Il Labirinto Della Mente
...devastante... vi posso dire solo questo... T.T ... si vede che ho il periodo depresso...
ma sono del parere che le avversità rendano più bello il momento in cui
le si supera... vabbè mia opinione filosofica... bacione Sakurina.
Capitolo 6. "When Angels Deserve To
Die"
Father, father, father, father,
Father into your hands I commend my spirit,
Father, into your hands,
Why have you forsaken me
In your eyes, forsaken me
In your thoughts, forsaken me
In your heart, forsaken me oh,
Trust in my self righteous suicide,
I cry, when angels deserve to die,
In my self righteous suicide,
I, cry, when angels deserve to die.
("Chop Suey!" by System of a Down)
Izumi correva
più veloce che poteva. Purtroppo, però, Konoha era
ancora lontana. Non sarebbe mai arrivata in tempo. Lo
sentiva. Yoshi era dietro di lei,
era vicino, molto vicino. Le aveva lasciato
tempo per sperare, per sperare di scappare, per attaccarsi a quella vita a cui
teneva tanto. Le aveva regalato l'illusione di vivere.
Quel triangolo perfetto con all'interno
la spirale... come aveva fatto a non ricordarlo subito? Doveva avvisare Konoha. Doveva nascondere Ino. Forse sarebbe riuscita a
scappare prima che Yoshi si fosse
accorto di lei. Ma no, invece lei doveva sempre
trovare la soluzione giusta al momento, sempre tutto e subito... ed ora...
Presa com'era dalla fretta e dalla paura, Izumi inciampò e cadde rovinosamente a terra, sfregandosi
profondamente braccia e gamba destra. Lentamente, la jonin
si sollevò, appoggiandosi sulle ginocchia. Era esausta.
La ragazza sospirò, guardandosi attorno. Il suo sguardo venne attirato da qualcosa. Spalancò gli
occhi incredula. No, non era possibile. Poco lontano da lei... c'era la
quercia. Quella Quercia. Gli occhi si inondarono di
lacrime mentre ricordi lontani si affollavano nella sua mente, tornando
indietro nel tempo...
La graziosa bambina di dieci anni raggiunse la grossa
quercia ancora col fiatone. Si guardò attorno, sorridendo soddisfatta.
-"Perché ridi?"-
chiese improvvisamente una voce dall'alto dei rami.
Ino sollevò lo sguardo, crucciata.
-"Uffa, Izu-chan! Non è
giusto, arrivi sempre prima tu, sei troppo veloce!"- protestò la piccola Ino.
La diciottenne Izumi, dall'alto
dell'albero, scoppiò a ridere divertita, dopodiché
saltò giù, finendo davanti alla cuginetta.
Ino la guardò storto, appoggiandosi all'albero.
-"Avanti, non te la prendere, cara!"- la
sbeffeggiò la neo-diplomata jonin. -"Quando diventerai anche tu una jonin,
le sfide saranno più avvincenti, credimi!"- la rassicurò poi Izumi.
-"Credi davvero che potrò diventare una jonin, Izu-chan?"- chiese
Ino, giocherellando con le corte ciocche bionde.
-"Certo che sì! Credimi, diventarai
dieci volte più forte e più in gamba di me!"-
sorrise Izumi, appoggiandosi alla quercia accanto
alla cuginetta.
-"Mah... non ci credo... tu sei troppo brava e
irraggiungibile..."- sospirò la bambina.
-"No, non dire così. Anzi, promettimi che diventerai
una kunoichi fantastica!"- asserì
Izumi, alzando il mignolo in senso di promessa.
Ino la scrutò dubbiosa per qualche secondo.
-"Sì, e tu promettimi che porteremo sempre tagli di
capelli diversi!"- affermò la bambina, fissando la lunga coda bionda della
cugina maggiore.
-"E perché?"- chiese la
jonin, confusa.
-"Perché ci assomigliamo
tantissimo! E io non voglio essere considerata
speciale solo perché sono una tua parente! Voglio che sia Ino Yamanaka a diventare una grande kunoichi, non la figlia di Inoichi
o la cugina di Izumi!"- protestò Ino, convinta.
Izumi rise
lievemente, pensando quanto fosse adorabile la cuginetta.
-"Allora quando tu porterai i capelli lunghi io li
dovrò tagliare corti e viceversa... ho capito bene?"- chiese la jonin, indicando la sua lunga coda.
