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Autore: Paddy_Potter    17/05/2013    1 recensioni
Cos'è successo quella notte? Perché Sirius è scappato di casa? Dove è andato? Com'è avvenuto questo paragrafo della vita del nostro Felpato che si accenna solamente?
Questa storia parla di dolore, tristezza, perdita, ma anche di amicizia e promesse rinnovate.
Verranno svelati nuovi segreti, tra le peripezie dei nostri malandrini, con una guerra ad aspettarli, con tutto ciò che possono combinare i nostri sedicienni preferiti!!
Nel primo capitolo...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Potter, Orion Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Mantobianco e i capelli di James

 

 

 

Uno sguardo. Un solo sguardo e la tosse di Sirius che si stava strozzando per colpa del bacon.

"Non possiamo averlo dimenticato davvero." mormorò James.

E mentre si precipitava giù per le scale, sentì Sirius che sputava il bacon e che si lanciava dietro di lui, seguito da un sonoro "Per le mutande a pois di Merlino!!"

Tutto cominciò quella mattina...

 

Il vento soffiava burlone e il sole splendeva chiaro su Hogwarts in una classica giornata di fine aprile. Nel parco, l'erba nuova riluceva d'un verde vivo, gli usignoli cinguettavano allegri e il Platano Picchiatore si stiracchiava pigro, scrollandosi di dosso le ultime tracce di neve e facendo prendere una boccata d'aria alle tenere foglie. Sulla superficie del Lago Nero, da poco scongelata, le sottili increspature rilucevano di luce argentea, mentre le oscure profondità rimanevano celate all'occhio. Il castello si stagliava maestoso, con le sue guglie e torrette appuntite, le mura di pietra in netto contrasto con il cielo terso.

Il sole invase il dormitorio dei ragazzi del quinto anno quando Remus scostò bruscamente le tende rosso scuro. Un'esclamazione poco signorile si levò dal letto di Sirius mentre un gavettone gelato lo strappava dal mondo dei sogni.

"TU! MALEDETTO PALCO DI CORNA AMBULANTE! IO TI AMMAZZO!!!"

E fu con queste parole che il famigerato "palco di corna ambulante" scattò il più lontano possibile dal letto del fratello, con quello che lo rincorreva ringhiando, sguardo omicida.

Non era esattamente un buon modo di svegliarsi la mattina, ma Frank Paciock si era ormai rassegnato, essendo in camera con i Malandrini da quasi cinque anni.

Quindi, schivando un cuscino, schivando James, schivando Sirius, scavlcando Peter...un momento, ma che ci faceva Peter sul pavimento abbracciato a un cuscino? Frank decise di passare oltre e, raggiunto un luogo sicuro, si chiuse alle spalle la porta del bagno.

James, nel frattempo, quasi si soffocava dalle risate e riusciva per poco a schivare i cuscini che Felpato gli tirava. Quando però i suoi - amati, coccolati, meravigliosi - capelli furono investiti da delle mutande - talmente larghe che, constatò con orrore, potevano essere solo di Peter - rimase talmente scioccato da investire Remus, schiantarsi sul suo letto insieme al suddetto e schiacciarlo con la sua, seppur modesta, mole da cercatore.

Il povero Lunastorta, bloccato mentre si avviava furtivamente verso la porta del dormitorio, si ritrovò improvvisamente schiantato sul letto di James e con i capelli di questo in bocca.

Purtroppo, con suo sommo dispiacere, aveva ancora gli occhi liberi e riuscì a vedere benissimo Sirius lanciarsi di peso, con un ghigno spaventosamente fanatico in faccia, sopra a Ramoso. Peccato che, sotto Ramoso, ci fosse lui.

Chiuse gli occhi, preparandosi all'urto, e affondò la faccia nei capelli - dannatamente, schifosamente, insopportabilmente SPARATI e ricoperti di bava - di James.

"Perchè?! Perchè?! Perchè Merlino non sono rimasto a dormire in biblioteca ieri sera? Perchè ho abbandonato il mio amato libro? Perchè questi due vogliono uccidermi?!" riuscì a pensare il poveretto prima della fine.

