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Autore: Aagainst    13/05/2013    3 recensioni
Due strani omicidi apparentemente senza alcuna spiegazione. Tre ragazzini rimasti orfani. Una di loro potrebbe sapere, ma non parla.
Un passato che ritorna, un presente da vivere e un futuro da scoprire.
Curiosi? Leggete e scoprirete!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3
-Ciao Tony!- salutò Ziva entrando nel quartier generale dell’NCIS. –Oh, ciao Ziva. Allora, com’è andata ieri?- chiese l’agente. –Tutto bene. C’erano solo due figli su tre, Alexandra e Mitch. Sono una l’opposto dell’altro. Alex è una metallara tostissima, mentre Mitch è un bambino adorabile. Ho guardato “Hercules” con lui.- -“Hercules”? Intendi la serie televisiva con Kevin Sorbo?- chiese Tony, perplesso. –Ma no, il cartone, sciocco!- rispose l’israeliana. –Io non sonno sciocco, sei tu che non hai specificato bene di che “Hercules” si trattasse.- si giustificò lui. –Certo Tony, perché credevo avessi il cervello in grado di capire a cosa mi stessi riferendo.- lo prese in giro Ziva. –Ma figurati se il cervello di Tony è in grado!- esclamò McGee dalla scrivania, intrufolandosi nella discussione.  –Ehi, McPivello, non mi sembra di averti invitato a parlare!-. Timothy fece una smorfia e Tony si rivoltò verso Ziva. –Hai usato i coltelli?- le chiese. L’israeliana lo ignorò e andò a sedersi alla sua scrivania, lasciandolo in piedi da solo. –DiNozzo, hai trovato quello che ti avevo chiesto di cercare?-. Tony si girò. Gibbs lo fissava, impassibile. L’agente di origine italiana si schiarì la voce, poi rispose:-Oh, capo! Certo che ho cercato. Purtroppo non ho trovato molto.- -Uhm… Vediamo quel poco che hai trovato.-. Tony deglutì. Poi accese il proiettore e mostrò delle immagini di una vecchia abitazione. –Cos’è? La casa dove andrai ad abitare?- chiese Ziva. –Spiritosa. No, questo è tutto quello che è rimasto dell’istituto dove Forrester è cresciuto. Ora è un casolare disabitato e malmesso da dieci anni.-. Gibbs era pensieroso. –Per caso sai chi dirigeva la struttura quando c’era Forrester?- domandò. –L’efficiente Tony DiNozzo ha pensato anche a questo. Il direttore dell’istituto è un certo Ian McCallister, ma dubito che potremmo chiedergli qualcosa: è in coma da circa un anno a causa di un incidente. In compenso ho trovato alcuni degli operatori dell’istituto. In particolare, sono riuscito a risalire una certa Nadia Kovalev, la responsabile del gruppo di ragazzi in cui era inserito anche Forrester. Nonostante il cognome è americana e all’epoca aveva poco più di vent’anni. Ne avrà una cinquantina adesso. Ecco l’indirizzo!-. Tony finì di parlare, sorridendo soddisfatto. Ziva e McGee si guardarono, trattenendosi dal ridere. –Bel  lavoro DiNozzo!- si congratulò Gibbs tirandogli uno scappellotto. –McGee, Tony, andate a parlare con questa Kovalev. E in fretta.- ordinò. Ziva fece una faccia stupita. –Ma Gibbs, e io?- -Tu vieni con me!- rispose l’agente più anziano.
McGee e Tony bussarono alla porta. Una donna sui cinquant’anni aprì la porta. Era una donna ben tenuta, dai capelli scuri, probabilmente tinti, lunghi fino alle spalle. –Buongiorno. Avete bisogno di qualcosa?- chiese gentilmente ai due agenti. –Lei è la signora Nadia Kovalev?-. La donna annuì. –Beh, io sono l’agente speciale Anthony DiNozzo e lui e il mio collega, Timothy McGee. Siamo dell’NCIS. Possiamo entrare?- -Certo. Accomodatevi pure.-. La signora Kovalev li fece sedere sul divano. –Volete qualcosa da bere? Ho del succo di frutta o del  te.