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Autore: Ultraviolet_    14/05/2013    3 recensioni
La storia dei Malandrini, la storia di Lily, Alice, Marlene, Mary, Dorcas, James, Sirius, Peter, Remus e Frank durante il loro settimo ed ultimo anno ad Hogwarts.
Ma soprattutto, la storia di come James Potter e Lily Evans si sono innamorati a tal punto da non lasciarsi più.
"Perché Lily era una donna che colpiva. Non era una di quelle bellezze da perdere completamente la testa, era bella sì, molto, ma con i difetti tipici di un essere umano. Ma era la sua particolarità a colpire. Il suo modo di mettere due cucchiaini di zucchero nel caffè la mattina, i baffi di latte che le restavano sul labbro superiore al primo sorso. Il suo modo di prendere appunti, con la sua calligrafia accurata e ordinata, e il modo in cui mordicchiava la piuma quando non sapeva cosa scrivere in un tema di Trasfigurazione. La sua voce dolce, che diventava ferma quando lo rimproverava. Il suo modo unico di togliergli punti per le ragioni più svariate. La sua risata. Innocente, cristallina, contagiosa."
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Il mattino dopo Lily si svegliò sul divano della Sala Comune, con la sensazione però di aver dormito sul cemento. Dapprima si chiese che diamine ci facesse lì, e fece per alzarsi lentamente, gemendo per i dolori alla schiena. Una volta seduta, vide un ragazzo addormentato sulla poltrona accanto, in una posizione piuttosto scomoda. James.
Arrossì leggermente ricordando all’improvviso gli avvenimenti della sera prima. Dopo aver passato diverso tempo nella Stanza delle Necessità –le sue guance si imporporarono terribilmente a questo punto- si erano resi conto che era quasi mezzanotte ed erano corsi alla torre di Grifondoro, dove avevano trovato anche Sirius che salutava Dorcas sulla soglia del dormitorio femminile. La McGranitt era arrivata pochi secondi dopo, lasciando loro giusto il tempo per disporre a casaccio gli scacchi magici sulla scacchiera e fingere di giocare. Lei si era guardata attorno e gli aveva consigliato di andare a dormire, poi era uscita decidendo di fidarsi e non inoltrarsi nelle stanze. Dorcas si era trascinata fino a letto, mentre Lily e James si erano attardati per qualche minuto ignorando le battute di Sirius sul fatto che probabilmente non avevano ancora passato abbastanza tempo insieme. Erano rimasti a parlare per un po’, ancora più leggeri e felici dopo quello che era successo, poi Lily supponeva di essersi addormentata lì per la troppa stanchezza, seguita a ruota da James.
Si alzò in piedi a malincuore e lanciò un’occhiata verso la pendola sopra al caminetto. Mancava un’ora alla prima lezione. Non ricordava quale fosse, così appellò la sua borsa che spuntò da sotto a una sedia –preferì continuare ad ignorarne il motivo- e prese il suo orario. Difesa. Sorrise leggermente pensando che questo avrebbe messo di buon umore James, e proprio in quel momento le tornò alla mente quello che era successo il giorno precedente, prima della festa. Si lasciò cadere a sedere per terra, domandandosi come avesse potuto dimenticare una cosa del genere. In un primo momento volle piangere, ma poi alzò la testa di scatto, improvvisamente consapevole.
Doveva superarlo. Era stata una cosa sgradevole, terribile e spaventosa, ma non sarebbe servito a nulla continuare a pensarci e piangersi addosso. C’era una guerra, là fuori, e quello era l’ultimo anno ad Hogwarts, l’ultima possibilità per godersi la sua vita da adolescente senza preoccuparsi troppo di difendere la propria vita. Era l’ultimo anno che passava dentro a quel castello, quella garanzia di sicurezza, la sua casa.
Proprio mentre era immersa in questi pensieri, sentì due braccia cingerla da dietro.
-Allora sei sveglio… iniziavo a pensare di lasciarti lì- disse senza nemmeno voltarsi, lasciandosi andare all’indietro e trovando il petto di James a sorreggerla. Conosceva a memoria il suo tocco gentile e dolce.
-Sono sveglissimo, e mi sa che dobbiamo cambiarci- disse lui piano, la bocca vicino all’orecchio di lei.
Lily si accorse di avere ancora addosso il vestito della festa e scoppiò a ridere.
