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Autore: ElyFanty    15/05/2013    1 recensioni
Terza Era. Nediklin e i suoi amici destinati a salvare Helingal, minacciata da una divinità. O forse dall'uomo stesso?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era la Terza Era, Nediklin si trovava su una distesa d'erba, pareva infinita. Il cielo color blu scuro era sfumato dolcemente dal rosso che aveva ricoperto ogni cosa. Il silenzio aveva dominato sulla paura e sulla coscienza della piccola Nedi.

In lontananza vide uno specchio d'oro, ornato da minuscoli pezzi di smeraldo, così si avvicinò curiosa. Si sentiva il rumore dell'erba spezzata dai suoi passi. Si fermò per un istante, abbassò lo sguardo e solo ora notava il colore malinconico di quell'erba: sembrava cenere, che dopo essere stata calpestata, si sgretolava in piccoli pezzi che il vento portava via. Ricominciò a camminare e dopo un paio di braccia si trovò davanti allo specchio.

No, non sono più in me.

Lo specchio non ritraeva l'immagine di una bambina dalla pelle candida, con lisci capelli biondo cenere. Gli occhi erano bianchi come cenci, i capelli erano grigi e spettinati e la sua pelle pallida. Per un momento le passò per la testa l'orrendo pensiero di essere morta.

La bambina toccò lo specchio con i suoi polpastrelli, questo si illuminò di una luce bianca, talmente forte che dovette chiudere gli occhi. In un attimo si trovò nella sua città nativa: Mecreat. Tutto sembrava normale, il solito mercante di vasi che urlava a squarcia gola le sue nuove creazioni, la solita gente che portava vesti colorate, i soliti carri che trasportavano in paese la frutta e la verdura e i soliti due suoi piccoli amici: Turphon e Falkos. Erano fratelli, si passavano sei anni di differenza, Turphon ne aveva quindici, quanto Nedi, e Falkos nove. Turphon era di altezza media, magro e agile, i suoi capelli castani erano raccolti da tre trecce che finivano con delle perline color rosso ciliegia e i suoi occhi erano profondi e neri come la pece. Falkos, invece, era decisamente più minuto, i suoi capelli erano neri e portava sempre una fascia bianca, gli occhi color miele erano sfumati da un oro opaco, Nedi a volte si incantava e Turphon doveva risvegliarla.

Gli amici la videro, ma lei era ancora sconvolta da ciò che le successe, così scappò di corsa. Mentre correva il vento le portava via le lacrime, era confusa.

Dopo un po' di tempo arrivò al grande pozzo, ai confini del paese, guardò la sua immagine riflessa sull'acqua, ed ebbe un senso di sollievo così, buttando via le ultime lacrime, sul suo volto crebbe un timido sorriso.

Aveva i soliti capelli lisci biondo cenere, i soliti occhi marroni sfumati da un verde scuro e le solite guance rosee.

Prima di tornare da sua madre si coprì il capo e il viso da un velo rosa che portava sempre con se, e si incamminò. Il pozzo era in mezzo al deserto e Nediklin si accorse che se non sarebbe tornata entro sera avrebbe dovuto accamparsi là per poi continuare la mattina dopo, purtroppo il deserto di notte non era il posto adatto per dormire quindi affrettò il passo. Il vento alzava la sabbia, e con fatica Nedi scrutò in lontananza il suo piccolo paese, ma ormai il sole era calato e la ragazzina si dovette per forza fermare. Anche se l'idea di urinare sulla sabbia non le piaceva, era costretta per non far avvicinare gli animali che abitavano nel deserto.

Mentre tremava dal freddo osservava le stelle, erano tantissime e una brillava più di tutte.

Forse la stella polare.

Si stava per assopire quando, dietro di sè, sentì un lento masticare. D'istinto la mano cercò la daga che era tenuta dalla cinghia marrone intorno alla sua vita. Quando si voltò vide un uomo coperto da una veste nera in groppa ad un cammello.

La notte era ricoperta da uno spesso strato di buio infatti Nedi non riuscì a vedere il volto dello sconosciuto. La figura del misterioso beduino si mosse, e dalla sacca che portava il cammello tirò fuori una pietra di smeraldo, proprio come i piccoli tesori incastonati nello specchio d'oro. Quando costui avvicinò la pietra al petto di Nediklin, qualcosa sotto il vestito si illuminò, lei si accorse che intorno al suo collo era legata una collanina fatta d'oro bianco e ad esso era appesa una perla verde al cui interno giaceva un minuscolo cristallo bianco che si illuminava proprio come lo specchio che toccò quel giorno infernale.

Ad un certo punto, tutto svanì: il deserto, il suo paese, il cielo, l'orizzonte. Tutto, a parte il beduino col suo cammello e lei, che era ancora più spaventata di prima. Si ritrovarono nella distesa d'erba che Nediklin incontrò già il giorno prima, così guardò preoccupata l'uomo che con l'indice le indicò lo specchio.

Se toccherò quello specchio, tutto ritornerà come prima. Senza rifletterci due volte cominciò a correre a perdifiato. Quando si trovò davanti si fermò di colpo. Qualcosa dell'immagine che vide il giorno prima era cambiato. Dentro il piccolo cristallo una luce rossa pulsava, così sforzò la vista e vide che il cristallo in realtà era un docile drago. Era acciambellato e nel suo petto il suo cuore pulsava sempre più vivo.

Finalmente il beduino scese dal suo amato cammello, le andò vicino e appoggiando la sua mano calda sulla sua spalla le narrò – Nediklin, tu sei la prescelta. La gente ha commesso troppi sbagli, se continueranno tutti cadranno in una disastrosa guerra che ridurrà il mondo e la gente in rovina.-

Nedi guardò lo specchio. Lei osservò a lungo la sua figura riflessa sullo specchio e ora attorno a lei c'era gente che cadeva a terra, volti sporchi di sangue e bambini pelle e ossa.

Morta. Moriranno tutti, e il mondo cadrà nella disperazione.

Solo il pensiero di una fine crudele le faceva venire la pelle d'oca, ma fece continuare il beduino -Un tempo la Terra era dominata dagli Dei: Myris madre di questa terra e custode della Luce, Shoris padre degli abissi più profondi, Haris colei che domina il vento e l'aria, ed infine Murdok padre dell'oblio, del caos e della guerra. I quattro Dei abitavano pacificamente la Terra assieme ai draghi. Fino a quando Murdok stufo di abitare nell'oscurità, decise di creare una razza che combattesse al suo fianco: l'uomo. Nella Seconda Era l'umanità, ignara di tutto, sterminò la stirpe dei draghi e ora Murdok vuole imprigionare gli Dei e il mondo nell'oscurità. Tu combatterai insieme al drago che hai il dovere di far crescere. Perchè quando i draghi torneranno su questa Terra saremo salvi. Questo è il tuo destino e lo seguirai. Non è un addio, ti voglio bene.-

Nemmeno il tempo di chiedere delle spiegazioni in più che lui schioccò le dita e tutto scomparve.

  
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