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Autore: Fanelia    17/05/2013    4 recensioni
Questa storia parte dalla fine del manga/anime che dir si voglia e sviluppa una what if, anche su alcune informazioni lette in rete sul Final Story. E' una what if in cui uno dei protagonisti soffre di amnesia a causa di un incidente e solo grazie al ritorno nella sua vita del suo grande amore, ricomincerà a riappropriarsi di frammenti del proprio passato.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VI
 Incontri e scontri


-colonna sonora Negramaro un passo indietro

Quella mattina Archibald sarebbe finalmente rincasato, non vedeva l’ora di rivedere Annie e la sua famiglia; non si aspettava certo che avrebbe litigato con la sua fidanzata e discusso con Albert.
Quando entrò in casa fu felice di trovare la ragazza che lo aspettava; lei e Candy stavano chiacchierando allegramente.
“Archie finalmente!” esclamò Annie correndogli incontro. Il ragazzo le si avvicinò e molto teneramente le baciò la fronte, non era avvezzo a smancerie di fronte ad altri; baciò Candy sulla guancia poi lasciò la borsa sul pavimento e prese posto sul divano.
“Ufff, sono proprio a pezzi! Albert mi deve almeno un paio di giorni di riposo! Non immaginate che caldo faccia in Messico.” esordì lui.
“Ah sono sicura che Albert non avrà nulla in contrario, vedrai! E’ bello riaverti a casa finalmente! Ma come mai sei tornato prima?” gli chiese Annie.
“Sentivo troppo la tua mancanza!” scherzò lui facendole l'occhiolino e poi aggiunse “Ho concluso l’affare prima del previsto e volevo ragguagliare Albert di persona; a proposito dov’è?”
“Nel suo ufficio credo.” disse Candy che fino ad allora aveva assistito alla scena in silenzio.
“Beh che mi raccontate di bello? Candice, mi sembri diversa, è successo qualcosa? Hai uno sguardo così raggiante. Ma lasciami indovinare, è tornato Patrick?”
“Sì, Patrick è tornato. Ma perché mi dici che mi trovi diversa? A me non pare!” disse lei mentendo anche a sé stessa: come avrebbe potuto il cugino non accorgersi della rinnovata luce nei suoi occhi.
“Beh, magari è successo qualcosa di speciale in questi giorni?” azzardò lui curioso. Conosceva i sentimenti di Patrick nei confronti di Candy e si chiese se il ragazzo non avesse finalmente deciso di farsi avanti.
Annie non fece in tempo ad intromettersi che Candice stava già ragguagliando il giovane Cornwell sugli avvenimenti degli ultimi giorni.
“Siamo andate a teatro con Albert che ci ha presentato un vostro amico comune, Terence Graham. Siamo andati persino ad una festa con lui e anche a cena fuori. E’ davvero un peccato che tu non ci fossi, ti saresti divertito! Abbiamo conosciuto anche Karen Klays, immagino che tu sappia chi è? Sai, è molto simpatica anche lei. Pensa che ci hanno invitati ad andare all’ultima rappresentazione per questa stagione teatrale, che avrà luogo a New York!” disse Candice entusiasta.
“Terence Graham?” chiese Archie shockato. Non capiva se fosse un brutto scherzo.
Era talmente scosso e arrabbiato che era in procinto di sbottare ma l’arrivo tempestivo di Albert lo bloccò.
“Archie è un piacere vederti, per giunta qualche giorno prima rispetto alla tabella di marcia! Devo dedurne che l’affare sia andato bene! Vieni a ragguagliarmi, su, che aspetti?!” lo esortò Albert indicandogli la via per l’ufficio.
Archie capì che Albert non voleva affrontare l’argomento in presenza di Candy, quindi si limitò a seguirlo senza discutere; una volta chiusa la porta dell’ufficio però sbottò.
“Dimmi che è uno scherzo? Candy ha incontrato Terence? Ma siete impazziti?”
“Archibald, metti da parte l’antico antagonismo che ti ha sempre contrapposto a Terence e mettiti a sedere!” disse Albert sottoforma più di un ordine che di un invito.