-Sembra che oggi io sia destinata ad accorgermi dopo delle cose più ovvie- spiegò guardandolo.
Lui si alzò e la sollevò di peso da terra.
-Chissà, forse è per colpa mia- azzardò malandrino.
-Mi sa di sì… ma non sono sicura che mi dispiaccia- fece lei arrossendo lievemente.
Si baciarono lievemente e lei si incamminò verso il dormitorio per darsi una rinfrescata e indossare la divisa. Lui la guardò salire le scale con un sorriso e poi la imitò.
Lily aprì la porta della stanza cercando di non fare rumore e vide che tutte e quattro le ragazze erano a letto. Sospirò di sollievo constatando che erano ancora addormentate, afferrò i vestiti dal letto e se la squagliò verso il bagno. Ma proprio mentre si stava chiudendo la porta alle spalle, udì la voce di Alice:
-Non credere di farla franca così, Evans.
Sospirò di nuovo, stavolta di rassegnazione, e tornò in camera con un sorriso.
-Ehi, siete già sveglie? Stavo giusto andando a ca…- si interruppe vedendo che erano tutte e quattro in piedi, a circondarla.
Indietreggiò lentamente verso la porta, ma ben presto le saltarono tutte addosso impedendole ogni tentativo di fuga. Scoppiarono a ridere, creando un groviglio di corpi piuttosto scomodo. Dopo qualche secondo di lotta, la rossa alzò le mani in segno di resa.
-Va bene, va bene, mi arrendo! Che volete?- chiese ricomponendosi e sedendosi a gambe incrociate.
-Allora, Miss-che-bisogno-ho-di-dormire-nel-mio-letto-quando-sto-con-James-Potter?- cominciò Marlene malandrina.
-Lene, non per deluderti, ma le frasi dette in questo modo rendono solo se sono corte e sensate- tentò lei nervosamente.
-Non stiamo parlando delle frasi di Marlene, qui, non tentare di sviarci!- esclamò Mary –Allora?
-Allora cosa?- chiese lei di rimando fingendosi stupita.
-Lo sai cosa!- protestò Dorcas spazientita –Ieri sera non avevi esattamente l’aspetto di una reduce da una passeggiata al chiaro di luna, non so se mi spiego.
La ragazza rimase in silenzio a guardarsi le unghie delle mani.
-Lo avete fatto?- chiese Alice rompendo ogni indugio.
Lily alzò lo sguardo e annuì con un sorriso incerto, e non fece in tempo ad aggiungere altro che tutte e quattro le erano di nuovo addosso gridando di gioia.
-Lily è fantastico!- esclamarono Marlene e Mary insieme, senza fiato.
La rossa scoppiò a ridere insieme a loro, che la lasciarono andare solo quando le avvisò che stava per morire soffocata.
-Lene, che mi dici di te e Remus?- chiese per sviare il discorso.
-Oh, si è prenotato per uscire con me al primo fine settimana ad Hogsmeade- sorrise lei radiosa –E oggi pomeriggio facciamo una passeggiata al lago- aggiunse.
Tutte sorrisero contente e Lily si alzò per andare finalmente a vestirsi.
Guardandosi allo specchio vide che aveva i capelli piuttosto scompigliati e il cerchietto nero messo male. Lo tolse e notò che le punte non avevano retto alla piastra e avevano formato dei piccoli riccioli, mentre per tutto il resto della lunghezza erano ancora lisci. Li pettinò con cura e li raccolse con una molletta per evitare di bagnarli, poi si spogliò e si infilò sotto la doccia. Si lavò velocemente e si asciugò, poi indossò la divisa: la gonna a scacchi, la camicetta bianca a maniche corte, la cravatta rossa e oro sistemata bene sotto al colletto, le calze che arrivavano di poco sotto la fine della gonna, lasciando scoperto solo un piccolo lembo di pelle, e le scarpe da tennis che aveva preferito sostituire alle ballerine che quasi tutte le ragazze indossavano. Si truccò leggermente, come ogni mattina. Guardò il maglione appoggiato in un angolo e poi guardò fuori dalla finestra: c’era il sole e faceva piuttosto caldo, così lo appallottolò alla meglio e uscì dal bagno per metterlo nella borsa, non prima di sciogliersi i capelli che le caddero sulle spalle in una cascata di rosso. Vide che le ragazze si erano vestite e stavano litigando per chi dovesse usare per prima il bagno, mentre Alice, furba, si stava truccando con un piccolo specchietto che teneva nella borsa. Lo chiuse con uno schiocco e lo rimise a posto, poi alzò lo sguardo e vedendo la situazione proclamò:
-Bene, io e Lily andiamo a mangiare, vero Lils?
