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Autore: AllisonD95    17/05/2013    1 recensioni
Solo per un momento Allison aveva creduto di impazzire, storie del genere le aveva lette solo nei libri, più volte aveva desiderato vivere un'avventura che la lasciasse senza fiato.
Più volte era finita col ridere riportando i suoi piedi coi calzini con gli elefanti su pianeta terra, più volte aveva solo odiato chi le avesse strappato l'infanzia, più volte voleva essere chiunque tranne che Allison.
Ma lo era solo lei, solo su di lei ora potevano fare affidamento.
Solo su di lei, senza nemmeno sapere se potersi fidare o meno.
Solo su di lei.
Dedicato a chiunque non gli basta guardare fuori dalla finestra per dimenticarsi di tutto.-
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sono tornata" gridai aprendo la porta, ma nessuno mi rispose, Katy doveva esser rimasta al lavoro.
Adesso andava a badare a un'anziana in via, anche se passava da lei gran parte della sua giornata, ma poi avrebbe trovato presto un lavoro più produciente, se c'era una cosa in cui lei era una professionista, era trovare lavori.
Salì sopra per posare la roba e andando in cucina c'era il solito biglietto e il pollo nel microonde, che non m'invitava affatto.
Non perchè non fosse una brava cuoca, ma perchè ultimamente non avevo mai fame, andai in bagno e svestendomi mi buttai sotto la doccia, all'inizio gelida, poi diventava sempre più calda.
Adesso che ci pensavo, avevo lasciato i miei compiti da fare a Thomas il che mi faceva sentire un po' canaglia e speravo che se ne sarebbe dimenticato, l'ultima cosa che volevo era trattarlo come schiavo personale.
I suoi occhi erano diventati così vuoti nel dirmi il perchè era li, anche se la sua risposta era molto vaga ma forse nemmeno troppo.
E poi ora più che mai m'incuriosiva il fatto di sapere perchè un'altro trasferimento, Katy non avrebbe gradito la domanda, l'avrebbe presa come una mancata fiducia, come se non ci fosse bisogno di sapere,  ciò mi fece pensare che avrei dovuto pensarci un po' prima di chiederglielo.
Almeno per rispetto di tutto ciò che avevo perso ancora, perchè anche se me ne fregavo, dei legami comunque spezzavo sempre, o la semplice speranza che finalmente avevamo trovato un posto dove stare.
L'unica volta che glie lo chiesi finimmo per litigare, dicendo che ero un ingrata, ovviamente da un discorso ne partono altri, e solo Dio sa come si fa a tornare a quello precedente.
Dopo questo pensiero sapevo che dovevo solo star zitta, o forse avrei potuto scoprire qualcosa.
Ma come detective facevo schifo, non riuscivo nemmeno a prendermi il gelato di nascosto di notte che mettevo su un orchestra inciampando e cercando il cucchiaio.
Chiusi la doccia e uscì per lavarmi i denti e il viso, e guardandomi allo specchio notavo quant'ero cresciuta, anche se dentro ero uguale, e mi mancava una parte, l'infanzia.
Adesso avevo solo un'aria stanca, che non capivo nemmeno.
Finì di asciugarmi e mi misi il pigiama con le ranocchie, lasciando che i capelli si asciugassero da soli.
Mi buttai sul letto esausta, anche se non avevo fatto niente, forse era esausta la mia mente, di pensare e di non trovare risposte, che forse non mi sarebbero piaciute avere, non ero forte.. credo.
Squillò il telefono, anche se la voglia di alzarmi era pari a zero, ma dopo aver pregato Dio di concedermi un po' di forze afferrai il telefono.
"Pronto?"
"Ehi Ally!"
"Hope!"
"E chi sennò?" esclamò
Io e lei eravamo amiche da anni, a distanza ma più vicine di chiunque altro
"Come te la passi Ally?"
"Alla grande! e tu?"
"Bene diciamo, è cominciato un altro anno e io sto diventando vecchia!"
"Oh ti prego non cominciare!"
"No sul serio, cosa farò dopo? Oh santo cielo, sarò sola!"
"Invece sarai capo di una grande azienda di non so cosa e sarai famosissima!"
"Si questi discorsi funzionano quando si ha quattro anni.. "
"Andrà tutto bene, è solo iniziata la scuola" 
"Solo? Io farò bene a prepararmi la tesina già da adesso"
"Mi pare giusto" risi
"Ora devo andare, ti chiamo non appena posso! Ciao Hope!"
"Ciao ciao, a presto!" e riagganciò
Ero felice della sua telefonata e speravo non avesse capito che le cose non andavano bene, anche se non sapevo il perchè, mi stavo stufando, non sapere il perchè di quell'umore mi innervosiva e basta, mi sdraiai ancora sperando non squillasse o suonasse più nulla.
Chiusi gli occhi cercando di teletrasportarmi in un mondo lontano, per staccare la spina e non pensare più a niente... a niente.
 
