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Autore: Shaine    17/05/2013    1 recensioni
Kurt ha un sogno, quello di realizzare tutti i suoi desideri. Si trova a New York, frequenta una delle accademie più prestigiose d'America, ha degli amici che gli vogliono bene. Sembra quasi tutto perfetto, ma in realtà, al suo secondo anno di college si trova incredibilmente indietro con gli esami da dare e l'unica soluzione è quella di aggiustare il tutto con i crediti.
Rachel gli consiglia di impegnarsi con gli Open Day che offre la scuola per i futuri allievi, ma è proprio lì che Kurt finisce per litigare pesantemente con i nuovi futuri studenti, arrivati dall'Ohio. La lite crea grossi problemi a Kurt, ma la situazione si ribalta con un email in arrivo.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Secondo capitolo! Buona lettura!




"Ciao, mi dispiace disturbarti ancora, ma mi sento in dovere di darti delle scuse dopo quello che è successo nella giornata di orientamento all'accademia NYADA. Credo di non essermi presentato molto bene, ma ti assicuro che non sono quel genere di persona. So di essere stato maleducato nei tuoi confronti e immagino di averti fatto passare non pochi guai. Per questo volevo chiederti veramente scusa.Sei stato carino e disponibile con me e con tutti gli altri e il mio comportamento è stato pessimo. So anche che ormai è passato molto tempo, e che te ne sto rubando altrettanto e soprattutto che le mie scuse non serviranno a molto, ma sono risalito a te solo dopo mille ricerche e ci tengo a farmi vivo perchè comunque sei stato veramente, tralasciando l'episodio inconveniente, molto gentile sia con me che con tutti i miei compagni. Mi sento veramente uno stupido ora, cerca di capirmi, non aspetto una tua risposta per l'amor del cielo e faresti bene anche ad ignorarmi, spero solo che le cose si siano sistemate. Spero anche di rivederti, magari presto, chi lo sa. Grazie di tutto! Sebastian Smythe, dalla Dalton Accademy
p.s. Se hai voglia di rispondermi, mi farebbe piacere risentirti, ma scrivimi sulla email che ti lascio sotto. Scusami ancora, spero di aver rimediato un po'. Buona giornata."

Mi si strinse lo stomaco in un morso leggendo quella email. Sebastian Smitie. Dalton Accademy.
Ero già sotto shock un po' per la luce dello schermo che mi abbagliava e un po' per il disastro che avevo lasciato la sera prima in giro per tutta la camera e quelle parole non mi aiutarono di certo a riprendermi.
Erano passate non so quante settimane dall'incontro con quell'ancora troppo bambino di Sebastian, e sinceramente, finchè non lessi il suo nome quella mattina, non sapevo neanche come si chiamasse.

Il 21 novembre scorso intorno a mezzogiorno, me lo ricordo benissimo, mi chiamò mio padre dall'ospedale di Lima.
Mi disse che dovevamo parlare e lo sentivo dal suo tono che era in arrivo una brutta notizia così lasciai immediatamente le lezioni, presi il primo aereo diretto in Ohio e dopo poche ore ero a casa. Arrivai nel tardo pomeriggio da lui in ospedale e prima che potessi vederlo un'infermiera mi informò della sua situazione. Si trattava, e si tratta tutt'ora di leucemia. Fortunatamente, per modo di dire, non è stata trascurata e già dalle prime chemioterapie a cui è stato sottoposto, ha reagito bene. Ma il fatto è che io sono l'unico figlio, e in certi casi la distanza può essere un problema o insomma, la distanza da NewYork a Lima lo era e per questo ho perso quasi un'intero mese di lezioni, senza contare gli esami andati male subito dopo aver ripreso il college.
Purtroppo non potevo fare altrimenti, ho cercato di studiare da solo gli argomenti che mi ero perso, ma non è stato facile e me ne sono accorto in tre esami su cinque non passati.
Per la fine dell'anno mi mancano ancora quattro prove da superare e mi sto rimboccando veramente le maniche perchè un'anno in più in questa scuola non so come potrei permettermelo.
È per questo che parlando con una professoressa - una delle poche disponibili al dialogo - ho scoperto che non ero in gravissime condizioni e che avrei potuto superare brillantemente l'anno aiutandomi con dei crediti extra.
Non sapevo l'esistenza di questi al college e li avevo sempre associati solo al liceo per quelle cose dell'ultimo anno; bah, insomma, secondo me erano stati creati dai professori tanto per impegnarti in attività extrascolastiche a random, ma in realtà al college servono molto di più.
Se partecipi ad alcune attività, simili a dei piccoli stage anche di pochi giorni, i professori ti accreditano dei punteggi che puoi utilizzare a tuo piacimento per aumentare il voto di un test.
Siccome io dovevo recuperare un 11/30, un 9/30 e un misero 15/30 avrei dovuto fare stage per accreditarmi 13 punti.
Io e la matematica non siamo mai andati d'accordo, e l'unica cosa che sapevo era che dovevo farmi un culo enorme.

