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Autore: vale1991    19/05/2013    1 recensioni
Una giovane strega scoprirà che la coppia più famosa della storia della comunità magica in realtà non è morta quella sera a Godric's Hollow. Ma i Potter non si ricordano più di niente: né di Harry, né di Hogwarts, né del mondo magico o della magia. Con l'aiuto di Sirius, Remus e dei vecchi amici di Lily e James, Asia dovrà riuscire a far tornare loro la memoria e forse riuscirà a trovare anche l'amore..
Dal primo capitolo: "Appena vidi quella foto, capii tutto. I coniugi Potter non erano morti, erano lì davanti a me!”
Silente rimase interdetto per qualche secondo, poi alzò lo sguardo, che aveva tenuto fisso sulla tazzina del tè, e disse: “Oh Merlino! Com’è possibile che Lily e James siano vivi e che nessuno si sia accorto di nulla?”
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Remus Lupin, Sirius Black, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Buonasera a tutti! 
Finalmente sono tornata con un nuovo capitolo! Spero che vi possa piacere... Fatemi sapere, anche con una misera recensione, quello che ne pensate! Anche le critiche saranno ben accette!! 
Baci
vale1991


L’interno della casa era estremamente buio e tetro. Un odore di muffa aleggiava nell’aria e strani rumori sommessi giungevano ai giovani dai piani superiori, come se diversi animaletti abitassero la casa.
“Seguimi,” disse Remus in un sussurro “e cerca di non fare rumore!”
La ragazza ubbidì e rimase dietro al mago  che procedeva con la bacchetta accesa davanti a lui per illuminare il corridoio. Con la coda dell’occhio vide una rampa di scale che salivano al piano superiore e, con suo profondo sgomento, vide che sulla parete erano appese le teste di molti elfi domestici, tutti rugosi e rattrappiti. Rabbrividì e si fece più vicina al mago che procedeva lentamente. Dopo poco, vide una porta davanti a loro e, da sotto di essa, uno spiraglio di luce segnalava che delle candele erano accese nella stanza. Lupin bussò una volta, poi, senza aspettare la risposta entrò nella stanza.
“Sirius, sono Remus” disse notando che il mago, seduto in una poltrona davanti al camino, si era allarmato al loro ingresso.
“Remus, amico mio! Non ti aspettavo a quest’ora!” disse sorridendo, felice di vederlo. Era un uomo con una bellezza arrogante, con capelli lunghi e neri e occhi dello stesso colore. Portava abiti eleganti e puliti, non sembrava affatto l’uomo ritratto sulle locandine dopo la sua fuga da Azkaban. Anche se lo sguardo era comunque spento, come se avesse perso qualcosa di vitale che non poteva più ritrovare.
“E chi è questa graziosa signorina che porti con te?” chiese avvicinandosi con passo elegante ai due che avevano appena varcato la soglia.
“Buonasera signor Black, mi chiamo Asia Cavalieri” disse la ragazza porgendo la mano con fare professionale.
Sirius prese la mano della giovane e se la portò alle labbra elegantemente e la baciò. “È un onore conoscerti, Asia, ma ti prego chiamami Sirius” disse con un sorriso ammaliatore.
Asia sorrise di rimando, arrossendo un po’ per le attenzioni dell’uomo.
“Sirius, ti prego, non è il momento di fare il cascamorto. Ti prego siediti, ti dobbiamo parlare di alcune cose importanti” disse Remus con voce un po’ irritata, o almeno così parve ad Asia.
Sirius ubbidì allarmato dalle parole dell’amico: “È successo qualcosa?”
“Non esattamente, ma ti prego di non essere impulsivo come tuo solito!” disse Lupin con sguardo severo.
“D’accordo, tenterò di stare calmo. Ma ti prego, non tenermi sulle spine!”
Remus guardò ancora Sirius per capire se dicesse la verità e poi parlò: “Sirius stasera sono venuto a conoscenza di una cosa sconvolgente, bellissima, ma sconvolgente. Mi ci è voluto tutto il mio autocontrollo per non intervenire, e tu sai quanto ci vuole per farmi agitare così” disse con un sorriso per alleggerire la situazione, Sirius, però, non sorrise, era completamente assorbito dalle parole dell’amico. “È difficile trovare le parole adatte per dirti questa cosa..”
“Remus, Merlino, voi dirmi cosa diavolo è successo?!?” chiese Sirius spazientito.
“Oh… Va bene. Sirius, James e Lily sono vivi. Li ho visti stasera, vivono in paesino in Irlanda. Ma è stata modificata loro la memoria, non si ricordano più di niente e di nessuno” disse Remus tutto d’un fiato.
Sirius rimase interdetto per alcuni secondi, Lupin e Asia erano tesi, pronti a scattare per qualsiasi gesto impulsivo dell’uomo.
