Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: xingchan    13/05/2013    10 recensioni
Per sfuggire dalle grinfie di una squinternata ragazzina e per tener fede ai suoi unici grandi amori Akari ed Akane, Ryoga si ritroverà 'legato' a quest'ultima per un normalissimo (?) frainteso. I due dovranno fingersi fidanzati, a causa dell'assenza della dolce allevatrice di suini.
La cosa peggiore, almeno per la giovane Tendo, è che dovranno dimostrare entrambi di amarsi. Al contrario, il ragazzo maiale avrà l'occasione che aspetta da una vita: confessare ciò che prova per lei.
Ranma? Beh, lui non può fare altro che soffrire in silenzio, o quasi.
Genere: Demenziale, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Un po' tutti
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 

NB: Il titolo di questo capitolo lo capirete solo alla fine della pagina. Grazie della pazienza! XD

 

 

Prendendo slancio, e issandosi con l'ausilio del cornicione della casa, Ranma si accomodò fra quelle tegole che tante volte lo avevano visto sovrappensiero, un po' come in quel momento. Era raro per lui fermarsi a riflettere, e quelle poche volte che era seriamente intenzionato a farlo, si nascondeva lassù per essere lasciato in pace da tutti.

A volte spuntava Akane dalla scaletta all'angolo del tetto, ma era talmente raro che il ragazzo non ci dava più peso. Soprattutto ora che lei era impegnata nel ruolo di fidanzatina di un porco che prima o poi avrebbe approfittato di tutto quella rocambolesca messinscena.

"Bella serata. Eh, fratellone?".

Quella voce per poco non lo fece sobbalzare. Non si era accorto che lì c'era qualcun altro.

Quella Hikari. L'artefice di tutti i suoi guai. La personificazione della seccatura più assoluta.

"Sì, ma... Che ci fai qui?" replicò il giovane con il codino. Era stato sorpreso, perciò ci mise qualche secondo per focalizzare meglio la situazione. La bambinetta patita di versi era accovacciata contro le proprie gambe e, osservandola un po' più attentamente, ci si sarebbe resi conto che aveva pianto. Ma tentava di non darlo a vedere.

"Sono una stupida." si accusò senza fornire a Ranma una risposta. "Una stupida senza alcun tipo di speranza. Sentimentale, troppo sentimentale. Ecco quel che sono."

L'altro strabuzzò gli occhi, facendoli poi roteare non appena realizzò che con quelle parole avrebbe cominciato il suo melodramma che avrebbe visto la fine solo dopo aver raggiunto l'apice della follia.

"Ho capito perchè sei così geloso di tua sorella." pigolò Hikari, reclinando la testa e guardandosi insistentemente al di sotto della struttura.

Esitando ancora, Ranma stava per rispondere per le rime, prima di essere bloccato da un gridolino che preannunciava il principio di un ennesimo pianto. A momenti quella giovane stava per diventare peggio di Soun Tendo! "Si amano, e né io né tu non possiamo farci nulla!" strillò fra le lacrime.

"Come... Si amano...? Spiegati meglio!!" la incitò a proseguire Ranma, sempre più impaziente, protendendosi verso di lei. Era intenzionato a scrollarla per farla parlare, ma quella là sembrava farlo apposta a permettere a qualche secondo di scorrere in silenzio. Come se stesse pensando fra sé e al tempo stesso testasse di persona quanto Ranma ci tenesse ad Akane. Non era minimamente sopportabile, per un tipo come lui.

Hikari si sforzò finalmente di calmarsi per poter parlare ed essere compresa dal ragazzo con il codino, quando sembrò correggersi da sola. "Ryoga è completamente perso quando ce l'ha davanti, e si vede. Akane invece non so come definirla... Sembra del tutto soggiogata dalla tua ombra; le sue scelte dipendono da te! Questa è l'impressione che mi ha dato..."

"Cos..."

"Non dirmi che non te ne sei accorto!" sbraitò Hikari all'improvviso, destando l'altro dall'intento di chiedere oltre. "Sei suo fratello e non ti rendi conto che senza il tuo permesso, lei non abbraccerebbe nemmeno il suo ragazzo?". Non potè continuare, perchè entrambi sentirono le voci degli oggetti della loro discussione farsi avanti nel giardino del dojo. Ryoga e Akane stavano rientrando: lei con lo sguardo rivolto verso terra ed evidentemente pensierosa, il ragazzo con la bandana altrettanto, anche se c'era una nota più risoluta nel suo volto, cosa che a Ranma non piacque per niente. Balzò a terra ed afferrò la maglietta del ragazzo maiale, facendolo volatilizzare nel nulla secondo gli occhi di Akane, la quale iniziò a chiamarlo pensando si fosse perso.