-Puoi scommetterci! Ci vediamo a Difesa- disse ridendo.
-Ehi, per chi ci hai prese? Scendiamo tra un minuto a colazione- fece Mary spazientita –Ehi Ali, ti dispiacerebbe prestarmi lo specchietto?- aggiunse.
La ragazza lo prese e glielo lanciò, poi prese Lily per un braccio e uscirono.
In Sala Comune trovarono tutti e cinque i ragazzi, già pronti. Alice andò da Frank, che le prese la borsa e la baciò, avviandosi in Sala Grande.
-Ehi, prendi la mia borsa!- esclamò Lily rivolta a James quando i due furono usciti dal buco del ritratto.
Il ragazzo la raggiunse, i capelli ancora umidi e la cravatta allentata.
-Dici sul serio?- chiese baciandola sulla fronte.
-No- rise lei abbracciandolo.
-Menomale, mi ero spaventato. Andiamo a mangiare, sto morendo!- esclamò prendendole la mano.
-Notizie delle altre tre?- borbottò Sirius con l’aria di uno che non mangiava da giorni.
Non avevano più accennato all’accaduto con suo fratello, ma non sembrava impensierito.
-Credo che vi convenga venire, non si arrabbieranno- Peter si era unito a loro ancora prima di queste parole, e Felpato si affrettò ad imitarlo.
-Io credo che aspetterò Marlene…- disse Remus stravaccato su una poltrona.
-Remmy fai come vuoi, ma promettimi che non ti farai rammollire da queste donne- disse Sirius fingendosi preoccupato.
-Vattene, sottospecie di canide- rise Lunastorta mollando un calcio in aria.
Il ragazzo borbottò qualcosa sugli amici violenti e seguì gli altri fuori.
La Sala Grande era come sempre molto affollata, tanto che i quattro ragazzi dovettero far spostare alcuni ragazzini del quinto anno per riuscire e sedersi accanto a Frank e Alice.
-Santo cielo, questi marmocchi si stanno moltiplicando a vista d’occhio- osservò Sirius prendendo posto di fronte al fratello.
-Sai Lily, credo che i Prefetti di Grifondoro non siano stati molto felici di apprendere che recupereremo oggi la ronda saltata ieri notte e loro dovranno comunque farla sabato- osservò il Caposcuola divertito.
-Vedi? Sono anche pretenziosi!- rilanciò Felpato.
-Sir! Anche tu sei stato come loro non molti anni fa- lo rimproverò Lily afferrando una brioche.
-Noi non eravamo così maleducati con i più grandi- intervenne James dando man forte all’amico.
-Accidenti Potter, devo forse ricordarti chi è stato a tormentare il povero Chilton per mesi quando eravamo al quarto anno? Quel poveraccio non ha ancora capito chi è stato a lanciargli tutte quelle caccabombe nel corridoio del secondo piano- osservò la rossa ripensando al Caposcuola di qualche anno prima.
-Ma quello era un caso a parte… era così idiota che sarebbe stato un reato non approfittarne!- spiegò Peter versandosi del succo di zucca.
-Pifef fa pfofio fafone- farfugliò Sirius con la bocca piena di pane tostato.
-Black! Sei disgustoso- esclamò una voce dietro di lui.
Felpato sorrise, ingoiò il boccone aiutandosi con un sorso d’acqua, si pulì la bocca e si voltò per baciare Dorcas. La ragazza fece per sedersi, ma non c’era nemmeno un millimetro libero, così Sirius si alzò per farla sedere ingoiò un’altra fetta di torta in piedi, prima di afferrare il libro di Difesa e schizzare via per bloccare al McGranitt e convincerla a spostare l’ennesima punizione per non perdere l’allenamento di Quidditch e l’amore del fratello.