Archie obbedì nonostante fosse talmente furente che avrebbe preferito poter camminare su e giù per la stanza per tentare di sbollire la rabbia.
“Sai che Susanna è morta vero?”
“Certo che lo so!” rispose Archie irritato, non capiva dove Albert volesse andare a parare.
“Ti sembra giusto continuare a mentire a Candy? Il dottor Price ha sempre ritenuto che fosse meglio dirle la verità; sai benissimo che noi non lo abbiamo fatto per non farla soffrire ma, ora che l’ostacolo di Susanna non c’è più e, visto che i sentimenti di Terence per Candy non sono cambiati, che senso aveva continuare a mentirle?”
“E quindi le avete raccontato tutto?”
“In realtà no. Non so di loro de e nemmeno che lo conosceva, lo ha incontrato solo come un nostro amico: solo stamattina ho avuto modo di parlare col dottor Price per sapere che linea adottare, intendo dire come comportarci.
Ha suggerito di lasciarle modo di ricordare naturalmente, dandole dei piccoli input e, se non dovesse ricordare, allora potremmo dirle la verità ma il tempo e il modo sarebbero comunque da concordare con lui.”
“Io Albert non ti capisco … prima di tutto sarebbe stato più corretto se ne avessimo parlato e se avessimo deciso insieme … e poi, perché ancora Terence? Non ti è bastato vedere quanto Candy abbia sofferto per lui? Come la mettiamo con Patrick?”
“Parli del Patrick a cui Candy proprio oggi ha detto di volere bene come ad un fratello?”
“Ma manco qualche giorno e succede di tutto!? Candy ha rifiutato il corteggiamento di Patrick? E’ questo che mi stai dicendo?”
“Archie, sai che non mi piace farmi gli affari degli altri ma sì, è ciò che cercavo di dirti!”
“E come ha reagito all’incontro con Terence? E perché né tu né Annie me ne avete accennato al telefono? Sono molto deluso dal vostro comportamento!”
“Archie, Annie ha taciuto perché gliel’ho chiesto io e ti sarei grato se non te la prendessi con lei, mentre io non te l’ho detto perché sapevo che avresti reagito male. Sii sincero, sei arrabbiato perché non ti ho consultato, o perché quell’antico sentimento che provavi per Candy è ancora lì nel tuo cuore? Mi sono accorto che, dal giorno in cui abbiamo scoperto che Candice ha perso la memoria, il tuo comportamento è cambiato ed ho il vago sospetto che se ne sia accorta anche Annie.”
“Cosa stai cercando di insinuare?”
“Vuoi dirmi che non hai pensato che finalmente potesse essere arrivato il tuo momento per conquistare Candice? Non mi guardare così! Pensi che non sappia che eri innamorato di lei? Gli screzi fra te e Terence ai tempi della scuola … avevi già rinunciato a lei per Anthony …”
“Albert cosa stai dicendo? Stai farneticando? Io amo Annie! Sì, è vero, sono stato innamorato di Candice ma ci ho messo una pietra sopra. Mi spiace che tu possa pensare una cosa del genere di me e spero ardentemente che Annie non abbia pensato la stessa cosa!” disse il giovane profondamente offeso dalle parole dello zio.
“Se mi sono sbagliato Archie, ti chiedo scusa.”
“Ti sei sbagliato eccome! Sì, è vero, da quando Candy ha perso la memoria sono più protettivo nei suoi confronti, ma solo perché non voglio che soffra ancora … e per la storia di Terence, lo sai che lui non mi piace! Non gli ho mai perdonato di averla lasciata per Susanna e non venire a raccontarmi che l’ha fatto per senso del dovere.”
“Senti Archie, non sta a noi giudicare cosa sia successo fra Candy e Terence anni fa, non conosciamo nemmeno come siano andate davvero le cose, a me interessa che Terence la ami e che lei …”
“Lei non lo ama. Non più!”
“Lei non ricorda, è diverso. So che lo ama ancora e se li avessi visti insieme ne avresti la certezza anche tu!”