Ino annuì, decisa.
-"Capito... allora è una promessa?"- richiese Izumi, porgendo il mignolo alla cugina.
Ino sorrise, stringendo il mignolo della parente nel suo.
-"Certo!"- rise la bambina, soddisfatta.
-"Allora, noi, Izumi e Ino Yamanaka, ci impegnamo
su questa quercia a rispettare la promessa fatta qui oggi: Ino diventerà una kunoichi meravigliosa e porteremo sempre tagli di capelli
diversi! Hai sentito, grande quercia?!"- urlò Izumi, facendo ridere la piccola Ino.
Izumi appoggiò
lentamente una mano sul tronco di quella antichissima
quercia carica di ricordi. Le lacrime rigavano copiose le sue pallide guance.
La ragazza tirò un profondo respiro, mentre il suo viso
assumeva un'espressione più decisa; sfilò un kunai
dalla tasca e cominciò ad incidere qualcosa su quella vecchia e immacolata
corteccia, mentre i ricordi si affollavano sempre più numerosi.
Finalmente, Ino raggiunse la cugina alla quercia. Aveva il
fiatone, ma gli occhi brillavano di felicità e un lieve rossore le coloriva le
guance.
-"Che succede, Ino-chan? Oggi mi sembri particolarmente felice!"- le
chiese Izumi, curiosa.
-"Sai, Izu-chan... credo
che mi lascerò crescere i capelli..."- disse Ino, abbassando lo sguardo e
arrossendo.
-"Davvero? E cos'è che ti ha
fatto cambiare idea così all'improvviso? Mica non mi volevi
assomigliare?"- ghignò beffarda Izumi.
-"Sai... credo di essermi innamorata, Izu-chan..."- sussurrò imbarazzata la cuginetta.
-"Cosa?"- si illuminarono
gli occhi della jonin -"E di chi?!"-.
-"Di... di... Sasuke Uchiha..."- rispose
Ino, grattandosi il naso, imbarazzata.
Izumi inarcò un
sopracciglio, dubbiosa.
-"Oh bella... un Uchiha...
non posso dire di esserne particolarmente felice, tuttavia,
fatti storici a parte... sì, devo dire che sono sempre stati dei bei
ragazzi, questi Uchiha..."- sorrise Izumi, divertita.
-"Oh sì... è tanto bello, Sasuke!
E sai... dicono che preferisca le ragazze coi capelli
lunghi..."- sospirò Ino, con occhi sognanti.
-"Cavolo... mi sa che mi toccherà tagliarmi i
capelli, allora..."- ghignò divertita Izumi.
Ino regalò alla cugina un grandissimo sorriso ricolmo di
gioia.
-"Sono sicura che è l'uomo della mia vita!"-
sospirò Ino.
-"Sì, sì... si dice sempre così... e visto che siamo
alla quercia "delle promesse", ti dico una cosa: che sia quel Sasuke o qualcun altro, non importa... vedi di conquistare
il vero amore e di non lasciartelo scappare, intese?!"-
le disse seriamente la jonin.
-"Intese, capo! E al mio matrimonio mi farai da
testimone, d'accordo?!"- le propose la cuginetta, sorridente.
-"D'accordo... e allora, ancora una volta noi, Izumi e Ino Yamanaka, ci impegnamo su questa quercia a
rispettare la promessa fatta qui oggi: Ino sposerà il vero amore della sua vita
quando lo troverà e io le farò da testimone al matrimonio, hai sentito, grande
quercia?!"- e ancora una volta, le due cugine scoppiarono in una divertita
risata, piena d'amore e complicità.
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Izumi aveva
ripreso a correre verso Konoha: forse c'era una
minima speranza di avvisare gli altri.
-"Mia querida...
dove vai così di fretta?"- chiese improvvisamente una voce subdola e
viscida, dietro di lei.
No, non c'era più tempo, ormai.
La bella jonin si fermò,
voltandosi lentamente. I suoi occhi smeraldini incontrarono quelli blu cobalto
di quel maledetto Yoshi.
-"...ho capito chi sei..."- asserì Izumi, con voce tremante.
-"Sì, lo so... e hai anche capito che morirai, non è
vero?"- chiese Yoshi, sorridente.
Izumi non rispose, si limitò a fissare male il dannato ragazzo.
-"Non senza combattere... credimi."- ringhiò la
ragazza, posizionando le mani per la tecnica dello
sconvolgimento spirituale, tremante.
