Serie TV > Hawaii Five-0
Segui la storia  |       
Autore: De33y    18/05/2013    4 recensioni
Steve era inquieto da quando il governatore gli aveva affidato il caso. Per tutto il giorno aveva cercato di nasconderlo, ma quando poco dopo il tramonto era rimasto solo nel suo ufficio, l'ansia lo aveva raggiunto di nuovo. [...] Muovendosi silenzioso tra le stanze, lanciò un'ultima occhiata in giro, come un bambino che si aspetti di veder comparire l'uomo nero da qualche angolo, e poi varcò la doppia porta a vetri con l'intenzione di tornare a casa.
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: Per prima cosa vorrei precisare che in questa storia ci sono personaggi e contesti che non mi appartengono, ma che sono di diritto di Leonard Freeman e CBS production prima e di Peter M. Lenkov, Alex Kurtzman, Roberto Orci e  K/O Paper Products and 101st Street Television poi. Questa storia è scritta senza scopo di lucro e non è inteso nessun violamento di copyright.
Sono invece di mia proprietà la trama e i personaggi che non compaiono nello show.
 
A.N.: Grazie a tutti quelli che stanno seguendo questa storia.
Questo capitolo riprende in gran parte, gli eventi del precedente cambiando il punto di vista.
Spero che non vi annoierete.
 
 
Danny stava tornando a casa, ma non poteva fare a meno del comportamento irrequieto del partner di quel giorno. Erano successe talmente tante cose durante la giornata, da quando quella mattina presto Rachel lo aveva chiamato per chiedergli se poteva tenere Grace per il weekend, l'arrivo dei federali, gli sviluppi del caso Montoya... 
Da quando era salito in macchina aveva dimenticato tutto quello che era successo e il suo cervello si era concentrato su Steve, sull'atteggiamento irrequieto, su come lo aveva chiuso fuori dal suo mondo, sentiva che avrebbe dovuto parlargli e si promise che lo avrebbe confrontato il giorno dopo. Finito di cenare non si era ancora tolto dalla testa quel pensiero. Salì in macchina, passò un negozio aperto 24 ore su 24, prese una confezione di birra e si diresse verso casa di Steve per cercare di rimediare. Era tardi, ma era sicuro di trovarlo sveglio, sapeva che il collega in genere non dormiva molto e quando c'erano dei casi importanti tendeva a farlo ancora di meno.
Notò subito che dalle finestre dell'abitazione non arrivava luce, ma pensò che potesse essere in una delle stanze che davano sul retro. Andò dritto verso il pomello ignorando il campanello, ma trovò la porta chiusa a chiave. Provò a bussare, poi provò a suonare il campanello ancora niente. 
Non sapeva che avesse in programma di uscire, una cosa in più da chiedergli quando si sarebbero visti, tornò in macchina e si aprì una di quelle bottiglie, prima o poi sarebbe dovuto arrivare.
 
* * *
 
Il telefono squillò e si accorse di essersi assopito, l'ultima cosa che ricordava era il cielo che iniziava a schiarire poco prima dell'alba, mentre in quel momento il sole si era già staccato dall'orizzonte. Di Steve nessuna traccia.
La polizia di Honolulo richiedeva la loro presenza su una scena del crimine nei pressi del quartier generale.
Agenti della polizia e della scientifica affollavano già la scena, Danny si fece strada fino alla vittima, Steve arrivò poco dopo. Il collega indossava ancora la camicia con le maniche lunghe del giorno prima e non lo degnò nemmeno di uno sguardo, quell'atteggiamento era veramente inusuale e incredibilimente irritante.
Quando lo vide allontanarsi lo seguì fino alla macchina, ma invece di riuscire a fermarlo per parlagli si ritrovò coperto di polvere quando il fuori strada si allontanò senza esitazione.
Ormai non aveva più dubbi: Steve lo stava evitando. 
Voleva dire che qualsiasi cosa stesse nascondendo lo stava turbando più che mai e in quel momento Danny era più motivato che mai a scoprire cosa. 
Corse alla sua auto e si lanciò all'inseguimento, deciso più che mai a raggiungerlo nel breve tratto che li separava dall'ufficio.
Trovò la Silverado ferma sul ciglio della strada, non riusciva a vedere il collega all'interno dell'abitacolo, ma doveva trovarsi alla guida perché il veicolo ripartì quasi subito.
Qualsiasi cosa avesse Steve, si pentì ancora una volta di non aver insistito la sera prima, per scoprirlo, ma non aveva alcuna intenzione di ripetere l'errore.
Steve non sarebbe riuscito a scappare per sempre.
 
