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Autore: nabhe    10/05/2013    22 recensioni
Una videocassetta, con dentro la morte di una bambina, potrà veramente cambiare la vita di quei ragazzi?
«Sette giorni, sette giorni per fuggire dalla morte, dopodiché morirai, il tuo destino è già segnato, come quello di tuo nipote, e delle tue fottute amiche…non sfidare la morte.»
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi strinsi nel cappotto per il freddo cane che faceva a Bradford, come sempre il tempo non era dei migliori. Non era cambiato niente, osservai ogni particolare che mi circondava. Sembrava essere passata un'eternità dall'ultima volta che ero stata qui, invece erano passati solo cinque anni. Dopo la morte di mia sorella Alexis cambiò tutto, mia madre dovette occuparsi del figlio di mia sorella, Zakai, mio padre perse il lavoro, e il padre del bambino non si era mai fatto vivo, meglio così, perché se l'avrei mai incontrato un giorno, un calcio alle parti basse nessuno glielo toglieva. Zayn Malik, era questo il suo nome, ed era la prima cotta di mia sorella, la quale troppo stupida finì a letto con lui una sera. 
«Zia Dallaf, quefto fcatolone è troppo pefante.» Si lamentò Zakai, che per colpa della caduta dei due denti davanti, la s la cambiava con la f, senza nemmeno accorgersene.
«Daglieli a zia Summer tesoro.» Gli consigliai e il bambino senza esitare un secondo, diedi gli scatoloni alla mia migliore amica, che sbuffò. Quest'ultima. Summer Smith, era una ragazza molto trasgressiva. 
Ballerina di hip-hop, si divertiva a ballare per le strade e a sfidare sconosciuti. Aveva i capelli neri e corti, gli occhi azzurri chiaro. Amava il rapper, le moto, i tatuaggi, i piercing e tutto ciò che poteva essere trasgressivo.
«Avanti Summer cosa ti ha chiesto questo piccolino? Te li porto io tesoro, dai a me.» Intervenne l'altra mia migliore amica. Pixie una super secchiona dal visino dolce, che sorrideva per ogni cosa. Lei a confronto di Summer, amava la tranquillità, le piaceva leggere un libro il sabato sera piuttosto che uscire per andare in discoteca ad ubriacarsi. Preferiva una tavolozza da disegno piuttosto che imbrattare i muri della città, e amava correre per chilometri senza mai fermarsi. Studiava sempre e non si prendeva mai una pausa, per questo i suoi voti erano altissimi, una studente brillante la definiva il preside Gonzales. Aveva i capelli lunghi fino alla spalla, tenuti sempre sciolti, castani, e gli occhi celeste chiaro, il suo sguardo ti metteva molto in soggezione, ma nonostante la sua bellezza disarmante non pensava quasi mai ai ragazzi.
Poi c'ero io, che di particolare non avevo proprio nulla se non una specie di voglia a forma di triangolo sulla pancia, era strana ma molto carina.
Per quanto riguarda Zakai era un bambino iperattivo, non stava mai fermo, una volta buttò giù la televisione dal quinto piano, solo perché si era perso un misero episodio dei Griffin. Otto anni di pura intelligenza, Zakai oltre ad essere iperattivo, era un bambino autonomo e perspicace, faceva i compiti da solo, si lavava da solo, faceva tutto da solo, e aveva imparato la divisione a tre cifre molto bene, roba da pazzi. L'iperattività di Zakai era molto stressante, perdeva o rompeva i suoi giocattoli ogni giorno, litigava frequentemente con i suoi amichetti, dimenticava facilmente le regole e molte volte mangiava la colla. Rompeva ogni oggetto che si trovava in casa, mangiava ogni cosa, a patto che fosse commestibile, alcune volte faceva la pipì in testa ai bambini, e poi era un tipo che se ne stava da solo, amava disegnare ed esprimeva i suoi sentimenti tramite i disegni. Piangeva spesso e quasi sempre facevo le notti in bianche. Ma era un bambino dolcissimo e disponibile.
«Cazzo la mano!» Sbottai, imprecando contro me stessa, per la mia stupidità. 
«Ti si gonfierà la mano.» Mi avvertì Pixie.
«Non mi dire?» Ribattei ironicamente.
Avevo passato anni cercando di diventare la principessa della favola, di diventare il personaggio che credevo di essere, perché non mi ero mai resa conto di essere la stronza che faceva battutacce, che insultava le persone a cui voleva bene, quella acida che sembrava odiare il mondo, quella che non trattava bene nessuno. Ma alla fine mi andava bene così, perché quando lo facevo, le persone capivano che mi stavo sforzando di farle felici, e questo si chiamava amore, perciò si, ero nevrotica, e anche fiera di esserlo, 
Io ero Dallas Dixon, e potevo vantarmi di avere le iniziale del nome e cognome uguali.
«Stai ancora studiando? La vuoi una cioccolata calda?» Alzai la testa dai libri, e rivolsi il mio sguardo stanco a Pixie, che mi sorrideva gentilmente. Scossi la testa, sorridendole.
«Devo prepararmi per l’esame Pixie, e poi la cioccolata calda mi fa uscire i brufoli, lo sai. Piuttosto Zakai dorme?» Gli chiesi sospirando, lei annuì come risposta e poi venne a sedersi accanto a me.
«Come un angioletto» Aggiunse facendo la voce tenera, e mi venne da ridere.  Guardai il libro, che avevo aperto tre ore fa, senza capire niente. Ero troppo impegnata a pensare ad Alexis, all’improvviso mi venne in mente il suo sorriso, e la sua voce sottile che mi rassicurava ogni tal volta che papà mi urlava. 
«Vorrei che Zakai conoscesse sua madre, ne sarebbe fiero. Era stupenda» Mi lasciai sfuggire, con un sorriso amaro sulle labbra. Pixie mi accarezzò i capelli con fare materno, e poi mi baciò la fronte.
«Devi riposare Dallas, sei troppo stressata.» Aveva ragione, da quando ero arrivata non avevo fatto altro che studiare, badare a Zakai e pulire casa. Mi stavo trascurando, tutta colpa dello studio. 
«Hai ragione, ho un mese di vacanza, tanto vale godermelo.» Le diedi ragione e lei annuì sorridendo sornione.
«Che ne dici se domani portiamo Zakai al parco? Si divertirà.» 
«Okay, ha bisogno di fare amicizia con qualcuno.»
 