“Visto che siamo in argomento, cos’è questa novità che siamo invitati ad andare a New York?”
“Fra poco meno di un mese si terrà la serata conclusiva della stagione e ci sarà una grande festa. Karen ci invitati e noi andremo!”
“Ah, non contare su di me!”
“Archie, non penso tu abbia scelta. Vuoi che Annie resti senza cavaliere?”
“Oh, se è per questo Annie non verrà!”
“Non credo che sarà d’accordo con la tua decisione. “
“Vedremo.” rispose Archie facendo per andarsene.
“Aspetta! Dimmi com’è andata in Messico?!”
“Bene. Affare concluso. Ti lascio la relazione, se c’è qualcosa che non ti risulta chiaro ne potremo parlare dopo. Ora sono stanco e vorrei riposare. Se ti preoccupi di Neal e Iriza non si muoveranno di lì, dopo la minaccia di diseredarli, sta’ tranquillo, non ci causeranno problemi!” disse alludendo a ciò che Albert aveva fatto un po’ di tempo addietro.
“Ora puoi andare allora!”
“A dopo.” disse Archie sbattendo la porta.
Albert era sollevato di poter constatare che Neal e Iriza fossero un problema in meno a cui pensare. Quando un paio di anni prima li aveva esiliati in Messico con la velata minaccia di diseredarli, non aveva sperato che avrebbero sottostato alle sue regole, anche se era stato piacevolmente smentito.
Rimaneva il problema di Archibald; era contento che il nipote non fosse più innamorato di Candy ma il suo astio nei confronti di Terence correva il rischio di causare dei problemi.
Era cosciente di avere giocato d’azzardo riportando Terence nella vita di Candy ma aveva i suoi motivi. Per anni si era sentito colpevole di quella straziante separazione a cui erano stati costretti la sua piccolina ed uno dei suoi più cari amici. Non aveva potuto muovere un dito quando Terence aveva abbandonato la St. Paul sacrificandosi per Candy e non era intervenuto quando si erano separati dopo l’incidente di Susanna, perché da “Albert” non avrebbe potuto fare molto. Se solo a quei tempi il mondo lo avesse già conosciuto come William Andrew … eppure lui stesso era il primo a non ricordare chi fosse, avendo perso la memoria a seguito di un incidente.
Dalle sporadiche lettere che aveva scambiato con Terence aveva sempre avuto l’impressione che il giovane non avesse mai dimenticato Candy, nonostante avesse sempre evitato di chiedere di lei. Era lampante dalle sue parole che soffriva e non era felice della propria vita. Si era aspettato che dopo la morte di Susanna il giovane avrebbe tentato di contattare Candy eppure, preso dalla sua insicurezza e dal timore di non essere abbastanza per Candy non lo aveva fatto. Candy aveva perso la memoria e, a quel punto, l’unico a poter fare giustizia per questa coppia era proprio lui, Albert.
Forse in cuor suo lo aveva fatto anche per mettere a tacere quella vocina che a volte gli rendeva difficile dormire e che lo sgridava per non essersi preso cura come doveva di Candy. Perché l’aveva protetta, sempre, ma non dal dolore più grande della sua vita.
Scacciò quei brutti pensieri e
decise che fosse il caso di chiamare Terence e informarlo su cosa avesse detto il dottor Price.

“Amico mio come stai?” chiese Terence quando rispose al telefono.
“Ho appena finito di litigare con Archibald.”
“Cornwell mi odia ancora vero?”
Albert rise prima di rispondergli “E’ unitile che ti menta, sai di non piacergli.”
“Sì, direi di sì; ma Albert dimmi, hai parlato con il terapeuta?”
“Sì, infatti ti chiamavo per quello. Mi ha detto che per ora sarebbe meglio cercare di dare degli input a Candy, cercando di farle riaffiorare la memoria, se poi dovessimo vedere che non ricorda, le potremo dire la verità ma tempo e modo saranno da concordare con lui.”
“Comunque mi sembra un passo avanti … Albert io sono sicuro di poterla aiutare a ricordare …”
“Terence è un anno che noi proviamo invano.”