“COSAAA?!?” urlò lui diventato all’improvviso rosso scarlatto, “COME CAZZO È POSSIBILE CHE JAMES E LILY SIANO VIVI?!?” si alzò di colpo -Asia si posizionò davanti alla porta a braccia spalancate per impedire il passaggio e Lupin si mise davanti a lei pronto a saltare addosso all’amico qualora si fosse avvicinato- e cominciò a camminare avanti e indietro per tutta la cucina. Il suo sguardo era furente, come quello di un leone in gabbia che brama la libertà.
“Portami da loro” disse imperativo, la nota di rabbia non aveva ancora abbandonato la sua voce.
“No, Sirius, non posso portarti da loro, arriveranno loro qui domani mattina. Sii paziente” disse l’altro mago con voce calma ma ferma.
Per quanto furente, Sirius rallentò il passo e cercò di calmarsi. “Da quanto tempo lo sai?” chiese quasi sprezzante.
“Non più tardi di tre ore fa. Per Godric, Felpato, pensi davvero che mi sarei tenuto un segreto del genere?”
“Non lo so, Remus, dimmelo tu. Sei tu quello che li ha visti senza dirmi niente, e ora mi neghi anche di vederli!”
“Ragiona, Sirius! QudddSAS
Quando li ho visti ero a meno di un metro da loro e non ho potuto dire né fare nulla per non essere scoperto. Come avresti reagito tu? Sii sincero..”
Black non rispose ma continuò a camminare, lanciando occhiate astiose all’amico, per diversi minuti.
“Hai.. hai detto che domani mattina arriveranno qui.. Come? Perché?” domandò sbrigativo.
“Silente pensa che far rivedere loro i posti in cui hanno vissuto e le persone che hanno conosciuto li aiuti a ricordare. Asia ci ha aiutato a convincerli a venire in Inghilterra, ha fatto credere loro che ci fosse una borsa di studio completa per la loro figlia, Jane, e che se non volevano perdere il posto dovevano venire in qui il prima possibile. Prenderanno un volo per Edimburgo domani mattina presto. Asia e Silente li porteranno con il Nottetempo a Hogwarts dove ci saremo noi ad aspettarli” concluse Lupin.
“Hanno una figlia? Merlino… Harry è stato informato?”
“No, io e Silente concordiamo sul fatto che prima di portare Harry dalla sua famiglia loro debbano ricordare. Sarebbe un danno per lui, dopo tutto quello che ha passato, rivedere i suoi genitori senza che e loro lo riconoscano”
Dopo quasi quindici minuti Sirius si rilassò e si lasciò cadere su una sedia, stanco come se avesse affrontato immense fatiche. “Avete fatto bene. Per quanto brami che il mio figlioccio incontri i suoi genitori sarebbe troppo per lui rivederli senza memoria. Tu cosa pensi, Lunastorta? Riusciranno a ricordare?” chiese con un dolore nella voce che Asia non si aspettava.
“Tranquillo, Sir. Confido molto in Silente. Poi come possono non ricordare dopo tutto il tempo che abbiamo passato insieme? Di certo rivedere Hogwarts con i suoi giardini, i suoi corridoi, le sue statue incantate e quadri in movimento li riporterà alla ragione!” concluse Remus con sorriso dolce sul viso al ricordo degli anni trascorsi con i suoi amici.
Anche Sirius abbozzò un sorriso anche se un po’ stanco e insicuro. “Forse hai ragione”. Poi la consapevolezza di tutto quello che Remus gli aveva detto parve infondere al mago un’immensa felicità. “Ancora non ci credo, Rem! James è vivo.. Vivo! Dobbiamo festeggiare! Dovrei avere ancora qualche bottiglia di Burrobirra dentro il mobile”
Sirius fece per alzarsi dalla sedia ma Asia lo anticipò: “Dove sono? Qui?” chiese indicando un mobile della credenza vicino al camino. Al cenno di assenso del padrone di casa, prese tre bottiglie polverose e le portò al tavolo.
“A James e Lily” disse Remus.
“A Harry, che potrà finalmente conoscere la sua famiglia” continuò Sirius con uno strano scintillio negli occhi.
“A Jane, che sta per conoscere un mondo fantastico in cui conoscerà nuovi amici e parenti!” concluse la donna.
Bevvero tutti e tre in silenzio, ognuno immerso nei suoi pensieri. Ad un tratto Asia guardò l’ora.
“Remus, cominciamo a prepararci, fra mezz’ora dobbiamo essere a casa del preside!”
“Giusto! Grazie Asia! Sirius, sei pronto? Possiamo andare?”
“Si, certo! Dammi solo il tempo di salutare Fierobecco in soffitta” disse correndo fuori dalla cucina.
