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Autore: RedFoxx    14/05/2013    5 recensioni
Salve a tutti ☺️
Questa storia narra di regni in crisi e di due ragazzi che cercheranno di migliorare la situazione.
La coppia principale sarà SasuNaruSasu.
Dal testo:
«E così la famigerata Volpe Nera ha deciso di farsi vedere.» Sogghignò la guardia con la lancia. [..]
[...] lui è il principe Sasuke Uchiha, erede al trono ma penso che tu lo sapessi già. E tu sei?»
[...]«Forza compagno. Il viaggio e lungo e tu devi uccidere mio fratello.»
é la prima ff che scrivo, quindi siate clementi :')
Spero di avervi incuriosito e buona lettura:)
-2017= Sto revisionando tutti i capitoli, correggendo errori e cambiando qualche frase. Per ora sono stati modificati i primi quattro.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Buonasera!
Lo so, sono in ritardo, perdonatemi, ma tra la scuola, danza e tutto il resto non ho mai trovato il tempo e mi dispiace. Per farmi perdonare ho scritto un capitolo lungo. Spero vi piaccia. Avviso che prima di continuare le altre ff (soprattutto 8-9-3) intendo finire questa.
Ovviamente ringrazio chi lascia una recensione, chi la mette tra i preferiti/seguiti/da ricordare!
Bacioni :)


RedFoxx

Capitolo 12

Camerieri, biblioteche e Re





I ragazzi trovarono una locanda a buon mercato in periferia. Per una settimana restarono chiusi in camera esaminando attentamente il piano. Ogni giorno uno dei tre usciva a comprare il necessario per infiltrarsi nel palazzo di re Itachi. Naruto riuscì a trovare un particolare tipo di pianta che se distillata a dovere, poteva cambiare il colore degli occhi. Bastava mettere nel distillato un pizzico di pigmenti del colore che si voleva ed il gioco è fatto. Rifecero l’impacco ai capelli per sicurezza e Sasuke divenne un castano chiaro con gli occhi nocciola, mentre a Naruto i capelli si scurirono ulteriormente sfiorando il colore del mogano, mentre tenne gli occhi azzurri. Sakura non cambio colore, anche perché affermò che nessuno la conoscesse nella capitale. Rifecero l’unguento per invecchiare la pelle e se la spalmarono in viso e sulle mani.

Ora potevano sembrare di contadini che erano riusciti a salvarsi dal proprio villaggio distrutto.

Raccolsero informazioni durante quei sette giorni e vennero a sapere che un altro villaggio della Terra del Fuoco fu raso al suolo dal soldati di Itachi.

La guerra continuava a imperversare intorno a loro ed era lo scopo della missione porre fine a quella disgrazia, uccidendo il re. Decisero di dire a chiunque lo chiedesse di essere scappati proprio da quel villaggio e di esser arrivati alla capitale della Terra grazie al passaggio di una carovana di mercanti.

Il lunedì mattina successivo si recarono al palazzo. Appena misero piede all’interno dell’edificio furono fermati da due guardie poste ai lati dell’ingresso.

«Altolà! E voi tre chi sareste?»

Parlò Naruto, a capo del gruppo e alzando lo sguardo dal pavimento, mostrò un’espressione contrita.

«Siamo riusciti a scappare dalla guerra. Il nostro villaggio è stato distrutto dai soldati. Siamo fratelli.»

Il soldato li squadrò attentamente.

«Ditemi i vostri nomi e l’età.»

«Io mi chiamo Shinici e ho 20 anni, lui invece è mio fratello Kosaku e ne ha 19. Lei è la sua gemella Sakura.»

La guardia alzò il sopraciglio, dubbioso.

«Non si assomigliano per essere gemelli.»

«Infatti, il dottore disse che a volte succede che dei gemelli non si assomiglino.»

«Va bene, vi scorteremo al capo della servitù. Deciderà lui cosa fare di voi.»

«Grazie. Grazie infinite.»

Naruto si prostrò ai piedi della guardia e gli altri due seguirono al suo esempio, snocciolando una serie di ringraziamenti.

