prima o poi, nel corso della loro vita, saranno destinate ad incontrarsi, e non importa il tempo che dovrà trascorrere prima che ciò avvenga, o la distanza che le separa, perché quel filo che le unisce non si spezzerà mai, e nessun evento o azione potrà impedire loro di ritrovarsi, conoscersi, innamorarsi.

 

“La prossima fermata è Greenwich. Quando lasciate il treno, ricordate di portare tutto ciò che vi appartiene con voi * .”

 

La voce metallica della metropolitana annuncia che è la mia fermata. Chiudo velocemente il libro che ho in mano: ‘Fiabe e leggende cinesi’**. Mamma lo comprò quando avevo solo sei anni, facendomi promettere che lo avrei custodito come se fosse un tesoro prezioso.

E così è stato, dato che appartiene ancora a me, ed è sano e intatto. Nemmeno una piega, non è sgualcito. Molto probabilmente perché non l’ho mai letto. Quando ero piccola non ero affascinata dalla cultura cinese come adesso, di conseguenza non è ‘vissuto’.

Da una parte ne sono felice, perché ora l’apprezzo e ho un libro bellissimo da leggere.

Dall’altra, però, ne sono dispiaciuta, perché avrei potuto condividere i miei pensieri con il mio migliore amico e mia sorella gemella. Eravamo un gruppo molto affiatato, ma oramai non riesco a sentirmi con loro più di tanto, a causa del lavoro e del fuso orario.

Si, perché –come potete facilmente immaginare- sono a Londra, mentre loro a Mystic Falls, un paesino sperduto della Virginia, in America.

Sono nata e cresciuta lì, ma quando ho avuto la possibilità mi sono diretta a Londra e ho conosciuto colei che è la mia migliore amica, Caroline, nonché mia coinquilina di una casetta a Greenwich. Le spese per l’affitto non sono così elevate da dividerle, anzi, sono molto basse. Ci siamo conosciute a lavoro - lavoriamo nella stessa struttura –ma i nostri impieghi sono molto diversi fra loro. Però abbiamo stretto amicizia velocemente e abbiamo deciso di condividere una casa assieme, vicino ai parenti di Care –nelle vicinanze dell’hotel Novotel***, a qualche centinaia di metri da casa nostra, villetta A206, Greenwich.

Lei è la tipica amica perfetta, che cura l’estetica quasi più della nostra casa –cosa assolutamente vera, anche perché non riesco a contribuire più di tanto- ma che è sempre presente nel momento del bisogno.

Lavora come stagista presso uno studio legale a Knightsbridge, uno dei quartieri più lussuosi del distretto di West London e di tutta Londra, a dire il vero. Avete presente il quartiere dove è situato il famoso centro commerciale Harrods? Bene, proprio lì, in uno di quei palazzoni lussuosissimi. Adesso penserete che è una coincidenza vedere Care lavorare vicino Harrods. Boom, avete fatto centro. Adesso conoscete la mia migliore amica –e coinquilina- più delle vostre stesse tasche (nel caso ne abbiate un paio: di certo non le possedete se state indossando un paio di leggins o, peggio ancora, jeggins ***, come nel mio caso).

Non sono mai stata patita della moda: certo,  riguarda in gran parte il mio lavoro, ma non vado a caccia dell’ultimo paio di Jeffrey Campbell, o della costosissima borsa di Miu Miu. Preferisco vestirmi comodamente, indossando capi semplici. Sia perché non fa parte del mio stile, sia perché non posso permettermi certi capi e accessori.

Ora, ad esempio, indosso dei jeggins che Care mi ha costretto a comprare (scomodissimi poiché molto aderenti!) ed una camicia rossa e nera stile plaid, regalatami da mio fratello al mio 21esimo compleanno (quasi un anno fa, dunque).

Di cosa stavo parlando? Ah si, di Care. Fa la stagista, perciò si occupa di mettere a posto, in ordine alfabetico, le cartelle riguardanti i casi dei clienti, e di portare il caffè ai suoi superiori. Niente di ché, se non fosse per il suo stipendio non esattamente basso. Suppongo sia a causa del suo datore di lavoro, un tale che, a mio parere, ha una cotta per lei.

E la cosa che più mi fa arrabbiare è che la mia amica è perfettamente ordinata con i suoi vestiti e nel suo lavoro, ma non lo è nel bagno (se non si tratta dei cosmetici), nella cucina e nel soggiorno. Questo è uno dei tanti dilemmi della vita.