Quella sera tornai a casa e mi feci aiutare da Rachel a trovare le attività che mi avrebbero potuto salvare.
Alla fine non c'era molto da scegliere e le attività extrascolastiche assomigliavano esattamente a quelle del liceo.
La tristezza.
Potevo scegliere fra una decina di attività, ma alla fine quelle che rendevano di più erano solo due:
- insegnante di zumba (2 crediti a lezione per 10 lezioni = 20 crediti)
- open day 5 crediti a presentazione

Anche se l'insegnante di zumba mi intrigava molto, ho dovuto scegliere l'open day del college.
Insomma, la cosa più imbarazzante per me è dover parlare davanti a un mucchio di ragazzi ancora ingenui sulla propria carriera universitaria.
Ma per 5 crediti a pomeriggio mi andò più che bene.
L'indomani mi recai subito, prima della lezione di canto, dalla responsabile.
"Buongiorno, le volevo chiedere come posso iscrivermi alle attività di accoglimento."
Miss. Pitt mi scrutava da dietro la sua enorme scrivania piena e zeppa di carte e fogli sparsi.
"Ha già letto i requisiti? Vogliamo persone adeguate ad accompagnare in un primo incontro i nostri futuri allievi."
"C-certo. Sono Kurt Hummel e frequento il secondo anno, non sono una matricola. Credo di essere in grado per questa attività."
A quel punto la signorina, che di giovane aveva ben poco, mi fissò in silenzio da sotto i suoi occhiali. Mi sentivo in imbarazzo, così continuai cercando di fare bella figura. Al college non basta scrivere il proprio nome su un foglio appeso fra mille altri, a quanto pare, per iscriversi ad una semplice attività extrascolastica.
"Beh, ho avuto dei problemi familiari e sono rimasto leggermente indietro con gli esami. È per questo che ho provato a cercare qualcosa che mi aiutasse con il mio andamento scolastico. Ho sempre dato tutti gli esami in orario e ho sempre avuto voti molto alti, a volte con la lode e non vorrei rovinare tutto. Ci tengo alla mia carriera e sto lavorando duro per costruirla, fra tutti i corsi extra questo mi sembrava il più adatto a me. Saprò presentare adeguatamente l'accademia anche a chi magari è solo di passaggio. Se ne innamoreranno come è successo a me."
La Pitt si tolse gli occhiali e si sfegò gli occhi. Dalle mani rugose si poteva capire che il "signorina" glielo si dava solo per convenzione al suo stato civile.. Indossava sempre tailleur eleganti, avevo sentito dire da alcuno del quinto anno che per avvicinarsi a lei a chiedere informazioni o aiuto bisognava aspettare che fosse di buon umore e ovviamente questo lo si poteva dedurre dai colori che indossava. Se i suoi abiti erano neri anche la giornata era così, se erano blu significava che la Pitt aveva avuto giornate stressanti ed era quindi stanca, se invece tendevano ai colori pastello erano giorni tranquilli, se il tailleur era color panna era la giornata perfetta.
Sono un tipo molto superstizioso, infatti quel giorno la professoressa indossava una gonna rosa carne e una camicia dello stesso colore e sulla poltrona accanto alla scrivania era appoggiata la sua giacchetta panna.
Ma il suo sguardo sembrava tutto tranne che tranquillo e rilassato.
"Come le ho già detto ho frequentato anche i corsi dei prossimi laureandi. Credo che.."
La Pitt mi fermò.
"Compili questo modulo signor...?"
"Hummel, Kurt Hummel." Risposi prendendo il foglio che mi stava porgendo. "Grazie mille."
"Se vuole può accomodarsi e compilarlo anche qui, anche ora. Per me sarà più facile inserirlo già nei prossimi incontri. Così non perderà tempo e riuscirà a finire l'anno brillantemente."
"Grazie. Davvero, grazie mille!"
Mi sedetti e compilai tutta la pagina e poi insieme alla prof decisi i pomeriggi in cui fermarmi. Mi spiegò come fare e cosa fare con i maturandi, le sale da vedere insieme a loro e di cosa parlare. In generale, erano cose che già sapevo, ma la signorina - come si suol dire - sembrava molto contenta di farmi da mentore e io ascoltai con piacere tutti i consigli.

Forse i laureandi non avevano troppo torto, e forse non era una coincidenza quella dei colori.