Yoshi schioccò
la lingua sul palato, sbuffando scocciato.
-"Mia querida! Non
capisci che è inutile quella roba contro di me?!"-
sbottò lui, infastidito.
Izumi non rispose, si limitò a fulminarlo con lo sguardo.
-"Combatti, bastardo..."- sibilò adirata.
-"D'accordo, d'accordo... che biricchine voi Yamanaka...
non vedo l'ora di conoscere meglio la tua bella cuginetta..."-
ghignò divertito Yoshi.
-"Stai lontano da Ino!"- ringhiò la biondina,
preoccupata.
-"Ah, si chiama Ino... che nome strano!"-
commentò il ninja, unendo le mani in una posa molto
simile a quella del capovolgimento spirituale, con la sola differenza che le
mani, invece che un cerchio, formavano un triangolo.
"Mi dispiace, Ino-chan,
credo che non potrò fare da testimone al tuo
matrimonio..." pensò Izumi,
mentre si decideva ad attaccare.
-"Tecnica del---"- ma
il biondo la interruppe prima che la giovane potesse terminare la formula,
attaccandola lui per primo.
-"Tecnica del catturamento
mentale!"- recitò Yoshi, ghignando sadicamente.
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Ino si svegliò di soprassalto. Sentiva un forte dolore al
petto.
-"Izumi..."- sussurrò
appena, mentre una lacrima le scivolava lenta sulla guancia.
Fuori, nuvole nere cariche di pioggia si addensavano sopra
il cielo di Konoha.
La ragazza corse in camera della cugina: il letto era
intatto. Non era tornata quella notte. Uno strano senso di vuoto si impossessò del cuore della bella biondina.
Ino rimase qualche secondo a fissare la camera della
ragazza, inspirando il suo buon profumo, fino a quando
non sentì il pianto disperato della madre provenire dal piano terra. La ragazza
si voltò lentamente verso le scale, assottigliando l'udito, mentre una ventata
fredda proveniente dalla finestra della camera di Izumi la colpiva, pervadendola con miriadi di brividi.
Ino, in cuor suo, aveva capito tutto. Ma
non ci poteva credere. Non poteva essere vero. Sarebbe stato... assurdo.
Sarebbe stato ingiusto. Sarebbe stato troppo crudele. Perché
proprio a lei? Perché solo a lei? No, non poteva
essere.
Ino spalancò la porta del salotto: la madre inginocchiata
a terra preda delle lacrime, il padre in piedi piangente.
Inoichi Yamanaka si voltò lentamente verso la
figlia, avvicinandosi piano, cercando di asciugarsi le lacrime, dandosi un
contegno. Ma la sua faccia sconvolta e la sua voce
rotta dal pianto dicevano tutto.
-"Ino... tesoro... devi sapere che..."- cominciò
singhiozzando il padre.
-"No..."- sussurrò Ino, fissando seriamente
l'uomo.
-"Devi sapere che... Izumi è..."- continuò Inoichi.
-"No..."- alzò il tono lei.
-"Izumi purtroppo non..."- cercò di trovare le parole adatte il padre.
-"NO!"- urlò la ragazza, spingendo altrove il
padre e scappando fuori casa.
-"INO!"- la richiamò la madre, ancora sconvolta.
Ino cominciò a correre per le strade deserte di Konoha, senza una meta, senza un perché, senza nessuno da
cui poter andare, senza nessuno su cui poter contare.
Sola, sola, di nuovo sola. Se ne vanno tutti, alla
fine. E no... non era vero. Nessuno ritornava. Se ne andavano senza tornare più indietro. La lasciavano tutti,
presto o tardi.
"Alla fine... mi hai lasciata
pure tu... Izumi... e tu... non ritornerai...
più..." pensava Ino, mentre correva come una
disperata.
Ma no, non riusciva
a piangere. Non ci riusciva proprio. Le lacrime... forse erano davvero finite,
quella volta. Ne aveva versate per Asuma,
per Shikamaru... e ora non gliene rimaneva nemmeno
una per la sua amata cugina?
La pioggia, fredda e violenta, cominciò a cadere sul
Villaggio della Foglia, vuoto e spettrale quella mattina.