Poco dopo arrivarono anche Remus, Marlene e Mary, che approfittarono dei posti lasciati vuoti da un gruppo del terzo anno e si sedettero. Lily guardò maliziosa Lunastorta e compagna, che stavano chiacchierando allegramente senza togliersi gli occhi di dosso. Quando la ragazza si degnò finalmente di considerarla le lanciò un’occhiata piena di significato e lei arrossì. Finirono di mangiare in fretta, poi si diressero tutti insieme verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure. A metà strada incontrarono Sirius, piuttosto giù di corda, che spiegò che la McGranitt era stata felicissima di spostare la punizione, allungandola però a due sere così da occupargli tutto il fine settimana.
-Quella donna è perfida- osservò Peter stupefatto.
-Quella donna è un genio!- lo corresse Lily, che poi scappò in classe per evitare il linciaggio.
Alice la raggiunse subito e si mise accanto a lei, urlando:
-Eh no Potter, non credere che solo perché ora voi due siete tutti pucci pucci tu abbia il privilegio di rubarmi il posto!
-Pff, ma che pensi, perché dovrei volermi sedere vicino alla Evans?- rispose lui apparentemente indifferente.
Scoppiarono tutti a ridere e lui si finse offeso, posizionandosi in ultima fila con il fratello.
La lezione trascorse senza nessun avvenimento particolarmente interessante, infatti il professore chiese loro semplicemente di ripassare gli incantesimi imparati l’anno precedente, in modo particolare quelli non verbali. In questo modo Lily riuscì a svuotare completamente la borsa di Remus appellando tutti gli oggetti, e lui non si accorse di nulla finché a fine lezione la ragazza non andò da lui con tutte le sue cose in mano e un sorriso furbo sul volto.
Tutta la giornata fu a dire il vero piuttosto monotona, finché non giunsero le ultime due ore: Alice, Marlene, Mary e Dorcas avevano Babbanologia, materia che tutti gli altri non seguivano per il semplice fatto che non era richiesta per diventare Auror, fatta eccezione per Lily che non aveva alcun bisogno di parteciparvi. Le ragazze invece avevano voluto studiarla più per curiosità che altro.
Viste le due graditissime ore buche, Sirius, Frank, Peter e Remus pensarono bene di andare a giocare a Quidditch nel parco. Lily incitò James ad andare con loro, dicendo che lei si sarebbe messa lì accanto a leggere. I quattro però, che avevano capito che lui voleva passare un po’ di tempo con la ragazza, lo rassicurarono dicendo che tanto erano già in quattro e che poteva andare. Sirius in realtà era stato spinto più dal fatto di poter finalmente spadroneggiare in assenza del vero capitano che per il bene dello stesso, ma quel che importa è che i due fidanzati si ritrovarono in biblioteca chini sui libri.
Cioè, Lily lo era, James era più impegnato a parlare a vanvera e a giocare con un frisbee zannuto. A un certo punto la ragazza si alzò chiudendo un grosso volume e inoltrandosi tra gli scaffali per rimetterlo a posto, e Ramoso la seguì, una mano tra i capelli.
-Lils, mi spieghi che hai da studiare quando questo è solo il terzo giorno di scuola?- chiese incerto.
-Ti sei dimenticato del tema di cinquanta centimetri sui filtri d’amore?- chiese lei di rimando, ridacchiando.
-Oh porca…- fece James battendosi una mano sulla fronte.
Intanto la ragazza aveva estratto un libro da uno scaffale e lo stava sfogliando velocemente. Lo rimise a posto e prese quello a fianco, quando vide attraverso lo spazio lasciato vuoto da esso che nella corsia adiacente c’era un gruppo di ragazzine ridacchianti che si zittivano a vicenda origliando. Rimise a posto il libro con un colpo secco e si voltò rossa in viso, la schiena contro i volumi.
-Che c’è?- domandò James facendosi più vicino.
La ragazza lo prese per un braccio e lo trascinò fino a dove erano appostate le spione, di spalle, ignare della loro presenza.
-Queste non vedono l’ora che litighiamo!- sibilò senza farsi sentire.
-Sciocchezze… vieni- fece lui cingendole la vita.
Attraversarono il corridoio tra i due scaffali colmi di libri, con James che le faceva complimenti a gran voce, e si fermarono proprio di fronte alle ragazzine, che sorprese si voltarono a guardarli. James a quel punto la baciò dolcemente e la prese in braccio, portandola fino al tavolo dov’erano seduti poco prima e adagiandovela a sedere. La ragazza stava per dire qualcosa, ma lui la zittì.
