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Autore: genesis18    01/12/2007    1 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa potrebbe esserci sotto la solita maschera da Serpeverde? E non sto parlando solo di Draco Malfoy, che per la prima volta nella sua vita si rivela curioso. Una bellissima Serpeverde frustrata della sua vita fatta di soddisfare altri; un latin lover stufo delle solite ragazze, ma soprattutto di se stesso; un'anima tormentata con il destino ormai segnato. Aggiungiamoci una felice e innocente Grifondoro che non avrebbe mai sognato di avere qualcosa a che fare con la casata di Serpeverde. Cinque personaggi, cinque cuori che s'innamorano.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Theodore Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passi avanti e passi indietro


Fa freddo ad Hogwarts.

Il vento novembrino soffia forte, fa vacillare anche i rami piu' resistenti della Foresta Proibita; sembra che un perpetuo velo di pioggia circondi le mura del castello, ed il lago esprime la propria agitazione sotto forma di onde.

Intanto Ginny sta raccontando di Bill Weasley, suo fratello, ad un Theo piuttosto titubante, ma attento. Sono seduti nella stessa posizione del giorno precedente, nascosti dietro la colonna situata nei sotterranei. A prima vista potrebbe apparire che la rossa stia parlando a se' stessa, tanto il ragazzo si rifiuta di aprir bocca! Ma osservando meglio si puo' immediatamente notare che Theo cerca in tutti i modi di sbattere le palpebre il meno possibile.

"E dopo di lui Charlie, poi Percy, poi Fred e George, poi Ron e poi me. Ci credi che sono da quattro generazioni che i membri della famiglia Weasley fanno parte dei Grifondoro? Penso che sia stato il trisnonno di mio nonno ad essere stato l'unico smistato in Tassorosso. Dev'essere qualcosa nel nostro sangue... se non sapessi meglio penserei che siamo i discendenti di Godric!" Ginny ride. Theo sorride, ovviamente senza usare le labbra. Quando sorride, Theo sorride sempre dentro di se'. Non e' il pensiero dei Weasley imparentati a Godric Grifondoro che lo fa sorridere, ma il fatto che Ginny abbia appena usato il nome di uno dei fondatori di Hogwarts come se fosse stato un suo amico da sempre.

Theo nota un sacco di cose in compagnia della rossa. Per esempio i suoi vestiti. Ginny sembra quel tipo di ragazza che ha l'armadio pieno di roba per Quidditch e pochissimi abiti femminili. Maschiaccio, in una parola. Illuminati a malapena dalle torcie dei sotterranei, Theo osserva che quel giorno si e' messa un maglione di lana, probabilmente fatto in casa da Molly Weasley, con una G piuttosto sgargiante e un paio di jeans scoloriti e macchiati dai residui della cena. Ha i capelli sciolti sulle spalle.

"Beh almeno io mi considero una vera e propria Grifondoro. Non sono di certo un genio, non mi considero ambiziosa e non sono quel tipo che si impegna in tutto. Pero' bisogna ammettere che di fegato ne ho. Se vuoi te lo dimostro!" esclama Ginny entusiasta. Theo risponde dalla posizione un po' rigida che ha assunto,

"Non c'e' bisogno, ti credo." Ginny gli sorride esponendo i denti. Theo si chiede se abbia mai avuto il coraggio di sorridere in quel modo. Si chiede, un po' turbato, se ha mai sorriso con i suoi muscoli facciali.

"E tu?"

"Io cosa?," chiede lui piattamente.

"Ti senti un Serpeverde al cento per cento?"

Bella domanda, pensa Theo.

"Immagino di si'. Il cappello parlante non sbaglia mai." Ginny non sembra soddisfatta dalla risposta che ha ricevuto e lo incita oltre,

"No, sul serio! Non ti sei mai sentito incompreso dagli altri Serpeverde? Non ti sei mai chiesto se dovresti stare, tipo, in Corvonero invece di Serpeverde? Per esempio Hermione Granger, lei si chiede spesso perche' il cappello non l'abbia smistata li'. Personalmente credo che Hermione dubiti del suo coraggio, ma lei e' una delle ragazze piu' coraggiose e leali che io abbia mai conosciuto. Beh, allora? Io qualche volta mi comporto da tale egoista che mi chiedo se non dovessi immediatamente convertirmi in Serpeverde, ma poi ci ripenso. Ommioddio! Scusami! Non intendevo offenderti, mi e' scappato...!" Ginny si copre la bocca inorridita dalle parole che ha appena pronunciato. Theodore scuote la testa, reprimendo un altro sorriso esasperato,

"No, va bene, hai ragione. Noi Serpeverde siamo egoisti." Ginny si accorge che Theo non ha risposto alla sua domanda, e per questo prova a cambiare tattica,

"I tuoi genitori? Loro sono stati Serpeverde giusto? Avrai preso da loro! Ieri mi hai detto che tuo padre si chiama Jonathan Nott, giusto? E tua madre?" Errore colossale. Theo non la guarda piu', e resta in silenzio. Si pente di averle svelato il nome di suo padre. Perche' l'ha fatto? Dev'essere il peggior masochista al mondo, a confidare il nome di Nott senior alla ragazza piu' parlona del mondo. Theo si accorge che Ginny non ha parlato per quasi un minuto intero, e quasi si sente incredulo. Alza gli occhi e la vede intenta a maneggiare qualcosa... carte? Carte magiche. Sta mischiando le carte magiche tra le dita abili.