“Sì Albert, ne sono consapevole e non voglio certo sminuire il vostro prezioso lavoro ma non è per colpa vostra che non ricorda e sono sicuro che il mio amore potrebbe sbloccarla …” pronunciò le sue parole con una certa fatica, nonostante Albert fosse un caro amico, per Terence non era mai stato facile esternare i propri sentimenti.
“Forse hai ragione tu Terence e, a questo punto, tentar non nuoce. ”
“Ho solo paura di come reagirà quando scoprirà tutte le bugie che le stiamo raccontando.”
“Ci ho pensato anche io ma se la conosco abbastanza credo che capirà … dovremo darle del tempo ma capirà, vedrai.”
“Spero che tu abbia ragione … ma mi sbaglio o qualcuno sta suonando il piano?” chiese Terence cambiando argomento.
“Ah sì, non ci crederesti mai ma è Candy!”
“Davvero?” chiese lui emozionato. Se Candy stava suonando doveva essere la melodia di cui lui le aveva fatto ricevere lo spartito.
“Cosa sta suonando?” chiese Terence incuriosito.
“Non saprei ma potrebbe essere quella che hai suonato tu al Delmonico's?”
“Può darsi …” fu la sua risposta vaga.
“ Sono contento che si stia concentrando su qualcosa.” disse Albert e pensò che, almeno per quel momento, fosse meglio tacergli la storia di Patrick.
“Io più di te. “ disse l’attore.
 “Terence devo salutarti! Spero che ci vedremo a New York, te lo farò sapere presto.”
“Grazie Albert. A presto.” Lo salutò prima di riattaccare.

Era davvero felice.
Candy stava imparando a suonare la sua melodia e ciò poteva voler dire una sola cosa: voleva andare a New York e voleva suonarla con lui.
Non riuscì a reprimere un insistente sorriso che con prepotenza gli fece capolino sulle labbra.
Ancora ventiquattro giorni e si sarebbe potuto specchiare nei suoi stupendi occhi verdi e perdersi a contare le sue innumerevoli lentiggini.
A breve sarebbe stato il suo compleanno, avrebbe fatto in modo che le venisse recapitato un regalo, doveva solo pensare cosa. Se avesse trovato un qualcosa che potesse ricordarle la loro storia, allora il regalo sarebbe stato perfetto e forse avrebbe anche sortito l’effetto desiderato.
Intanto era già ora di rifare la valigia e passare alla tappa successiva.
Pian piano si stava allontanando sempre più da Chicago e, più si allontanava, più temeva che non l’avrebbe rivista. La conferma di Albert tardava ad arrivare e questo sicuramente anche a causa del comportamento di Cornwell: sapeva che Archie , quell’arrogante damerino, avrebbe cercato di ostacolarlo; non gli era mai andata giù di aver perso Candy in suo favore.
Quante volte ai tempi della St. Paul School si erano scontrati, ogni pretesto per Archie era buono per attaccare briga; si ricordò del giorno che avevano duellato con il fioretto e gli venne da ridere, dovette riconoscere che aveva fegato quel Cornwell e soprattutto era talmente innamorato di Candice, da non riuscire ad accettare la sconfitta: a quel tempo Terence non sapeva che il cuore di Candy gli apparteneva e probabilmente Archie era infastidito dal loro avvicinamento.
Chiuse la valigia e raggiunse i suoi compagni.
Lo attendeva un altro treno.

Quando Archie uscì dall’ufficio di Albert trovò Annie e Candy ad attenderlo ma lui non era dell’umore giusto, aveva bisogno di tempo per incamerare le troppe notizie fornitegli dallo zio.
“Tutto bene?” chiese Candy notando l’espressione contrita del cugino.
“Sì certo, solo un po’ di stanchezza!”
“Perché tu ed Annie non mi precedete in salotto, ti faccio preparare un tè e della torta?” chiese Candy nell’intento di lasciarli un po’ da soli.
“Ti ringrazio!” disse Archie che non voleva fare preoccupare Candy, alla quale voleva molto bene, ma non il tipo di bene cui alludeva Albert.

