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Autore: Vivian Gerardi    16/05/2013    6 recensioni
Tutto iniziò con il loro matrimonio, ero il testimone di nozze del mio migliore amico, Rufy.
Era un ragazzo sempre allegro, con una vivacità che ti contagiava, avevamo passato tutta la vita insieme.
Una sera come tante trascorsa con i nostri più fidati amici la vide, la ragazza più bella di tutto il mondo secondo i suoi occhi, la sua regina, si precipitò da lei e subito fu primo amore.
I mesi passarono e oltre a Nico Robin, la ragazza di Rufy, si aggiunse anche una strana ragazza, Nami era il suo nome.
La più bella e stronza donna che i miei occhi videro in tutta la vita, lei sapeva già cosa voleva dalla vita, un marito ricco, fare soldi a palate con il suo frutteto di mandarini e avere dei bambini.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Nefertari Bibi, Roronoa Zoro, Tashiji, Trafalgar Law | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tutto iniziò con il loro matrimonio, ero il testimone di nozze del mio migliore amico, Rufy.
Era un ragazzo sempre allegro, con una vivacità che ti contagiava, avevamo passato tutta la vita insieme.
Una sera come tante trascorsa con i nostri più fidati amici la vide, la ragazza più bella di tutto il mondo secondo i suoi occhi, la sua regina, si precipitò da lei e subito fu primo amore.
I mesi passarono e oltre a Nico Robin, la ragazza di Rufy, si aggiunse anche una strana ragazza, Nami era il suo nome.
La più bella e stronza donna che i miei occhi videro in tutta la vita, lei sapeva già cosa voleva dalla vita, un marito ricco, fare soldi a palate con il suo frutteto di mandarini e avere dei bambini.
A breve i nostri amici si sposarono, Nami ed io facemmo da testimoni della coppia, noi che non ci sopportavamo più di tanto.
Dopo quel giorno però per colpa dei miei allenamenti con la spada non vidi più nessuno, non mi accorsi che Rufy fosse diventato padre finché una chiamata mi svegliò in piena notte.
“Zoro vieni subito in ospedale, è successo…” era Usop che mi chiamava.
Appena compresi ciò che era successo mi precipitai all’istante, salii sulla mia moto e a tutto gas raggiunsi l’ospedale.
“Sei arrivato! Strano che non ti sei perso” Come al solito mi prendeva in giro.
“Dai Usop non dire cosi, non sappiamo ancora nulla di come stanno” Chopper, il più piccolo della compagnia.
“Rufy è una forza della natura e Robin ha una corazza secondo te possono morire?”
E a quelle parole arrivò Kaya, la ragazza di Usop nonché infermiera dell’ospedale.
“Ragazzi…” le lacrime gli scesero all’istante.
“Sono vivi vero?” domandai la risposta in cuor mio già la sapevo.
“Mi.. mi… mi dispiace” e andò ad abbracciare il suo ragazzo.
“Non ce l’hanno fatta.. hanno perso troppo sangue, le ferite erano troppo profonde, abbiamo fatto il possibile ma è stato tutto invano” mentre rimbombavano nella mia testa, dei tacchi si avvicinavano a me, alzai lo sguardo e una testa rossa si avventò su di me.
“Come ha potuto portarceli via? Ora io quell’ubriacone lo uccido, quel maledetto bastardo”
“Nami dai calmati” Cercai di tranquillizzarla ma la rabbia dentro di me era molta di più.
“Calmarmi? No io lo fulmino io io..” ma non riuscì più a parlare, il pianto si era impadronito di lei.
Senza pensarci l’abbracciai e iniziai a coccolarla, dopo qualche minuto si tranquillizzò.
“Ora cosa ne sarà della loro bambina?”
“COSAA?” Esclamammo in coro.
“Si, Anja, è a casa con la baby sitter, è stata lei a chiamarmi”
Povera bambina neanche un anno e già senza genitori, un pensiero mi attraversò la mente, Robin non è una che non pensa a queste cose, lei è tutta precisa e pensa sempre al futuro, saranno i dieci anni che ci differenziano ma avrà sicuramente pensato a questa eventualità, alla fine sono anche loro orfani.
“Ora vado da lei, almeno la lascio andare a casa, qualcuno può accompagnarmi?”
“Vieni mocciosa ho un casco in più”
“Con te non ci vengo, piuttosto vado a piedi”
“Va bene, allora ragazzi.. beh allora ci sentiamo poi per.. beh insomma”
“Non preoccuparti Zoro”
Mi avviai all’uscita ma Nami mi stava alle costole.
“Muoviti buzzurro, dobbiamo andare”
“Mi sembrava di aver capito che non ci venivi con me”
“Hai capito male si vede, ora andiamo”
Le diedi il casco e partimmo per la casa dei nostri amici.
Era una villa enorme a due piani, un enorme giardino pieno di fiori e alberi, una casa perfetta per crescere dei bambini.
Appena suonammo la baby sitter ci aprì, era una ragazzina piccolina, con dei ciuffi bizzarri, com'è possibile che Rufy si fidava a lasciar la sua bimba a una mocciosa non me lo spiego.
“Salve voi siete Nami e Zoro?”
“Si tesoro”
“Mi dispiace ma devo vedere i documenti, non mi fido capite?”
Era una ragazzina molto intelligente e brava, gli mostrammo i nostri documenti ed entrammo in casa e lei se ne andò dalla nonna.
“Zoro, come è possibile?” disse mentre coccolava la piccola Anja.
“Strega, non lo so, sarà il destino, il fato, ma è cosi, non ci puoi far nulla”
“Come non ci puoi far nulla, io so come fare, ammazzare quel farabutto”
“Ah si? E poi vai in galera? Fai il suo stesso gioco allora, no io gliela farei pagare a marcire in galera, in un metro per un metro, con poco per sopravvivere, una bella tortura”
“E io sarei malata? Guardati te”
“E’ la giusta pena per chi ha ucciso il Mio migliore amico! Rufy era come un fratello per me! Era il migliore” e nella mia mente passarono veloci le immagini della prima volta che lo vidi, la promessa che ci eravamo fatti.
“Staremo sempre insieme, nessuno ci potrà dividere, e ognuno di noi aiuterà l’altro a realizzare i nostri sogni!”
Già io alla fine mi allenavo tutti i giorni per diventare il miglior spadaccino che il mondo abbia mai visto e lui il trovatore di tutti i tesori.
A quel ricordo mi scese una lacrima, non posso più tenere il dolore dentro di me, ho finto fin troppo.
“Zoro, se vuoi andare vai, so cavarmela da sola non ti preoccupare”
“Non ci penso neanche, però vado a prendere il cambio per domani, vuoi che ti prendo qualcosa per te?”
“No tranquil..” nel mentre la piccola si era svegliata e come buongiorno le vomitò la cena.
“ahahhaahahah se è ciò che vuoi” non smisi di ridere un secondo.
“Dai testa verde, queste sono le chiavi, vammi a prendere un po’ di roba, su svelto”
“Chiudi bene la porta e qualsiasi cosa chiamami subito chiaro?”
“Si paranoico”
E andai a prendere le nostre cose, ci misi il meno tempo possibile, non volevo assolutamente che le succedesse qualcosa.
Quando rientrai in casa vidi Nami e Anja dormire sul divano, erano cosi tenere, notai che aveva gli occhi gonfi, si anche lei aveva pianto come me.
Presi una coperta e mi addormentai all’istante.
  
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