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Autore: Loveroflife    14/05/2013    2 recensioni
Lei, Marika, 19 anni appena compiuti, ammessa alla facoltà di medicina da poche settimane, ha un solo sogno: diventare medico pediatra, i bambini sono la sua passione.
Lui, Victor, 21 anni, studente di storia dell'arte, bocciato un po' di volte, è nella facoltà da un anno. Ha due scopi nella vita: diventare un pittore e un chitarrista famoso.
Cosa li unisce? Lei è la cugina del suo migliore amico. Cosa li ha divisi? L'indecisione.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando la musica ti colpisce al cuore...'
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Il pomeriggio seguente, era il 23 dicembre. Victor non ce la faceva più, mancavano due settimane alla sua partenza e Michele ancora non gli parlava. Uscì di casa dopo pranzo e si precipitò a casa sua.

Davanti alla porta di casa tirò un grosso respiro e suonò.
''Chi è?'' Era la madre.
''Ehm, signora Marzini, sono Victor, l'amico di Michele.''
''Oh, sali caro, vieni pure.''
La porta gli venne aperta dopo pochi secondi ed entrò nel grande appartamento di casa Marzini.
''Michele è in camera, forse sta provando la batteria, non so. Vai pure.''
Victor attraversò piano il corridoio, sentendo il rumore incessante della batteria dell'amico. Per farsi sentire, bussò con tutto il palmo della mano, sempre più forte.
''Avanti!'' Michele si pietrificò appena vide il suo migliore amico.
''Che ci fai qui?''
''Secondo te? Voglio parlarti.''
''Non abbiamo niente di cui parlare, Victor.'' Era la prima volta che lo chiamava per nome. Lo definiva sempre come ''cretino'', ''scemo'', ''coglione'' ma mai con il suo nome.
''Si che dobbiamo.''
''No, non ho niente da dirti.'' Senza degnarlo di uno sguardo prese il suo pacco di sigarette e usci fuori al balcone.
Victor, che era seduto sul letto, si alzò facendosi leva sulle mani e toccando qualcosa di liscio e sottile da sotto la coperta. La scostò e vi trovò una decina di foto, tutte raffiguranti lui e Michele.
''E queste?'' Usci sul balcone, con le foto in mano. Michele lo guardò con la coda nell'occhio ma non gli diede corda.
''Ti ricordi questa? L'abbiamo fatta a Roma, vicino al Colosseo.'' La foto raffigurava lui e Michele in posizione da gladiatori, vicino ad un mimo che rappresentava Giulio Cesare.
''Questa è fantastica, ce l'ho anche io sul comodino, ricordi?'' Erano lui e Michele con una birra in mano, vicino a due spogliarelliste che ballavano all'addio al celibato del cugino di Victor. Michele la guardò per pochi secondi e rise, senza proferire parola.
''Questa è la mia preferita, ci rappresenta in pieno.'' Era una foto fantastica, Michele stava suonando la sua batteria e Victor gli sorrideva con la sua chitarra elettrica tra le mani.
''Anche a me piace molto quella foto.'' Dopo minuti in silenzio Michele parlò, aveva la voce roca e spezzata.
''Lo so che sei incazzato con me perchè parto ma, comprendimi, è un'opportunità troppo ghiotta per rifiutarla. Io non mi arrabbierei con te se ti proponessero una cosa simile anzi ne sarei felicissimo. Poi si tratta di un solo anno, tra un anno tornerò qui. Mica vi dimentico, figuriamoci.''
''Lo so, il fatto è che ho paura. Il successo da alla testa e sinceramente ho paura che tu possa abbandonarci qui, in questa squallida città del sud dimenticata da tutto e tutti e che tu te ne vada allo sbaraglio. Non so, ma ho questa paura.''
''Devi fidarti di me, Mic. Ci conosciamo da quanto, 10 anni? Ancora non hai capito come sono fatto? Non potrei mai lasciarvi qui. Nel caso ipotetico che io abbia successo è ovvio che vi farei venire da me e potremmo provare a lanciarci nel mondo della musica, seriamente, invece di suonare nelle sagre del paese o alle feste dei licei.''
''Ma non mi interessa essere lanciato o no. A me interessa non perdere il mio migliore amico.'' Victor quasi non credette alle parole sentite, Michele stava facendo il sentimentale; effettivamente era quasi un mese che lo era, non sembrava neanche lui.
''Non mi perderai, scemo.'' Victor lo abbracciò forte, come mai aveva fatto. A Michele uscirono veloci delle lacrime che raccolse in un rapido gesto, abbracciando forte il suo amico.
''Mi raccomando, stronzetto. Non fare danni. Non ti verremo a trovare spesso a Milano, tranquillo. Cosi andiamo a fare follie nei night club.''
''Scemo, sono fidanzato, lo sai.''
''Occhio non vede, cuore non duole.''
''Prova a dirlo a Marika.'' Ormai Victor stava crepando dalle risate.
''Ok, scherzavo.''


