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Autore: yellowloid    15/05/2013    5 recensioni
Si asciugarono le lacrime, si presero per mano e fuggirono ancora.
-Tratto dal primo capitolo-
{Len/Rin, lieve Kagamincest}
****
[Fiction attualmente SOSPESA per mancanza di ispirazione. Quando questa tornerà, SE tornerà proprio per questa storia, vedrete normalmente l'aggiornamento.
Grazie per l'attenzione e Grazie a tutti coloro che mi sopportano nonostante io sia così lunatica dal sospendere dal nulla una storia.]
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Violenza
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Rin e Len erano seduti vicino al camino e Rin sospirava davanti ai compiti di matematica, materia in cui non andava affatto bene. Per questo a volte il gemello la aiutava, rendendosi ridicolo nelle occasioni in cui nemmeno lui sapeva svolgere quegli esercizi. Lei rideva quando si ingarbugliava in discorsi stupidi sull’algebra, discorsi senza un filo logico in cui diceva regole di aritmetica a caso imparate nel corso degli anni. Rin lo prendeva in giro per un po’, ma poi smetteva nel vederlo così imbarazzato.

“Ehi Len… Dove sono mamma e papà?”

Il ragazzo si guardò intorno. “Non lo so, credo che siano usciti”

“No, impossibile, non siamo così distratti da non sentire la porta che si apre e si chiude mentre loro escono!”

“Allora vai a controllare al piano di sopra, no?”

La ragazza gelò nel sentire quella frase. Aveva sempre avuto paura di girare in quella casa, non sapeva il perché ma sentiva una strana sensazione quando ci stava da sola.

                                                     ____________________________________

Si erano trasferiti lì due anni prima, solo perché i genitori non sopportavano di vivere a Tokyo, in mezzo a tutto quel trambusto, come dicevano i due coniugi. Per questo erano andati a vivere in una villetta in una foresta, vicino a Tokyo ma abbastanza lontana da soddisfare i signori Kagamine.

I loro due figli, Rin e Len, non sopportavano il dover vivere in quella casa, non gli piaceva ed era inquietante. E le voci che giravano su quella villa non erano affatto rassicuranti. Si diceva che chi ci viveva diventava pazzo in breve tempo…

                                                      ____________________________________

Ci fu un attimo di silenzio. Rin arrossì visibilmente.

“N-Non voglio andare da sola! Accompagnami!”

Len sorrise. Gli piaceva quando la sorella dava ordini.

“Non sei più una bambina, hai paura dei mostri*? Solo perché fuori c’è un tempaccio e piove?”

“N-Non ho paura dei mostri! E’ che…”

“Dai, andiamo a vedere”

Salirono e sentirono delle urla provenienti dalla stanza dei genitori. Rin per poco non svenne, si sedette per terra, mentre Len preoccupato andò a vedere dal buco della serratura cosa succedeva.

Dopo aver visto qualcosa, si girò e tornò da Rin che si stava ancora riprendendo dal quasi svenimento.

“Ch-Che succede Len?”

Lui non disse una parola, e senza fermarsi la prese per mano e uscirono di casa.

 

“Len, mi fai male! Allenta la stretta! Mollami la mano!” urlò Rin.

“Shh! Ci sentirà…”

“Chi?” si lamentò spazientita Rin.

Si sentì una voce proveniente dalla casa:

“Dannati mocciosi!”. Una porta che sbatteva. Il rumore di un oggetto pesante trascinato sul pavimento: “Dove siete? DOVE?”.

I gemelli guardarono terrorizzati il punto da dove proveniva la voce.

“Corri Rin!”

Iniziarono a correre e, a loro insaputa, ad addentrarsi sempre più nella foresta.

Il padre dopo un po’uscì dalla casa e iniziò a cercarli. Fu facile trovare le loro tracce perché in mezzo al fango le loro scarpe avevano lasciato delle impronte. Seguì la scia fino a quando vide che il fango era troppo e le impronte erano sparite.

Rin e Len dopo aver corso per così tanto tempo si fermarono. Erano entrambi sfiniti, ansimavano.

Rin disse, stanca:

“Che cosa… Che cosa hai visto, Len? Perché papà ci sta cercando e ci urla contro?”

Il ragazzo non rispose.

“Len!”

“Mh?” disse.

“Cosa sta succedendo?” chiese la ragazza.

“Rin… Prometti di non urlare terrorizzata dopo quello che ti dirò?”

