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Autore: Scarlet Blood    07/09/2004    5 recensioni
Un rumore impercettibile mi riscuote da quei pensieri malinconici, un fruscio delicato, un respiro regolare, la sensazione e la consapevolezza di due occhi nocciola e profondi puntati sulla mia schiena. Chiudo gli occhi, e in un attimo tutti i miei pensieri vengono spazzati via da un sussurro."Viggo..." - Visto che sono iscritta qui da un po' ho deciso di postare una mia Drabble, l'unica che posso postare qui, visto che per le mie altre FF non ci sarebbe una sezione adatta...ora però vi lascio alla mia piccola follia malinconica. E' nato tutto per colpa delle foto di Orli e di Kate e da una Fanfiction stupenda ma che m'ha lasciato tanta trsitezza, quindi non ho saputo trattenermi e per sfogarmi ho scritto questa piccola Drabble, è come ho detto a Raffie, per citare una celebre frase di QAF 'Ridiculously romantic', insomma per capirci...chi di voi è diabetico meglio che stia alla larga! -
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Orlando Bloom, Viggo Mortensen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Type: RPS, POV di Viggo (Drabble)
Disclaimer: Non conosco ne Viggo Mortensen(*purtroppo*) ne Orlando Bloom(*ri*purtroppo*), quello che ho scritto nasce ovviamente solo dalla mia fantasia, e non voglio insinuare assolutamente nulla sulle loro preferenze sessuali(certo che a me così piacciono tanto però :P)
Note: Resta il fatto però che “LORO SI AMANO!!” e nessuno mi convincerà mai del contrario!

Dedicata a laura_iskra perchè ci voleva dopo tante lacrime!
E a tutte voi che come me continuate a credere in loro due sempre e comunque *___*


