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Autore: Deenhia    19/05/2013    2 recensioni
"Mi odiavano perché ero diversa ma per loro sbagliata, sì perché chiunque fosse diverso da loro era sbagliato, dannatamente sbagliato".
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Capitolo 1

Era sempre un dolore vedere tutto ciò. Mi chiedevo come potessero arrivare a fare una simile cosa, pentimento? No, loro non si pentivano mai di nulla, tutto ciò che facevano era giusto secondo le loro idee. Erano sempre stati visti come creature benevole e piene d’amore, una bella maschera, insomma.
Con quale coraggio riuscivano a far provare simili pene ai loro stessi fratelli? Come? Il semplice fatto che non concordavano con le loro scelte non gli dava certo il diritto di trattarli come fossero il peluche di un bambino di tre anni. Ma io non potevo parlare, già ero abbastanza, fin troppo odiata da loro e ogni mio parere esposto non avrebbe fatto altro che mettermi ancora di più in cattiva luce…
Mi odiavano perché ero diversa ma per loro sbagliata, sì perché chiunque fosse diverso da loro era sbagliato, dannatamente sbagliato.
Me ne stavo appollaiata sull’angolo di un tetto e scrutavo ogni loro gesto senza pietà, e sinceramente mi facevano pena e anche molta. Si credevano così dannatamente superiori quando in realtà erano dei semplici soldatini comandati da mia madre che era anche peggio di loro.
D’un tratto presero una delle loro povere vittime e iniziarono a prenderlo a pugni e calci fin che quel povero ragazzo si accosciò a terra definitivamente: non si sarebbe più alzato. Non resistetti, non ci riuscivo, ma non potevo intervenire, non dovevo.
Sentivo un leggero formicolio sul collo, non ci feci molto caso, poggiai una mano dietro la nuca all’altezza del collo e restai ancora lì. Un lieve soffio di vento fece volare alcune ciocche dei miei capelli sul volto, sentii dei brividi. Non erano dovuti al freddo, no, erano lì.
Saltai giù da quella casa e iniziai a volare e a sprazzi a correre. Avevo paura. Il sudore scendeva lentamente ai lati del mio volto, il cuore batteva talmente tanto che pensavo saltasse fuori, così poggiai una mano sul petto e continuando la mia corsa affannata mi voltai di scatto, per capire se erano dietro di me. Dietro non c’erano, ma li sentivo vicini, molto vicini. Chiusi gli occhi e iniziai a corre più veloce che potevo, correvo, correvo incurante di tutto ciò che mi circondava…Non potevo permettere che mi trovassero, non dopo tutto quello che avevo fatto per sfuggire dalle loro grinfie.
Presi un colpo, avevo sicuramente sbattuto contro qualcosa. Sentii un tonfo e poi un lieve “Aaah!”, aprii gli occhi e vidi un ragazzo a terra.
Chinai la testa su un lato e continuai a guardarlo. Era strano, diverso, ma bello. Mi inginocchiai e cercai di toccarlo; allungai il braccio destro e lo sfiorai, lui si mosse e io ritrassi il braccio istantaneamente.  Aprì gli occhi e mi guardò sbalordito, io feci lo stesso con lui e mi sollevai di scatto.
<< Cosa sei? >> sussurrò guardandomi da testa a piedi.
Io lo guardai e con fare incuriosito feci un passo indietro.
<< Non puoi esistere davvero >> continuò.
<< C-cosa sei tu? >> balbettai quasi silenziosamente.
Lui mi guardò e assunse un’aria interrogativa, come se era convinto che fossi io quella strana. Ma non si vedeva? Era diverso, ma quel suo essere diverso mi piaceva.
Si avvicinò cautamente, come se avesse paura e allungò un braccio per toccarmi. Io lo lasciai fare anche se ero piuttosto impaurita.
Sentii uno scricchiolio e poi dei passi veloci, frenetici.
Mi affrettai e mi avvicinai di più a quell’essere e lo fissai negli occhi. Erano di un grigio accesso, quasi elettrico.  Restai a fissarli ancora un po’, cercando di scrutare anche il suo volto.
"Tu non ricorderai niente. Tu non mi hai mai visto, sono soltanto un tuo sogno. Tu non ricorderai niente. Tu non mi hai visto, sono soltanto un tuo sogno".
Continuai fin che lui annui poi con un balzo mi lasciai libera in volo.
Ero sicura di averli seminati ormai, non sentivo più quel brivido gelido dietro il collo, così mi rilassai. Tornai a quell’incontro con la mente, era stato diverso o meglio lui era diverso e non capivo perché trovava strano vedere una fata, o meglio una mezza fata. In fin dei conti era lui quello diverso…Era così esile e sembrava talmente indifeso, ma se era davvero così cosa ci faceva in un posto simile pieno di creature spietate?

Vidi qualcuno sotto di me muovere una mano come per invogliarmi a scendere. Era David, cosa ci faceva lì? Doveva andarsene e subito!