-Quello di prima era un po’ troppo finto- affermò posando il naso su quello di lei.
-Quindi non mi baci solo per farle ingelosire?- chiese lei piano.
Lui in tutta risposta gliene diede uno molto appassionato e lei non poté fare a meno di sorridere.
-Dai vieni, andiamo a cena, dopo abbiamo la ronda- disse cercando di soffocare il sorrisetto con scarso successo.
 
 
-Mi raccomando, il vostro turno è dalle diciannove alle ventidue, a quell’ora dovete essere davanti all’ingresso della vostra torre dove ci sarà il professor Lumacorno a darvi il cambio. Occhi aperti e bacchetta in mano, qualsiasi cosa succeda non dividetevi- spiegò la McGranitt dopo che i due ebbero cenato davvero molto in fretta, all’imbocco del Salone d’Ingresso.
-Tutto chiaro, professoressa- annuì Lily.
-E ricordate che siete in servizio- aggiunse con un’occhiata eloquente, più verso James.
La ragazza arrossì come un peperone e James fece un sorriso rassicurante, poi si avviarono.
-Scommetto che era da quando è diventata insegnante che sogna di dire questa frase- disse Ramoso quando furono a distanza di sicurezza.
Lily non poté fare a meno di scoppiare a ridere lasciando quasi cadere la bacchetta.
-Già, e ora ci sta mentalmente ringraziando per averle dato questa possibilità- aggiunse con le lacrime agli occhi.
Fin quasi alla fine la ronda fu terribilmente tranquilla, quasi noiosa. Soltanto l’ultima mezz’ora era promettente, visto che alle nove e mezza scattava il coprifuoco e si alzavano le probabilità di trovare qualcuno fuori dalla Sala Comune. Mancava un quarto d’ora alla fine quando i due imboccarono il corridoio del sesto piano e iniziarono a sentire delle voci. A un certo punto sentirono un grido acuto e presero a correre in quella direzione. Si nascosero dietro a un’armatura e videro due ragazzi piuttosto ben piazzati che avevano intrappolato contro al muro una bambina bionda evidentemente del primo anno, anche se incredibilmente minuta. Senza pensarci troppo, entrambi esclamarono:
-Pietrificus Totalus!
I due mascalzoni caddero a terra, rigidi, e Lily corse verso la bambina.
-Non dobbiamo dividerci, mando il Patronus a Silente- disse James piuttosto allarmato, allontanandosi di qualche passo.
Intanto la ragazzina era scoppiata a piangere dallo spavento. Lily si inginocchiò richiamando a sé tutta la sua positività e le posò le mani sulle spalle.
-Ehi, ehi, tranquilla! E’ tutto a posto, ci siamo qui noi- sussurrò in tono materno.
-Chi… chi siete?- chiese lei tra i singhiozzi.
-Siamo i due Caposcuola di Grifondoro. Stai tranquilla, non ti lasciamo sola.
La bambina sembrava ancora piuttosto riluttante, così Lily fece per abbracciarla, incerta. Quando sentì che lei la stringeva con le braccia si sciolse in un sorriso. Si sedette a terra a gambe incrociate, contro il muro, in modo da tenere d’occhio il corridoio, e le fece cenno di mettersi di fianco a lei. Arrivò anche James, che si sedette dall’altro lato della biondina, sorridendo rassicurante.
-Allora, chi è questo splendore che abbiamo qua?- chiese.
La ragazzina emise uno sbuffo che doveva essere un singhiozzo trasformato in una risatina.
-Mi chiamo Penelope- disse.
-E di che casata sei, Penny?- chiese Lily sfiorandole un codino.
-Corvonero…
-Corvonero! Allora devi essere molto intelligente!
Le guance di Penelope si imporporarono di gratificazione e sorrise.
-Come vi chiamate?- chiese.
-Io sono James, e lei è Lily, come il fiore- rispose il ragazzo.
-E state insieme, vero?
La ragazza la guardò con tanto d’occhi e annuì.
-Come hai fatto a capirlo?- le chiese stupefatta.
-Si vede da come vi guardate!- esclamò lei ora perfettamente allegra.
Lo sguardo di James vagò sui due aggressori distesi a terra.
-Fino ad ora che materia ti piace, Penny?- domandò.
-Trasfigurazione! Sono bravissima!- disse lei con una luce negli occhi.
