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Autore: Meramadia94    14/05/2013    2 recensioni
Ryan viene ricattato. La vita di una persona a cui tiene molto è stata messa in pericolo. Per salvarla dovrà scegliere cosa è più importante: l'amore per la famiglia o il suo senso di giustizia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Javier Esposito, Kate Beckett, Kevin Ryan, Nuovo personaggio, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano da poco le sette del mattino.
Era una giornata diversa quella, che la rendeva diversissima da tutte le altre.
Di solito a quell'ora, sua moglie lo svegliava con un bacio, a volte una carezza e un sorriso, gustavano insieme una buona colazione, e poi un fugace bacio prima di scappare al lavoro.
Ma quella mattina non ci sarebbe stato niente di tutto questo.
Non aveva dormito nemmeno un momento, e i rari momenti in cui si era alzato dalla sedia era per prepararsi qualche caffè in modo da stare sveglio, poi non aveva fatto altro che navigare in rete alla ricerca di un indizio per arrivare a Deborah, inoltrandosi di password in password nell'archivio online della Polizia e di tutti i tribunali giudiziari...
Non si sarebbe fermato fino a quando non avrebbe saputo che sua moglie sarebbe stata al sicuro da quella gente e finchè non avrebbe riportato sua sorella a casa.
Tra poco sarebbe passato a prenderlo Javier, quindi andò velocemente in bagno a sciaquarsi la faccia, si cambiò i vestiti e scese in fretta le scale.
Esposito era appena arrivato.
Aprì lo sportello del passeggero e salì.
''Buongiorno.''- dissero quasi in coro.
Ma Javier non ci mise molto a capire che il collega non si era nemmeno avvicinato al letto quella notte.
Era preoccupato per la sorella, e non lo biasimava, non era una bella sensazione non sapere dove si trova una persona a te cara, ma essere consapevoli che è nei guai perchè vogliono fare del male a te.
''Mi daresti del vigliacco se decidessi di lasciar perdere tutto per salvare Deborah?''- chiese Ryan.
In fin dei conti, lui  era solo un detective della squadra omicidi, il suo lavoro era cercare gli assassini e metterli dentro, non investigare su delle corse clandestine.
Javier fece cenno di no con la testa.
''Ma ti consiglierei di pensarci attentamente se vuoi darle una speranza di tornare a casa.''- gli consigliò l'amico-:'' pensaci attentamente: anche se tu decidessi di scendere a patti con loro, se decidessi che Deborah vale molto di più di tutte le indagini che puoi fare... cosa impedirebbe a quei criminali di farla comunque sparire?
Sarebbe una possibile testimone, e quindi pericolosa.''
Ryan sospirò sconsolato.
Javier aveva ragione, e aveva le mani legate.
Se indagava, sua sorella ne avrebbe patito le conseguenze, e probabilmente anche Jenny o qualcun'altro che lui amava  avrebbe subito lo stesso destino.
Ma se non indagava, la ragazza sarebbe stata comunque fatta tacere per sempre in quanto era una testimone pericolosa.
''Vuoi davvero aiutarla? Fai quello che sai fare meglio, indaga e mettiamo dentro quei bastardi. 
Abbiamo tempo fino a domani, e ti posso assicurare che ci riusciremo.''
Ryan sorrise rincuorato.
 