Poi, il corpo di quel pazzo omicida del suo amico si schiantò su ll'altro pazzo cretino suo amico sopra di lui e, di consegueza, su di lui.

"Merlino sei un gran bastardo!"

E con queste ultime parole, Lunastorta diede addio al mondo.

Purtroppo - o per fortuna, in questo caso non si può precisare - il povero ragazzo non passò a miglior vita e, aperti gli occhi, si ritrovò davanti, con indefinita sorpresa, la faccia schifosamente soddidfatta di Sirius.

"Ciao, Rem!!"

"BRUTTO CRETI..."

"MALEDETTO CAGNA..."

E nonostante il mare di insulti che usciva dalle bocche dei due sciagurati, quello si mise a ridere, o meglio a latrare, senza perdere l'occasione di stiracchiarsi e di MUOVERSI sopra ai compagni di stanza.

Quando però le ossa di Remus cominciarono a scricchiolare in modo a dir poco preoccupante, Sirius, in preda ad un atto di magnanimità, decise di togliersi.

Non fece in tempo.

In quel momento, Lunastorta vide davvero la sua fine arrivare: Peter prese la rincorsa e si tuffò sui rimanenti Malandrini.

"NO, PETER, NOOOOOOOAAAAGGHGHHAIAIAGHGHG!" strillò Felpato.

E così, anche le ossa di Sirius provarono l'inebriante sensazione di venir schiacciate da una mongolfiera ripiena.

"Giustiza è fatta!" urlò James nel timpano di Remus, assordandolo.

Se questi non si fosse trovato al di sotto dell'intera banda, molto probabilmente avrebbe concordato, ma non essendo questa la situazione, recuperò quel po' di fiato che gli era miracolosamente rimasto nei polmoni, compressi in modo innaturale, e lo utilizzò nel seguente modo.

"SENTITE DEFICIENTI, LEVATEVI DA SOPRA DI ME O VI PRENDO A SBERLE A DUE A DUE FINCHE NON DIVENTANO DISPARI!!!!"

"Adesso basta! Non è possibile!" farfugliò Frank ancora in bagno, il volto nell'asciugamano. Raccolto il suo coraggio da Grifondoro, decise di uscire e mettere fine a quel disastro.

Quando, però, aprì la porta si ritrovò davanti una scena a dir poco equivoca: Remus sotto tutti con sguardo furente, James sopra di lui con sguardo implorante, Sirius sopra di loro con una smorfia di dolore in faccia e Peter che comletava l'opera, trionfante sopra a tutti.

No, questo non era decisamente un buon modo per svegliarsi la mattina.

 

************

 

"Remus mi passi una brioche?" la voce di Sirius lo risvegliò mentre, seduto al tavolo di Grifondoro in Sala Grande, il prefetto controllava di avere ancora tutte le ossa intere.

"No." disse Remus.

"Avanti, Lunastorta! Solo perchè ti abbiamo schiacciato un po'!?"

Remus non rispose.

"Jamie, mi passi una brioche?"

"No."

"Ma dai, anche tu!?"

James sorrise malandrino. "Non mi pare di averti traumatizzato psicologicamente svegliandoti con un gavettone!" rispose fingendosi offeso, senza riuscire a togliersi dalla faccia quel sorriso da sberle "Tu, al contrario, hai dato il via ad un tentato omicidio!"

"Frank, mi passi una brioche?"

"No." Perentoreo.

"Dai..."

"No." Nervoso.

"Ti preeego."

"No." Nervosamente isterico.

"Ti scongiuuuuuro."

"No." Sulla soglia dell'arrabbiato.

"Daaaaai."

"No." Alle porte del furioso.

"Ti pre..."

"SIRIUS! VA IN FONDO AL LAGO CON LA TUA STUPIDA E MALEDETTISSIMA BRIOCHE!" Ben oltre il furioso, Frank espose, scaraventando in faccia a Felpato la sua tanto desiderata brioche.

James si chiese perchè il suo amico avesse scelto di tirargli proprio quella in fondo alla pila. La risposta arrivò subito dopo, quando la faccia di suo fratello divenne una decisamente allettante chiazza di cioccolato.