La guardia stizzita li intimò ad alzarsi e li accompagnò lungo vari corridoi fino ad arrivare alle cucine. Un gran vapore invadeva la stanza e si distinguevano i corpi di cuochi, servi e camerieri che correvano da una parte all’altra. Piatti, tintinnì di posate, pentole sul fuoco e un buon profumo di pane appena sfornato invadevano l’aria.

«Kakashi!»

Un uomo si staccò dalla massa brulicante e venne avanti, asciugandosi le mani sul grembiule che teneva legato in vita.

«Ti farebbero comodo tre nuove paia di mani?»

L’uomo chiamato Kakashi li squadrò con l’unico occhio visibile. L’altro era coperto da una benda e metà viso, compreso il naso, era nascosto da una benda bianca.

«Fanno sempre comodo. Dopo vi presenterò al re che deciderà se potete restare, nel frattempo vi troverò qualcosa da fare. Stiamo preparando la colazione per il re e i vari cortigiani.»

La guardia se ne andò, non senza aver prima rubato un pezzo di pane dal cesto tenenuto sulla spalla da un paggetto che passava.

«Allora, come vi chiamate?»

«Io sono Shinici, lui e Kosaku e lei è Sakura.»

«Bene, andate vicino al forno e aiutate gli altri a sfornare e impastare il pane.»




Dopo un paio d’ora, in seguito alla colazione, i tre furono scortati al cospetto del re. Il trono era in fondo alla sala, che era enorme e col soffitto altissimo. Era posto in alto, e per raggiungerlo bisogna salire una rampa di scale.

Re Itachi sedeva composto sul suo trono comodo ed elegante, rivestito di morbido tessuto porpora. La corona gli circondava il capo e l’oro lucente faceva contrasto con il lucido nero dei capelli raccolti in una coda bassa. Due profonde occhiaie segnavano il viso, ma non erano antiestetiche, anzi. Rendevano lo sguardo più misterioso e accattivante di quanto non lo fosse già. I tre camminarono in fila fino al centro della sala, poi si inginocchiarono. Il re stava parlando con il consigliere che stava in piedi di fianco al trono. Kakashi si schiarì la voce. Il re lo guardò.

«Che vuoi Kakashi?»

«Sua Maestà, vorrei chiedervi il permesso di accogliere questi tre nella servitù.»

Sasuke non appena sentì la voce del fratello fu invaso da una miriade di sensazioni, ma quella che prevaleva era la rabbia. Strinse il pugno che appoggiava a terra talmente tanto che le nocche sbiancarono.

-Così è questo l’uomo che devo uccidere.-

Naruto avrebbe voluto alzare lo sguardo dal pavimento per poter guardare la sua vittima negli occhi, ma non osava. Il re poteva interpretarlo come una mancanza di rispetto. Avrebbe potuto saltare tutto il loro piano.

Un rumore di passi e di stoffa che striscia sul pavimento riempì la sala. Il re stava scendendo i gradini e si piazzò davanti i giovani.

«Alzatevi.»

Naruto, Sasuke e Sakura si alzarono, badando bene a tenere sempre lo sguardo basso. Prese il mento dell’assassino e lo alzò; si creò subito un contatto visivo tra i due, che cercavano entrambi di decifrare cosa stesse pensando l’altro. Naruto cercava di far trasparire speranza ed umiltà, ma il principe noto la nota d’orgoglio. Gli girò il viso a destra e a sinistra, come per esaminarlo. Gli prese un braccio e tastò i muscoli. Stessa cosa fece con Sasuke e Sakura, alla quale esaminò anche le mani,

Tornò a fissare Naruto.

«Come vi chiamate? E da dove venite?»

«Mi chiamo Shinici. Loro sono Kosaku e Sakura. Siamo fratelli e siamo scappati dal villaggio Cinel.»

Itachi annuì.

«Massì dai, potete restare. Kakashi! Trova una sistemazione e una mansione per loro, basta che me li tieni distanti dalla vista.»

«Certo maestà. Forza,andiamo.»

I tre s’inchinarono e prima di voltarsi vittima e assassino si guardarono un’ultima volta. Il re tornò al suo trono e vi si sedette. Kisame, il suo consigliere gli chiese

«Sembrano un po’ sospetti, non credi?»

«No. Anzi, mi incuriosiscono. Sei tu che vedi inganni e insidie ovunque.»

