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Autore: Draclaire    18/05/2013    2 recensioni
"Lui era lì, il viso a pochi centimetri dal mio, gli occhi così penetranti intenti a scrutare attentamente ogni mia minima espressione. Spalancai gli occhi avvampando, ma non ebbi tempo di proferire parola, che le sue labbra erano già sulle mie. Morbide. Calde. Con un sapore irresistibile, che a distanza di mesi riusciva ancora ad inebriarmi e a lasciarmi senza fiato. "
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Sunshine ☼


CAPITOLO 2

Camminavo velocemente cacciando di tanto in tanto occhiate minacciose ai nuvoloni carichi d’acqua che andavano via via scurendosi sopra di me. Ci mancava solo che si mettesse a piovere, quando mi restavano ancora due lunghi isolati prima di raggiungere la grande casa bianca dove abitava Alex. I suoi genitori erano a conoscenza della nostra storia e casa sua era un po’ il nostro rifugio, il luogo migliore dove nasconderci dagli occhi attenti del vicinato; quando poi i suoi genitori lasciavano la casa libera durante uno dei loro numerosi viaggi di lavoro all’estero, come di fatti accadeva qual giorno, era un vero paradiso.
Come non detto arrivai a casa Wright letteralmente zuppa d’acqua. Suonai il campanello tremante, ma non aspettai che il cancelletto si aprisse. Scavalcai il muretto del giardino (l’unica vera utilità delle mie gambe troppo lunghe) e corsi a perdifiato sotto il portico tirando un sospiro di sollievo e borbottando tra me e me “Maledetta pioggia, me la pagherai.”
“E come avresti intenzione di farla pagare a una nuvola? E pensandoci bene l’acqua dovrebbe essere il tuo elemento”.
Mi voltai sorridendo e mi buttai tra le braccia di Alex  che, appoggiato allo stipite della porta, mi guardava sorridendo con quell’espressione sarcastica tipica di chi ha la battuta pronta ma è troppo educato per dirla.
“L’acqua è il mio elemento quando non cade dal cielo e non mi infradicia i vestiti nuovi” sospirai, entrando finalmente in casa. Il tepore irradiato da un grande camino riscaldava l’intero salotto e i grandi divani bianchi in pelle sembravano una meta meritata dopo la corsa sotto la pioggia di poco prima.
“Ferma lì! Non ci pensare nemmeno” gridò Alex chiudendo la porta.
“Cosa..?” dissi interdetta.
“Ti sei dimenticata di come sei ridotta, piccolo pulcino bagnato?” rise lui. Corse poi verso di me e in un lampo mi prese in braccio, avviandosi verso le scale che conducevano a camera sua. Mi appoggiò delicatamente al letto e iniziò a fugare nell’armadio, senza darmi il tempo di proferire parola.
“Ecco qua” disse trionfante con in mano una felpa bianca della Oxford e un paio di pantaloncini dell’Adidas, entrambi giganteschi per una magrolina come me, “mi stanno piccoli ormai” aggiunse lanciandomi gli abiti.
“Staranno piccoli a te ma io qua dentro ci ballo il tip tap” risi dirigendomi verso il bagno.
Mi cambiai più velocemente possibile e scesi in salotto, dove Alex mi aspettava con due grosse bibite, patatine a volontà e un plaid a fiorellini. Il pomeriggio perfetto per qualsiasi ragazza.
“I Passi dell’Amore o Batman III ?” chiese lui sentendomi arrivare.
“E me lo chiedi anche? Batman” risposi stendendomi accanto a lui e respirando il suo dolce profumo. Rise di gusto e premette play, cominciando a sbrogliare ed accarezzare teneramente i miei capelli ancora leggermente umidi. Il suo tocco era talmente delicato, talmente leggiadro su di me, che poco tempo dopo, cullata dalle battute del film che ormai conosceva a memoria e dal suono del respiro della persona che più volevo al mio fianco in quel momento, mi addormentai.
Mi svegliai in volo. Letteralmente. Forti braccia mi sollevavano e mi trasportavano su per le scale. Senza aprire gli occhi, pensando si trattasse di qualche malvivente pronto a stuprarmi in camera del mio ragazzo, cacciai un grido e mi buttai per terra.