Candy li lasciò da soli e loro raggiunsero il salotto. Lei si accomodò ed attese che fosse lui a parlare per primo temendo la sua reazione.
“Perché non me ne hai parlato? Tu sei la mia fidanzata, io pensavo di potermi fidare di te!”
“Archie io ho solo fatto ciò che mi ha chiesto Albert!”
“Non mi interessa! Io mi fidavo di te! Sono talmente arrabbiato!!
Granchester ancora nella nostra vita, non posso tollerarlo!” urlò rabbioso.
“Calmati! E smettila! Non ti fidi di me? Ed io cosa dovrei dire? Ti sono stata vicina sin dai tempi della scuola, nonostante sapessi che tu amavi lei, ho sperato che un giorno mi avresti ricambiata e adesso tu … tu …!”
“Cosa stai insinuando? Ma siete impazziti tutti?”
“Tu la ami Archie? Stai cercando un modo per liberarti di me e per provare a conquistarla?”
“Annie tu stai sragionando!”
“Ah, non credo proprio!” controbatté lei furente; non avevano mai affrontato l’argomento e non avevano mai avuto una lite dai toni così accesi; lei era sempre rimasta in silenzio ma adesso cominciava ad essere stufa.
“Annie per favore …”
“Allora dimmi perché non vuoi che lei lo riveda? All’inizio anche io avevo qualche remora nei confronti della decisione di Albert ma se li avessi visti insieme ti saresti reso conto anche tu che loro si appartengono! Per favore Archie, ragiona! Albert aveva ragione, nessuno potrà amare Candy quanto la ama Terence! Ridiamole i suoi ricordi, ridiamole il suo passato, che senso ha tutto questo?” chiese Annie quasi fra le lacrime, mentre tentava invano di ritrovare il controllo di sé.
“Non sta a me decidere e comunque sappi che noi a New York non andremo!”
“Noi? Tu fa’ come ti pare, io a New York vado,con o senza di te!”
“Annie perché vuoi che soffra di nuovo? Lui l’ha fatta soffrire già una volta, chi ti garantisce che non lo farà di nuovo?”
“Archie, tu sei accecato dall’amore che nutri per lei! Lasciala in pace e lascia che sia lei a decidere! Forse dovrei fare le valige e tornare dai miei, che senso ha continuare a stare qui?” chiese più a sé stessa che al ragazzo.
“Annie non puoi lasciarmi!”
“Non posso? E perché mia dovrei restare con te , per essere la tua seconda scelta? Un ripiego?”
“Annie io ... io ti amo, non essere stupida!” disse Archie al limite della sopportazione; quella situazione stava diventando ridicola. Si chiese se fosse il caso di fare proprio in quel momento ciò che si era ripromesso di fare a cena; visto che la situazione stava degenerando velocemente, si fece forza.
“Annie, non avrei voluto farlo così, non ora, ma il tuo comportamento non mi sta lasciando altra scelta …”
“ Come tuo solito, è sempre colpa mia?”
“Annie per favore ascoltami!” disse lui inginocchiandosi e tirando fuori una scatolina di velluto bordeaux.
Lei lo guardò sbalordita, le lacrime le salirono agli occhi quando comprese cosa stava per succedere.
“Annie Brighton, vuoi diventare mia moglie?” chiese Archie sperando in un sì da parte della ragazza.
“Archie io …”
“Annie, ti amo e vorrei che diventassi la mia compagna per la vita; non sto scherzando, ci ho pensato molto mentre ero in Messico. Ti prego, sposami e rendimi un uomo felice!” disse lui che ormai temeva di venire respinto.
“Solo se mi prometti di ragionare!”
“Eh va bene, cercherò di essere meno impulsivo e ascolterò le vostre ragioni!”
“Allora adesso puoi richiedermelo!”
“Annie Brighton mi faresti l’onore di diventare mia moglie?”
“Cento volte sì Archibald Cornwell!” rispose lei gettandoglisi al collo.
Lui la baciò con passione; gli era mancata molto e quel litigio lo aveva provato; non erano soliti bisticciare così, ma capiva, adesso che sapeva che Annie era al corrente dei suoi sentimenti per Candy, come mai lei avesse reagito a quel modo e dubitato del suo amore.