«Sarà. Comunque tornando alla disposizione delle truppe…»







«Ecco ragazzi, voi due alloggerete qua. Sistematevi pure. Vi verrà portato un cambio d’abiti e poi ci incontreremo di nuovo nelle cucine. Vieni Sakura, ti accompagno del tuo alloggio.»

Si chiuse la porta alle spalle, lasciando soli i due ragazzi. Si guardarono e Sasuke si lasciò cadere a peso morto sul letto. La stanza aveva un arredamento spartano: due letti, due cassepanche e un piccolo tavolino con una sedia nell’angolo. Una piccola finestra da cui filtravano i tiepidi raggi del sole.

«Cominceremo già stasera. Farò un giro di ricognizione. Man mano disegneremo una mappa del palazzo e la impareremo a memoria. Dopo che sapremmo con precisione le abitudini di ogni singolo individuo noi potr…»

«Permesso!»

Entrambi si girarono allarmati verso la voce.

Un uomo era fermo sulla soglia della stanza un due fagotti in braccio.

«Siete i due ragazzi nuovi giusto? Io sono Iruka e sono uno dei giardinieri qui a palazzo. Ecco i vostri vestiti. Voi siete?»

Naruto prese un fagotto.

«Io sono Shinici.»

Lanciò ilo fagotto a Sasuke che lo prese al volo.

«E io sono Kosaku.»

Iruka annuì soddisfatto.

«Bene, piacere di avervi conosciuto. A presto.»

Restarono di nuovo soli e Naruto appoggiò l’orecchio alla porta e non parlò finchè non svanì il rumore di passi.

«Una settimana. Una settimana di tempo per imparare la piantina ed entrare in azione. Forza cambiamoci.»







Il vestiario consisteva in morbide braghe scure con una cintura e una camicia. Tornarono alle cucine, non senza aver chiesto più volte indicazioni. Naruto cercava di memorizzare i vari passaggi.
Anche Sakura si era cambiata e indossava degli abiti semplici, puliti.

Kakashi li accolse e li portò del giardino.

«Bene, cosa sapete fare? Sapete leggere e scrivere?»

Tutti e tre erano alfabetizzati, ma doveva giocare il ruolo dei contadini scampati al pericolo per pura fortuna, e prima che gli altri due li tradissero, l’assassino rispose.

«No, purtroppo no. Sappiamo far di conto, ma i nostri non credevano che saper leggere fosse utile.»

Sulla porzione di viso visibile di Kakashi, si poteva intravvedere la delusione.

«Peccato. Beh, Sakura, tu sai cucinare?»

«Certo, signore.»

«Oh, non chiamarmi signore, cara. Comunque ok, andrai nelle cucine. Vai pure, chiedi di Tsunade e dille di spiegarti un po’ cosa fare.»

Sakura annuì e rivolse un debole sorriso prima di separarsi dai suoi compagni di viaggio. Si fece forza e stringendo le mani in grembo, andò con passo deciso verso le cucine.

«Bene, e una è sistemata. Cosa posso farvi fare?»

Pensieroso si guardò attorno e i due ne approfittarono per scambiarsi uno sguardo di incoraggiamento. Sasuke sfiorò il braccio di Naruto dolcemente, poi tornò a congiungere le mani dietro la schiena e tornò a fissare Kakashi. Un debole sorriso nacque sul viso dell’assassino.

«Ci sono! Kosaku, ci sai fare con gli animali?»

Sasuke lo guardò un po’ spaesato.

«Non molto, ma sono disposto ad imparare.»

«Ottimo,» l’uomo sorrise «Vai alle scuderie, sono quell’edificio enorme là in fondo. Chiedi di Suigetsu e digli che ti mando io. Ti spiegherà tutto ciò che devi sapere.»

Sasuke guardò Naruto che annuì impercettibilmente con il capo come gesto d’incoraggiamento.

«Va bene.»

Quando anche lui si fu allontanato, Kakashi si rivolse a Naruto.

«Shinici… preferisci lavorare all’aria fresca o al chiuso?»

«è indifferente.»

«Risposta eccellente. Meglio non aver pretese. Lavorerai come cameriere. Servirai la colazione, il pranzo e la cena e quando non dovrai servire, lavorerai in biblioteca. Seguimi, te la mostro subito.»