Quando me ne andai mi salutò stringendomi la mano e facendomi tante raccomandazioni da superare anche il più noioso e pignolo fra tutti i genitori del mondo. Mi sorrise anche, metteva allegria, infondo. Mi disse che mi avrebbe incontrato già il giorno dopo e io ne fui entusiasta.
Quella sera festeggiai con i miei amici, Rachel e Finn.
Una serata al karaoke ci stava benissimo anche perché, almeno per una sera, mi dovevo distrarre da tutto quello studio.

L'indomani poi seguii le mie solite lezioni e dopo una bella doccia gelata per rinfrescarmi i muscoli da un'ora di danza classica, andai nell'atrio della NYADA e non mi ci volle tanto per riconoscere fra le tante persone di fretta la signorina Pitt e il suo abito giallo canarino.
"Kurt!" Mi faceva strano sentirmi dare del tu, ma era la cosa che più desideravo dai miei insignanti o superiori che siano. Cioè, il 'signor Hummel' mi faceva troppo vecchio, neanche le mie creme antirughe lo sopportavano.
"Salve signorina Pitt! Sono in ritardo? Ho avuto danza classica dall'altra parte della scuola e ho fatto più in fretta che potevo." E per una volta non raccontavo balle, avevo anche il fiatone e non era tutto per l'agitazione.
"Tranquillo. Posso darti del tu? Sembri così giovane!"
"Certo, certo!"
"Allora, oggi verranno a trovarci gli studenti della Brooklyn Latin High School, sono di qui perciò sicuramente avranno già visitato questo college più volte, ma devi dare il massimo. Non so se sai, ma è considerato uno dei migliori licei di tutta New York perciò gli studenti che verranno saranno tutti già ben informati. Non farti mettere i piedi in testa, sono maturandi. Tu sei uno della NYADA e qui non si prosegue a vanvera. Qui c'è posto solo per chi ha personalità e carattere, solo per chi ha il talento nelle vene, solo per chi la carriera l'ha già scritta nel DNA e capiscimi, non nel senso di raccomandazioni, nel DNA devi avere l'arte, la musica, la voglia di successo. Devi vivere con il sudore sulla fronte e nutrirti degli applausi del pubblico."
Mi piaceva il discorso che mi stava facendo, ma purtroppo fu interrotto da u gruppo di ragazzi con una divisa scura con piccoli dettagli in lilla e azzurro.
Quando andavo io al liceo, non avevo nessuna divisa. Le persone si distinguevano con i vestiti delle attività che si praticavano e da li nasceva la solita e stupida gerarchia sociale.
Uno dei ragazzi si intromise chiedendo informazioni alla signora Pitt che subito gli porse la mano per presentarsi.
Fece poche parole con gli studenti e poi li lasciò con me.
"Fidatevi di lui, è uno dei più talentuosi ragazzi di tutta la scuola!"
Ero rimasto sorpreso dalle sue parole, ma poi pensai che era solo una frase fatta per creare enfasi.
"Salve ragazzi, io sono Kurt Hummel!" Mi presentai, un po' intimorito da quella decina di studenti che sembravano pronti ad azzannarmi come lupi affamati. No, in realtà loro erano più intimoriti di me e stavano sempre in silenzio scrutando perbene lo spazio intorno a loro. Mi fecero poche domande durante il "tour" e iniziarono a sciogliersi solo quando li portai sul grande palcoscenico dell'auditorium del college.
"Come vi sembra?"
Erano tutti affascinati vedendo il palco appena illuminato e quando ci sedemmo dietro le quinte iniziammo a dialogare.
Alcuni di loro erano li solo per curiosità, una ragazza, la più snob del gruppo, mi disse che non si era mai sentita bene come in quel pomeriggio alla NYADA.
"Sono sempre stata sicura del mio futuro, faccio danza classica da quando avevo tre anni, sono stata anche campionessa di ginnastica artistica e ora sono il caposquadra nelle cheerleader, ma oggi veramente, sento che il mio futuro inizierà da qui."
Da un certo punto di vista la potevo anche capire. La NYADA mi ha sempre dato quel senso di benessere che mi serviva.
Dopo cinque ore consecutive con maturandi in cerca di un proprio domani aspettai la signora Pitt all'uscita principale dell'accademia. Volevo essere sicuro che il lavoro stesse andando bene.
"Sono stati entusiasti! Ed erano tutti felici di aver avuto te come guida! Mi hanno anche detto che hai cantato loro un pezzo che stai studiando a canto."
"Sì era solo un prova, tanto per fargli capire il lavoro che si fa."
"Sono molto felice! Allora, ti sei trovato bene come loro?"
"Sì, molto. Vorrei continuare."
"Bene, sai, già domani pomeriggio dovrei avere bisogno. Avevo due ragazze che mi hanno dato buca e ora i crediti se li possono sognare! Se hai tempo passa dal mio ufficio domattina e vediamo insieme!"
La ringraziai ancora infinite volte e poi me ne tornai a casa.
Una cosa che amo e che amerò per sempre è la solitudine. Un bagno caldo senza gli strilli di Rachel canta in ripetizione ogni singola canzone di Barbra da Cry Me a River fino ad arrivare ad After the Rain. Quella sera fu veramente rilassante e andai a dormire felice.
Il giorno dopo mi svegliai presto, anche se la prima lezione l'avrei dovuta avere non prima di metà mattina. Andai lo stesso a scuola e approfittai della biblioteca per finire alcuni testi per gli esami in programma e poi andai, come previsto, dalla Pitt.
Bussai alla vetrata del suo ufficio e notai che questa volta indossava dei pantaloni lunghi, ma fortunatamente erano sempre di un color pesca, molto chiaro.
La mia superstizione stava raggiungendo livelli massimi, pensai prima di entrare.
"Buongiorno Kurt! Tutto bene?"
"Buongiorno! Sì, sono passato in biblioteca e ho fatto la scorta di libri per le mie ricerche - risposi facendole notare l'ammasso di pagine che avevo in mano - Mi aveva detto di passare."
"Certo siediti, accomodati pure. Allora, ti spiego la situazione. Oggi dovrebbe arrivare un gruppo di studenti dal Michigan mi sembra." - continuava a parlare mentre cercava indaffarata fra le mille carte che ricoprivano tutta la scrivania di legno - "Non trovo più l'avviso! Comunque Kurt, questi fanno un viaggio molto lungo per venire qui e l'accoglienza deve essere delle migliori. Avevo delle studentesse, ma entrambe mi hanno mollata e io non so proprio come fare. Tu saresti disponibile?"
"Certamente, signora Pitt."
"Signorina." Mi corresse sorridendo mentre cercava di decifrare la sua scrittura. "Se non ricordo male è un gruppo di studenti di Monroe, fanno tutti parte di quei Glee Club, mi sembra si chiamino."
"Oh sì, ne ho sentito parlare."
In realtà, al terzo anno del liceo ne avevo anche fatto parte, ma era durato poche settimane. Mi piaceva l'idea di gruppo che si stava creando, ma grazie ai bulli e alle loro granite e a professori senza volontà, andò tutto in frantumi. Non entrai nel discorso.
La Pitt continuò a cercare e a ricercare fra le sue carte finchè finalmente non trovò quello che cercava.
"Oh ecco la lista di tutti gli appuntamenti!" Realizzò felice.
"Ecco vedi, che sbadata! Ho troppe cose da fare, io! Allora senti bene Kurt, gli studenti di Monroe saranno qui la prossima settimana. Quindi credo che per oggi avrai giornata libera mio caro!" Disse scherzando. "Quindi ci vediamo.."
"Magari fosse libera! Comunque quando vuole io sono disponibile." Risposi sorridendole mentre girava le pagine del fascicolo che teneva in mano.
"No, aspetta! Scherzavo! Tu mi servi assolutamente oggi Hummel!"
"Beh, sono qui!" Sorrisi di nuovo, sperando di intascare altri cinque crediti divertendomi fra maturandi preoccupati.
"Oggi non dovevano venire dal Michigan, ma dall'Ohio!"