Lui le infilò l’anello al dito, lei guardò quello stupendo solitario, gli occhi le brillavano e, quando lui l’attirò a sé per baciarla nuovamente, lei non si oppose.
“Ecco il tè e la torta!” disse Candy entrando e interrompendo l’atmosfera di riappacificazione che si era creata fra i due.
“Oops scusatemi, non sapevo … non volevo … ecco io …”
“Ah Candy non ti preoccupare!” le disse Annie per tranquillizzarla, e le fece vedere l’anello che portava al dito.
“Ma che bella notizia!!!” esclamò Candice felice; era contenta che finalmente suo cugino si fosse deciso, Annie lo amava dal profondo del suo cuore, da quanto ne sapeva gli era stata vicina sin dai tempi del college.
“Non ci resta che dirlo ad Albert, ci penso io?” chiese ad Archie, sapendo che il futuro marito avrebbe acconsentito, visto che lui aveva appena litigato con lo zio.
“Niente festa?” chiese Candy sbalordita: conoscendo Archie, sapeva che non avrebbe mai rinunciato ad una festa a maggior ragione avendo un buon motivo per organizzarne una.
“Candy certo che ne faremo una! Prima decidiamo una data e poi pensiamo all’organizzazione, dobbiamo sicuramente ufficializzare il tutto!” disse Archie decisamente più tranquillo, aveva temuto il peggio durante il litigio con Annie ed era rimasto sorpreso di vederla reagire e difendere la propria posizione con tutte le sue forze, era sempre stata dolce ed arrendevole ma crescendo era maturata ed era diventata una donna forte e più sicura di sé.
“Ceniamo insieme stasera per festeggiare? Annie lo dici tu ad Albert?”
“Certo Archie, ci penso io!”
“Annie sono davvero contenta per voi!” si complimentò Candy avvicinandosi alla sua amica e abbracciandola forte.

La cena di quella sera fu un momento non solo di festa per Archie ed Annie ma diede un buon pretesto a zio e nipote per bere un whiskey, una volta di ritorno, e chiarire la situazione.
“Sono contento che tu abbia deciso di sposare Annie, è una brava ragazza e ti ama molto.”
“Lo so, sono fortunato! Ma lascia che ti chieda scusa per oggi. Sai, se non fosse stato per Annie non so se sarei riuscito a ragionare, lo sai che Granchester non mi è mai piaciuto ma se sia tu che Annie ritenete che sia giusto che lui rientri nella vita di Candy, cercherò di accettarlo e starò alle tue regole. Ti rammento però che non sono d’accordo e che temo che la faccia soffrire nuovamente!”
“Mi assicurerò che ciò non succeda . E Archie, Terence si chiama Graham, non Granchester, ricordatelo per favore!”
“Ci proverò.” rispose lui.
Archie non era affatto convito che Annie ed Albert avessero ragione ma non voleva litigare con nessuno, del resto a tutti loro stava a cuore il bene di Candice nonostante avessero punti di vista ben diversi.
“Archie so che non è il momento migliore per riprendere l’argomento ma ho spostato i miei impegni e quindi andremo a New York. Sto solo aspettando il compleanno di Candy per comunicarglielo.”
“Vorrà dire che verrò con voi, è molto che non vedo Granchester … erm volevo dire Graham …”
“Sì, ricordo bene le vostre scazzottate ai tempi del college.
Archie, spero che una volta che li avrai visti insieme ti convincerai anche tu che è la giusta decisione!”
“Vedremo!” rispose Archie, non particolarmente convinto.
“Ora andrei a dormire se non ti spiace, è stata una giornata lunga e faticosa.”
“Certo Archie, figurati. Mi raccomando, poi fatemi sapere quando avrete deciso qualcosa per la festa di fidanzamento.”
“Ok, allora a domani” lo salutò Archie lasciando Albert da solo e ritirandosi nella propria stanza.
Presto sarebbe diventato il marito di Annie Brighton.
   
 
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