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Autore: _Astrid    03/12/2007    2 recensioni
Mentre Harry, Ron e Hermione sono impegnati nella ricerca degli Horcrux, Dobby sopraggiunge per arrecargli delle notizie che però non sono delle migliori. Ron e Hermione fanno ritorno a Grimmauld Place, mentre Harry, sconvolto, perde il controllo del proprio potere finendo per inciampare in un Piton morto e in un Draco sull'orlo della follia. Il fardello di Draco diventa improvvisamente anche quello di Harry, e i due si ritrovano uniti nel tentare di distruggere Voldemort e di salvare l'anima di Draco.
Genere: Dark, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ginny Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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NOTE DELLA TRADUTTRICE:  
Questa è una delle storie più belle che abbia mai letto. Non è ancora conclusa, quindi nemmeno io so come andrà a finire e vi assicuro che sto morendo di curiosità... ma è davvero una storia appassionante e ben costruita. L'autrice mi ha detto che si è ispirata in una minima parte a lady in the water, il film. Magari se qualcuno di voi lo ha visto potrà cogliere dei barlumi di somiglianza tra il film e questa fanfiction nella sua evoluzione. Sul link della storia originale che vi posto l'autrice si chiama Firemage, ma mi ha chiesto di pubblicare la sua storia con il nome "Eerised" perchè dice che è il nome con cui è generalmente conosciuta nel mondo del fandom. Detto questo, ecco il link: http://www.thehexfiles.net/viewstory.php?sid=8349&i=1 e buona lettura!








Il vento pungente di Ottobre danzava tra il folto groviglio di alberi e cespugli della foresta nera. La nebbia copriva il suolo e si confondeva con la vegetazione; la luna non si vedeva quella notte... il cielo era dipinto di nero e persino le stelle sembravano nascoste dagli innominabili misteri che si celavano nella foresta. Un soffice pop non informò nulla in particolare che qualcosa o qualcuno era giunto sul luogo. Un ragazzo alto, con i capelli corvini, con gli occhi verdi e spaventati si fece largo tra gli alberi, spezzando i rami e facendo un discreto rumore. Il suo viso era coperto di lacrime, aveva un'aria sperduta e confusa. Tremò per il freddo, nonostante sembrasse che i suoi tremiti contenessero un significato più profondo... un'angoscia più profonda.
Harry Potter inciampò e cadde sul terreno ricoperto di foglie. Gli scricchiolii sotto le sue dita non facevano altro che agitarlo di più, e così si rimise in piedi incespicando, riprendendo a camminare. Non aveva idea di dove si trovasse; stava cercando di Materializzarsi al numero dodici di Grimmauld Place, ma era troppo stremato. Lui e i suoi compagni, Ronald Weasley e Hermione Granger, avevano ricevuto delle notizie riguardo ad un Horcrux, un pezzo di anima nascosto in un oggetto, che era stato localizzato. Tuttavia le notizie non erano molto positive. Harry strizzò gli occhi, ma le lacrime stavano già fluendo, mentre ricordava persino troppo bene il messaggio.
Lo aveva consegnato Dobby, l'elfo domestico. La sua aria solitamente amichevole era come offuscata, le sue spalle stranamente curve; si torceva le mani mentre riferiva a Harry e ai suoi amici che era stato trovato un altro pezzo dell'anima di Voldemort. Quell'informazione aveva fatto gridare di gioia Ron, ed Hermione aveva sorriso e abbracciato Harry. D'altra parte, quest'ultimo non aveva esultato. Sapeva che era una buona notizia, ma sapeva anche, per via del comportamento di Dobby, che di notizie ce n'erano anche di brutte.
"Che cos'è, Dobby?" chiese, perfettamente conscio che c'era dell'altro. Non si aspettava che le cose potessero maggiormente o drasticamente, passare dall'essere brutte, a belle, a disgustosamente peggiori.
"Do... Dobby non v... vuole f... far arrabbiare Harry Potter, s... signore, o il signor Weasley, ma devo informare il signore che l'Horcrux di Colui-che-Non-deve-essere-Nominato non è un oggetto."
"Cosa intendi dire?"
Dopodichè, Dobby aveva iniziato a singhiozzare, dondolandosi avanti e indietro. "E'... é..." singhiozzò. "E' la ragazza Weasley di Harry Potter."
Il silenzio era sceso, come un peso morto caduto nell'oceano. Scioccati non era sufficiente per descrivere come si sentiva il terzetto.
"Cosa?"
"E' la ragazza Weasley di Harry Potter!" Dobby iniziò a piangere pietosamente.
"Ginny?"
Dobby pianse ancora più forte, annuendo con enfasi.
"Ma... come?"