Tornarono dentro. Kakashi lo accompagnò in vari corridoi, e salirono varie rampe di scale, finchè non arrivarono a destinazione. Naruto notò ce però le scale continuavano a salire, per cui doveva esserci un altro piano. L’uomo spalancò due enormi porte.

«Ecco la biblioteca di palazzo. Lavorerai qui, per un po’»

La biblioteca era enorme. Scaffali sui scaffali,sembrava un labirinto. In mezzo a due lunghe file, ad intervalli regolari c’erano due tavoli con dei lumi. Kakashi prese il sacco che c’era su questi tavoli e lo porse a Naruto.

«Seguimi.»

Lo portò tra gli scafali 78 e 79.

«Devi prendere un libro e mettere un foglia di alloro, che troverai all’interno del sacco alla prima pagina e all’ultima. È un peccato però che tu non sappia leggere.»

Naruto cominciò a lavorare, prendendo un libro e sforzandosi di non soffermarsi a leggere il titolo. Doveva dare l’impressione che le lettere fossero solo un ammasso di strani simboli.

Cominciò a posizionare le foglie sotto lo sguardo attento dell’uomo.

«Verrò a chiamarti quando sarà ora di pranzo, nel frattempo rimani qua e lavora.»

Se ne andò. Il ragazzo continuò nel uso lavoro e quando fu sicuro che se ne fosse andato, fece una rapida corsa lungo la biblioteca per vedere se ci fosse qualcuno. Era deserta. C’erano due entrate, una vicino a lui, dove finivano gli scaffali, l’altra dall’altro capo della stanza.

Doveva trovare il sommario della biblioteca, dove erano annotati tutti i libri e i documenti presenti. Lo cercò senza successo per un’ora, poi riprese il suo noioso lavoro, leggendo però ogni tanto qualche pagina dei libri che sistemava.

Sentì dei passi avvicinarsi.

Apparve Kakashi, con altri vestiti sottobraccio.

«Mi ero scordato i tuoi abiti da cameriere. Forza cambiati che è ora.»

Glieli lanciò e Naruto li prese la volo. Cercò di cambiarsi il prima possibile, e quando si tolse la camicia Kakashi lanciò un fischio d’ammirazione.

«Che bel tatuaggio.»

Naruto mise la camicia bianca più stretta della precedente e si toccò la pancia.

«Già, me lo feci quando compì 18 anni.»

«Immaginavo. Forza, andiamo.»

Scesero alle cucine e vide Sakura che lavorava ai fornelli chiacchierando amabilmente con le altre ragazze presenti. Gli si avvicinò e gli sussurrò mentre gli passava i piatti da portare.

«Ho scoperto in che piano è la stanza del re e le sue abitudini. Quando verrai giù a mangiare ti racconterò tutto.»

«Grazie Sakura.»

I camerieri uscirono in fila indiana dalla cucina e si diressero nella sala da pranzo. Un lungo tavolo si snodava e il re era seduto a capotavola, il consigliere alla sua destra e tutti gli altri in ordine d’importanza.
Il capo cameriere gli appoggiò una mano sulla schiena e gli indicò il re e il suo consigliere e gli disse di portare a loro due i piatti.

Naruto s’avvicinò ai due e quando posò il piatto, il consigliere sobbalzò appena, sorpreso.

«Per Dio, ma quanto sei silenzioso? Fa un po’ di baccano la prossima volta che arrivi.»

Il ragazzo lo guardò e mormorò un “ mi scusi” e posò l’altro piatto di fronte al re che gli rivolse un sorrisetto.

Quando stava per servire il secondo a dei cortigiani, il capo-cameriere lo fermò e gli disse che avrebbe sempre servito il re e il suo consigliere dal quel giorno.

-Dannazione! Volevo poter passare inosservato e invece!-

Per tutta la durata del pranzo si sentì osservato dal re , mentre stava in piedi ai lati della sala insieme agli altri camerieri. Si ostinava a guardar per terra e ogni volta che incrociava il suo sguardo, lo evitava.

Finito il pranzo tornò alle cucine e si sedette su una panca nell’angolo. Sakura gli portò un piatto di carne e verdure e un pezzo di pane e gli si sedette accanto.

