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Autore: letyourcolors_burst    14/05/2013    1 recensioni
"Non ti seguirò. Il mio viaggio termina qui."
"Davvero?"
"Davvero."
"E se ti dicessi che ti amo? Cambierebbe qualcosa fra noi?"
"Non cambierebbe niente. Non ti seguirei perché cercherei in tutti i modi di farti restare qui con me. Voglio starti vicino anche quando non avrai più bisogno di me. Ma, per ora, promettimi che non mi abbandonerai come il resto del mondo ha già fatto."
Mi prese per il braccio, mi tirò a sé, mi prese per la vita e mi baciò. Come mai mi avevano baciata prima. Avrei desiderato poterlo raccontare a Chiara ma, dopo quella notte, non avrei più potuto parlarle di niente, scappare di casa non aveva portato a nulla di buono. Toccava a me scoprire come riportare tutto alla normalità, se così si sarebbe potuta definire.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ora della De Mauri, stranamente, passò in un batter d'occhi. La ricreazione avrebbe segnato il momento in cui sarei venuta a conoscenza del sorriso diverso dal solito di Chiara. La presi per mano e la costrinsi a raccontarmi tutto, perchè sapevo che non mi avrebbe messo a conoscenza di niente se non sotto costrizione.
 << Allora, vuoi deciderti a raccontarmi come stanno le cose? >>
 << Non la stai facendo un po' troppo tragica? In fondo abbiamo solo litigato. >>
 << Ti conosco sin troppo bene. Se aveste "solo litigato" non avresti quella faccia. Vi siete ritrovati nella stessa situazione decine di volte, conosco la tua faccia da litigata. E non è questa. >>
 << Okay, okay. Vedi, - cominciò a parlare - il motivo stavolta è diverso. Sono stanca della loro sfiducia nei miei confronti, della noncuranza, del sentirmi dire che nella vita non combinerò nulla di buono. Non ci sono mai, pretendono anche di sapere qualcosa della mia vita? Non sanno niente di tutto quello che ho dentro. E mai lo sapranno. >>
 << Già, stavolta è un po' peggio delle precedenti. Quando pensi di perdonarli? >>
 << Non ne ho idea. Ho deciso una cosa. >>
 << Cosa? >>
 << Me ne vado da qui. >>. A quelle parole sbarrai gli occhi. Non volevo che la mia migliore amica se ne andasse all'improvviso; nessuna della due era ancora maggiorenne. Certo, lo saremo state a breve, ma ciò non dava per scontato che fossimo pronte ad affrontare il mondo. Mi reputavo una persona abbastanza matura, cosa che non potevo esattamente dire di Chiara. Era matura, ma non quanto una diciassettenne. Le mancavano un paio di anni, credevo. Cercai di convincerla a cambiare idea, ma era una delle persone più determinate che conoscessi; non sarebbe stato facile farle posare la valigia all'aeroporto. I suoi genitori, poi, erano persone completamente irragionevoli. Non avevano mai dato troppa libertà di espressione a Chiara, ed era logico che prima o poi il suo carattere ribelle avrebbe deciso di scappare da quell'inferno di vita che si trovava a dover fronteggiare ogni giorno. Avevo provato, una volta, a far ragionare i suoi, ma con scarsissimi risultati. Da quel giorno non ci avevo provato più. A quel punto, a tre minuti dal suono della campana che ci avrebbe riportati in classe, chiesi a Chiara cosa avesse intenzione di fare una volta scappata da casa.
 << Cosa?! Non è un po' troppo avventata come decisione? >>
 << Per niente. Anzi, vorrei partire dopodomani, ho già i biglietti. >>
 << Sei proprio sicura di volerlo fare? Insomma, parliamo di New York, non di Firenze! >>
 << Mmm. >> mi accorsi con dispiacere che il suo sguardo era diventato malizioso.
 << Aspetta un secondo... I biglietti? Non vorrai mica dire che mi porterai con te?! >>
 << La tua perspicacia mi è sempre piaciuta un sacco. Certo, volevo dire proprio quello. Ci stai? >>
 << Cosa hai bevuto? Sei matta? Mi dispiace lasciarti, ma non posso mollare tutto così... Mettiti nei miei panni, cerca di capirmi. Cosa penseranno i miei? >>
 << Io me ne frego di cosa pensano i miei. E' un problema loro. Ma tu, tu devi sempre essere la perfetta. Sei sempre la solita, io dovrei mettermi nei tuoi panni. E tu? Non sai quant'è dura sentire i miei genitori che mi parlano alle spalle, gli stessi di cui dovrei fidarmi più di ogni altro e da cui dovrei sentirmi protetta, amata, rispettata. Ma il mondo non è fatto per i sognatori, l'ho imparato a mie spese. Il mondo è fatto per gli oppresori e per gli oppressi, solo per due categorie ben distinte, ossia i vincitori ed i vinti. >>
 << Non andartene. Pensa ancora un po' alla tua decisione. >>
 << Ari, no. Ho deciso, e così sarà. Non mi tiro indietro davanti alle promesse. >> non parlai più. Feci per andarmene, ma i sensi di colpa presero il sopravvento su di me. Così, decisi di partire pur di non abbandonarla a sè stessa. Se le fosse successo qualcosa, non me lo sarei mai perdonato.
 << ... Verrò con te. >>
 << Sapevo che non mi avresti abbandonata. Grazie. >>
 << Okay, ora che si fa? >>
 << Per primo, dopo la fine della scuola, ci vedremo a casa tua, sai, a casa mia non possiamo. Faremo le valigie e partiremo dopodomani. Potrei dormire a casa tua? >>
 << Certo! Ma i tuoi non verranno a cercarti a casa mia quando si accorgeranno che sei scappata? Non ci metteranno molto, credo. >>
 << Non preoccuparti, torneranno tra una settimana, sono fuori per "lavoro". >>
 << Allora è deciso. Che tutto abbia inizio! >>
Chiara ed io ci precipitammo a casa mia, dopo la fine delle lezioni. Preparammo le valigie e discutemmo sui preparativi per il viaggio. La partenza, due giorni dopo, sarebbe stata attesissima da entrambe, non vedevamo l'ora di mettere piede sul suolo americano ed incominciare a vivere come appartenti a quella terra, sogno irragiungibile, a volte, per migliaia di adolescenti. Anche io sognavo l'America da anni, ormai, e quello era un sogno che diventava realtà. Ma se lo avessi saputo, non sarei mai partita.


  
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