-Anche la mia- sorrise James.
-La mia invece è Pozioni.
-Wooow… noi la abbiamo per la prima volta domani, ma hanno detto che è difficile…- spiegò piuttosto rabbuiata.
-Sono certo che non lo sarà così tanto come le hanno detto, signorina Jefferson- affermò una voce poco lontano.
Silente in persona era arrivato e la sua alta figura vestita d’argento dominava il corridoio. Si avvicinò e prese le manine della bambina, che si alzò in piedi decisamente di buon umore. L’uomo guardò i due Caposcuola grato, chiedendosi come avessero fatto a calmarla così. Da parte loro, Lily e James erano piuttosto preoccupati. Se ora gli studenti erano arrivati al punto di dichiarare apertamente la loro fedeltà a Voldemort aggredendo i mezzosangue all’interno della scuola, la situazione stava diventando piuttosto grave.
-Grazie signor Potter, signorina Evans. Un intervento davvero tempestivo. Questo avvenimento è molto spiacevole e vi chiedo di non allarmare gli studenti raccontandolo. Sarà reso tutto pubblico non più tardi di domani sera. Purtroppo il regolamento vieta di usare incantesimi sugli alunni- disse guardando i due corpi a terra- Ma visto come stanno le cose non ci dovrebbe essere alcun problema, lo avete fatto per legittima difesa e io non ho alcun problema ad assegnarvi venti punti a testa. Ufficializzeremo tutto chiedendo alle signorina Jefferson quello che è successo, ma non ci dovrebbero essere dubbi- spiegò con un’espressione cupa e seria, che lasciava trasparire la gravità dell’accaduto.
-Jefferson?- chiese James –Penny, hai per caso un fratello al sesto anno di Grifondoro?- fece pensando al ragazzo che aveva sostituito Mary a Quidditch l’anno precedente.
-Sì!- rispose Penelope.
-Bene, signori, potete andare alla vostra Sala Comune, il professor Lumacorno si starà chiedendo che fine abbiate fatto. Vi chiedo un ultimo favore: avvisare il signor Jefferson di recarsi subito nel mio ufficio.
-Professor Silente, sa che Lily e James si sposeranno?- irruppe Penelope all’improvviso provocando la chiusura totale delle vie respiratorie della rossa.
Il Preside sorrise e disse:
-Ah i bambini, la voce della verità. Sarebbe bello se fossimo tutti così, io per esempio avrei già detto da tempo al professor Lumacorno di smettere di regalarmi quelle bottiglie di Ogden Stravecchio ad ogni Natale, visto che sono astemio.
Lily emise uno sbuffo cercando di trattenere una risata, ringraziarono il preside e si allontanarono diretti alla Torre di Grifondoro, un’ultima occhiata ai due ragazzi pietrificati.
 
 
Il resto della settimana passò senza avvenimenti particolari, a parte gli allenamenti di Quidditch che portarono James all’esaurimento nervoso per via della prova disastrosa di uno dei battitori, che sembrava su un altro pianeta. La sera dopo lo spiacevole incontro dei due Caposcuola nel corridoio del sesto piano, Silente parlò a tutta la Sala Grande, incitando gli studenti ad aiutarsi e a rimanere uniti, perché in periodo di guerra solo in quel modo si poteva sperare di avere qualche chance.
La domenica, a pranzo, i ragazzi avevano organizzato un pic-nic al parco, desiderosi di sfruttare al meglio le giornate di settembre che erano ancora calde e soleggiate.
Lily era seduta all’ombra di un grosso albero ad aspettarli, reduce da una visita ad Hagrid, che ora si affaccendava nell’orto dietro alla capanna. Non dovette attendere molto, perché dopo pochi minuti arrivò James. La ragazza, sdraiata a pancia sotto con un libro davanti, vide prima le sue scarpe da tennis, e alzato lo sguardo se lo ritrovò davanti con un cesto colmo di cibo, probabilmente sgraffignato dalle cucine.
-Oh non preoccuparti- disse indicandolo –So che è poco, Pete e Remus stanno arrivando con l’altro e Sirius stava ancora cercando di corrompere gli Elfi Domestici a sganciare un po’ di Whiskey Incendiario quando sono venuto via- sorrise.
