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Autore: Jonas_Addicted    15/05/2013    8 recensioni
Il suo peggiore incubo? Suo fratello e la sua comitiva di amici, appunto. Ogni giorno, se la incontravano fuori scuola, nei corridoi, nei bagni, o non importa dove, la rempivano di calci, pugni, insulti, non curandosi nemmeno della gente che li stava a guardare. Anche perchè contro quattro ragazzi, che giocavano a football, nessuno si voleva mettere a litigare, solo per proteggere una ragazzina sfigata.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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If We Could Only Have This Life For One More Day



- 4 -

My girl turn sweet sixteeen today,
she's beautiful, so beautiful
it might get rough sometimes,
but i hope she keeps her faith.
I wish I'll have the chance to say to her
'Life is too short so take the time,
and appreciate'.

(Nick Jonas - Appreciate)


 

-Voglio indietro quella puttana di mia sorella! Quella stronzetta deve tornare immediatamente, sono dieci giorni che non torna a casa sua! Riportatemela indietro, adesso sicuramente sta a casa di quel coglione di Tomlinson.-Sbraitò Zayn vagando nervosamente per il salone, di fronte agli sguardi annoiati dei suoi amici, che non avevano più voglia di stare a sentire le sue prepotenze e soprattutto ne avevano abbastanza dei suoi ordini.
-Zayn, calmati... Dio santo! Se vuoi tua sorella, vattela a prendere! Sinceramente sono stanco di te e di tutti i tuoi atteggiamenti capricciosi.- Liam si intromise in quella discussione, nella quale non aveva ancora preso parte. –Amico, Payne ha ragione. Te ne volevamo parlare, e penso che questo sia il momento giusto per farlo- Niall guardò i suoi amici, come per avere un cenno di approvazione, che dopo qualche istante ricevette –Da un po’ di tempo a questa parte, ti stai comportando peggio del solito. Sei sempre acido, anche con noi, che siamo i tuoi migliori amici. Non fai altro che darci ordini, come se fossimo i tuoi schiavetti. Te lo dico da amico, ci siamo stancati di tutto questo. Continua così e ti ritroverai da solo.-
 
Il moro guardò quelli che fino a mezzora prima riteneva i suoi migliori amici, con uno sguardo misto tra la rabbia e lo schifo.
Non se lo aspettava di certo, un comportamento di questo genere, soprattutto nei suoi confronti non lo tollerava.
-Bene...- disse dopo aver guardato negli occhi, uno per uno, i ragazzi che di fronte a lui, seduti sul divano, aspettavano un risposta. Si avvicinò alla porta di casa, la aprì e si rivolse ai ragazzi –Potete anche sparire, adesso.-
 
Sì, lo stava facendo davvero. Stava spingendo via dalla sua vita, quei ragazzi che lo avevano aiutato. Quei ragazzi che erano gli unici che gli volevano bene.
Ad uno ad uno, i ragazzi uscirono dalla porta. Nessuno si voltò per guardarlo per l’ultima volta. Nessuno tranne Liam. –Se ti serve aiuto, basta una chiamata.- detto questo il castano diede una leggera pacca sulla spalla di Zayn prima di uscire dalla porta, e tirarsela dietro per chiuderla.
 
Zayn colpì la porta con un pungo. Sfortunatamente per lui però, la porta blindata ebbe la meglio, tanto da far sanguinare del nocche del ragazzo.
Imprecò in silenzio. Si maledisse per quello che aveva appena fatto. Adesso era solo, e sicuramente loro non sarebbero tornati indietro: come avrebbero potuto, d’altronde?
Zayn in realtà era debole.
Zayn in realtà usava una maschera.
Zayn in realtà era malato.
 
Si, da pochi giorni aveva scoperto di avere un tumore ai polmoni. Le sue possibilità di sopravvivenza erano scarse, data la sua condizione economica, non poteva pagare le spese.
Si era lasciato andare ancora una volta, come quando era più piccolo, e gli vennero tolti i suoi punti di riferimento: i suoi genitori.
Come ha potuto il destino, essere così cattivo? Come ha potuto il destino, lasciare un povero ragazzino di dodici anni senza i genitori, e con una sorella piccola da crescere?
Lo aveva fatto e basta.
 
Si era accorto di aver sbagliato tutto, nel corso della sua vita.
Voleva bene a sua sorella, ma l’alcol, le droghe... hanno sempre preso il sopravvento su di lui.
Anche lei se ne era andata, ma di sicuro la voleva indietro. Non aveva intenzione di dirle della malattia. Voleva solo passare gli ultimi giorni con lei, per cercare di farle avere anche dei bei ricordi di suo fratello.
 
Si rese improvvisamente conto di essere in lacrime. Piangeva, come mai aveva fatto.
Ancora non si sa spiegare per che cosa, precisamente. Si dice che quando si piange, lo si fa per tutto quello che c’è di sbagliato nella vita. Beh, lui si stava sfogando, stava piano piano buttando fuori tutto il dolore che si era tenuto dentro per ben otto anni.

   
 
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