Era il 24 dicembre. Sentiva il letto muoversi senza sosta, sembrava di stare in una barca.
''Svegliati, dormigliona, è la Vigilia di Natale!'' Aprì gli occhi e nell'oscurità della sua camera vide Erika, Sara e Veronica ai piedi del letto, tutte vestite, pimpanti e con le borse in mano.
''Che minchia volete? Che ore sono?''
''Le otto e mezza, alzati. Andiamo a fare colazione al bar.'' Erika la stava praticamente comandando a bacchetta.
''Andate a quel paese, non voglio alzarmi prima delle 11. Ma chi vi ha aperto?''
''Tuo padre, ci ha detto di svegliarti.'' Sara stava morendo dalle risate.
''Sparite o vi denuncio.'' Tentò invano di nascondersi sotto lo strato di piumone che però venne alzato dalle sue amiche, lasciandola al freddo e senza coperte.
''Alzati dai, c'è un bel sole fuori, non sembra neanche dicembre. Dai, dobbiamo anche andare a fare shopping, stasera c'è una pseudo-festa.'' Veronica, neanche lei era dalla sua parte.
''Ok ok ho capito, mi alzo. Che rompi palle.''
''Anche noi ti vogliamo bene.''

Dopo mezz'ora erano tutt'è quattro nella macchina di Veronica, che sfrecciava svelta per le vie della città.
''Cos'è questa storia della pseudo-festa?''
''Praticamente il trombamico di Veronica l'ha chiamata dicendo che c'è una serata in discoteca dove mixano brani rock anni 80 e canzoni moderne. Veronica è crollata come una pera cotta, ovviamente.'' Erika era sempre la solita.
''Il trombamico?'' Marika era ancora nel dormi-veglia, non ci capì molto.
''Si Michele, il batterista, quello che lei si fa di nascosto da noi.''
''Erika, smettila, Michele è un mio amico, anzi è amico di tutte. Ci ha invitate ad una serata carina. Fine.''
''Acida, prova a dire a Michele di trombare più spesso, magari diventi dolce.'' Le risate scoppiarono in macchina, tutte ridevano tranne Veronica.
''Molto divertente, adesso ti lascio sul ciglio della strada.''
Marika si svegliò e ricordò che anche Victor le aveva parlato di quella serata, e le aveva proposto di andarci.
''E quindi dovremmo fare shopping per questa serata?''
''Si Mari, ci servono vestiti sexy. A Veronica serve qualcosa di sexy per far eccitare il batterista, e noi siamo senza vestiti.'' Erika non aveva davvero limiti.
''Io ci vado in jeans.'' Veronica si tenne sulle sue, lasciando a bocca aperta tutte.
''Scordatelo! Hai un bel culo e delle belle gambe, quel salame di un batterista dovremmo farlo crollare prima o poi. E non dire che siete amici, ti mangia con gli occhi ogni volta.''
Veronica sbuffò sonoramente, con Erika era inutile parlare. Parcheggiò grazie ad un colpo di fortuna in una viuzza interna alla via centrale.
''Oh santo cielo, che casino.'' Erika era rimasta a bocca aperta, vedendo il centro pieno zeppo di persone.
''Cosa ti aspettavi? E' la Vigilia, genia.'' Sara aveva sempre ragione.
Le 4 ragazze si aggirarono per ore nei milioni di negozi sparsi per il centro, rientrando in macchina piene di buste.
''Ci siamo comprate mezzo mondo.Non abbiamo lasciato neanche un reggiseno.'' Osservò Sara ironica, facendo ridere tutte.
''Stasera andiamo li con la mia macchina, alle 9 fatevi trovare tutte da Marika che passo.'' Erika scese davanti casa sua, salutando le sue amiche.
Le altre nel giro di pochi secondi tornarono alle proprie case, tutte pronte per pranzare con la propria famiglia.