Non nascondo che alla parola 'Ohio' mi si gelano ogni volta le vene.

"C-che scuola?" Speravo pregando tutti i santi che non fosse quella di Lima. Mi si era bloccato il respiro.
I ricordi fanno male, e Lima era quel ricordo che avrei voluto eliminare per tutto il resto della mia vita.

La mia pelle è diafana, ma la Pitt si accorse che all'improvviso persi anche quel poco colore che avevo in faccia e si alzò velocemente dalla sua poltrona chiedendomi cosa avessi. Non restai a raccontarle tutto e mentendo, le dissi che era solo un po' di allergia. La primavera si faceva avanti!
"Comunque Kurt, gli studenti di oggi arriveranno dalla Dalton Accademy!" Mi liberai e senza volerlo urlai grazie al cielo, poi mi scusai. Le mie solite figure.






***Angolo di Sha
Ciao ragazzi! Ecco a voi il secondo capitolo di questa nuova long!
Spero vi piaccia! Vedo che piano piano state iniziando a seguirla e questo mi rende felice!
Che ne pensate di questi due nuovi personaggi? La Pitt vabbè è cucciolosa, no? E Sebastian che manda mille scuse?

Come sapete mi potete trovare anche qui, quindi se non avete niente da fare vi aspetto!
Vi lascio e aspetto i vostro commenti!

Ah, ovviamente ringrazio tutti e in particolare Lily_CrissColfer e EriCrissColfer che hanno recensito il primo capitolo, la dolcezza :*



Fuggo!
Sha

   
 
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