“P-Prometto”

“Ok… Beh… Nostro padre ha…”

“Cos’ha fatto?!”

“Ha… Ucciso nostra madre.”. Il ragazzo si fece coraggio e strinse i pugni “Lui… L’ha uccisa con un’ascia…”.

La ragazza sbarrò gli occhi, desiderava solo svegliarsi e scoprire che era solo un brutto incubo. Rimase in silenzio.

“Rin, nostro padre ci sta cercando per uccidere anche noi, ne sono certo.”.

Lacrime piene di sensi di colpa iniziarono a rigare le guance del ragazzo.

“Len…”

“Potevo salvarla” sussurrò.

“Cosa?” chiese la sorella, non avendo sentito.

“Potevo salvare la mamma… Sono un idiota”

“Non è vero… Papà avrebbe ucciso anche te, e subito dopo anche me”

“Se l’avessi ucciso prima io, non saremmo dovuti scappare!”. Le parole del ragazzo colpirono in pieno il cuore della ragazza che non seppe più cosa dire. Len vide che la sorella piangeva.

“Mi… Mi dispiace. Scusa.”. Si avvicinò per abbracciarla, ma lei lo respinse.

“Rin, scusa se ti ho offesa o se ti ho fatta preoccupare”

“Non è quello… E’…E’ che non sappiamo come risolvere questo problema! Cosa dobbiamo fare?”

“Beh, credo che-

“LEN! RIN! TORNATE A CASA! TORNATE DAI VOSTRI GENITORI!”. Era loro padre che li chiamava, facendo finta che non fosse successo niente per attirarli nella sua stretta e stringerli sempre più.

“Andiamo, sta arrivando.” sussurrò Len. Si asciugarono le lacrime, si presero per mano e fuggirono ancora.

 

“Dove stiamo andando?” disse Rin mentre correva.

“In qualunque posto!” rispose Len.

“Cosa?!” la sorella era perplessa.

“Basta che nostro padre non ci trovi”

“Ok”.

Si fece notte e i due gemelli si ritrovarono al buio e al freddo, affamati.

Erano sotto un albero, uno a fianco all’altra.

“L-Len…” sussurrò la bionda.

“Mh?”

“Ho freddo”

Il ragazzo le sorrise:

“Vieni”

Rin si raggomitolò tra le braccia di Len e si strinse sempre di più a lui.

“Ho paura…” ammise la ragazza.

Il ragazzo le diede un bacio sulla fronte e le disse, per rassicurarla:

“Andrà tutto bene, non ci troverà.”.

In realtà nemmeno Len aveva la certezza che la mattina dopo sarebbero stati vivi, eppure voleva pensare per il meglio. Vide che la sorella dormiva già come un sasso, così chiuse gli occhi, si rilassò e anche lui cadde in un sonno profondo.

 

LE NOTE DELL’AUTRICE!

{ * “Adolescence” dei gemellini *A* }

Ha appena piovuto, sapete? E io faccio ragionamenti contorti quando piove. Quindi mi sono detta: “Penso proprio che metterò una nuova storia!”. Ed ora eccomi qui, con questa storia che avevo già scritto da qualche mesetto fa ma che non ho mai avuto il coraggio di mettere qua su EFP. Insomma, penso sia un po’… Banale?

Boh, sta a voi decidere! Recensite, ok?

Non la aggiornerò molto frequentemente, dato che non ho molte idee per questa storia. E poi ho in corso anche “Give Me Love”, che vorrei finire entro il prossimo Natale, se possibile. Ma, visto che il mio cervello è già in vacanza, nonostante il brutto tempo, non ho ispirazione, penso che riuscirò a finire qualche storia solo tra vent’anni… LoL.

No, sul serio, il mio cervello sta già nuotando al mare, a volte si sdraia a prendere il sole in spiaggia e va a comprarsi qualche gelato al bar. E’ normale, secondo voi?!

Bene, tralasciando i miei scleri, vi saluto. Spero che questa “cosa” vi sia piaciuta e che recensiate. Ah, a proposito, questa ff POTREBBE diventare Kagamincest. Non lo so, devo decidere. Cambierò gli avvertimenti nell'introduzione, se succederà. Tutti i dubbi che vi potrebbero essere sorti, dato il capitolo piuttosto ambiguo, verranno spiegati nei prossimi capitoli.

Chu!

Ibby

  
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