 
Arrivarono al distretto in perfetto orario, e si diressero tutti e due nell ufficio di Beckett.
Sia la detective che lo scrittore si precipitarono loro incontro per chiedere di Ryan.
''Come stai?''- chiese Castle.
Ryan annuì forzatamente-:'' Bene, sto bene... notizie di Jenny?''
Fu Beckett a rispondere-:'' Sta bene, le ho fatto assegnare una scorta ed è al sicuro. E' solo molto in pena per te, ma a parte questo è un fiore.''
Ryan sorrise.
Grazie al Cielo almeno la sua amata stava bene.
Sulla scrivania c'era un computer portatile sul grigio-topo.
''Dalla perquisizione nell'appartamento di Thompson non è emerso niente di strano, quindi possiamo escluderlo definitivamente dalle indagini come sospettato, ma ci ha permesso di analizzare le foto del suo computer, per cercare un aggancio che può condurci al rapitore.''
Aprirono il computer grazie alla password che Charles stesso aveva fornito loro ed in breve furono tra i documenti, tra le foto.
C'era una cartellina dedicata a Deborah.
L'aveva ripresa dappertutto.
Al lavoro, per strada, a lezione, al cafè dell'università...
''Bisogna ammettere che anche se non ha scelto un modo del tutto carino di presentarsi, il ragazzo ha buon gusto.''- commentò Esposito.
''Concordo.''- fece Castle.
Ryan e Beckett li fissarono scettici, e il primo li avvertì-:'' Ringraziate di essere voi, o a quest'ora vi avrei gia rotto il naso...''- e li fulminò con un sorrisetto.
Deborah era la più piccola delle sue sorelle, l'ultima arrivata in famiglia, e lui sentiva il bisogno di proteggerla, e quindi questo non gli aveva impedito di tenere d'occhio i primi fidanzati della sorella.... o di rimetterli in riga nel caso si  fossero presi delle libertà eccessive.
Ma non erano quelli i pericoli... era sicuro che sarebbe sempre riuscito a proteggerla, ma non era così, e se ne rendeva conto solo adesso.
''Ecco....''- Beckett li richiamò all'ordine.
Aveva trovato una foto che ritraeva Deborah al lavoro, mentre era intenta nel rimettere a posto dei vestiti in negozio, e da una tendina da camerino spuntava una faccia, non ne erano sicuri ma avrebbero potuto giurare che era il volto di un uomo.
E chiunque fosse sembrava osservare la ragazza.
''Possiamo avere un immagine più grande?''- chiese Beckett.
''Se permettete...''- fece Ryan proponendosi. Beckett lo lasciò fare e gli indicò la sedia con un braccio.
Si sedette e iniziò a lavorare al computer con una disinvoltura che faceva venire loro i capelli bianchi per l'incredulità, e in breve l'immagine, che prima era solo un dettaglio diventava sempre più nitida.
''Scusa se te lo chiedo amico, ma dove hai imparato?''- chiese Esposito.
''Avevo dieci in informatica al liceo e poi ho molte conoscenze in quel campo...''- rispose il detective senza perdere di vista il suo obiettivo.
''Te la cavi meglio di me con la tastiera...''- fece Castle-:'' potresti darmi una mano a scrivere, se non hai impegni questo fine settimana.''
''Per cinquanta dollari a pagina, se ne può parlare.''- disse Ryan in risposta lasciandosi sfuggire un sorrisetto divertito.
In breve la foto fu pronta, accesero la stampante e nel giro di dieci secondi ebbero la loro foto.
I loro occhi divennero vitrei per la sorpresa, quando videro chi era l'uomo della foto.
''Oddio non ci posso credere....''- commentò Beckett pallida come un cadavere-:'' vi prego, ditemi che quello non è chi penso io sia...''
''Non sai quanto mi piacerebbe potertelo dire...''- fece Castle non meno sbalordito-:'' ma lo vediamo tutti.''
Esposito fu costretto a sostenere Ryan a quella vista...
L'uomo che probabilmente era coinvolto nel rapimento di sua sorella, era lo stesso che ne aveva denunciato la scomparsa.
''Ora che ci penso...''- fece notare Castle-:'' il fermaglio del ciondolo di Deborah non sembrava rotto come si rompe una collana al collo di una persona che si sta divincolando tra le braccia di qualcuno...''
''... ma come lo è qualcosa che viene strappato a forza dal collo della sua proprietaria...''- concluse Beckett osservando la foto del medaglione.
Dopodichè porse a Ryan la foto del testimone/ possibile rapitore e gli chiese-:'' L'hai mai visto o hai idea di chi possa essere?''
Ryan lo osservò con attenzione, ma quella faccia non gli diceva niente e fece cenno di no con il capo.
''Forse è un conoscente di Deborah, ti ha mai parlato di qualcuno che corrisponde a questo profilo?''- chiese Beckett.
''No... non mi pare... ma potremmo parlare con le sue amiche, probabilmente lo conoscono.''- suggerì Ryan, prendendo il telefono.
Mandò un messaggio alla coinquilina di Debby e le chiese di avvertire, se poteva, anche la signorina Voudrelle.
 
Inutile  dire che le due, la rossa e la bionda, non si fecero pregare ed intervennero subito all'appello della polizia.
''Ci sono notizie sul rapimento?''- chiese Penelope visibilmente in ansia per l'amica.
Era così strano non vedere o sentire per così tante ore di fila la propria migliore amica...
''Forse...''- rispose Esposito.
Ryan aveva insistito molto per parlare con le due ragazze, e alla fine Beckett aveva dovuto accontentarlo, ed Esposito aveva deciso di stare con lui.
Il detective tirò fuori la foto e la consegnò alla bionda-:'' La pista dello stalker era errata, ma proprio grazie alle foto da lui scattate, abbiamo individuato uno dei possibili rapitori... ha mai visto quest'uomo?'' - chiese Javier parlando dell'uomo dai capelli scuri, con gli occhiali, sui quaranta che compariva nella foto ingrandita dal collega.
La ragazza lo osservò ma non poteva dire molto-:''Mi dispiace, non lo conosco...''
''E' sicura, vivevate insieme...''- fece Ryan-:'' non le ha mai parlato o comunue si non si è accorta se Deborah aveva qualche problema sul posto di lavoro, se qualcuno che la infastidiva...''
La bionda scosse energicamente la testa.
La rossa allungò lo sguardo sulla foto e inziò ad osservare quel viso con attenzione-:'' Aspettate... forse posso aiutarvi io.''
La bionda le passò la foto, mentre i due detective, in particolare Ryan la osservavano speranzosi.
Gli occhi di Fabienne si accesero.
''Si. E' un cliente del nostro negozio, viene molto spesso per portare vestiti da sistemare o per aquistarne. Si chiama Andy Wheastley e lavora come impiegato in un agenzia immobiliare... mi ricordo che l'aveva detto, sa lui e il nostro capo sono abbastanza amici.''- rispose la ragazza.
''Ha mai notato se osservava Debby più del dovuto, se lei ne era infastidita, spaventata o se le ha rivolto la parola?''- chiese Javier.
La rossa fece cenno di no.
''Scambiava delle parole solo con il nostro capo, e poi Deborah non si perdeva in chiacchiere con i clienti,  è una delle regole per lavorare lì e lei ci teneva a preservarsi il posto.''
''Ha idea di dove potrebbe abitare?'' - chiese Ryan con gli occhi che brillavano.
Voleva prendere a schiaffi quell'uomo che si era spacciato per testimone nel rapimento della sorella e invece era uno dei suoi aguzzini.
''Una volta non è potuto venire a ritirare le giacche a cui voleva fosse fatto l'orlo, così abbiamo dovuto consegnarle a domicilio, e da quel giorno abbiamo il suo indirizzo. E' segnato sul nostro registro.''- e nel dir così tolse dalla borsa un quaderno rosso e lo porse ai detective.
Uscirono dalla sala relax annunciando a Beckett e Castle.
''Abbiamo l'indirizzo.''
Li seguirno a ruota.
  
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