Asia guardò interrogativa Lupin che le spiegò: “È un ippogrifo. È con lui che è scappato da Hogwarts quando è stato catturato lo scorso Giugno. Lo vuoi vedere?”
La donna rabbrividì al pensiero: “No, grazie. Sono a posto così.. Ho sempre avuto paura degli ippogrifi”
“Oh.. Bhe lui è buonissimo! Comunque se hai paura ti capisco, bestie del genere non sono mai prevedibili e non sai mai quando potrebbero rigirarsi e attaccare.. Meglio starne alla larga!” disse il mago con voce malinconica.
Asia aveva capito che quelle parole nascondevano un altro significato, ma non se ne curò al momento.
“Allora, Remus.. Perché prima Sirius ti ha chiamato Lunastorta?” chiese cercando di cambiare argomento e di migliorare l’umore dell’amico.
“Oh, bhe.. erano solo degli stupidi soprannomi che ci eravamo dati ai tempi della scuola” disse evasivo.
“Oh..” rispose solo la ragazza.
Ognuno dei due era immerso nei suoi pensieri e per circa cinque minuti l’unico suono che si sentiva nella stanza era la voce di Sirius che al piano di sopra rassicurava e salutava Fierobecco.
Ad un tratto la giovane strega ruppe il silenzio: “Deve essere bello avere amici come James e Sirius. Mi sono sembrati il genere di persone che ti sostengono sempre e comunque”
“È così, infatti. Loro due mi sono stati vicini nei momenti più bui della mia vita, non smetterò mai di ringraziali per questo!”
“Bhe, Rem, se proprio insisti, un versamento sul mio conto alla Gringott sarebbe gradito, sai?” disse scherzando Sirius rientrando in cucina facendo ridere gli altri due che non lo avevano sentito scendere le scale.
“Adesso, allora, possiamo andare” disse Remus.
Entrambi annuirono e, insieme, si smaterializzarono per apparire, l’attimo successivo, nel cortile della casetta di Silente che si ergeva nel mezzo di un prato con spighe di grano mosse dal vento. Alzando gli occhi si poteva ammirare l’infinito cielo stellato. Milioni e milioni di stelle guardavano impassibili gli avvenimenti terreni. Appena sopra la linea dell’orizzonte si vedeva la luna, uno spicchio bianco e lucente. I tre rimasero incantati guardando quello spettacolo. Solo i grilli rompevano il silenzio di quella magica notte. A un tratto nel cielo apparve, sfrecciando, la scia luminosa di una stella cadente. Asia chiuse gli occhi formulando il suo desiderio.
 Fa che riesca a portare a termine il mio compito.
Quando li aprì, il suo sguardo era velato di lievi lacrime. La frustrazione dovuta dal gravoso incarico che le era stato assegnato, le ricadde addosso con tutto il suo peso. Pensò alla sua famiglia, in Italia, ai suoi genitori che avevano riposto in lei immense speranze, a sua sorella che, come sempre, era scettica riguardo alle sue abilità di portare a termine qualsiasi incarico. Poi c’era lui, Valerio, il suo fratello gemello. Era per lui che aveva accettato l’incarico, per lui che aveva girato mezzo mondo in cerca di una soluzione. Ed era lui che stava per deludere. A un tratto si chiese perché avesse accettato di aiutare questi sconosciuti, allontanandosi dalla sua missione. Se valeva la pena stare con loro piuttosto che continuare la sua ricerca. Poi guardò i due maghi che, come lei, ammiravano il cielo persi in chissà quali pensieri, e capì che non poteva abbandonarli. Nei loro sguardi c’era una lieve scintilla che inizialmente non c’era. Si ricordò l’espressione del viso, prima di Silente e poi di Remus, alla vista della coppia ritenuta defunta. Ripensò a tutto il tempo trascorso insieme a coloro che poteva considerare i suoi nuovi amici, alle conversazioni avute con loro e capì che, in fondo, non stava proprio deviando dal suo cammino, e che, forse, stando insieme a quelle persone, sarebbe arrivata alla soluzione.
“Asia?” chiese uno dei due uomini, “Vieni, entriamo, comincia a far freddo qui fuori”
In effetti un brivido la scosse appena. Si lasciò sfuggire un sospiro mentre l’immensità del cielo stellato si rifletteva un’ultima volta nei suoi limpidi occhi castani, prima che lei abbassasse lo sguardo.  Girandosi vide che Sirius era già entrato in casa, mentre Remus la aspettava vicino alla porta. Quando le passò accanto per superarlo ed entrare in casa, il mago le prese garbatamente un polso per farla voltare.
“C’è qualcosa che non va?” chiese premuroso, “Mi sembri pensierosa”
La ragazza gli sorrise, gentile. “Tranquillo, è solo un po’ di nostalgia. Sono mesi che manco da casa e mi manca la mia famiglia” disse lasciandosi scappare un altro sospiro.