- -No grazie. Invece, sa dirci qualcosa in merito a quest’uomo?- chiese McGee, mostrandole la fotografia. –certo! E’ Stephan! E’ da un po’ che non lo sento. Si è messo nei guai?- -E’ morto. L’hanno ucciso la notte scorsa.- annunciò McGee. La signora Kovalev trattenne le lacrime. –Se se la sente, vorremmo farle qualche domanda.-. La donna sospirò, poi disse:-Sì, va bene. Cosa volete sapere?- -Un po’ di lui, la sua infanzia.- rispose Tony. –Beh, quando arrivai all’istituto lui aveva 13 anni e io 24. Era un ragazzino chiuso e molto introverso. Tuttavia si legò molto a me. Fin da allora voleva entrare in marina. Me lo ricordo come fosse ieri il giorno in cui riuscì ad essere ammesso. Sapete, mi veniva a trovare ogni volta che poteva.- -So che non è la cosa migliore da chiedere in questo momento ma… Lei sa se era entrato i giri poco raccomandabili?- chiese Tony. –No, non penso. Stephan era un brav’uomo.-. Tony e McGee videro la donna piangere, così decisero di  andarsene. –Grazie  mille e scusi il disturbo. Se le viene in mente qualcosa ci chiami.- disse McGee. I due agenti entrarono in macchina. –Cosa ne pensi Tony?- -Non lo so. Spero che riusciamo a scoprire qualcosa o non sono sicuro che risolveremo questo caso.-.
-Gibbs, perché mi hai portato da Abby?- chiese Ziva. –Devo farti vedere una cosa.- rispose Jethro. I due agenti entrarono nel laboratorio, ma non trovarono Abby. –Abby! Abby! Dove sei?- la chiamarono, senza ottenere alcuna risposta. –Vado a chiamare qualcuno.- esclamò Ziva, quando Abby entrò nel laboratorio con un’enorme caffè. –Si può sapere dove sei stata?- chiese Gibbs. –Stavo facendo un esperimento: stavo provando a separare il caffè dall’acqua.-. Jethro alzò gli occhi al cielo, poi disse:-Abby, fai vedere a Ziva la foto del polso di Forrester.-. La forense si mise subito al lavoro e caricò sul computer l’incisione che avevano trovato sull’arto della vittima. A Ziva le si strinse il cuore in gola. Conosceva quel simbolo, fin troppo bene. –Che volete sapere?- chiese. –Se sai qualcosa a proposito di questa pratica di incidere i polsi. Come puoi bene vedere non è un tatuaggio.-. L’israeliana sospirò. –Sì, ne so qualcosa. Alcuni gruppi interni al Mossad lo facevano. Era un simbolo di appartenenza, ma era completamente diverso da un tatuaggio. Quest’ultimo si nota subito, si vede ed è ingombrante. Un’incisione, invece, è piccola e a prima vista è praticamente invisibile. Conosco alcune persone che si sono incise il polso. E’ facile farsela: prendi un coltello e ti incidi. Diventa una cicatrice col passare del tempo. Ma non capisco come faccia Forrester ad avere quell’incisione. Lui non era del Mossad.-. Ziva fece per andarsene, quando Gibbs la bloccò. –Tutto bene?- le chiese. L’israeliana si bloccò. Si voltò lentamente, abbozzando un mezzo sorriso. –Non lo so. E’ che… A volte vorrei cancellare il passato. Tutto qua.- rispose. Gibbs annuì, capendo perfettamente di cosa stesse parlando. –Andiamo di sopra, sono arrivati anche gli altri.- esclamò Gibbs. Quando si trovò Tony e McGee di fronte chiese loro cosa avessero scoperto ed essi riferirono ciò che la signora Kovalev aveva raccontato. –Mi dispiace capo, non abbiamo scoperto praticamente nulla.- -Fa niente, intanto abbiamo appreso pur sempre qualcosa di nuovo.-. Ziva, nel frattempo, si stava guardando intorno. –non dirmi che devi di nuovo andare via, piccola Ninja!- esclamò Tony. –Io… Devo sbrigare una piccola commissione. Torno subito.- disse uscendo di corsa. Salì in macchina e si diresse verso una scuola. Rimase ferma ad aspettare, fino a quando Alex e Mitch salirono in auto. –Perché ci vieni a prendere tu oggi?