"Ora giustizia è fatta davvero." pensò compiaciuto.

"Signor Paciock!" esclamò accigliata la professoressa McGrannit "Non mi pare il modo di comportarsi! Cinque punti in meno a Grifondoro!"

"Ok, forse non proprio." si corresse.

 

************

 

Era martedì, e, per le prime due ore, in programma c'erano due noiose, infinite, soporifere ore di Storia della Magia.

I quattro Malandrini entrarono in classe e si appropriarono dei soliti quattro banchi in fondo all'aula.

Anche Lily Evans entrò e si appropriò del suo solito banco. Non è esatto dire "appropriò", perchè il suddetto banco si trovava in prima fila, dritto davanti alla cattedra di Ruf. Di conseguenza, NESSUNO (sano di mente, aggiungerebbe Sirius) oserebbe nemmeno avviciarsi a quel banco, cedendolo molto volentieri alla volonterosa (masochista, direbbe Sirius) grifondoro.

"Ciao, Evans! Lo sai che sei ancora più bella con la treccia?" esclamò James dall'ultima fila.

Effettivamente, Lily era davvero molto carina con i capelli raccolti in quella treccia ordinata, stretta da un nastro rosso alla fine, notò Remus.

"Ciao, Potter! Lo sai che che fai ancora più schifo con i capelli parzialmente ingelatinati? rispose lei, girandosi appena e lasciando trasparire un sorrisetto trionfante.

Quello sulle labbra di James, invece, si congelò all'istante e, quando si passò una mano tra i capelli (stranamente e sfortunatamente per la prima volta quella mattina), si rese conto son sommo disgusto che sì, i suoi - carissimi, meravigliosi, unici - capelli erano veramente spruzzati di qualcosa di appiccicaticcio.

Lunastorta, rendendosi conto di cosa fosse esattamente la cosa gelatinosa, scese progressivamente sotto il banco.

"Ti prego, Merlino fa che James non si ricordi, ti prego, non ti insulterò più..."

"Remus - tu - sei - morto." sibilò James.

E detto questo si avviò verso la porta appena prima che Ruf entrasse in classe attraverso la lavagna e se la chiuse alle spalle.

"...Merlino sei un vero bastardo!" concluse mentalmente Rem.

 

************

 

Remus l'aveva fatta davvero grossa: non solo aveva osato ungere i suoi - fantastici, stupendi, incantevoli - capelli con la sua bava, ma l'aveva anche svergognato di fronte a Evans!!

"Adesso vedi, Rem, come ti concio! Sangue di salamandra...no, troppo banale. Occhi di pesce palla...no, troppo ovvio. Fegato di drago...no, Lumacorno se ne accorgerebbe. Milze di pipistrello...no, non fanno paura a nessuno..."

Fantasticando sulla sua vendetta, James, che intanto si era ripulito i capelli, camminava per i corridoi di Hogwarts in cerca d'ispirazione. Avrebbe saltato la lezione di Storia, ormai era deciso.

Era più o meno nell'ala est quando una finestra si spalancò e Hagrid sbucò fuori, o meglio sbucò dentro.

Considerando il fatto che erano al quarto piano, la cosa lasciò il grifondoro non poco scioccato.

"Ehm....posso spiegare..." biascicò l'uomo.

"Non ne sono così sicuro..." commentò James.

"Oh, dannazione! Vieni qui!"

E in un attimo il ragazzo si ritrovò tra le mani di Hagrid, poi sul balcone della finestra e successivamente in groppa a qualcosa di alato, con le piume e dall'aria decisamente quadrupede.

Ora, premettendo che James non era un gran fan di Cura delle Creature Magiche, ritrovarsi in situazioni simili non è mai esattamente ragionevole; se ci si trova poi ad una considerevole distanza dal suolo, la cosa lo è ancora meno.

Prima che avesse anche il tempo di pensare di strillare (come una femminuccia, quindi forse è stato meglio), Hagrid salì dietro al grifondoro e, con un leggero strattone, fece partire l'animale.

Questo non se lo fece ripetere e si lanciò in una picchiata degna di un cercatore verso il lago, per poi virare verso il bosco ed, infine, atterrarvi.