A Marika toccava il solito pranzo con tutta la famiglia. La nonna aveva iniziato a cucinare alle 6 del mattino, per lei la Vigili di Natale era più importante del Natale stesso. Erano tutti a tavola, quando la zia parlò, come sempre.
''Allora, l'hai conosciuta la famiglia del tuo fidanzato?!'' Pronunciò fidanzato come se fosse la parola più brutta della terra, anche se Marika ci stava pensando da un bel po'. Lei gli aveva fatto conoscere la sua famiglia, lui no.
''Ancora no. Al momento è occupato con la storia della partenza.''
''Ma certo, è normale. In fondo è una cosa importante, la partenza.'' Come se la loro storia non fosse seria.
''Però è un bravissimo ragazzo, vero?'' Fu la sorella della madre a parlare,trovandosi d'accordo con tutta la famiglia.
''Molto. E' un bravo ragazzo, si vede da come guarda la mia nipotina.'' Fu suo nonno a parlare, Marika lo ringraziò con un debole sorriso.
''Mamma, stasera esco con lui e le altre, non aspettatemi per cena.'' La cena della Vigilia era sacra, lo sapeva, ma nessuno ebbe da ridire.

La sera si preparò,seppur con mille dubbi. Sua zia era una serpe, lo sapeva. Aveva comprato un vestito stupendo, nero, molto aderente, lungo fino a metà ginocchio e con il mezzo busto pieno di brillantini. Tacco vertiginoso e cappotto pesante. Erika era stata puntuale. Sotto casa c'erano già Sara e Veronica ad aspettarla.
Arrivarono al locale puntuali, i ragazzi erano già dentro. C'era Angelo, Franco, Victor, Michele e altri ragazzi conoscenti di Franco.
Iniziarono timidamente a ballare su una canzone dei Nirvana remixata. Marika non ce la faceva più. Doveva parlare con il suo ragazzo.
''Ciao splendore.''
''Ciao.''
''Che ti succede?''
''Niente, pensavo che domani è Natale e vorrei dare gli auguri alla tua famiglia.''
Victor sbiancò, Marika non aveva mai manifestato l'intenzione di andare a casa sua, non con i genitori almeno.
''Ma perchè? Cioè, li faccio io per te, tranquilla. Natale va passato in famiglia. Non ti preoccupare.''
''Ma dai, è maleducazione. La ragazza del proprio figlio che non da neanche gli auguri per Natale, non sono cosi.''
''Oh ecco. N-non ti preoccupare, faccio io, tranquilla.'' I dubbi crescevano.
''Victor, i tuoi sanno che stiamo insieme?''
''I miei? Ma certo, cosa vai a pensare...''
''Victor, dimmi la verità!'' Victor la guardò per due secondi, per poi abbassare lo sguardo.
''No. Ho detto che ci frequentiamo. Come amici.'' Una doccia freddissima per Marika.
''Ti vergogni di me?''
''Ma figurati!''
''E allora perchè cazzo non l'hai detto, spiegami!''
''Ecco, loro, in pratica, sono legati molto alla mia ex... Cioè, la consideravano come una figlia, non mi sento ancora di dirgli qualcosa di nuovo...''
''Ti sei lasciato un anno fa, stiamo insieme da novembre e ancora non hai detto un cazzo? Sei una merda.'' Marika prese stancamente in cappotto, con le lacrime che le pizzicavano gli occhi.
''Amore, aspetta, ferma...''
''Amore un cazzo! Sei buono solo per portarmi a letto però per dire ai tuoi genitori che hai una cazzo di fidanzata nuova no eh?! Sai che ti dico? Fanculo!'' Gli amici li sentirono e rimasero pietrificati.
''Aspetta, ferma, dai non facciamo scenate, parliamone con calma...'' Non sapeva più che pesci prendere.

''Buon Natale, Victor!'' Lo guardò con le lacrime agli occhi e Victor rimase pietrificato.

 

Marika camminò in fretta, avvolta come un involtino nel suo cappotto. Aveva sempre avuto ragione, non doveva fidarsi. E sua zia, quella strega, ci aveva visto lungo. Non valeva quanto la sua ex? Non era come lei? Cosa ci stava a fare con lei, allora? Sono queste le domande che la tormentarono per tutta la notte, facendola rimanere sveglia fino all'alba, quando, per la stanchezza del pianto crollò in un sonno lungo e senza sogni.



Buonasera! Capitolo di passaggio, tra 1-2 capitoli arriverà la fine di questa storia. Sono davvero felice per tutte quelle che visitano, seguono, mettono tra i preferiti o tra le storie da ricordare questa mia prima fanfiction. Non sono bravissima a scrivere e gli errori non mancano, ma spero che questa mia storia vi abbia coinvolto, cosi come ha fatto con me. Adesso vi lascio, a prestissimo!
M.

  
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