"Sai giocare?," chiede Ginny ammiccando contenta.


Sono solo quindici le ore che separano l'adesso a quegli attimi sfuggenti passati in compagnia di Daphne, quelle brevi ore della notte piu' profonda a scherzare, chiaccherare, ridere e... e cos'altro aveva provato solo quindici ore fa?

Desiderio. Blaise sprofonda, se possibile, ancora di piu' tra le coperte del suo letto a baldacchino, indossando un'espressione decisamente accigliata. E' l'inquietudine dello strano, inconcepibile desiderio che prova al solo pensiero di quella risata timida, come il cinguettio ovattato di un usignolo tra le spesse foglie di un albero.

Blaise caccia la testa tra le coperte, come se potesse bloccare il suono della risata di Daphne dalla sua mente. Inutile, piu' cerca di allontanarla, piu' si attacca, piu' si avvinghia, lo soffoca, quasi.

Non c'e' nessuno nel dormitorio alle cinque del pomeriggio di domenica. Draco ha scelto la giornata peggiore dell'anno per allenarsi a Quidditch, e Vincent e Tiger, come suoi bravi schiavetti, sono usciti insieme a lui. Blaise ha quasi ceduto alla tentazione di scendere per la sala comune; a cercarla, per parlarle, per ricordarle della sorprendente nottata passata in sua compagnia, per accertarsi che i suoi capelli siano veramente dorati come gli sono apparsi ieri, per risentire la sua risata cristallina; provando a ricatturare quell'istante in cui si era sentito come se lei fosse stata una sua parte da sempre, come se avesse potuto passare il resto dei suoi giorni osservandola liberarsi, pian piano, giorno dopo giorno, dalle catene di diamanti che la tengono imprigionata nel suo palazzo di ghiaccio.

Dio, quanto e' difficile trattenersi. Blaise non e' affatto abituato a fare la parte del maschio ansioso, soprattutto se la questione riguarda una ragazza. Troppe lettere disperate erano state consegnate da qualsiasi ragazza si era portato a letto dopo un appuntamento ad Hogsmeade.

Alle sei Blaise decide di spingere da parte la sua immagine da maschio bello-che-lo-sa, e scende frettolosamente per le scale, il cuore impazzito. E la vede. E' una fitta tra le costole quello che sente a rivederla, la testa bionda china su fogli di pergamena e libri di scuola. Ma Blaise non capisce, all'inizio, perche' si sente cosi' travolto dal dolore.

"Ciao che fai?" chiede lui, nervoso. Daphne solleva la testa ma non si volta, fingendo di essere occupata a sottolineare qualcosa su un testo. Risponde,

"I compiti." E' un chiaro invito di levarsi di torno, ma Blaise e' troppo attonito dalla differenza della Daphne di sedici ore fa e la Daphne di adesso.

"Beh, spero che tutta quella burrobirra non ti abbia dato la sbornia," scherza Blaise, maledicendosi per tale mancanza di humour. La bionda resta gelida,

"No, sto benissimo, grazie." Blaise non lo puo' sapere, ma Daphne e' terrorizzata. Si era svegliata la mattina con un una sensazione di beatitudine e pace con se stessa, per essere subito oppressa da un solo pensiero: il suo muro. Mi vergogno di te, Daphne Lavinia Greengrass. Quello dell'altra notte e' stato un comportamento da comune plebea del Grifondoro o Tassorosso, non da una rispettabile ereditiera purosangue del Serpeverde. Rimedia immediatamente. Non erano state solo le voci immaginarie dei suoi genitori ad averla terrorizzata fino a scrostarsi dall'odore di burrobirra e il profumo di Blaise con tre docce di seguito per precipitarsi al suo solito tavolo cosparso di libri e pergamene. Il fatto e' che Daphne non puo' permettersi di vivere come una comune ragazza. Troppe speranze riposte in lei, troppe raccomandazioni per un futuro da ammirare.

E l'altra notte. Mai ha provato una liberta' simile. Si era sentita cosi' a suo agio, ridendo senza coprirsi la bocca, parlando di alcolici e feste che non avevano niente a che fare con i gala' organizzati da sua madre, raccontando fatti su di lei che nemmeno il suo diario segreto e' al corrente. Si era sentita cosi' viva. Prima di addormentarsi nel suo letto caldo, Daphne si era resa conto che il sangue scorreva nelle le sue vene, che i suoi occhi distinguevano i diversi colori della notte, che le sue dita percepivano il tessuto ruvido del cuscino.

La realizzazione le era caduta quella mattina: non puo' permettersi tutto questo. Deve concentrarsi a cose molto piu' importanti di fantasticare e desiderare e sperare.

"Ti chiedo con cortesia di evitare di menzionare i fatti dell'altra notte alla gente," mormora Daphne. Blaise non ha parole. Si sente come se e' tornato indietro nel tempo, alla vigilia di Natale di otto anni fa.

Mamma, perche' non andiamo? Guarda che Lucas non vuole restare a San Mungo per Natale. E' una settimana da quando e' nato, perche' non possiamo portarlo a casa? Li' le sale puzzano.

Blaise... Non so come dirtelo Blaise, amore mio. Abbiamo perso Lucas. Ieri notte. Non... non dovrai piu' prestargli la Stella Cometa.


La Stella Cometa 342 giace ancora in uno degli sgabuzzini piu' remoti del Zabini Manor, in Italia.
  
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