Durante questo lasso di tempo, James non sapeva se urlare dalla paura o dalla felicità. In fondo, era davvero fantastico: stavano volando a velocità considerevole, il parco e il lago scorrevano veloci sotto i piedi e l'aria fresca riempiva i polmoni quasi di sua volontà.

Presto, però, il volo finì e Hagrid fece scendere il ragazzo: si erano addentrati parecchio nella foresta.

Mentre l'uomo calmava l'animale e si distraeva per un po', il grifondoro estrasse il suo specchietto.

"Sirius!"

Il volto dell'amico comparve. "Ma dove Godric sei finito!? Ruf mi sta uccidendo dalla noia!"

"Nella Foresta con Hagrid! Vieni subito, porta tutti i Malandrini che puoi, sono circa....dove c'è quella grotta, quella con il laghetto davanti, dove abbiamo buttato Remus qualche mese fa..."

"James!" Remus comparve nello specchietto.

"Ciao, Rem!"

"Arriviamo." concluse Sirius. "Tutto pur di venir via da qui!!" e scomparve.

Nel frattempo, Hagrid aveva calmato il suo cucciolo ed era tornato verso Ramoso.

"Hagrid, vuoi spiegarmi che Godric ci fai con un ippogrifo?" chiese il ragazzo.

"James....io...è che l'ho trovato tutto solo e non c'era la sua mamma e capisci che non ce lo potevo lasciare tutto solo soletto nella foresta! È ancora piccino, ha bisogno di cure ma c'ho un problema: non posso tenerlo qui nel parco, è troppo pericoloso! Se un qualche studente privo di cervello s'andasse a fare un giro nella foresta e lo trovasse, lo direbbe subito ai professori! Ma non posso lasciarlo, James, devi capirlo...."

Il ragazzo riflettè un secondo: prima di tutto lui ci andava ogni mese nella foresta (con l'aggiunta di uscite occasionali) e lui aveva un - dotatissimo - cervello; secondo...

"Ma scusa Hagrid, dallo ad un tuo amico! Chiedigli di tenerlo!"

"Non è così facile! Non c'è nessuno che abbia un giardino o un posto abbastanza grande! E poi te l'ho detto: ha bisogno di attenzioni particolari e non c'è molta gente che sarebbe in grado...ci sono!" una luce indecifrabile gli si accese negli occhi.

"Cosa?"

"Lo puoi tenere tu!"

"Cosa?!!?" questa volta nella voce di James si era scorto un po' di panico. "Hagrid, non dirai mica sul serio?! Io!? Con un ippogrifo?! No, no, no! Non se ne parla! I miei mi ucciderebbero all'istante!"

"E tu non dirglielo! Per favore, hai un giardino grande e con un bel boschetto da quel che so e non te la cavi tanto male con le creature magiche! Il professore dice che sei bravetto!"

"Hagrid, io..."

"Jamie! Io...ma che diavolo..." la voce di Felpato che compariva tra gli alberi.

"Che ci fate voi qui!?" chiese Hagrid allarmato vedendo Sirius e Remus arrivare.

"Avete fatto in fretta! Comunque, li ho chiamati io, ci possono aiutare."

"Come, prego?" fece Sirius sorpreso.

"Avanti, ragazzi! Dobbiamo solo portare questo piccolo e indifeso ippogrifo in un posto sicuro lontano da qui e che non si casa mia!" finì rivolgendosi ad Hagrid.

"E allora dove, James?" gli rispose quello.

"Ci dev'essere un altro posto..."

"Ragazzi, vi prego, convincetelo. Fatelo per Mantobianco!" si rivolse implorante Hagrid ai due.

"Bel nome!" scherzò Sirius.

"Ok, fatemi capire" cominciò Remus "Tu hai un ippogrifo, ma non puoi tenerlo qui e serve un posto dove portarlo, giusto?"

"Giusto." confermò Hagrid.

"Effettivamente Jamie, tu hai proprio un bel po' di spazio in giardino..."

"I miei mi ammazzarebbero se venissero a saperlo! E poi cosa gli dico, scusa, Ciao mamma, papà, quest'anno mi porto a casa un ippogrifo giusto per non sentirmi solo. Dove possiamo metterlo? Ma dai, ragionate!"