Sono sveglio, sono notti ormai che l'insonnia mi perseguita. Il buio avvolge ancora ogni cosa, mentre osservo distrattamente dalla finestra la città addormentata. La pioggia ha appena cessato di cadere, le luci donano alla strada un aspetto malinconico. E' deserta, nessuna macchina che percorra quell'asfalto ancora bagnato. Solo qualche foglia si muove incostante, il vento è riuscito a strapparle dai rami sicuri e forti degli alberi, e ora sole e abbandonate intraprendono, trasportate dalla leggera brezza, l'ultimo viaggio che le condurrà alla fine.
Appoggio la fronte al vetro, il contatto con la superficie liscia e fredda mi fa rabbrividire, la solitudine comincia a sopraffarmi, mi sento come quelle foglie, senza scelta e senza possibilità di ritorno, in quel viaggio che è la mia vita.
Sento ogni giorno di più l'avanzare di quell'oscura presenza che è il tempo, un'ombra inarrestabile che ogni notte, torna a tormentarmi e a farmi visita, giocando nella mia mente, penetrando nelle mie membra e invadendole di quella sottile paura del domani. O più propriamente che non ci sia un domani.
Un rumore impercettibile mi riscuote da quei pensieri malinconici, un fruscio delicato, un respiro regolare, la sensazione e la consapevolezza di due occhi nocciola e profondi puntati sulla mia schiena.
Chiudo gli occhi, e in un attimo tutti i miei pensieri vengono spazzati via da un sussurro.
"Viggo..."
La sua voce è ancora impastata dal sonno, ma già in grado di avvolgermi con il suo calore, quel calore che ha la facoltà di scacciare ogni paura.
Mi giro lentamente e lo osservo, nella penombra della stanza. E' al centro del grande letto, si sta sollevando per mettersi seduto, piegando le gambe e portandosele al petto. Le avvolge con le braccia e vi appoggia il mento. E poi resta fermo, a fissarmi. Con un dolcissimo sorriso. Sento il suo sguardo che vaga sul mio corpo, come una carezza delicata.
Mi avvicino al letto lentamente.
"Non riesci a dormire nemmeno tu?" i nostri occhi sono come incatenati a vicenda.
Scuote debolmente la testa e sospira. "No, è che..."
Si interrompe, imbarazzato, assalito da quella timidezza sconosciuta al resto del mondo, ma che io conosco fin troppo bene.
"Che cosa?" lo incoraggio mentre mi siedo al lato del letto.
"Ho sentito che tu non c'eri e...e...mi mancavi" dice abbassando lo sguardo "Odio dormire in questo grande letto senza di te, lo sai"
Sorrido, il mio piccolo e dolce Orlando, mi sporgo verso di lui, appoggio con una mano al materasso per sostenermi, mentre l'altra si allunga fino ad accarezzare la sua guancia. Mi sposto più vicino a lui.
Ha risollevato il volto e il contatto visivo si ristabilisce "Scusa, avevo bisogno di pensare" glielo sussurro piano, prima di attirarlo verso di me. Passo le labbra lentamente sulle sue, carezzandole delicatamente, fino a che non le sento dischiudersi, con la lingua ne disegno il contorno, sento il suo respiro diventare più veloce, un lieve gemito gli sfugge, a quel punto non riesco più a trattenermi e lo bacio.
Adoro baciarlo, sentire i nostri respiri che si uniscono, le nostre labbra che si muovono sensualmente, le lingue che giocano e combattono per il controllo di quella battaglia. E il suo sapore, così dolce e delicato. Non potrei mai farne a meno. Non potrei mai fare a meno di lui.
E vederlo così mi fa male, è preoccupato, lo sento, sono troppe notti che mi alzo nel cuore della notte e lo abbandono da solo in questo enorme letto, per pensare, per cercare di allontanare tutte le mie paure da lui, come se servisse veramente mettere qualche metro di distanza tra di noi per proteggerlo.
Mi spingo ulteriormente verso di lui, facendolo sbilanciare all'indietro, il contatto delle nostre labbra si interrompe bruscamente e lui finisce steso sul letto, mentre entrambi scoppiamo a ridere.
Mi sposto vicino a lui stendendomi su un fianco, un braccio piegato per sostenere la testa e riuscire a guardarlo.
Dopo alcuni istanti le risate si placano e il silenzio riempie nuovamente la stanza.
"Orli" devo parlare con lui, devo rassicurarlo in qualche modo, continuare senza parlarsi farà solamente male ad entrambi, mi sta fissando, in attesa che continui a parlare "Mi spiace" una frazione di secondo intuisco che vuole rispondermi ma lo blocco "No aspetta! Lasciami finire" o non riuscirò mai più ad affrontarlo aggiungo nella mia mente.
"Mi spiace se in questi giorni sono stato scostante e taciturno, mi spiace se in queste notti ti sei ripetutamente svegliato solo non trovandomi al tuo fianco, mi spiace di non essere riuscito a parlare con te prima, ma avevo bisogno di riflettere" Si è girato su un fianco anche lui, ora siamo l'uno di fronte all'altro, un ricciolo ribelle gli cade scompostamente sugl'occhi, alzo la mano e glielo sposto delicatamente.
Faccio per allontanare la mano quando la sua la blocca e la riporta contro la guancia, tenendola stretta, sembra quasi abbia paura di vedermi scomparire da un momento all'altro.
"Ehi, piccolo, sono qui, non vado da nessuna parte, ho solo avuto dei giorni di malinconia, ma tu non centri, tu sei l'unico che riesce a farmi stare meglio, l'unico che riesce a farmi dimenticare ogni cosa, lo sai, tu sei tutto per me"
Ha gli occhi lucidi, gli accarezzo nuovamente la guancia, per poi passargli il braccio dietro la schiena e attirarlo verso di me, e stringerlo.
Quello che ho detto è la verità, lui è tutto per me, qualsiasi cosa possa succedere, qualsiasi pensiero possa preoccuparmi o qualsiasi paura possa sopraffarmi, lui è capace di donarmi la pace con un solo sguardo.
La sua vitalità, la sua gioia di vivere, il suo amore, sono la mia forza, in passato è stato il contrario, ero io la sua guida il suo punto fisso, ma ora, ora è tutto diverso, ora sono io che non potrei mai fare a meno di lui, e se non fosse con me mi sentirei perso.
E solo ora me ne rendo conto, le mie paure ci stavano allontanando, la preoccupazione di un domani incerto mi stava facendo perdere anche il presente, ma il presente è lui.
E sarà anche il futuro, breve o duraturo che sia, tutto il tempo che ho è suo, e non voglio più vedere la preoccupazione e la sofferenza nei suoi occhi.
Questo è quello che abbiamo, e abbiamo lottato per ottenerlo, contro persone e pregiudizi, e non ci siamo mai arresi, perché eravamo insieme, e ognuno di noi sapeva che poteva contare sull'altro.
Una lacrima solitaria bagna il mio viso, sono stato uno sciocco, mi preoccupavo di qualcosa che non posso ne fermare ne mutare, il tempo continuerà il suo percorso e io non posso fare altro che spendere al meglio quello che mi donerà.
Con lui, per lui.
La mia vita.
Ha il volto nascosto contro il mio petto, mentre io ho affondato il mio tra quei riccioli ribelli, aspirandone il profumo.
Lo allontano da me e lo bacio nuovamente, un bacio senza respiro, un bacio disperato e consolatore, un bacio per fargli capire che è tutto passato, che non si sveglierà più solo in quel letto, che d'ora in poi tutto tornerà come prima.
Ci separiamo per riprendere fiato, fronte contro fronte.
Restiamo ancora fermi, i nostri toraci entrano in contatto ad ogni respiro, lui ha gli occhi chiusi e con fare sensuale si passa la lingua sulle labbra umide e gonfie dopo quell'attacco. E' così bello da far male, è l'immagine più sensuale che abbia mai visto, un angelo tentatore, a cui non so mai resistere, a cui non voglio mai resistere.
Apre gli occhi e finalmente ritrovo il suo sguardo limpido e sereno.
"Ti amo Orlando...da quanto non te lo dicevo?"
Ridacchia un po' "Direi circa 6 ore"
"Ricordami di non far mai più passare così tanto tempo senza ripetertelo. Ti amo" poso un dolce bacio sulle sue labbra "Ti amo" e lo bacio di nuovo, non so per quante volte fino a che non mi prende il viso tra le mani.
"Anch'io ti amo Viggo...Ti prego non allontanarti più da me” un fugace lampo di paura attraversa i suoi occhi mentre pronuncia l’ultima frase.
"Non lo farò piccolo, te lo prometto." Lo dico sorridendo, perché ora so che è così, che non accadrà più, per nessuna ragione al mondo.
“Per sempre?”
“Per sempre.”
  
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