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Autore: nabhe    15/05/2013    13 recensioni
Una videocassetta, con dentro la morte di una bambina, potrà veramente cambiare la vita di quei ragazzi?
«Sette giorni, sette giorni per fuggire dalla morte, dopodiché morirai, il tuo destino è già segnato, come quello di tuo nipote, e delle tue fottute amiche…non sfidare la morte.»
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Alexis Dixon.»
Mi venne la pelle d’oca a sentir pronunciare quel nome, che ormai non sentivo da anni. La ragazza strana del liceo di Bradford, quella che tutti consideravano ‘pazza’. Una super secchiona, con voti pazzeschi che facevano invidia anche a Logan Kittim, colui che vinse ben dieci premi alle gare studentesche. Alexis era una ragazza che amava starsene da sola, quelle poche volte che la si vedeva nei corridoi, era sempre triste, con l’aria affranta. Vestiva di nero, gli occhi già scuri, contornati dalla matita nera, un piercing sul labbro inferiore, e ciocche rosse, perfetto stile emo, punk, nerd, o qualsiasi altro genere. Restava il fatto che quella ragazza era pazza. Tutti avevano paura di lei, nessuno la guardava negli occhi, perché chi osava farlo dopo sarebbe rimasto maledetto a vita. Classiche voci da corridoio. 
Ora capivo quella somiglianza. 
La pazza era la sorella di Alexis, erano due gocce d’acqua, solo che lei a confronto con Alexis era una tipa più perfettina. Ma erano pazze entrambe.
«Tu mi stai dicendo che quel bambino è il figlio di Alexis? E’ impossibile!» Sbottai incredulo. Non poteva essere, chi era il pazzo che aveva osato mettere incinta quella? «Stiamo solo ipotizzando Zayn, potrebbe anche essere il cugino.» Anche. Si forse era il cugino, e poi quante paranoie che mi stavo facendo, chissene fregava di quelle due pazze e del marmocchio. 
«Forza, torniamo a casa si sta facendo tardi e noi dobbiamo festeggiare.» Guardai Louis, confuso e lui sorrise malizioso ad Harry.  «Oggi è l’anniversario mio e di Hazza, due anni che stiamo insieme.»  Aggiunse, e io sbuffai divertito e poi scossi la testa.                                                 
«Credo che vi lascerò casa libera, vado da qualche parte.»
 