 
 
Zayn
 
«Smettetela imbecilli!» Sbottai irritato dal comportamento infantile dei miei amici, che se ne fregarono delle mie parole. Continuarono a cazzeggiare come faceva ogni giorno, e così arrabbiato e anche scocciato, mi alzai dalla panchina del parco, e decisi di camminare un po’. Estrassi il pacchetto di sigarette dalla tasca dei miei jeans, e me la portai fra le labbra, accendendola e ispirando il fumo. 
Bradford era una cittadina tranquilla, ma era piena di segreti. C’è chi diceva che dietro questa cittadina si nascondesse un mostro, un demone cattivo che tormentava chiunque commettesse errori. Altri invece dicevano che qui morì una bambina, e da quel giorno ella tormentava i cittadini. 
Stronzate, pensai. Tutte stronzate per far cagare sotto i lattanti,  la verità? Non ne potevo più, volevo andarmene via da qui, non era il posto per me. Non lo era mai stato, era tutto spento, buio, senza vita. Io odiavo quel posto, sin da bambino. 
«Mi paffi la palla?» Una voce sottile, mi fece tornare in me. Un bambino alto un metro e una lattina di coca cola, se ne stava poco più lontano da me, con le mani dietro la schiena, e un sorriso imbarazzato.
Sgranai gli occhi, quando guardai bene il bambino. Era la mia fotocopia da bambino, lo stesso sorrisino imbarazzato, il nasino all’insù, i denti piccoli, e gli occhi color caramello. Solo la pelle era diversa, così come il colore dei capelli. Ma per il resto era uguale a me. Scossi la testa, dandomi del coglione e afferrai il pallone che se ne stava fermo ai miei piedi. 
«Tieni.» Glielo porsi, e il bambino mi sorrise raggiante. «Grafie!» Esclamò tutto pimpante. Risi vedendo come lanciava il pallone in aria, e poi lo afferrava. 
«Come ti chiami campione?» Gli chiesi. Non amavo i bambini, li avevo sempre ritenuti dei poppanti rompi scatole, ma quel bambino mi metteva allegria. 
«Zakai e fu?» ‘Sostenere dentro le reti del mio sogno, e divenirne partecipi.’ Pensai. Aveva il mio stesso nome, insomma io ero «Zayn.» il nome del bambino era il nome della divinità, ma alla fine era lo stesso.
«Belliffimo, in arabo.» Sussurrò il bambino guardandomi attentamente. Sgranai gli occhi incredulo, con la bocca improvvisamente secca.
«C-cosa?» Balbettai.
«Il fuo nome in arabo significa belliffimo, non è cofì?» Annuì sconvolto, poi sentì delle urla da lontano e mi voltai.
«In ebraico invefe macchina da guerra.» Era posseduto quel bambino? Io alla sua età non mi mettevo di certo a specificare il significato dei nomi. 
«Zakai Dixon, dove diamine sei?» Il bambino sobbalzò a quelle urla, e si sbracciò verso una figura magra che correva verso di noi. 
Una volta vicina si buttò fra le braccia del bambino, controllando se stesse bene. Successivamente gli fece una ramanzina davvero buffa, lei era tipo ‘non ti compro più le figurine dei Gormiti se non la smetti di allontanarti da me’ e lui era ‘scusa zia, ma tu sei troppo paranoica’ 
«Che ridi?» Sbottò la ragazza girandosi verso di me, e mi fermai subito. L’avevo già vista da qualche parte, eppure non ricordavo dove. Aveva un viso molto familiare, ma risaliva ad anni fa. 
«Scusa.» Risposi divertito, portando la mano dietro la testa. Lei sbuffò, prendendo in braccio Zakai e lanciandomi un occhiata di fuoco.
«Ti ha fatto del male il signore?» Chiese gentilmente al bambino, il quale scosse la testa.
«No, lui è mio amico fia, lo sapefi che il suo nome significa belliffimo in arabo?» Spiegò con calma il bambino, in modo euforico. La zia pazza alzò un sopracciglio annuendo.
«Quale sarebbe il suo nome?» 
«Zayn.» Risposi precedendo il bambino, che annuì divertito. La ragazza sgranò gli occhi, e il suo viso diventò rosso, non so per l’imbarazzo o per la rabbia, so solo che poggiò il bambino a terra e poi mi sferrò un calcio alle parti basse. 
Mi accasciai a terra, sorpreso dalla reazione di quella ragazzina, mentre Zakai rideva.
«Tu brutto stronzo, hai reso la vita di mia sorella un inferno, stai lontano da Zakai, chiaro?» Era pazza, pazza da legare. Cosa voleva da me? Chi era sua sorella? Cosa le avevo fatto? Perché mi aveva sferrato un calcio alle parti basse? 
«Tu sei pazza!» Urlai, gemendo dal dolore.
«E tu sei uno stronzo, siamo pari no?» Disse prima di andarsene, lasciandomi a terra dolorante, mentre sbraitavo in aramaico.
«Che schifo amico, sono solo le quattro del pomeriggio e sei già ubriaco?» La voce di Harry mi fece sorridere, e subito dopo le mani di Louis mi aiutarono ad alzarmi.
«Che ti è successo?» 
«Una pazza mi ha sferrato un calcio alle parti basse, giuro su Dio che se la prendo la uccido.» 
«Uh, che cattivo ragazzo.» Mi prese in giro Harry, afferrando la mano di Louis con fare possessivo, come faceva sempre tra l’altro. 
«Chi era quel mocciosetto?» Mi chiese Harry. 
«La domanda è, chi era quella figa che portava in braccio il mocciosetto?» Lo corresse Louis, beccandosi una gomitata nello stomaco.
«Non lo so, so solo che il bambino si chiama Zakai Dixon.» Louis ed Harry si guardarono, con gli occhi sgranati e poi all’insinuo dissero «Alexis Dixon.» 