Nessuno per le strade. Nessuno nei parchetti. Solo un'anima pallida, sola e abbandonata, che voleva piangere
disperatamente, ma che non ci riusciva; solo una ragazzina dai lunghi capelli
biondi sciolti e fradici, che cercava disperatamente un significato alla sua
vita; solo Ino Yamanaka, che ancora una volta aveva
perso una persona che amava.
Si sentiva sola, disperatamente sola.
Ogni giorno che passava, un pezzo fondamentale della sua vita svaniva lasciando
nient'altro che odio e dolore. Tanto, tanto dolore.
L'odio, quello svaniva quasi subito. Non riusciva a portare rancore per troppo
tempo, lei. Ma il dolore... la sofferenza... quelle le
avrebbe portate dietro per tutta la vita. Non aveva finito di versare lacrime
sulla tomba di Asuma che già
doveva ricominciare a disperarsi sulla tomba di sua sorella, sì, perché per lei
Izumi era una sorella. Avrebbe preferito andarsene
lei. Perché Izumi? Perché non lei? Lei era inutile, non sapeva fare niente; Izumi era una bravissima jonin,
era una fantastica kunoichi. Perché
non lei?
"Perché non posso morire al
tuo posto... Izu-chan?
Perché io devo rimanere qui mentre
tutti gli altri se ne vanno?
Perché, alla
fine, sono sempre io quella che deve soffrire?
No, non ce la faccio, non ce la faccio
più...
Mi odio, mi odio...
Odio tutto questo...
Asuma-sensei...
...perché mi lasciate...
"...Ino... sei molto testarda, ma anche molto
responsabile... Shikamaru e Choji
sono degli imbranati totali... quindi per favore...
occupati di loro..."
...perché mi ferite...
"...e... non lasciare che Sakura faccia meglio di te nel ninjutsu
o in amore..."
Izumi...
...perché mi abbandonate...
"...promettimi che diventerai una kunoichi
fantastica!"
...perché devo vivere così...
"...vedi di conquistare il vero amore e di non
lasciartelo scappare, intese?!"
...perché MI SPEZZATE L'ANIMA?!"
-“WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!"-
Un urlo carico di dolore e sofferenza fuoriscì
dalle labbra di Ino, mentre lo scrosciare della
pioggia lo sovrastava, nascondendolo agli altri abitanti di Konoha.
Il suo specchio... si era spaccato a metà. Ma no... non era ancora caduto in mille pezzi. Questa
volta... era più forte.
Questa volta... quanto ci avrebbe messo a crollare?
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-"Perché ci ha convocati
tutti qui, Kakashi-sensei?"- chiese Shikamaru piuttosto irritato: non sopportava di stare
chiuso nella stessa stanza in cui c'era pure Kiba.
Tutti i chunin fissavano
impazienti il maestro, che teneva lo sguardo basso, pronto a dare
la cattiva notizia.
-"Shikamaru... ragazzi... Izumi Yamanaka, la cugina di Ino... è stata uccisa dal capo di quei misteriosi ninja ieri sera..."- affermò Kakashi
tutto d'un fiato.
Il silenzio cadde padrone incontrastato della stanza, solo
il cadere della pioggia come sottofondo.
Tutti si fissavano fra di loro,
profondamente sconvolti.
Shikamaru dava loro
le spalle. Fissava un punto indefinito del pavimento. Tremava. Aveva paura.
Aveva paura per Ino. Asuma era morto da poco meno di
due anni... e lei non si era ancora ripresa completamente. Anche
se faceva la forte e la coraggiosa... lei soffriva da pazzi. E il peggio era che soffriva silenziosamente, da sola, senza
appoggiarsi a nessuno.
Perché? Perché Izumi era morta così? No,
era assurdo. Era ingiusto. Era troppo crudele. Perché proprio a Ino? Perché solo a lei? No, non
poteva essere.
Ino non ce l'avrebbe mai fatta.
Non ce la poteva fare. Sopportare un altro dolore come questo... avrebbe ceduto
sicuramente.
-"...Shikamaru, cosa
dovremmo fare?"- chiese Choji, appoggiando la
mano sulla spalla dell'amico.
Shikamaru scostò la
mano del compagno con uno scatto della spalla, allontanandosi infastidito.
-"...che vuoi che ne sappia,
io?"- mormorò risentito il chunin col codino.
Un altro pesante silenzio calò. Kiba
si sentiva davvero... perso. Non sapeva che fare. Non si era mai ritrovato in
una situazione del genere, mentre capiva perfettamente che Shikamaru
riusciva a comprendere Ino molto più di lui. Si sentiva inutile. Non poteva
davvero fare niente, questa volta, per alleviare il dolore della ragazza che
amava.