Scesi appena lo riconobbi e mi gettai ad abbracciarlo, non so il perché ma dopo tutto quello che era successo oggi e quello a cui avevo assistito avevo semplicemente bisogno di un suo abbraccio.
Mi staccai da lui e lo guardai dritto negli occhi.
<< Cosa ci fai qui?! >> dissi irata.
Ero agitata, avevo paura che da un momento all’altro sbucasse uno di loro da dietro un albero e a quel punto ci saremmo trovati davvero nei guai.
<< Sono venuto a cercati, tuo padre è agitato perché non torni a casa da ben tre giorni! >>
<< Ma chi ti ha detto di venire qui?!Capisci che sei in pericolo, si o no?! >> tentai di rimanere calma, dovevo fare meno rumore possibile, non mi sarei perdonata se ci avessero trovati e avessero fatto qualcosa a lui.
<< Come se tu non sei in pericolo! >> rispose sbuffando e passandosi una mano tra i capelli argentei.
Lo fulminai con lo sguardo e mi lanciai in volo prendendolo per il collo della maglietta per portarlo con me.
Misi tutta la forza che avevo in corpo per poterlo tenere, non era semplice sopportare il peso di un licantropo.
<< Ah, dovremmo farlo più spesso…Si vede tutto il panorama da qui >>
Abbassai lo sguardo e sembrava piuttosto convinto di ciò che aveva detto.
<< Sì, certo, contaci. Ringrazia che non posso buttarti giù, altrimenti lo avrei già fatto >>
Assunse una smorfia di disapprovazione.
<< Spiritosa >> rispose.
<< Non era una battuta >> dissi scoppiando a ridere.
Quella risata mi fece distrarre e la mano con la quale tenevo David ebbe un attimo di cedimento.  Pensavo sarebbe caduto e a quel punto lo avrebbero trovato, ero nel caos più totale.
Mi scivolò di mano in un nano secondo. Restai ferma a fissarlo per qualche istante, la sua caduta mi lasciò impietrita, convinta di non poter fare nulla. Lo sentii urlare e scossi la testa energicamente.
Non lo vedevo più, era come sparito.
L’ansia saliva sempre di più, non sapevo come agire. Mi precipitai giù nel vano tentativo di cercarlo, non trovai nulla. Cespugli su cespugli e stupide foglie, dov’era finito?
Stavo tremando, ero dannatamente terrorizzata.  Ero semplicemente un’idiota,  mettevo nei guai chiunque amavo ed ero convinta di poter far qualcosa per rimediare, ma ora?! Ora cosa avrei fatto? Dov’era il mio David?
<< Chi si rivede >>.
“ No! ”, pensai. Erano lì, e sicuramente avevano David. Mi voltai, Kassydie? Lei? Cosa ci faceva lì? E il suo fedele Jasper dov’era?
Portava il suo solito lungo vestito nero tendente al blu, ornato con diverse pietre preziose sul corpetto. Era tanto bella quanto pericolosa, faceva parte dei guardiani, che erano tra i più forti e valorosi guerrieri .
Portava i capelli lunghi, molto lunghi le arrivavano quasi alle cosce, erano di un nero spento, ma ammaliante e in quel momento qualche ciocca le svolazzava davanti al volto come se volesse ribellarsi a tanta perfezione.
Si avvicinò lentamente, come se sapesse che questo incessante passare dei secondi mi uccideva dentro.
Iniziò a fissarmi negli occhi. I suoi occhi erano rossi, rossi come il sangue.
<< Lareen, come mai da queste parti? >> disse come per sfidarmi.
<< Mh, un giro…Sai una visita alla mamma >>.
Ero timorosa su cosa avesse detto o fatto. Mi aspettavo un suo attaccato da un momento all’altro dunque stavo allerta, cercando ,pero’, di non distogliere l’attenzione da quel che mi circondava: da quella selva poteva spuntare da un momento all’altro Jasper, era di lui che avevo davvero paura.
<< Capisco >> iniziò a girarmi intorno scrutandomi da testa a piedi.
<< Sono sempre la stessa, sai >> dissi quasi ringhiando.
<< Ehi, ehi, ehi calma lupetta non vorrai vedermi cattiva >> disse sorridendo maliziosamente.
<< Non mi fai paura >> mentii spudoratamente, ma ogni passo falso mi avrebbe fatto cadere quasi volontariamente fra le sue braccia, così dovevo cercare di dimostrarmi il più forte possibile.
<< Ah, beh…scusami, allora >>.
Continuava a guardarmi da cima a capo e il suo sguardo diventava più intenso ogni secondo che passava.
<< Mi spieghi cosa vuoi? >> chiesi irata mostrando i canini.
<< Abbiamo trovato uno dei tuoi amici lupi qui sotto…Tu ne sai qualcosa? >> disse convinta di avermi preso in trappola.
<< Era con me, qualche problema? >>
<< Mh, tanti…Sai, il permesso per venire qui ce l’hai tu, non puoi portare i tuoi amichetti >>.
Si fermò proprio dietro di me. Anche se non la vedevo direttamente percepivo ogni suo movimento.