«Il re ha una camera, all’ultimo piano. Dicono che ci sono più guardie davanti alla sua camera che intorno alle mure di cinta. Non so se cambia stanza a intervalli regolari o meno. Questo è ciò che sono riuscita a scoprire per ora. Sai, sono delle gran chiacchierone le serve qua.»

Si alzò, e tornò ad affaccendarsi per pulire insieme alle altre e in quel momento entrò Sasuke, prese un piatto e si sedette sulla panca anche lui.

«Ma come siamo eleganti oggi.»

«E tu puzzi.»

«Strano, io ho lavorato. Tu invece cos’hai fatto eh?»

«Ho servito il pranzo a tuo fratello.»

Sasuke quasi si strozzò col boccone, corse al lavandino e bevve un gran sorso d’acqua.

«E quindi?»

Naruto fece spallucce e ripulì il piatto con il pezzo di pane.

«A quanto pare gli sto simpatico.»

Sasuke lo guardò come se avesse appena detto che aveva visto un elefante rosa librarsi nel cielo come una farfalla.

«Che cosa??»

«Sei sordo?»

Posò il piatto nel lavandino e si pulì le mani.

«Devo tornare in biblioteca. Ci vediamo stasera a cena.»

«Aspetta, devo dirti una cosa.»

Appena Naruto fu abbastanza vicino, Sasuke posò un tenero bacio a stampo sulle labbra. L’assassino arrossì e si guardò in torno, ma poi notando che nessuno faceva caso a loro sorrise e gli diede una pacca in testa.

«A stasera teme» disse uscendo.

«Non vedo l’ora dobe.»

Il pomeriggio trascorse noioso in biblioteca: alcuni ragazzi di corte vennero per studiare, ma niente di più. Quando fu ora di cena tornò alle cucine e servì al tavolo. Nessuno gli badò. A quanto pareva era in corso una cena importante quella sera e il re aveva un ospite importante, un qualche ambasciatore.

Finita la cena, mangiò e tornò in camera, dove trovò Sasuke già lavato e pronto per dormire.

«Sul letto hanno messo il pigiama, vatti a lavare e torna qua. Il coprifuoco scatta tra mezzora.»

Naruto raccolse i vestiti e si diresse verso i bagni in comune, ora vuoti. Si lavò a fondo e si crogiolò sotto l’acqua per alcuni minuti, poi si asciugò e si mise il pigiama.

Tornò in camera e vide che Sasuke era ancora sveglio. Lanciò i vestiti sul letto e si sedette sulla sponda. Prese fuori un pezzo di carta e un carboncino che aveva rubato dalla biblioteca e li nella cintura delle braghe.

«Comincio il giro di ricognizione. Puoi sistemare il cuscino in modo da semvrare che ci sia io a dormire? Non so quando tornerò.»

Sasuke annuì e si mise all’opera.

Naruto uscì dalla stanza e si richiuse la porta alle spalle. Grazie al suo passo silenzioso poteva camminare tranquillamente per i corridoi sapendo che nessuno si sarebbe accorto della sua presenza. Uscito dall’area degli alloggi della servitù, superò le cucine e salì le scale. Incontrò le prime due guardie. Gli bastò appiattirsi al muro all’ombra e non si accorsero di nulla.

-Poco attente queste guardie. Si crogiolano nel senso di sicurezza. Tanto meglio, se hanno la guardia abbassata.-

Esaminò tutto il primo piano. Vi erano ala sala da pranzo,la sala del trono e svariate stanze. Ogni volta che incrociava qualcuno all’improvviso, la mano correva al fianco come a voler prendere il pugnale. Non trovando niente. Gli era strano essere senza armi. Si sentiva indifeso, anche se sarebbe stato capace di uccidere un uomo a mani nude.

Quando tornò nella stanza era riuscito ad esaminare l’intero primo piano evitando tutte le guardie. Il cielo a est cominciava già a schiarirsi. Tra 1 ora avrebbero dovuto alzarsi e decise di concedersi almeno quell’ora di meritato riposo.




Spero vi sia piaciuto :) p.s. Vi piacciono queste piccole modifiche? (titolo e capitol :3 )
Recensite, mi raccomando!
  
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