 
Dallas
 
«Tu mi stai dicendo che hai incontrato il padre del bambino e non gli hai detto niente?» Chiese sbalordita Pixie.
«E sopratutto, ti sei limitata a dargli un calcio nelle palle?» Aggiunse Summer. 
«Cosa dovevo fare? Potevo mai dirgli 'ehi questo è tuo figlio'? Mi avrebbe considerata una pazza.» Sbottai scocciata, e Summer rise.
«Come se non l'avesse già fatto.» Sussurrò quest'ultima. Feci una finta risata e poi tornai seria, afferrando il pacco di cereali tanto amato da mio nipote.
«E’ una cosa complicata ragazze, voi non potete capire.» Summer sbuffò, alzando un sopracciglio.
«Mia madre è rimasta incinta di me quando aveva solo quindici anni, Dallas. Sul serio pensi che solo tu hai questi problemi?» Scossi la testa scocciata. Summer aveva ragione, non ero l’unica ad avere questi problemi, se poi così vogliamo chiamarli. Ma io a quel ragazzo non ce lo vedevo a fare il padre, sembrava un ragazzino di diciotto anni, se non fosse stato per la sua leggere barba, l’avrei scambiato per un’adolescente.
«Senti Dallas, fidati di noi, fai amicizia con questo Zayn, e poi pian piano gli dici la verità.» 
«Okay, avete vinto voi.» Summer e Pixie si diedero il cinque, squittendo come delle oche, e poi andarono nel reparto, detersivi, mentre io mi recavo alla cassa. 
Ma mentre svoltavo l’angolo, un carrello venne addosso al mio carrello.
«Sapevo di essere figo, ma non sapevo di essere perseguitato dalle pazze.» Quella voce così tremendamente fastidiosa e sexy, mi fece venire il famoso tic all’occhio. Mentre la sua risata mi fece solo innervosire.
«Carino il tic» Sussurrò, e io sbuffai come risposta. 
«Senti, lo so che abbiamo iniziato con il piede sbagliato, ma che ne dici se ti offro un caffè da starbucks?» Mi propose sorridendomi gentilmente. Lo guardai alzando un sopracciglio e poi sospirai.
«Senti…tu, qui non siamo in una delle tante stupide commedie americane, dove il ragazzo che nemmeno conosci ti invita a prendere un caffè, fa il carino, e poi ti porta a letto, okay?» Lui mi guardò con gli occhi sgranati, ma un sorrisetto divertito sulle labbra, poi scosse la testa.
«Ehm…solo un caffè, prometto di non molestarti» Nonostante non volevo ridere, non riuscì a trattenermi, e una piccola risata sfuggì dalle mie labbra.
«Allora ci stai?» Annuì alzando gli occhi al cielo, e poi sorpassandolo con il carrello. 
«Alle quattro da starbucks allora» Lo sentì urlare e mi venne da sorridere. Era odioso come ragazzo lo ammetto, ma mi veniva da ridere. Era un tipo strano, simpatico. Ma allo stesso tempo era un tipo misterioso, che si nascondeva in una nuvola nera. Che metafora degna di oscar.
«Chi era quel Dio greco?» Mi chiesero all’insinuo le mie due migliori amiche, facendomi scoppiare a ridere.
«Il padre di Zakai» Risposi girandomi nella sua direzione, e lo vidi parlare a cellulare con aria esausta e poi annuire. 
Forse non sarebbe stato così male, infondo era solo uno stupido caffè.
«Occazzo.» Si lasciò sfuggire Summer, che mi guardava con gli occhi sgranati, mentre Pixie sorrideva maliziosa, cosa rarissima.
«Poi ce l’ho presenti» Aggiunse quest’ultima, mentre pagavamo raccontai a loro, di quella specie di appuntamento, se così si poteva chiamare, che avevo con quel tipo, che mi dava l’impressione di una bad boy. 
«Tu hai un culo enorme, sono solo due giorni che siamo arrivati qui a Bradford e hai già un appuntamento, ti invidio tantissimo» Cinguettò Summer, che intanto portava la busta della spesa alla macchina, che non si trovava molto distante.
«Sono così bella che nessuno mi resiste» Scherzai e non l’avessi mai detto, non so se la sfortuna mi perseguitasse o gli uccelli si divertivano a cagare sulle spalle dei passanti, ma sta di fatto che quella grossa macchia bianca che avevo sulla spalla sinistra non era né bianchetto né «Sperma?» Chiese disgustata Summer, facendoci ridere. Ecco quello che disse lei.
 