Immaginai un bosco, pieno di alberi, di notte illuminato dalla 
luce diffusa della luna, con una sottile nebbia il che rendeva
 tutto molto sinistro.
Mi girai attorno per capire dove mi trovassi, come fossi finita li o 
perchè avevo immaginato un luogo del genere, non vedendo 
nulla cominciai a camminare senza avere una direzione precisa, 
camminavo solo davanti a me.
Il paesaggio era sempre uguale, alberi e alberi, la luna che mi 
seguiva ovunque e quella nebbia che sembrava seguirmi, come
 se più mi spostassi più diventava fitta.
Tutto d'un tratto non stavo più immaginando.
Cominciai a correre in cerca di una fine, un'uscita, qualcosa che
 mi conducesse via da quel posto che sembrava quasi schiacciarmi,
 avevo il fiatone.
Aumentai la velocità più di quanto non pensavo di riuscire a fare, 
sembrava che a momenti le gambe mi si starebbero staccate tanto
 che andavo veloce, quasi non sentivo il suolo sotto i piedi, correvo, correvo.
Inciampai e caddi con il mento sul terreno sfreggiandomi il viso tra i
 legni e i sassolini che c'erano a terra, rimasi veggente li per terra per 
qualche istante, provai a rialzarmi quando sentì il mio corpo non
 rispondere mentre duoleva ogni muscolo, riprovavo e riprovavo e stringendo
 i denti mi alzai finalmente.
Come prima cosa scrutai il mio corpo vedendo che ero piena di graffi,
 e non capivo perchè mi faceva così male, ero solo inciampata.
Scrollai la polvere da dosso e mi guardai intorno, avevo quasi le lacrime agli occhi.
. "VOGLIO ANDARMENE!" urlai anche se sapevo che non c'era nessuno.
Ripresi a camminare senza una meta, e sentivo la caviglia farmi male.
"Non è possibile.." era solo un'immaginazione, cos'era questa storia?!
"AIUTO!" ma non c'era nessuno..continuai a camminare fino a che
 non crollai a terra stremata.
"Per favore.." dissi piagnucolando
"Non è ancora il momento" 
Mi alzai di scatto tra i lamenti, spaventata e confusa, sudavo freddo.
"Chi ha parlato?!" nessuno rispose
Qualcuno aveva parlato, non ero sola.
"CHI HA PARLATO?!"
..
 
 
 
 
 
(Thomas)
 
Maledizione, ancora.
Finalmente ero riuscito a prendere sonno se non fosse per le cuffie ancora attaccate, e pure io, devo smetterla di andare a letto con la musica.
Oramai ero sveglio, mi alzai e andai in cucina per bere del latte, il vantaggio di essere grandi consisteva nel bere il latte quando e come si voleva, siccome continuavo a buttare giù sorsi decisi di portare anche la mia amica bottiglia con me che arrivò a metà solo camminando per il corridoio.
Sulla scrivania notai i compiti di Allison, che era meglio mettere in cartella dato che al mattino non connetto e li avrei sicuramente dimenticati, li misi nella cartella e finì anche la bottiglia che lasciai sulla scrivania.
Controllai l'ora '23.46'.
Di certo non avrei ripreso sonno e l'indomani sarei stato uno zombie per tutta la mattinata, controllai il cellulare e c'era un messaddio di Jonh
'Stai sbagliando fratello, di grosso.'
L'ultima cosa che avrei fatto è rispondergli, mi dava i nervi ogni volta che ficcava troppo il naso, come se le mie fughe fossero casuali. 
Tutto perchè fin da appena nato ero già con la croce,  l'unico modo per non seguire quella croce era fuggire e sperare nella buona sorte.
Mia madre era morta subito dopo avermi dato alla luce e mio padre rimase il duro compito di insegnarmi la diversità.
Che ero un essere superiore e un giorno l'avrei capito.
Io non avrei capito proprio un bel niente, solo perchè avevo deciso di non credere a quelle stronzate mi aveva programmato un futuro tutto suo.
Sbattendo la testa sul cuscino mi misi le mani al viso per un po', ricordando brevemente i vaghi ricordi che avevo di dove ero stato cresciuto.
Un orfanotrofio, uno di quelli meschini, dove non importa quanti anni hai e cos'hai dietro, devi solo obbedire e tenere la bocca chiusa.
Dove ti basta girare un angolo per trovare altra meschinità gratis da parte degli altri ragazzi, che gli basta poco per ricattarti, metterti al muro e riempirti di lividi.
 
"E' il passato.." dissi a bassa voce 
"che fa male però.." rispose un'altra voce nella stanza vuota.
"Non serve che tu me lo ricorda"
""Hai intenzione di scappare per molto?"
"Fin quando sarà necessario"
"Come vuoi.."
Mi rigirai nel letto ignorando quella voce
"Thomas.."
"Vattene, lasciami solo"
E dopo non parlò più nessuno.
  
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