“Ma che cavolo fai!” mi sgridò Alex in un sussurro, risollevandomi di peso e ricominciando il sequestro di persona. Mi appoggiò delicatamente sul letto, poi corse fuori dalla stanza e prima di chiudersi la porta alle spalle disse “Tua sorella è qui” .
Sgranai gli occhi e mi catapultai alla porta della camera, appiccicando l’orecchio alla serratura, da vera spia professionista.
Sentii la porta chiudersi e la voce squillante di mia sorella.
“Ciao Alex, scusa se ti disturbo ma sai avevo bisogno dei compiti di trigonometria, ho dimenticato di segnarli…”. Classico. Trigonometria era l’unico corso che mia sorella seguiva con Alex, dato che avevano la stessa età, ma gli orari di Linda combaciavano anche con quelli della sua migliore amica Tracy Ferro. I compiti poteva farseli dare benissimo da lei, ma quale miglior scusa per metter piede in casa del mio ragazzo?
“Sì Linda, li ho nello zaino. Accomodati intanto che te li vado a prendere”
Sentii mia sorella sedersi sul divano e Alex correre in camera per venirli a prendere.
“Perché si deve mettere in mezzo!” sbraitai sussurrando ad Alex.
“Perché è innamorata di me!” rise lui.
“No, Alex. Se il suo fosse amore lo saprei. Ti vede come un premio e nient’altro. Manchi tu alla sua collezione e sei l’unico che non le va dietro in tutta la scuola”. Amavo davvero mia sorella, in quanto tale, ma non le avrei permesso di rubarmi Alex per un capriccio, una stupida gara di popolarità. Per questo non potevo rivelarle di Alex. Mi avrebbe visto come un ostacolo alla sua fama di reginetta della scuola. Nonostante Linda ricevesse attenzioni a destra e a manca, era insicura di sé. Per questo richiedeva attenzioni, per non sentirsi abbandonata. E lo era a, a volte, lo era davvero. La maggior parte delle persone che si definivano sue amiche lo facevano per diventare popolari ed avere qualcosa di cui spettegolare a qualche pigiama party e l’unica che si era ricordata del suo compleanno il mese precedente, a parte i componenti della nostra famiglia e la sottoscritta, era stata la sua amica del cuore. Tracy era una ragazza tutto sommato simpatica, ma aveva una vera e propria fissa per la bellezza esteriore, per questo ogni volta che sapevo doveva metter piede in casa nostra facevo di tutto per rendermi impresentabile. Vedere la sua faccia scandalizzata mentre la salutavo allegramente con i capelli arruffati e i pantaloni del pigiama bucherellati era una vera soddisfazione. A parte questo Tracy e Linda erano davvero le due ragazze più belle della scuola. La mora e la bionda, le chiamavano. Tracy la liscia e Linda la riccia, le cheerleader che scottano. E alle altre non restava che guardarle da lontano e sperare invano di venire invitate a pranzare al loro tavolo. Ma questo non era un mio problema, perché io avevo Alex.
Quando mia sorella se ne fu andata, non senza schioccare un bacio sulla guancia ad Alex, potei uscire dalla stanza e godermi l’ultima mezz’ora da passare con il mio ragazzo in santa pace.
“E’ ora di andare” sospirai sulla porta di casa, dopo essermi rimessa i vestiti ancora umidicci. Alex mi diede un lungo bacio che mi sollevò il morale di una spanna buona.
“A domani pomeriggio, piccoletta” sorrise.
“Ho allenamento in piscina domani..” dissi guardando in basso.
“Allora ci vedremo là” rispose lui.
Gli feci uno dei sorrisi migliori che mi riuscivano e lo salutai con un ultimo bacio


Angolo autrice ♥
Ehi gente, eccomi qua. Ci provo ancora con un altro capitolo, mettendocela tutta. Grazie a tutti quelli che commenteranno o semplicemente arriveranno a leggere la mia storia. Spero di avervi coinvolti almeno un pochino o perlomeno di avervi trasmesso qualche emozione in più. 
Ciao a tutti ☺

Draclaire
  
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