"E allora dove lo mettiamo?" s'intromise Sirius.

"James, è solo e ci sono poche probabilità che ritrovi sua madre. Qui è davvero in pericolo. Avanti Jamie, ha bisogno di aiuto."

Il ragazzo guardò Remus che gli restituì uno sguardo implorante: odiava quando faceva così, gli si scioglieva il cuore e non riusciva mai a dirgli dino. Sapeva a cosa il suo amico si riferiva e non voleva farlo star male: nel parco Mantobianco era davvero in pericolo e non solo per i ragazzi-senza-cervello che potevano trovarlo, ma anche per il Lupo Mannaro che ci trascorreva una notte al mese. E poi Remus, essendo quello che era, aveva una grande sensibilità verso le creature magiche ed era seriamente preoccupato di poter fare del male a quell'ippogrifo...

"E va bene..." acconsentì alla fine.

"E bravo il nostro Ramoso!" Sirius lo infiocchettò con una bella pacca sulla spalla.

Remus lo guardò sorridendo e James rispose al sorriso.

"Grazie! Grazie, James!" disse Hagrid.

"Però dovete aiutarmi a portarlo via di qui!"

"Perfetto! Non c'è problema!" annuì Felpato "Basta un piano dei nostri ed è fatta!"

"Già...più o meno..." confermò incerto Lunastorta.

"Hey, ma dov'è Coda?" fece Ramoso.

Tutti si guardarono intorno.

"Era dietro di noi." si accigliò Sirius.

"Sono...sono..qu...qui!" giunse la voce tra gli alberi.

Peter era rosso paonazzo per la corsa - non è che avesse esattamente un fisico atletico... - e sembrava sul punto di svenire.

"E...eccomi...io...UUAAAHH!" giunse lo strillo acuto (per quanto acuto possa essere un rantolo uscito da un bignè affannato) "Qu...quel..."

Un tonfo seguì quelle ultime parole: Pete era definitivamente svenuto.

Sirius coronò il momento con la sua solita delicatezza.

"E adesso chi lo riporta al castello?"

 

************

 

Il piano era questo: quella notte stessa, i Malandrini (fatto rinvenire Coda) avrebbero portato Mantobianco nella parte di Foresta al di fuori dei confini (e quindi delgi incantesimi) di Hogwarts e da lì, con una passaporta creata da Remus nel pomeriggio, sarebbero arrivati a casa Potter, attraversando gli incantesimi di difesa con l'aiuto di James che sapeva come abbassarli momentaneamente. L'avrebbero portato fino alla cascina nel cuore del boschetto, gli avrebbero fornito un'enorme dose di provviste, disposte in modo che non le trovasse tutte subito e che gli bastassero almeno per le tre settimane successive. Per l'acqua non c'erano problemi perchè la cascina era costruita ai margini di un limpido ruscello e i genitori di James non ci andavano quasi mai: quello era il posto dove il grifondoro amava giocare da bambino ed, ora che era ad Hogwarts, i signori Potter lo visitavano molto di rado. Con un po' di fortuna non se ne sarebbero accorti. Le provviste avrebbero dovuto durare per un certo periodo perchè nemmeno James poteva abbassare le difese della casa tante volte senza che nessuno se ne accorgesse, e così non potevano recarvisi troppo spesso. Sistemato il cibo, i ragazzi avrebbero dovuto imporre degli incantesimi di sicurezza per creare una corda magica allungabile per tenere Mantobianco nel raggio di un centinaio di metri dalla cascina e poi altri per scongiurare eventuali visite di chiunque in quella parte del bosco.

Infine, James avrebbe dovuto informare solo Tawny della cosa e darle precise istruzioni su quanto spesso controllare l'ippogrifo, sullo spedirgli lettere per aggiornarlo riguardo all'animale e sul non dire nulla ai genitori. Sarebbero poi tornati a scuola entro l'alba.

La notte calò presto sul castello e, silenziosa come sempre, avvolse il parco in un nero mantello. Solo le stelle permettevano di distinguere la terra dal cielo: c'era la luna nuova. Il lago era un'enorme lingua ancor più nera che s'allungava nel buio, gli alberi oscuri giganti che si stagliavano verso gli astri.