Nel frattempo, il povero Hibiki era immobilizzato dal braccio destro del giovane Saotome, e con l'altro arto gli teneva la bocca chiusa.

"RANMA! Mi soffochi!!" si lamentò Ryoga, annaspando.

"Che diavolo hai combinato con Akane?" disse furente il suo interlocutore. "L'hai abbracciata, non è vero?! Dì la verità!" inveì ancora, stringendolo sempre di più ad ogni inizio di frase.

Ryoga si liberò, lo spinse via, e si affrettò a ribattere, usando quante più provocazioni ricordava.

"Sei geloso, non è vero?" sorrise in modo furbo Ryoga.

"Neanche un po'!".

"E invece sei geloso marcio, Ranma! Non puoi negarlo anche davanti all'evidenza! Sei furibondo per questa mia nuova condizione, ammettilo!" continuava a stuzzicarlo il giovane con la bandana.

Ranma non riuscì a resistere oltre a quelle insinuazioni. Sentì una rabbia incontrollabile crescergli dentro; tremolava tanto da sembrare che sotto di lui si scatenasse un uragano. Ringhiò sommessamente, come per avvertirlo, e gli prese ancora bavero della maglia, facendolo indietreggiare fino ad addossarlo alla parete, mentre sibilò il suo nome e sbuffava come un toro pronto alla carica.

Lo mise praticamente con le spalle al muro, e si avvicinò quel che bastava per ammonirlo. Quasi gli toccava il naso. "Ti avverto, Ryoga: non provare nemmeno a pensare di approfittare della situazione o ti ammazzo con queste stesse mani!".

L'altro era piuttosto turbato da tutta quella veemenza da parte del suo amico/nemico.

Non ne era spaventato nel vero senso della parola, ma l'accanimento del giovane con il codino era molto accentuato e non potè far altro che rimanere immobile e zitto. Che Ranma in fondo fosse gelosissimo per Akane ormai lo sapeva di più che la strada verso casa, ergo un'eruzione vulcanica come quella prima o poi avrebbe avuto luogo.

"RANMA! Che stai facendo?" s'udì una voce accanto a loro, quella di Akane. "Lascialo subito!" ordinò, mentre cercava di strattonarlo via dall'altro prendendolo per le braccia. Per tutta quella furia che aveva un impellente bisogno di esternarsi a tutti i costi, si voltò bruscamente anche verso di lei. "Che diavolo vuoi, tu?".

"STUPIDO! Non fare il bambino offeso! Ryoga è nostro amico ed ora ha bisogno del nostro aiuto! Tu vedi di collaborare, altrimenti te la dovrai vedere con me, chiaro?".

"Hai ragione! HAI PERFETTAMENTE RAGIONE! Per quel che me ne importa... Puoi fare quel che ti pare, cretina che non sei altro!"

Ne aveva abbastanza di farsi vedere in quelle condizioni. Preferì ignorare tutto e tutti e fuggire via, inseguito a ruota da Akane, che lo invocava disperata.

Purtroppo, non riceveva alcun tipo di replica dall'altro che correva una decina di metri davanti a lei. Forse non avrebbe dovuto difendere Ryoga in quella maniera. Quello scemo di Ranma sicuramente aveva tratto le conclusioni sbagliate, credendo addirittura il peggio.

"ASPETTA!" ripetè per la centesima volta. Stavano per arrivare al confine del distretto, là dove cominciavano le autostrade. Le corsie ospitavano due lunghe file non proprio fitte di macchine. Un parco al di là delle code interrompeva quella monotonia.

Akane era sfinita. Non lo avrebbe raggiunto se avesse continuato a correre così. Si lasciò cadere al riparo sul bordo della strada, portandosi le mani sul viso. Ranma era andato chissà dove, preda delle sue stesse supposizioni, ed ora lei che avrebbe fatto?

Doveva spiegare ogni singola cosa al padre e alle sue sorelle, e magari l'uomo con i baffi avrebbe sicuramente cercato un altro ragazzo simile a lui per perpetuare la tradizione di famiglia, il contrario di quello che in realtà voleva lei.