 

Prendo la borsa nera a tracolla della Forever21*****, e mi avvio verso le porte scorrevoli del treno che ferma a Lewisham. Scendo la scalinata e, una volta fuori dalla metropolitana, mi incammino verso casa. Oltrepasso l’hotel Novotel, ed anche un pub rustico, con le porte e finestre in legno blu. Ovviamente blu vernice, non naturale. A Greenwich questo è un colore molto popolare. Oltre il pub, ci sono anche le porte principali delle case di questo colore.

La nostra abitazione, infatti, non è isolata, ma circondata da altre uguali.

L’unica differenza? La nostra porta d’ingresso è rossa, le altre blu.

 

Decido di inviare un sms alla mia coinquilina.

 

Forbes, sei a casa? xx

 

Caroline fa Forbes di cognome. Caroline Forbes, ma io la chiamo Care.

Forbes solo quando sono di buon umore.

E sì, adesso sono felice. Perché? E’ venerdì, e ho un weekend libero da trascorrere nel mio letto o su Skype con mia sorella e il mio migliore amico.

Sorrido al solo pensiero. E’ da tanto che non ci sentiamo... Saranno due settimane o qualcosa in più? La distanza mi uccide, ma ogni tanto messaggiamo, anche se non è affatto la stessa cosa. Non è minimamente paragonabile.

 

No. Straordinari! xx

 

Risponde Caroline. Straordinari? Venerdì sera?

La mia ipotesi si realizza. Insomma, solo il suo superiore super-innamorato può fare certe cose pur di stare con lei il più possibile. Ma a Care non interessa, anzi, lei mi confessa che il loro rapporto non è del tutto pacifico. Ci farei un pensierino –“Ammettilo, Elena. Te lo sposeresti!” dice la mia coscienza- , se non fosse già cotto di lei.

E’ un uomo bellissimo. Davvero bello. Ha perfino gli occhi color azzurro cielo!

 

Sospiro, pensando al fatto che non ho un ragazzo da tempo. Da circa... un anno e mezzo.

Ho lasciato il mio ex quando mancavano cinque-sei mesi alla laurea. Dopo quest’ultima sono venuta a Londra, nella quale vivo da quasi un anno.

Ho un mestiere, ma qualche volta mi capita di dare una mano ad una mia amica fioraia, Vicky. Nel tempo libero che mi resta (davvero poco, considerando che ho un lavoro e,per quanto possa amarlo, non ho mai tempo per me stessa, e che trascorro i miei weekend nel letto o con le due persone più importanti per me) scrivo. E’una passione che mi ha trasmesso mia madre, ma è un segreto: insomma, quasi nessuno lo sa, neanche Care.

 

Apro il cancelletto in ferro battuto nero, e lo richiudo alle mie spalle.

Lancio una veloce occhiata al giardino. E’ tutto okay.

Mentre mi avvicino alla porta rossa, afferro le chiavi dalla mia borsa, e le inserisco nella toppa.

Dopo quattro giri, sospiro, entrando finalmente a casa.

Lancio la borsa sul divano a tre posti, che si trova a due metri dall’entrata. Nel frattempo mi tolgo le scarpe, delle sneakers nere. Se le ho indossate è stato solo per comodità. Non fraintendete, mi piacciono, ma al lavoro sono vietate. Questa è stata una delle prime cose che ho udito quando sono stata assunta.  Oggi, dunque, è stata un’eccezione.

Dovevano iniziare i lavori di restauro, e ci hanno avvisato che il pavimento –di solito limpido come l’acqua di un torrente in montagna- si sarebbe sporcato. Il mio capo, Isobel Flemming, ha consigliato di indossare scarpe più comode, se non avessimo voluto rovinare i soliti tacchi 12.

L’appartamento è abbastanza grande per due persone che, come nel nostro caso, sono sempre fuori casa. Insomma, ci alziamo, se abbiamo tempo prepariamo la colazione –altrimenti usciamo e raggiungiamo il primo Starbucks – e lavoriamo fino a tardi. Nel pomeriggio raggiungiamo casa, e solo raramente usciamo. Solo per feste varie o per fare la spesa.

Appena si entra c’è un breve corridoio. Si apre, poi, un soggiorno abbastanza grande, con due divani –a 3 e 2 posti, rispettivamente - rivolti ad una televisione dallo schermo quasi enorme.  Il soggiorno è la stanza dove c’è più vita: di solito accogliamo qui gli ospiti o vediamo un film insieme, o leggiamo un libro data la libreria gigantesca. In alcuni momenti, quando Care non c’è, mi isolo, prendendo un libro e rannicchiandomi in un angolo del divano. E’ fenomenale il potere dei libri.

