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Autore: ElyFanty    21/05/2013    0 recensioni
Terza Era. Nediklin e i suoi amici destinati a salvare Helingal, minacciata da una divinità. O forse dall'uomo stesso?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nediklin aprì gli occhi. Per un po' fissò il soffitto di terracotta poi si accorse che era sdraiata su una branda di pelle di cammello così mise a guardarsi attorno. Solo dopo un paio di minuti riprese pienamente coscienza e capì che era nella sua dimora. Vide la madre, Tarie, entrare nella stanza. Portava un vassoio pieno di frutti.

-Ti sei svegliata tardi! Pranza con questi, io vado al mercato...- così uscì dalla stanza. Sua madre, dopo la morte improvvisa del padre, era l'unica persona che la capisse davvero, e anche se perse il marito da poco, sorrideva sempre e metteva allegria a Nedi. I frutti che mangiò erano freschi e dissetanti e per un attimo si distrasse anche da ciò che successe quella notte poi si toccò il collo e percepì che il ciondolino brillava ancora tra il suo seno. Si mise il vestito del giorno precedente e nascose la collana sotto la veste, poi uscì dalla casa e andò in piazza a cercare Falkon e Turphon. Mentre camminava non sapeva se, una volta arrivata dai suoi amici, raccontare a loro di tutto ciò che le era capitato.

Dovrò pur dare una spiegazione del perché ieri sono sparita dalla loro vista

 Ad un certo punto si scontrò con un'anziana che la fece uscire dai suoi pensieri, -Stai più attenta, maleducata!- le gridò, così si guardò attorno e vide che quel giorno c'era particolarmente tanta gente. Nuovi stranieri erano giunti a Mecreat, tra cui un gruppo di uomini che non avevano un aspetto particolarmente rassicurante. Le loro vesti erano di pelle e pelliccia e tutti e quattro portavano un burka a coprire il volto. Avevano molte armi con loro e probabilmente erano viaggiatori. Erano davanti al mercato dei cavalli: a quanto pare dovevano fare un lungo viaggio.

Ma la cosa che preoccupava Nediklin era la quantità di armeria che possedevano! Ad un certo punto uno di loro accese un acciarino che buttò nel carro di fieno a fianco ai cavalli. Questo prese subito fuoco e i cavalli scapparono via nitrendo a più non posso. Ora anche le bancarelle circostanti cominciarono a bruciare. Era un enorme rogo e la gente scappava, spaventata. I bambini piangevano, le mamme urlavano i nomi dei loro figli e gli uomini cercavano di spegnere quell'inferno. Non c'era speranza, la gente era ormai lontana ma Nediklin era immobile, circondata dalle fiamme. Gli uomini vestiti di pelle erano oltre le fiamme e uno di loro guardò la ragazza, le sue labbra formarono un ghigno e così facendo si voltò e se ne andò assieme ai suoi compagni. La rabbia la fece arrossare e l'odio per quegli uomini cresceva. Nedi sentì la voce dei suoi amici urlare il suo nome, si sentì afferrare il polso da Turphon e trascinare via. Ma era troppo tardi! Erano circondati dal fuoco, così il piccolo Falkos ebbe un'idea. A terra c'erano ancora alcuni secchi colmi d'acqua che gli uomini poco prima cercarono di usare, chiese l'attenzione del fratello e indicò i secchi. -Ma certo! Falkos sei un genio!- così dicendo lasciò il polso di Nedi e andò a prendere due secchi. L'aria si faceva sempre più densa e a poco, a poco, diventava sempre più difficile respirare. Prese un secchio e inzuppò il fratello, e con l'acqua che rimase si bagnò da capo a piedi. Nedi fece altrettanto. Si guardarono, inghiottirono la paura e corsero contro le fiamme. Ora era una battaglia tra loro e il fuoco che divampava sempre più. Sentirono solo avvolgersi, come se le fiamme li volessero abbracciare e tenerli con sé. Arrivarono al lato opposto, si allontanarono ancora di qualche braccia e si distesero a terra, stremati. Tossirono senza tregua, tanto che la gola cominciò a bruciare chiedendo pietà. Da quella distanza si poteva vedere chiaramente che il mercato era stato divorato dalle fiamme e che presto anche una buona parte della città sarebbe andata persa. Quando in quel momento, Nediklin sforzò la vista. C'erano altre persone imprigionate nel fuoco. Vide solo delle sagome nere contorcersi dal dolore e poi giacere a terra diventando cenere a poco, a poco. Tutto d'un tratto Nediklin si ricordò della madre e di ciò che le disse.

Vado al mercato. Al mercato.

Impallidì. Era l'unica persona a cui tenesse davvero e ora quella persona poteva trovarsi tra le fiamme. Le lacrime cominciarono a rigarle il viso poi il pianto divenne più forte. Turphon non capiva il motivo, così l'abbracciò pensando che fosse solo spaventata da quello che successe. Nedi lo strinse forte affondando il viso nel petto dell'amico. Non voleva perdere la madre. Non ora.

 

I due fratelli erano orfani da molti anni e la loro casa era una grotta vicino al bosco. Entrarono che era sera. C'erano pochi oggetti, un tavolo al centro con tre sedie, due giacigli di paglia, un calderone a sinistra e degli scaffali colmi di erbe e animaletti da esposizione. Falkos fece sedere Nediklin su una sedia mentre Turphon preparava qualcosa da mangiare. Lo sguardo di Nediklin era assente, sembrava non provasse più alcuna emozione, era quasi incosciente. Nella sua mente era con sua madre a giocare nell'erba verde, rincorrendosi e ridendo. Cominciò a mormorare parole sconnesse -Mamma...perchè mi hai lasciata? Mamma...mamma...resta con me...- Turphon smise di mescolare la zuppa nel calderone e si ricordò che la madre dell'amica andava tutti i giorni al mercato, faceva sempre trovare un regalino a Nedi quando tornava a casa. Ora capiva il suo pianto disperato, così andò vicino all'amica e l'abbracciò sperando che riprendesse coscienza.

  
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