Quattro ragazzi, nascosti sotto il Mantello dell'Invisibilità, avanzavano nell'immacolato silenzio verso la foresta. Escluso qualche piede pestato e degli occhiali con le stanghette storte, i Malandrini arrivarono al punto d'incontro prefissato, dove Hagrid li aspettava - il piede che ticchettava nervoso sul soffice suolo - insieme a Mantobianco.

"Tranquillo, Hagrid. Ti assicuro che si troverà bene nel boschetto e che sarà al sicuro." tentò di rassicurarlo James, sbucato fuori dal mantello.

"Lo so, lo so...è che so già che mi mancherà molto...ciao Mantino, mi raccomando fai il bravo. Papino di verrà a prendere il prima possibile..." e detto questo, l'uomo si allontanò, lasciando che James salisse sul dorso dell'ippogrifo.

I ragazzi lo circondarono e Remus, tenendo alta la passaporta perchè tutti riuscissero a toccarla, annunciò gli ultimi dettagli.

"È l'una di notte. Se il piano funziona, riusciremo a tornare per le tre, massimo tre e mezza. Se non siamo qui per le quattro e mezza, Hagrid ascolta bene, non devi cercare aiuto. Se ne avremo bisogno, te lo faremo sapere. Chiaro?"

L'uomo annuì, poco convinto.

"Perfetto. Quindi tre, due, uno..." e lo strano gruppetto sparì, lasciando uno spiazzo vuoto e solitario nella radura.

Hagrid, insieme sollevato e sconsolato, si sedette sospirando su un masso, in attesa.

 

************

 

Per un secondo, tutte le difese di casa Potter vennero abbassate per venire ripristinate poco dopo, lasciando però entrare quattro ragazzi e un ippogrifo nel parco. Erano arrivati proprio vicino alla capanna, come aveva detto James.

La radura mormorava nell'oscurità, mentre gli alberi placidi ondeggiavano alla sottile brezza. La cascina si ergeva minuta tra quei giganti nel mezzo dello spiazzo, proprio sulle rive di un silenzioso ruscello. Il tutto era ricoperto e permeato da un velo nero.

"Ok. Ora, sapete tutti cosa fare. Pete, vieni." annuciò Remus sottovoce, afferrando Codaliscia e portandolo via con sè.

Al castello si erano divisi i compiti: Sirius sarebbe rimasto con Mantobianco, Remus e Peter avrebbero sistemato il cibo e James avrebbe spiegato tutto a Tawny: era un piano perfetto.

I ragazzi stavano già cominciando quando due voci ruppero il silenzio e decretarono l'inizio di un principio d'infarto nei Malandrini.

"Charlus, ho capito che è la sera del campeggio, ma non potevamo rimanere ai margini della foresta?"

"E che gusto c'è a campeggiare a trecento metri dalle porte di casa, Dorea?"

James sentì il sangue gelarglisi nelle vene: lui aveva il divieto assoluto e totale di abbassare le difese della casa per arrivarci, perchè rischiava di non riattivarle e di lasciare allo scoperto e in pericolo tutti i suoi abitanti. Era una questione seria e lui lo sapeva benissimo, non l'avrebbe mai fatto se non fosse satao necessario, lo aveva anche giurato a suo padre. Non voleva deluderlo, non voleva fargli pensare di non essere degno della sua fiducia. Ma cosa poteva fare ora, intrappolato tra la foresta e i genitori in piena notte, con una passaporta che entro due ore e mezza sarebbe partita anche senza di loro?

"James!" la voce nervosa di Sirius lo risvegliò. Voltatosi verso gli amici, decise in fretta la cosa meno saggia che potesse sciegliere, ma al momento l'unica alternativa contro la furia di suo padre.

"Tutti nella foresta! Subito!" mormorò.