- chiese il bambino. –Vostro papà è andato a salutare Jenna che stamattina è partita per andare a sistemare degli affari e poi è andato a lavorare. Rachel? Dov’è?-. Alex si morse il labbro e rispose:-Oggi viene a casa più tardi.-. Ziva ci credette poco, tuttavia accese il motore. –Ziva, possiamo fermarci in quel negozio di dischi vicino al parco? Devo vedere se mi è arrivato un cd!-. L’israeliana sorrise. –Certo.- rispose. Accostò con la macchina e entrarono nel negozio. –Buongiorno, avevo ordinato una raccolta degli Iron Maiden. E’ arrivata?- chiese la ragazzina al negoziante. –Dunque, tu sei Alexandra Thompson, giusto? Sì, è arrivata! Sono dieci dollari, prezzo di favore!- rispose l’uomo. Ziva fece per prendere il portafogli, ma Alex estrasse una banconota dalla tasca dei pantaloni e pagò. Quando uscirono le spiegò:-I dischi voglio pagarmeli da sola.- -Come mai?- chiese l’israeliana. –Perché ci tengo ai miei dischi. E quando tieni a una casa vuoi che sia il più possibile tua. Così, pagandoli li sento più miei.- rispose. –E’ un pensiero molto profondo.- osservò Ziva. –Me l’ha insegnato mia madre. Lei mi diceva sempre di non far passare le cose, ma di farle mie, una ad una. Viverle una ad una.- -Era una persona in gamba.- disse l’agente dell’NCIS. –Mi manca tantissimo.- confessò. Ziva l’abbracciò, senza dire nulla. Rimasero così per molto tempo, poi arrivò l’ora di tornare a casa. Una volta arrivati, però, notarono subito che c’era qualcosa che non andava: la porta era accostata e un silenzio irreale dominava l’abitazione. –Papà! Siamo tornati!- esclamò Alex. La mano di Ziva andò istintivamente alla pistola. L’agente si diresse verso la camera da letto di Jamie. Rimase pietrificata da quello che trovò: il corpo dell’uomo era a terra, in una pozza di sangue. Ziva udì dei passi. Si voltò. Alexandra stava arrivando. –Ziva, hai trovato qualcosa?-. Le parole le morirono in bocca. Corse verso il corpo del padre, urlando disperata. –Papà! Papà! Ti prego svegliati! Ti prego! Parla, papà! Papà!-. Ziva si avventò su di lei e la trascinò via, mentre la ragazzina continuava a urlare. L’israeliana le tirò degli schiaffetti sul viso, per farla calmare. –Alex! Alex! Esci di casa con Mitch! Prendilo e andate in giardino! Ti prego!- ordinò l’agente dell’NCIS. –Alex, esci!- disse di nuovo, vedendo che la ragazzina non si era minimamente mossa. Finalmente se ne andò, dopo aver preso il fratellino, in giardino. Ziva chiamò immediatamente Gibbs, il quale le disse che sarebbero arrivati in dieci minuti. Rimase così da sola, con il corpo di Jamie, in lacrime. -Addio Jamie.- sussurrò. Poi alzò lo sguardo. -Alav hašalòm*-.

*Riposi in pace

Angolo dell'Autrice
Ahah! Rido perché aggiorno sempre prima di quando dò l'appuntamento! Ma stavolta ho una valida scusa: nè mercoledì, nè sabato ho la possibilità di aggiornare. Quindi... Et voilà! Ecco a voi il terzo capitolo. Spero che vi piaccia (a Scrittriceincanna scommetto che non dispiacerà molto). A me è piaciuto scriverlo, anche se mi ha messo una certa tristezza (si, non ha molto senso, dato che scrivevo io, vabbeh!). Quindi, ricapitolando, abbiamo il secondo omicidio, non abbiamo ancora conosciuto Rachel e potrebbe essere implicato il Mossad... 
Ringrazio chiunque legga, e recensisca:
-AleTiva95
-Scrittriceincanna
-cheesecakeTIVAfan
-Anny_97

GRAZIE DAVVERO!

Bene, alla settimana prossima! Non vi dico il giorno stavolta!
Ciao ciao!


   
 
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