* * *
 
«Steve! Steven fermati!» gridò Danny quando finalmente lo raggiunse fuori dal quartier generale aveva parcheggiato spaventosamente vicino al Silverado del collega, tanto vicino da impedirgli efficacemente di aprire lo sportello dell'auto.
«Come diavolo parcheggi? Sposta un po' l'auto e fammi scendere!» ordinò Steve attraverso i finestrini abbassati.
«Sposterò l'auto quando mi avrai detto cosa ti sta succedendo. Cosa c'è che non va babe? Chi era il cadavere che abbiamo trovato stamattina?  Dove hai passato la notte?»
Due occhi grigi si fissarono nei suoi gelidi e letali come il ghiaccio.
«Niente, non ne ho idea, a casa. Ora mi fai scendere per cortesia?» rispose secco.
«Mi stai raccontando delle balle e lo sappiamo tutti e due.» Danny non sapeva se essere offeso o preoccupato. Steve aveva fatto diverse cose riprovevoli, ma non gli aveva mai mentito.
«Hai qualche prova?» continuava a fissarlo, con la stessa ferocia di un animale.
«Ero a casa tua ad aspettarti ieri sera, non sei mai tornato.»
«Bene mi pedini anche? D'accordo mi hai scoperto, non sono tornato a casa ieri sera, contento adesso? Danny sposta quella macchina.»
«Non mi hai ancora detto cosa sta succedendo.» Ribadì risoluto Danny. Con sua grande sorpresa, Steve sganciò la cintura ed uscì dal lato opposto della macchina.
«Eh no, non pensare di potertela cavare così.» mormorò a se stesso puntando la figura nello specchietto. 
Quando entrò si rese conto che non era l'unico all'inseguimento del comandante, Janet gli stava trotterellando di fianco riempiendolo di domande che venivano puntualmente ignorate, mentre Steve si dirigeva a passo marziale verso il suo ufficio.
«Ora non ho tempo, ma il detective William sarò felicissimo di spiegarle tutto.» Rispose alla fine Steve mentre scivolava nel suo ufficio.
«No, il detective William non è felice di spiegare alcunché, Steven. Steve! Steve!» Gli urlò dietro il biondo, affrettando il passo verso di lui, ma il comandante si stava già chiudendo la porta alle spalle.
Janet si intromise tra Danny e la porta dell'ufficio di Steve.
«Detective Williams, ora mi risponderà ad alcune domande.» Disse la ragazza in tono perentorio.
«Ora non ho tempo. Mi lasci passare.»
«Ora non ha tempo?! Non ha tempo?!-inveì Janet spintonandolo leggermente-Se vi degnaste di venire al lavoro ad un ora decente forse avrebbe più tempo. Ha idea di che ore siano? Ve la prendete un po' troppo comoda da queste parti. Ha idea di quanto sia importante questo caso?» 
«Non ora!» La interruppe brusco Danny mentre si accingeva ad aprire la porta dell'ufficio di Steve.
«E invece ora mi risponderà! Perché inizio a pensare che prendere Montoya sia solo uno scherzo per la grande squadra dei Five-0.» ribadì la ragazza, con il cipiglio di un'adolescente che chiede ai genitori perché non può uscire.
Brandon le rimase accanto senza dire una parola.
Danny lanciò un'occhiata disperata all'interno dell'ufficio, ma il suo capo finse di non vederlo. 
«Il governatore ci ha assicurato la vostra piena collaborazione» Insistette Janet 
«Bene e allora faccia in fretta, cosa vuole sapere?» si arrese alla fine Danny continuando a lanciare occhiate nervose alla porta.
«Arrivate sempre a lavoro a quest'ora?»
«Se con quest'ora intende le sette di mattina quando ho raggiunto la scena del crimine che è praticamente dietro l'angolo, sì, spesso è così.»
«Quale scena del crimine perché non ne siamo a conoscenza?» Chiese ancora la ragazza.
«Non ne siete a conoscenza perché per quanto ne sappiamo l'omicidio non è collegato a Montoya»
«Vuol dire che state perdendo tempo su un caso minore?» Si inserì rapidamente Brandon.
«Per vostra informazione, il caso è stato delegato alla polizia di Honolulu, proprio per avere più energie da dedicare a Montoya. Ora per cortesia si tolga dai piedi e mi lasci parlare con il mio collega.»
«Non così in fretta, tanto a quanto pare avete tutto il tempo di parlare mentre non indagate altri casi.» Lo fermò ancora Brandon.
«Il governatore ci aveva assicurato che il caso avrebbe avuto priorità assoluta. Si rende conto di quanto sia importante questo caso?» Chiese ancora Janet.
Per un attimo Danny ebbe l'impressione di star parlando con una coppia di sordi.
«Carlos Montoya è sbarcato due giorni fa su quest'isola e pertanto si considera prossimo a stabilire qualche grosso accordo per il traffico di armi alle Hawaii o in qualche altra parte degli Stati Uniti. Si attribuisce al giro di affari di Montoya un aumento del 10% del numero delle armi illegali in California e 5% in Nevada e 8% in Texas. Si stima che oltre 500 persone siano morte per gli affari di Montoya, senza contare i testimoni e i collaboratori uccisi, 300 dei quali erano minorenni; ragazzini e bambini che per nessuna ragione si sarebbero dovuti trovare nei pressi di un'arma e tanto meno con un arma in mano. – Danny enunciò i dati tradendo un minimo di emozione –So quanto è importante questo caso.»
 
A.N.: So che qualcuno aspettava il confronto/scontro tra Danny e Steve, vi assicuro che arriverà, ma temo che abuserò della vostra pazienza ancora per un po'.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hawaii Five-0 / Vai alla pagina dell'autore: De33y