Dopo un attimo di incertezza, Remus e Peter si slanciarono verso i margini della radura, portando l'ippogrifo con loro. Sirius rimase lì poco di più, gli occhi fissi in quelli di James: lesse i suoi pensieri ed ebbe la certezza che fossero identici ai suoi. Era folle addentrarsi in un bosco di notte con un animale del genere ma, sentendo le voci che si avvicinavano, ebbe la conferma di non avere scelta. Fu così che anche gli ultimi Malandrini corsero verso gli altri e scomparvero nel fogliame appena prima che, dall'altra parte della radura, i signori Potter comparissero dal sentiero e si incamminassero verso la cascina.

"James, che facciamo ora?!" domandò isterico Remus, dopo che ebbero raggiunto un luogo abbastanza lontano dalla radura.

"Ma è possibile? Proprio oggi dovevano fare la serata campeggio?!...Non lo so, Rem, non lo so! I miei staranno lì tutta la notte! Non c'è niente in grado di far abbandonare a mio padre il suo bel sacco a pelo! La serata-campeggio è sacra per lui!"

"La serata-campeggio? Sul serio?"

"Si, Sirius, sul serio!"

"Ma tra poco più di due ore la passaporta torna ad Hogwarts!" fece Remus.

"Lo so, ma non so come farli sloggiare di lì! Non c'è modo, davvero, voi non conoscete mio padre, è impossibile farlo alzare da quel dannato sacco a pelo una volta che ci si è infilato detro....o forse no!" concluse Ramoso alzando di scatto la testa con una luce malandrina negli occhi: aveva un piano! Pazzo, idiota e da tutto fuor che da Grifondoro, ma era pur sempre un piano!

"Se ci trasformiamo in Animagi e convinciamo Tawny a darci un mano, possiamo far succedere qualcosa in casa e far allontanare i miei dall radura!"

"Trascurando il fatto che sia un'idea geniale," intervenne Felpato "cosa ci garantisce che non torneranno domani sera?"

"Metteremo degli incantesimi in modo che influenzino le loro decisioni! Rem, mi avevi parlato di qualcosa di simile poco tempo fa, ti ricordi?"

"Sì, posso fare qualcosa, sono incantesimi che fanno cambiare idea alle persone e li indirizzano lontano dal posto in cui non devono andare. So come farne qualcuno."

"Perfetto...cosa possiamo combinare di abbastanza grave da far tornare i tuoi in casa?" chiese Sirius.

"Beh, suppogno che se sentissero un gran casino e se qualche elfo corresse ad avvisarli, scatterebbero in piedi."

Remus li guardò incredulo: stavano dicendo sul serio?

"Va bene." iniziò Felpato "Rem, sarà meglio che tu faccia la guardia a Mantobianco finchè non torniamo, poi mettiamo provviste e incanteismi. Pete, tu sei un mito a combinare disastri, vieni con noi. Io e te, Jim, andiamo con Pete a casa come cane, cervo e topo...sì Peter, tu puoi stare sulle corna di Jim, e poi torniamo, aiutiamo Rem e ce ne torniamo a scuola, pregando che gli incantesimi funzionino. Il tutto entro due ore. Obiezioni?"

Sì, dicevano sul serio.

"No." risposero in coro.

E detto ciò, i tre si trasformarono e partirono il più velocemente possibile verso la villa.

 

************

 

"Hai capito bene, Tawny?"

"S', padroncino James."

"Perfetto, aspetta che combiniamo qualcosa e poi vai ad avvertire mamma e papà."

"Va bene."

E, spiegato tutto all'elfa, i tre Malandrini si avviarono verso l'ala est della casa e, sfoderate le bacchette, fecero un rumore quasi assordante.

 

************

 

"Ma che diavolo succede?!" si svegliò Charlus Potter a causa del frastuono che si sentiva fin nel cuore del bosco.

"Viene dalla casa!" esclamò sua moglie.

In quel momento comparve Tawny dal fitto del bosco, correndo affannata.

"S-signori Potter! Signori Potter! S-sta succedendo qualcosa! Non so cosa! C'è tanto rumore! Non capisco che cosa lo faccia! Dovete tornare! Ora!"

I due si alzarono di scatto dal sacco a pelo, impacchettarono tutto e corsero verso la villa.