-"...non ce la farà... non riuscirà a sopportare un
altro dolore come questo... non ce la farà mai..."- asserì Shikamaru, con tono sconvolto, facendo rabbrividire tutti
quanti per la preoccupazione.
Dopo parecchi minuti, qualcuno entrò nella stanza. Inoichi Yamanaka scrutò tutti i
presenti con occhi stravolti, il viso pallido e
esausto. Non appena vide Shikamaru, gli si avvicinò
di corsa, afferrandolo per le spalle con sguardo speranzoso.
-"Ti prego... dimmi che sai
dov'è Ino... ti scongiuro..."- lo implorò l'uomo.
Shikamaru fissò Inoichi con sguardo perso, riuscendo solo a scuotere la
testa flebilmente, mentre un velo di preoccupazione scendeva sul suo viso.
-"Oh cielo..."- si disperò l'uomo,
allontanandosi dal chunin. -"La mia bambina è
scappata sconvolta stamattina non appena ha saputo di Izumi e non è più tornata a casa... l'ho cercata
dappertutto... non ho idea di dove sia finita... sconvolta com'era... amava
così tanto sua cugina... dopo Asuma... ora anche
lei... povera, povera Ino..."- continuò il signor Yamanaka,
sgomento.
-"Vado a cercarla..."- asserì Shikamaru, seriamente.
Tutti i chunin si scambiarono
sguardi di assenso, senza bisogno di mettersi
d'accordo.
-"Siamo tutti con te, Shikamaru..."-
affermò Naruto, dando una pacca sulla spalla all'amico.
-"Grazie, ragazzi..."- concluse
seriamente il chunin, fissando l'abbondante pioggia
che sembrava non smettere mai quel giorno.
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La ricerca sembrava infinita. Avevano perlustrato Konoha da cima a fondo, senza risultato. E
quella maledetta pioggia non voleva saperne di smettere.
"Fottutissima
pioggia..." pensò Shikamaru,
fissando quei cupi nuvoloni neri che oscuravano il
cielo, mentre i suoi amici litigavano dietro di lui.
-"Non può essere svanita nel nulla!"- sbraitò Kiba, bagnato fradicio.
-"Ha ragione Kiba!"-
aggiunse Naruto, annuendo.
-"Sì, ma fatto sta che non si trova da nessuna
parte..."- asserì Sakura, tristemente.
-"Forse perché non vuole essere trovata?"-
aggiunse ironicamente Tenten.
Quell'ultima frase, però, fece voltare Shikamaru
verso la ragazza. D'istinto, tutti si voltarono verso di lei. Tenten si guardò attorno, imbarazzata e confusa.
-"Che c'è? Che ho
detto?"- chiese spaesata la kunoichi.
-"Sei un genio, Tenten!"-
esclamò Shikamaru, cominciando a correre.
Tutti si guardarono perplessi, indecisi sul da farsi.
Senza pensarci troppo, Kiba si lanciò
all'inseguimento di Shikamaru e con lui presto
lo seguirono gli altri chunin.
Shikamaru correva
come un ossesso sotto quella pioggia battente. Non poteva fare a meno di
pensare a lei: probabilmente era distrutta. E il
peggio era che era anche da sola.
"Ino... aspettami... non fare pazzie..." pensava il ragazzo, continuamente in pena per lei.
-"Shikamaru, dove stiamo
andando?!"- gli chiese Naruto urlando, faticando
a stargli dietro. Erano appena usciti dalle mura di Konoha
e tutti si sentivano un po' persi.
-"Al laghetto poco lontano da qui!"- rispose
l'amico, senza rallentare.
-"Quello circondato dai ciliegi?!
Ma perché, scusa?!"- domandò Sakura,
dubbiosa.
-"Perché quando è depressa Ino va sempre lì!!!"- ribatté Shikamaru.
-"E perché diavolo non ci hai pensato prima, idiota?!"- lo riprese Kiba mentre
lo affiancava, irritato.
-"Beh, se sei tanto innamorato di Ino
perché non ci hai pensato prima tu?"- lo rimbeccò il rivale, ironico.
Poco dopo, i chunin arrivarono a
destinazione.