Dobby scosse la testa. "Dobby non lo sa, Harry Po... Potter signore, Dobby sa solo quello che sta dicendo." il corpo dell'elfo tremò miseramente.
Fino a quel momento, Ron era stato aggrappato a Hermione, ma non appena le notizie cominciarono a gravare col loro peso, si lasciò cadere sul pavimento, tremando terribilmente. Hermione fissava Dobby a occhi spalancati, incapace di crederci. Continuava a sillbare "No, no, no", ma questo non poteva cambiare la tremenda realtà. Si aggrappò a Ron, con le lacrime che le scorrevano lungo le guance.
Nonostante tutto, Dobby non aveva finito.
"Si spera che voi, signori e si... signorina, torniate a... al Quartier Generale i... immediatamente."
Harry annuì, nonostante non se ne fosse reso conto. Dobby si Smaterializzò nell'istante in cui Harry fece quel cenno di assenso. Il suono della Disapparizione dell'elfo fu sufficiente a riscuoterlo, e nel giro di un istante cadde sulle ginocchia, tremando e singhiozzando. Non poteva succedere. Non poteva essere.
Ma era così.
E così il terzetto si era preparato ad abbandonare le loro ricerche e a tornare a Grimmauld Place, ma le emozioni di Harry avevano avuto la meglio sulle sue abilità magiche, così, ovviamente, aveva fatto una terribile deviata che collise con una barriera magica, che lo fece sbandare e lo portò dritto nel mezzo di una qualche foresta dimenticata da Dio.
Era tutto ciò che Harry poteva fare per non impazzire.
Infine riuscì, incespicando, a finire in una radura. Con sua grande sorpesa e un possibile sollievo, come riuscisse a sentirsi sollevato in un momento del genere era qualcosa che andava oltre la sua comprensione, una piccola casetta scura si ergeva nella radura. La porta era socchiusa, e le finestre erano scure, ma era civiltà. Harry marciò verso la porta, senza pensare a niente in particolare oltre a come tornare da Ginny. Lui l'amava. Lo aveva capito dopo molto tempo; aveva infine capito che aveva trovato qualcosa e ancora una volta, nonostante i suoi sforzi, gli stava venendo strappata. Era una cosa che lo uccideva pensare che i suoi sforzi di tenere Ginny al sicuro erano stati vani; lo uccideva pensare che non poteva proteggerla.
Entrò nella casa, ed un disgustoso odore gli giunse alle narici. Era come entrare... bé, Harry non riusciva a spiegare bene quella puzza. La puzza era talmente fore che sentì il proprio stomaco rivoltarsi. Poi lo vide, e, con un disgustoso nodo allo stomaco, Harry vomitò guardamdo il cadavere mutilato di...
"Piton?" soffiò Harry incredulo. Com'era possibile? Piton era... morto? Come?
Poi un morbido suono giunse alle sue orecchie: sussurri. Sussurri folli. E Harry riconobbe la voce di Draco Malfoy.
Harry si voltò di scatto, cercando nel buio il disgustoso, rivoltante...
Ciò che vide Harry, quasi lo fece vomitare di nuovo. Era certamente Draco Malfoy. Ma quel ragazzo era solamente un una parte increspata di ciò che era stato il suo nemico di scuola. Il biondo dinanzi a lui non era più coerente di quanto lo fosse il corpo senza di vita di Piton che giaceva sul suolo. Sembrava guardare nel vuoto, ma i suoi occhi erano fissi su Piton, ed era sanguinante e pieno di lividi. I suoi occhi erano gonfi, e il grigio-argento che di solito si infiammava scintillando alla vista di Harry era morto, sparito.
Harry si avvicinò, tutti i pensieri relativi a Ginny ora messi in secondo piano nella sua mente. Draco non si scansò; non lo guardò, non ghignò, non fece assolutamente nulla per riconoscere la presenza di Harry; semplicemente, continuò a bisbigliare.
"No... no... non di nuovo... non voglio... tu... io... fermo... fa male... fa troppo male... non posso... no... Severus... ti prego... svegliati... no... no..." Draco gemette forte, i suoi occhi fecero un intero giro dell'orbita. "Quella cosa... quella creatura... cosa sei? ... Chi? No... lasciami... non so... cosa...?"
Non aveva guardato in direzione di Harry, ma ora i suoi occhi saettavano lungo la stanza come se ci fosse qualcosa. Fu in quel momento che Harry lo sentì: il debole, rapido ansito e gli urli da far congelare le ossa di sua madre. Il freddo lo penetrò in fretta e con efficienza, ma Harry era pronto a combattere. Agguantò la propria bacchetta e, nonostante le terribili sensazioni che lo attraversavano, nonostante il dolore fisico, dell'animo, del cuore e della mente, si riempì la mente del suo ricordo più felice: il suo primo bacio con Ginny.