Arrivati, però, la casa non riportava danni e il frastuono era cessato, ma non c'era traccia di chi o che cosa potesse averlo provocato.

Coloro che l'avevano fatto se l'erano già svignata e mettevano in quel momento piede nella radura, dove Remus aveva già sistemato Mantobianco nella cascina e stava disponendo le provviste.

"Ha funzionato!"

"Alla grande!"

"Perfetto!"

"Già, fantastico, ma dobbiamo muoverci! Abbiamo poco più di mezz'ora per sistemare il cibo e mettere gli incantesimi, poi la passaporta se ne va." smorzò l'entusiasmo Lunastorta, fortunatamente razionale come sempre.

"D'accrodo."

E i Malandrini al completo imposero incanti su incanti e distribuirono le provviste per l'ippogrifo.

"Tawny sa cosa fare e ha detto che si occuperà di Manto. Gli incantesimi ci sono, cibo e acqua pure...beh, Mantino, se stai comodo, possiamo solo dirti di fare il bravo." disse Ramoso all'ippogrifo, accarezzandogli lentamente le piume.

Quello emise un verso felice: a quanto pareva, gradiva la sua nuova sistemazione.

"Ti prego, Jamie! Non chiamarlo così! Gli rovini la reputazione!" commentò Sirius.

"Ragazzi, tutti qui!" esclamò Remus. "Ciao, Manto! Ci vediamo tra un po'! E si parte tra tre, due, uno..."

 

************

 

Il silenzio della Foresta Proibita fu spezzato dalla caduta del corpo di quattro ragazzi, che si schiantarono dolcemente al suolo.

"Ragazzi, ce l'avete fatta!" sentirono l'esclamazione di Hagrid.

"Già, con un piccolo ritocco al piano, ma ce l'abbiamo fatta." confermò Sirius.

"L'importante è che Mantino sia al sicuro ora! Venite quì: vi meritate un bell'abbraccio!"

E prima che i poveretti riuscissero ad implorare pietà, furono tutti stretti nella morsa stritolante dell'uomo, tra ghigni e smorfie di dolore.

 

************

 

L'orologio battè le quattro mentre la porta del dormitorio si chiudeva alle spalle dei Malandrini.

"Beh, notte a tutti, gente!" sbadigliò Felpato.

"Notte."

"Notte."

"Notte."

I saluti furono seguiti da alcuni urli strozzati e da diversi tonfi sordi: Frank si era addormentato raggomitolato in mezzo alla stanza, facendo inciampare i ragazzi e facendoli rovinare a terra, Peter per la seconda volta sopra a tutti, Remus per la seconda volta sotto a tutti!

"Frank, domani di brioche te ne tiro dietro una quarantina!!" ringhiò Sirius.

"Ma la volete smettere di tentare di distruggermi la cassa toracica?!" ringhiò di ritorno un indignatissimo Remus, spiaccicato sotto a quegli emeriti deficienti dei suoi amici che non si toglievano di torno.

"REMUS, LA VUOI SMETTERE DI SBAVARE SUI MIEI MERAVIGLIOSI, FANTASTICI, STUPENDI CAPELLI!!?? VUOI CHE DIVENTI COME MOCCIOSUS??!!"


........
 

“No, no, no, NO! E adesso dov'è finito?!” esclamò James davanti alla cascina impeccabilmente, totalmente, desolatamente vuota.

“Ad Hagrid glielo dici tu.” sentenziò Sirius.




 

Angolino di quel mito dell'autrice...

Ciao a tutti!!!

Lo so, non ci credo nemmeno io: ho pubblicato in stra-anticipo un capitolo kilometrico!!!

Per farlo ci ho messo due pomeriggi e ho mandato all'aria le tesine, ma l'ho fatto!!

Sono super felice e spero tanto che vi piaccia: ci ho davvero messo l'anima.

Vi pregherei di dirmi cosa ne pensate perchè ci ho davvero lavorato come una fanatica (anche a scuola nell'ora di francese), quindi spero che mi lasciate una recensionina. Davvero, mi farebbe molto piacere...

Non so quando arriverà il prossimo, probabilemte tra un po'...

Per ora godetevi questo!

Grazie in anticipo:)

Anna

  
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