Però non poteva certo rimanere lì a piangersi addosso. Andare avanti, anche senza quell'idiota, era la sua prerogativa, ora. Si asciugò di fretta le lacrime, ma non appena levò le dita dagli occhi, vide un grosso camion che la stava per investire.

Sentì delle urla che pronunciavano il suo nome; ma era certa che non appartenevano a Ranma, ed altre erano sicuramente frutto della sua immaginazione.

Strizzò forte gli occhi e si preparò all'impatto.

Che però non ci fu.

Qualcuno l'aveva presa in braccio e trasportata ad almeno un isolato da lì. Titubante, Akane aprì lentamente le palpebre, certa di trovarsi a faccia a faccia con il ragazzo con la bandana che per qualche caso l'aveva trovata e portata via. Vedendo che era in sé, lo sconosciuto si era fermato e l'aveva fatta scendere. Le gambe di Akane non ressero per lo spavento cadendo a sedere e l'altro accorse a reggerla, avvolgendola con le proprie braccia.

"AKANE, SEI IMPAZZITA?".

Il cioccolato delle sue iridi brillò al suono di quelle invettive, che in quel frangente erano confortanti per le sue orecchie.

"RANMA?"

"E CHI CREDEVI CHE FOSSE?" proseguì il ragazzo con il codino urlando. Era terrorizzato per ciò che stava per accadere, glielo leggeva negli occhi. Quel contatto visivo durò ancora per molto, prima che Ranma riprendesse a rimproverarla severamente. "Perchè sei rimasta là in mezzo senza scostarti? Sei stupida sul serio!" terminò, e lei lo strinse con una foga tale che Ranma non resistette e contraccambiò con lo stesso impeto.

D'improvviso non se la sentì più di incolparla, e tutti i loro problemi svanirono di colpo. L'unica cosa che valeva la pena di sentire per Ranma era l'odore della ragazza che arrivava così caldo e denso, provocandogli dei sospiri molto più prolungati e facendo avvertire dei piacevolissimi brividi alla piccola Tendo. Non resistette all'impulso di darle un lieve e morbido bacio nell'incavo del collo.

Si allontanarono per guardarsi ancora, e un sorriso spuntò dalle labbra di Akane, vedendolo incapace di formulare una scusa valida per giustificarsi. Ma fu sufficiente per fargli capire che era tutto dimenticato. Lei avvicinò il viso a quello di lui per ricambiare quel gesto di affetto con un bacio sulla guancia, ma Ranma la prevenì.

Akane si accorse che spostava le sue pupille dalle labbra agli occhi e viceversa.

"Posso?" sussurrò piano, e Akane annuì dolcemente.

Stavano per sfiorarsi, quando udirono degli strilli che, senza dubbio, erano di Hikari. Accanto a lei c'era Ryoga, che impotente guardava senza avere il coraggio di intervenire.

"MA... MA..." balbettava Hikari, non capacitandosi per ciò che stava assistendo. "VOI... AVETE UNA RELAZIONE INCESTUOSA!" disse tutto d'un fiato con orrore nella voce.

Non potevano umanamente credere a quello che avevano sentito. Più assurdo delle dis-avventure che fino a quel momento avevano subìto, più irreale e insensato delle loro stesse maledizioni.

"MA QUALE INCESTO, DEPRAVATA! NOI DUE SIAMO FIDANZATI!" si lasciò scappare Ranma rosso come un semaforo, mentre Akane si portò una mano alla bocca su punto di rigurgitare. Ma che si era messa in testa, adesso?

"AAAAAHHH!! SIETE FRATELLI FIDANZATI!".

"NOOOOO! NON SIAMO CONSANGUINEI, è STATO TUTTO UN MALINTESO... SIAMO SOLTANTO FIDANZATI UFFICIALMENTE!" le spiegò meglio il giovane Saotome, ormai esasperato.

"Ecco il perchè di tutta quella gelosia! Ora è tutto chiaro...".

 

 

 

 

 

 

Ok, finiamola qui. Credo sia già troppo, per ora. XD

Inizialmente ero consapevole dell'azzardo che avrebbe comportato una scena del genere, ma per me era divertente e soprattutto surreale! Sono assolutamente contro l'incesto. Pensavo solo che l'unica parte su cui andare a parare fosse questa! XD

Naturalmente non è finita qui! :P

Al prossimo capitolo!

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: xingchan