In soggiorno, poi, si trova una scala (a giorno), poiché il nostro appartamento si erge su più piani. Al primo piano, dunque, ci sono le nostre due camere da letto ed un bagno in comune. All’ultimo piano c’è una stanza vuota, contenente solo qualche scatolone. E’ grande per essere una soffitta e inutile utilizzarla come sala ‘passioni’ o ‘relax’ o perfino utilizzarla come stanza per gli ospiti: nessuno si ferma da noi a dormire, anche solo per una sera. Se è necessario, però, possiamo adibirla a camera da letto usando un divano-letto.

 

Vado in cucina, la prima porta a destra da quando si entra, e faccio compagnia al mio amico frigorifero, svuotandolo un po’. Prendo, infatti, un barattolo di gelato al cioccolato.

Quando lo richiudo, sento il campanello suonare.

“Care –urlo- sei tu?” domando, pensando che sia la mia amica. Il che è improbabile, però, visto che gli straordinari le durano minimo mezz’ora. A meno che non abbia fatto fuori ‘begli occhioni’.

Alzo le sopracciglia, e ritorno verso la porta che ho chiuso poco fa.

Aprendola, sbarro gli occhi, incredula.

“Voi?” domando, lasciando la bocca spalancata.

Già, voi?

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*Nella lingua originale la frase è così: ‘This train is for Lewisham. Next stop is Greenwich. When you’re leaving the train, please remember to take all your belongs with you’. Quindi scusate se la traduzione non corrisponde esattamente all’Italiano.

 

**Fiabe e Leggende cinesi: libro davvero esistente. Avevo bisogno di qualcosa di reale sulla quale basarmi, e cercando su Internet ho trovato questo titolo. Non conosco dettagli, né l’ho mai letto o visto. Probabilmente è anche per bambini. Non biasimatemi.

 

***Hotel Novotel: esiste per davvero, controllate se volete. E’ lì che ho soggiornato quando sono andata a Londra. E’ molto elegante e moderno. La posizione è rilevante, in quanto si è vicini alla metro, grazie alla quale mi sono spostata e si sposterà anche Elena.

 

****jeggins: parola utilizzata nel gergo della moda. Deriva dall’unione di due parole: leggins e jeans. Infatti i jeggins sono dei leggins con la stoffa tipica dei jeans, e, di solito, mancano di tasche. (perlomeno i miei!)

 

***** Forever21: marca di moda, famosa in quasi tutto il mondo. In Italia non c’è, purtroppo. I vari store si trovano in America, un po’ in tutta Europa e in Giappone, Cina e qualche altro luogo.

A Londra ci sono un paio di negozi. Uno di essi è ad Oxford Street, 360 (se non erro per quanto riguarda il numero). Potete dare un’occhiata al sito ufficiale, da cui si compra anche online.

 

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Dopo le milioni note ed un primo capitolo molto vago, eccomi qui.

Il capitolo non è molto lungo, ma all’inizio dev’essere necessariamente così. Se scrivessi di più, probabilmente voi lettori ricevereste troppe informazioni difficili da gestire. Dunque scusate se all’inizio sarà così. Almeno crea suspense (spero!).

Spero che qualcuno gradisca la lettura, lo spero davvero.

Elena è a Londra, vive con una  Caroline londinese, nonché sua migliore amica.

Capitolo rilevante, capiamo ulteriori notizie sulla sua vita.

Tra tutte queste parole fa capolino una in particolare, che sarà una sorta di simbolo dell’amicizia che intercorre fra Elena e Care. Non sottovalutate questo legame, poiché importante per la vicenda della storia e del possibile seguito. Lo so, sono paranoica, tanto da aver ipotizzato un sequel di questa fan fiction.

Dicevo… Dimenticatevi dunque una Mystic Falls con Caroline e Liz Forbes, Vicky e altri personaggi che compariranno nei capitoli successivi. Nel prossimo capitolo si capirà chi è la sorella di Elena, e spiegherò la loro somiglianza e  il perché di questa scelta.

Se volete, provate ad indovinare. Mi piacerebbe sapere cosa pensate!

 

Voglio ringraziare tutte le numerose lettrici silenziose e che seguono la storia. In particolare, Bloodstream_. A questo proposito vi propongo di passare dalla sua storia, ‘The Beautiful and The Damned’, una delle più belle che abbia mai letto.

Recensite per farmi sapere cosa ne pensate, un pensiero non fa mai male.

Un bacio.

  
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