-Poco? James, con questa roba si potrebbe sfamare un reggimento!- esclamò lei chiudendo il libro –E poi non vorrai farmi credere che anche Remus fa parte dei vostri loschi piani?
Non fece quasi in tempo a finire la frase che da dietro il Lago spuntarono le figure di Lunastorta e Codaliscia, che reggevano in due un secondo grosso cesto.
-Accidenti- scosse la testa lei alzandosi in piedi e prendendo dalla borsa una graziosa tovaglia a scacchi bianchi e rossi.
-E quella cosa sarebbe?- chiese Remus posando il cibo.
-E’ una tovaglia da pic-nic! Perché, i maghi non la usano?- fece lei sconvolta.
-No, in realtà la usiamo, ma sei così ingenua che a volte farti certi scherzi è proprio divertente- spiegò lui prendendone un lembo e aprendola.
Lily gli fece il verso e lasciò che Peter lo aiutasse, tornando a sedersi. James le si sistemò accanto, indicando delle sagome che venivano verso di loro.
-Oh, ecco le ragazze!- fece lei con un sorriso.
-E quello è Sirius con del succo di zucca in mano- aggiunse Ramoso –Gli è andata male.
Quando tutti li ebbero raggiunti, i dieci si misero seduti attorno alla tovaglia e iniziarono a mangiare, chiacchierando. Dopo il resoconto completo da parte di Sirius di più o meno tutti i colpi sbagliati dal nuovo battitore durante gli allenamenti, Lily proruppe:
-Che bello essere tutti qui… vi voglio davvero tanto bene, ragazzi…
-Ehi Ramoso, hai presente quando dicevi che si stava rammollendo? Credo che tu abbia decisamente ragione- osservò Sirius fingendosi preoccupato e posandole una mano sulla fronte.
-E dai!- esclamò lei soffocando una risata –Pensateci, questo è l’ultimo anno! L’ultima occasione per divertirci davvero tutti e dieci insieme, per fare quelle cose che poi si raccontano ai figli davanti al caminetto quando ci si annoia!- spiegò piena di entusiasmo –E poi… c’è la guerra là fuori… non sarà più come prima, non potremo più tornare qui dove ora siamo certi di essere al sicuro. Dovremo cavarcela da soli- aggiunse rabbuiandosi.
Tutti furono subito d’accordo con lei. Il resto del pomeriggio passò sereno, con sfide a nascondino in cui Mary vinceva sempre e risate a non finire.
Verso il tramonto, mente tornavano al castello, James si avvicinò a Lily.
-E così, vuoi dei figli a cui raccontare di queste giornate davanti al caminetto?- le chiese con una punta di malizia.
-Credo che ne vorrò, sì...-ammise lei –Ma fra tanti anni, ora è presto- si affrettò ad aggiungere con un sorriso, lasciando vagare lo sguardo sul cielo quasi rosa, il sole che era diventato una palla rossa e stava scomparendo dietro a un monte.
-Certo… beh, sappi che se deciderai di farli con me, questi figli, su una cosa non transigo: il primogenito deve chiamarsi Harry- la avvisò lui, deciso –L’ho sempre detto, niente discussioni!
Lily scoppiò a ridere e lo abbracciò di slancio.
-Per prima cosa, non ho mai detto che voglio figli con te!- fece con aria di sfida.
-Oh bene… allora andrò ad appendere un avviso in bacheca in Sala Comune- rilanciò lui malandrino.
-Non fare lo scontroso, o Harry James Potter prenderà da te e dopo dovrò sopportarne non uno, ma due!- si lamentò Lily fermandosi, la testa proprio davanti al sole che era ormai calato del tutto, che le rendeva i capelli scompigliati dalla brezza ancora più rossi, tanto che sembravano infuocati. Stavolta fu il turno di James quello di scoppiare a ridere, caricandosela in spalla senza tanti complimenti e dicendo:
-Tranquilla, Evans, Harry Potter sarà un bambino fantastico.
 











Note:
Eccomi, in netto anticipo direi!
Vi anticipo che questo capitolo mi piace molto, infatti è stato bello scriverlo.
So che la fine è crudele, almeno pensando a quello che accadrà tredici anni dopo, ma non ho saputo resistere u.u
Che dire, non c’è molto da precisare…
Mi raccomando, recensite come sempre perché mi fa davvero molto piacere :3
Alla prossima!


  
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