 Il mago le poggiò la mano sulla spalla, in segno di conforto. “Capisco cosa significa stare lontano dalle persone che ami. Magari non sono la persona più indicata, ma se hai bisogno io sono qui, non farti scrupoli a chiedermi qualsiasi cosa. Anche io ho passato nella solitudine un periodo della mia vita e capisco come anche solo delle parole amichevoli possano dare conforto e speranza quando tutto intorno sembra essere buio e triste” concluse sorridendo dolcemente.
 Asia era commossa dalle sue parole. Si stupì per come un uomo che aveva conosciuto solo poche ore prima, potesse dimostrarsi così amichevole e gentile nei suoi confronti. Lei era sempre stata una ragazza forte, aveva passato gli ultimi otto mesi in giro per il mondo tornando a casa solo quando poteva (vale a dire solo ogni due o tre mesi), il resto del tempo lo passava in totale o quasi totale, quando incontrava famiglie come quella dei Potter, solitudine. In questo lungo periodo aveva imparato a non mostrare mai le sue vere emozioni e a recluderle per avere un’aria sempre allegra e felice. In realtà quella era solo una facciata, perché dentro la tristezza e la solitudine la logoravano. Per questo, senza accorgersene, abbracciò Remus. La barriera che teneva a freno le emozioni della ragazza aveva ricevuto troppi colpi nelle ultime ventiquattr’ore: la vista dell’affetto reciproco che le persone che la circondavano provavano l’una per l’altra, l’impeto dell’emozione di ritrovare una vecchia amicizia, l’aspettativa per il giorno seguente in cui, finalmente, si sarebbero di nuovo ricongiunti alla famiglia Potter e, ora, le parole dell’uomo che stava abbracciando, parole che avevano fatto breccia nel suo cuore, parole che erano state pronunciate da una persona che veramente aveva provato quello che lei stava provando. Tutto questo fu troppo per lei che, tra le braccia di Remus, non seppe più trattenere le lacrime che cominciarono a sgorgare dagli occhi, dapprima lente, poi sempre più impetuose. Non riusciva più a fermarsi. Così, per la vergogna, affondò il viso nel petto dell’uomo che con una mano le cingeva la schiena e con l’altra le accarezzava dolcemente i capelli. I singhiozzi erano lenti e inesorabili, mentre le lacrime inzuppavano la maglietta lacera del mago che sembrò non curarsi di questo particolare.
Mentre la ragazza era sempre rifugiata tra le sue braccia, dalla porta aperta della casa apparve Sirius che stava per fare uno dei suoi commenti sarcastici su come i due fossero lenti ad entrare in casa, ma un’occhiata gelida dell’amico lo costrinse a ritirarsi di soppiatto, con un sorriso malandrino sulle labbra. Remus sentiva che il fragile corpo della ragazza era scosso dai singhiozzi e questo lo spinse ad abbracciarla ancora più forte. Piano piano le lacrime di Asia andarono diminuendo, fino a che non finirono completamente di scendere, lasciando l’amaro nella sua bocca. La ragazza rimase muta per raccogliere i suoi pensieri, annusando ancora il petto dell’uomo che sapeva di buono e di pulito. Nessuno dei due sapeva con precisione quanto tempo erano rimasti in quella posizione, abbracciati nel giardino del preside di Hogwarts sotto la volta celeste che li osservava impassibili. Fu Asia a scostarsi per prima, rossa in volto un po’ per le lacrime e un po’ per la vergogna di quello sfogo. Guardò il mago negli occhi che si intenerì nel vederli ancora lucidi e arrossati, mentre le lunghe ciglia ancora trattenevano le lacrime che l’avevano stravolta. Un’ultima goccia di acqua salata cadde dall’occhio sinistro della ragazza e andò a poggiarsi sulla sua guancia vellutata. L’uomo la raccolse con il dito, facendole indirettamente una carezza.
“Mi dispiace,” disse la ragazza con voce malferma, “di solito non perdo così il controllo”
“Tranquilla, hai fatto bene a sfogarti, non serve a niente tenersi tutte le emozioni dentro” sussurrò lui.
“Forse hai ragione, in effetti mi sento leggermente meglio. Grazie per avermi consolata. Cavolo, guarda la tua camicia, è tutta bagnata! Scusami tanto!” disse la ragazza dispiaciuta. Remus abbassò lo sguardo nel punto in cui pochi istanti prima Asia poggiava la testa e vide una chiazza più scura.
“Non preoccuparti,” disse sorridendo, “ora, almeno, saprà di te. Dai entriamo. Devi bere qualcosa e poi riposarti. È sempre stancante piangere così tanto.”
Asia ancora shoccata dalle parole del mago lo seguì, mano nella mano, all’interno della casetta.
   
 
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