Hoooola!
Cavolo, era da tipo un mese che non scrivevo più qui su efp, ma eccomi qui, con una nuova fanfiction tutta per voi.
Partiamo prima di tutto dal fatto che, per scrivere questa storia mi sono ispirata a The ring, tra l'altro io sono rimasta traumatizzata da bambina per colpa di quel film, e volevo affrontare la mia paura più grande, così ho visto il film, ma ovviamente mi sono nascosta sotto le coperte, dettagli oh. 
Ovviamente, non sarà come nel film, assolutamente no, mi sono ispirata solo al fatto del 'sette giorni' e alla videocassetta, poi il resto è completamente diversa. Ho voluto scrivere una storia horror, perché qui su efp nessuno ne scrive mai una, di solito sono sempre romantiche, e quelle poche che ci sono, alla fine sono tutte uguali. 
In questo capitolo, come avete potuto vedere, ci sono alcuni personaggi, partiamo da 
Dallas nonché Lily Collins, poi c'è la sorella di Dallas, Alexis  o meglio Nina Dobrev, la mia attrice preferita, e secondo me Lily e Nina si somigliano molto, ecco perché ho scelto loro due. Dovete sapere che inizialmente, avevo scelto Leighton Meester meglio conosciuta come Blair di Gossip Girl, ma non c'era nessuno che somigliasse a lei, quindi. Le amiche di Dallas, sono Pixie cioè Alexis Bledel, precisiamo che io voglio che lei sia l'attrice in Cinquanta Sfumature eh, poi Summer che sarebbe Phoebe Dykstra, è stupenda quella ragazza, e io all'inizio volevo usare Chachi Gonzales, il mio primo amore, però lei sembrava più adatta al personaggio che doveva interpretare, quindi ho scelto lei. Precisiamo che Louis in questa storia è punk, ed è fidanzato con Harry, quindi nella storia ci sono anche delle scene Larry. Per quanto riguarda Zakai, un nome di merda lo so ma in qualche modo doveva essere uguale a quello di Zayn, è interpretato da Justin Bieber bambino. Il banner è stato fatto da @hjsdjmples su twitter, è bravissima giuro. Nient'altro, scusate se ci sono eventuali errori, scusate se la storia è orrenda, ma io spero lo stesso che vi piaccia, e fatemi sapere cosa ne pensate, ci sentiamo al prossimo capitolo, un bacio.
 

 
Twitter: @maliksanna
   
 
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