<< Beh, non sapevo nulla, non si ripeterà più…Ora, dov’è David? >>
<< Ah, è così che si chiama? >>
Tergiversava qualsiasi cosa le dicessi, non voleva farmi parlare mai di ciò che volevo, tutto doveva essere a suo favore, il  che mi faceva innervosire, ma considerando la mia posizione potevo fare ben poco.
<< Sì, si chiama così! >> risposi ringhiando.
Si gettò su di me e mi spinse, io non mi mossi di un millimetro e mi voltai per guardarla fissa negli occhi.
<< La tua forza è aumentata… >> disse mettendosi a giocare con una ciocca dei suoi capelli color del buio.
<< Sai, si cresce, si cambia, si diventa più forti. Quindi smetti di provocarmi, non ho paura di te >> poggiai le mai sui fianchi e assunsi un’espressione di sfida.
<< Hai paura di me >>.
Un lieve risolino provenne dalla mia destra. Avrei riconosciuto la sua voce fra mille, anzi milioni. Jasper era lì e mi sembrava strano il fatto che non fossi riuscita a percepire la sua presenza.
Mi voltai verso di lui. Era sempre più bello. Indossava un paio di pantaloni neri e un lungo cappotto che lasciava intravedere il suo petto nudo. Era una visione inebriante.
<< Ti sbagli, Jasper…E poi vi ricordo che non potete farmi del male, sono sempre la figlia della vostra regina >>, mi avvicinai a lui e presi il suo viso tra le mani. Fissai i suoi occhi dall’iride indaco e mi ci persi. Lui si avvicinò ancora di più e cinse con un braccio la mia vita.
<< Sei sempre più bella…Purtroppo sei il nemico >> disse quasi indispettito.
<< Nessuno può impedirti di amare >>.
Lo amavo ancora, o almeno credevo. Nonostante tutto lui era stato il primo ragazzo che avevo amato, che mi era stato vicino quando tutti mi andavo contro, quello che mi sorrideva quando ne avevo bisogno e ora non era più lui, purtroppo. Era cambiato e anche troppo, era diventato spietato, come tutti loro, d’altronde.
<< Sono io che ho deciso di smettere >>.
<< Bene >>, risposi nervosa.
Mi liberai dalla sua presa con difficoltà, ma ci riuscii.
<< Mi potreste dire dov’è David? Dovrei andare via >>, mi allontanai.
<< Oggi abbiamo assistito ad un tuo strano incontro >>, disse Kassydie.
Mi girai a guardarla, di che incontro parlava?
<< Non so di cosa parli >>.
<< Non fare la finta tonta, sai benissimo di cosa parlo >> disse avvicinandosi a me.
Non capivo ancora di cosa parlasse…L’unico incontro che avevo avuto era quello con David e quello strano essere, e se si riferiva proprio a quest’ultimo? Ma a loro cosa importava di quel ragazzo? Insomma, non credo potesse essere di rilevante importanza un simile essere per una popolazione di creature così perfette.
<< Quel ragazzo? >>
<< Oh, bene, allora sai di cosa parlo >>.
Si avvicinò e mi allontanò da Jasper, come se lui fosse una sua merce che io non potevo toccare.
<< E dunque? >> risposi cercando di farle capire con uno sguardo, che avermi fatto allontanare da Jasper non mi cambiava nulla.
<< Non sappiamo come quel ragazzo sia riuscito ad arrivare qui, ma il fatto che ti abbia visto e che in un certo senso ora sa della nostra esistenza non va affatto bene >>.
Scese a terra e si sedette su una pietra.
<< E cosa volete da me? >> dissi rivolgendomi a Jasper.
Lui sorpreso ma compiaciuto perché gli avevo fatto quella domanda, sorrise in modo malizioso e prendendomi per un braccio mi tirò a se.
<< Io personalmente qualcosa di accattivante… >>.
Mi guardò dalla testa ai piedi e sorrise maliziosamente.
<< Seriamente >>, risposi irritata.
<< Bene, devi far sparire quel ragazzo, altrimenti uccideremo il tuo amichetto >>.
<< In che senso farlo “sparire”? >>.
<< Devi ucciderlo >> rispose Kessydie con non curanza. Come se quel che aveva detto era qualcosa di semplice o comunque qualcosa di normale.
<< Voi siete tutti pazzi! >>
Spinsi Jasper e mi allontanai volando più veloce che riuscissi. Io non ero una di loro, non avrei mai fatto una cosa simile, mai!
Loro mi stavano dietro, lo percepivo. Quel brivido gelido dietro al collo era lì a farmi compagnia, serviva ad avvisarmi, a dirmi :”Sei in pericolo”.



Angolo autrice: allora, premettendo che so di non saper scrivere poi così bene, ma spero che questo ammasso di idee vi piaccia. Vi sarei molto grata se esprimeste la vostra opinione, negativa o positiva che sia. Infine vorrei ringraziare tutti quelli che sono arrivati a leggere fin qui. Grazie. Deenhia.
  
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