 
«Pensavo non saresti venuta» Sorrisi a quello che doveva essere Zayn, alla fine mi ero ricordata il suo nome. Okay lo ammetto non lo avevo mai scordato. Mi tolsi gli occhiali, aggiustandomi i capelli e poi lo salutai con un cenno del capo e mi sedetti.
«Giuro che stavo per rinunciare, solo che non avevo il tuo numero di cellulare» Gli confessai e lui ammiccò verso di me.
«Ottima scusa per avere il mio numero, lo sai?» Sgranai gli occhi, scuotendo la testa.
«Ehi non fraintendermi! Dicevo sul serio, e il tuo stupido numero di cellulare te lo puoi anche tenere, la mia rubrica è già piena» Mentì scuotendogli il cellulare davanti ai suoi occhi, e mentre lo facevo lui sorrise malefico e lo afferrò. Sobbalzai sorpresa e poi andai a sedermi vicino a lui cercando di levarglielo dalle mani.
«Sei un maleducato!» Esclamai indignata e lui sorrise. 
«Chi è cucciolotta?» 
«Non leggere i messaggi» Mi arresi. 
«Tieni, non sono così crudele a leggere i tuoi messaggi, volevo vedere se c’erano alcune foto di Zakai» M’irrigidì sentendo il nome di Zakai, e soprattutto per la sorpresa, non mi sarei mai aspettata che voleva vedere alcune foto di Zakai.
«Perché volevi vedere le foto di Zakai?» Lui alzò le spalle.
«I miei amici, volevano vedere il famoso bambino di cui gli parlo da ieri, sai tuo nipote è veramente fantastico» Si complimentò ed io arrossì.
«Ti posso fare una domanda?» Mi chiese d’un tratto ed io annuì.
«Tua sorella è Alexis Dixon?» Impallidì non sapevo cosa rispondere. Se affermavo che mia sorella fosse Alexis dopo avrebbe capito tutto, e sarebbe scappato, chi lo sa. Così decisi di negare il tutto, perché non ero ancora pronta a confessargli che il bambino era suo figlio.
«No, chi è Alexis Dixon? Una tua ex?» Lui sorrise, scuotendo la testa e poi tornò serio.
«Una pazza, che ti somiglia tantissimo» Aveva esagerato, dare della pazza a mia sorella, tra l’altro defunta, era una cosa crudele. Come si permetteva? Mia sorella era pazza si, ma pazza di lui. 
«Non esagerare adesso, forse questa Alexis era solo incompresa» 
«Fidati era pazza, mi perseguitava sempre, a me non piace la gente che mi sta troppo alle costole, poi faceva tutto quello che le persone gli dicevano di fare, un po’ mi dispiaceva per lei, a scuola nessuno le voleva parlare, l’avevano etichettata come quella strana, la pazza della scuola..» Lo interruppi davvero scioccata per ciò che stava dicendo, ma non sapevo io che dire, gli dissi solo «Omosessuale, eterosessuale, ritardato. Perché dobbiamo mettere etichette su tutto?» Mia sorella a scuola veniva considerata strana e pazza? Ma se lei diceva che aveva tantissimi amici, tutti la volevano bene e si faceva rispettare…erano tutte bugie le sue. 
«A te non piaceva questa Alexis?» Aggiunsi, lui scosse la testa.
«Non era il mio tipo, era una bella ragazza, prima che diventasse una emo, aveva tantissimi ragazzi ai suoi piedi.» Storsi il naso «Punk» Lo corressi e lui alzò un sopracciglio, voleva dire qualcosa ma poi si trattenne scuotendo la testa.
«Come mai tutto questo interesse per Alexis?» Alzai le spalle, fingendomi disinteressata. «Così» Aggiunsi.
«Non mi hai ancora detto come ti chiami, ragazza strana» Era fissato? Etichettava tutte le ragazze come ‘pazze’? Egocentrico, fastidioso, inopportuno, e assillante, l’avevo descritto in quattro aggettivi, ero fiera di me.
«Non è importante sapere come mi chiamo» Farfugliai, mentre sorseggiavo il caffè che aveva ordinato Zayn un po’ prima che arrivassi.
«Ma se sono interessato ad una ragazza, è ovvio che voglio sapere il suo nome non credi?» Sputacchiai il caffè, e mi strozzai scatenando la risata di Zayn, che mi diede leggeri colpetti sulla schiena, prima di porgermi un fazzoletto.
«Per l’amor del cielo, così mi farai venire un infarto, ma fai così con tutte?» Gli chiesi una volta ritornata in me, lui scosse la testa facendosi di nuovo serio.
«No, tu sei la seconda.» Alzai un sopracciglio, curiosa.
«E la prima chi è stata?» 
«Alexis»

 
Hoooola!
Da quanto teeeempo çç mi siete mancate, lool, no mi siete mancate sul serio. Sono troppo felice, troppo troppo. Io non so in che lingua ringraziarvi, spagnolo? Giapponese? Chicchinese? Grazie tante, non me lo sarei mai aspettata di ricevere tutte queste recensioni, perché per me al primo capitolo già undici sono troppe, quindi grazie. Ma non è solo per le recensioni, affatto, io ringrazio anche a chi ha giù messo questa storia nelle ricordate\preferite\seguite e chi la legge o come succede quasi sempre, chi legge e chiude subito dopo con un commento del tipo 'è orrenda' ringrazio anche il mondo intero, e mia madre e mio padre, i miei nonni, le mie amiche, il mio banco di scuola, le mie adorate ascelle e i miei piedini, sul serio grazie a tutti. Anyway, i primi due capitoli sono solo di 'presentazione' dal prossimo, inizieranno i guai, molti guai. Questa storia è un po' strana, è difficilissima da capire, perché ci sono molti intrecci, e dovete stare attente ad ogni lettere che leggete, okay? Okay. Avevo fatto il trailer di questa storia -chiamiamolo trailer, è più un documentario che dura più di cinque minuti- e credo che lo pubblicherò in questi giorni, anche se non vorrei, visto che spoilera molte cose, quindi devo ancora rifletterci, skstm. Non so che altro dirvi, se ci sono errori scusatemi, se il capitolo è orrendo ancora mille scuse e se vi annoio con le mie inutili chiacchere, sorry sorry sorry. Io vado, oppure mi ammazzate, ci sentiamo la prossima volta, un bacio.  
   
 
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