"Expecto Patronum!" gridò. Un cervo bianco eruppe dalla sua bacchetta e puntò verso il Dissennatore che si ergeva sull'ingresso oscurato. La creatura sibilò e si retrocedette, ma Harry sapeva che sarebbe tornata; non avevano molto tempo.
"Malfoy," soffiò Harry, inginocchiandosi affianco al ragazzo, che si era zittito. "Malfoy, riesci a sentirmi?"
Draco Malfoy non guardò Harry, e ciò non fece altro che adirare l'altro ragazzo. Afferrò Draco con forza e lo scosse. "Malfoy!"
Infine, come attirati da una forza magnetica, due occhi grigi incrociarono quegli spaventati occhi verdi, e Draco collassò addosso a Harry, singhiozzando incontrollabilmente. Incapace di muoversi dallo stupore, Harry si sedette, stringendo la figura tremante, prima di realizzare cos'era successo. Spinse via Draco e lo fissò intensamente.
"Tu..." iniziò, ma non finì quando si rese conto che Draco Malfoy non era totalmente in sè.
"Aiutami..." ansimò, senza nemmeno guardare Harry. "Non posso vederli... ma loro sono... lì... lo so... riesco a sentirlo... oddio... stanno arrivando... sono così tanti... così tanti... NO!!!" gridò e si agitò, cadendo addosso a Harry e strattonando i suoi vestiti che erano già a brandelli. "Sta venendo per uccidermi... sta venendo per uccidere... Severus! Ti prego! Lasciami andare! NOOOOO!!!"
Le sue grida non avevano senso per Harry, ma il tutto era agghiacciante: l'espressione vuota sul viso del ragazzo, l'angoscia impressa nei suoi lineamenti, e poi c'era il dolore.
Improvvisamente, Draco fu preso da convulsioni come se fosse stato colpito dalla Maledizione Cruciatus, e gridò fortissimo, supplicando pietà, e fu così che Harry si ricordò di quanto poco odiava Draco Malfoy. In quel momento non sembrava così rilevante, ma gli parve nondimeno importante.
Ma Harry non ebbe il tempo di rimuginare sul punto che sentì il freddo penetrarlo ancora una volta ma stavolta molto più fortemente. Si guardò attorno e potè vedere attraverso la porta aperta una folla di creature incappucciate con mani marce che scivolavano attraverso la nebbia verso la piccola capanna. Harry afferrò Draco, sorresse la bacchetta e al momento giusto urlò, "EXPECTO PATRONUM!"
Il cervo eruppe ancora una volta dalla sua bacchetta e puntò verso le creature, ma Harry non aveva molto tempo per guardare. Stringendo forte Draco, si preparò a Smaterializzarsi. Draco non ci sarebbe riuscito.
"Io... io so chi sei... sei LUI!!!" gridò; i suoi occhi erano sfuocati. "NO! Non mi ingannerai! Non di nuovo!" Si lanciò verso il corpo flaccido di Piton e vi si accucciò vicino, tanto che era quasi sopra quel corpo decadente e putrescente. Era assurdo. Il corpo doveva essere stato lì per settimane; aveva già iniziato a decadere. Questo significava inoltre che anche Draco era stato lì, in quella fortezza dimenticata, circondato da Dissennatori e con solo un corpo morto come compagnia altrettanto tempo. Dannazione, ma forse nella sua mente, era anche più a lungo.
"Malfoy, che stai..."
"ZITTO! ESCI DALLA MIA TESTA!"
Harry si rese conto troppo tardi che Draco aveva estratto la propria bacchetta. Sentì un incantesimo molto debole colpirlo, non ci fu alcun effetto. Poi si rese conto che i Dissennatori erano sempre là fuori, e si lanciò con cautela fuori dalla finestra, urtando Draco e afferrandolo con forza, per poi Smaterializzarsi senza indugio.
I due caddero con un suono sordo in un campo di fiori, a chilometri di distanza dalla nebbia e dal freddo; a chilometri di distanza dal corpo morto del vecchio professore di Pozioni di Harry, a chilometri di distanza dalla morte, ma non sufficientemente distanti dalla follia. Draco Malfoy cadde sul suolo, raggomitolato, fissando il cielo sopra di lui.
"Tutto buio... così buio... non posso vedere... sta crollando tutto... no... no... non di nuovo... non di nuovo..."
Era ufficiale, Draco Malfoy non era più in se stesso. All'inizio doveva aver cominciato ad allontanarsi dalla coerenza, ma la cosa si era protratta fino a farlo completamente impazzire.
Fu un colpo nauseante per Harry, rendersi conto di quanto più grande sarebbe stato il suo fardello, ora che aveva deciso di farsi carico anche del caso Draco Malfoy.
Dio aiutami.
  
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