Il laghetto era un bacino d'acqua non molto grande, usato
d'estate soprattutto dai bambini del villaggio per nuotare. Era tutto
costeggiato da un piccolo molo di legno dove vi erano attraccate piccole
imbarcazioni. Ino soleva venirci in primavera, quando i ciliegi che lo attornavano sbocciavano riflettendosi in acqua.
Ed eccola
lì. Esattamente dalla parte opposta a quella in cui si
trovavano i suoi amici. Seduta su quel freddo molo, fissava l'acqua
sotto di sé. I capelli sciolti e completamente fradici, gli occhi bassi, le
labbra pallide, i vestiti bagnati... tremava come una
foglia, la pioggia la colpiva ormai da diverse ore, ma no, non piangeva ancora.
Non ci riusciva proprio.
Di scatto, Shikamaru
cominciò a correre sull'acqua (fra l'altro Gesù
chiederà i diritti d'autore a Kishimoto per questo...
vabbè, tralasciamo le mie parentesi profane XD) più
veloce che poteva, senza perdere altri secondi preziosi. Lei era
lì e aveva bisogno di lui, lo capiva, lo sentiva...
Il ragazzo arrivò praticamente
sotto di lei. Ino sussultò leggermente spaventata dal ritrovarsi il volto di Shikamaru così vicino al suo all'improvviso. Lui la fissava
dal basso della sua posizione, sperando che lo invitasse a salire sul molo: non
si sentiva sicuro a stare in piedi su quel lago gelido. Ma
così non fu.
Shikamaru fissò i
suoi occhi seri e comprensivi in quelli di Ino.
-"Scusa il ritardo..."- le sussurrò lui, con
tono serio.
La bella kunoichi sentì qualcosa
dentro di lei crollare, ma non era il suo specchio, no, era il muro che
impediva alle sue lacrime di liberarsi. Finalmente, dopo tanta sofferenza, Ino
riuscì a piangere per la morte di sua cugina.
Disperata, infreddolita, senza forze, la ragazza si lasciò
cadere in avanti, verso l'acqua, sapendo che Shikamaru
l'avrebbe stretta in un abbraccio, come sempre. E così fece il ragazzo. La strinse forte a sé e, quando
l'ebbe saldamente fra le sue braccia, saltò sul molo, inginocchiandosi. Shikamaru si sfilò il giubbotto da chunin
col quale avvolse la bella biondina, che intanto singhiozzava disperata
aggrappata saldamente alla maglia nera del ragazzo.
Solo Kiba, Sakura,
Naruto e Choji li raggiunsero. Questa volta, Ino era
davvero devastata: i singhiozzi erano sofferti e le lacrime copiose le
inondavano occhi e viso senza pietà. Forse non avevano mai visto un pianto così
disperato in vita loro: la biondina faticava pure a respirare, le sarebbero
venute le convulsioni se non si fosse tranquillizzata.
Kiba fissava la ragazza decisamente scosso, mentre Naruto e Choji la guardavano con occhi bassi e dispiaciuti. Sakura si avvicinò a lei, pronta a dirle qualcosa, ma Shikamaru la invitò ad allontanarsi insieme agli altri con un eloquente cenno della testa.
Sakura, Naruto e
Choji si allontanarono, senza protestare; Kiba e Shikamaru, invece, si
fissarono a lungo, studiandosi. Dopo qualche minuto, senza dire una parola, l'Inuzuka gli voltò le spalle, allontanandosi: questa volta, Shikamaru era l'unico che potesse
aiutarla, purtroppo.
Non appena anche il rivale se ne fu andato, il ragazzo col
codino strinse ancora più forte la bella Ino tra le
sue braccia.
La ragazza non accennava a smettere di
disperarsi, come la pioggia non aveva intenzione di cessare. Il chunin sbuffò, prendendo Ino in braccio e sollevandola,
fissando il cielo scuro. Forse, Izumi e Asuma li stavano guardando. Segretamente,
Shikamaru chiuse gli occhi, sperando che quei due
angeli potessero aiutarlo nella difficile impresa di sostenere Ino in
quel momento così difficile e delicato.
Dopodiché partì
alla volta di Konoha, sperando di poter calmare e consolare
la ragazza che amava... forse più della sua stessa vita.
Un Mega grazie a: Killuy, Celiane, Luna, Andrea e Ayumi
per le loro recensioni! Aspetto di sapere che ne pensate! Bacione
Sakurina!