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Autore: jeess    19/05/2013    0 recensioni
Nulla è per sempre, nulla è perduto. Si dice che l'unica cura capace di salvare i cuori, anche quelli più dannati, sia il vero amore. Dopo svariate ricerche in giro per il mondo si accorgeranno che la loro unica salvezza si trova proprio nelle loro mani. Devono solo scoprilo.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: Movieverse, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il destino trova sempre il modo di raggiungere il proprio obiettivo

 

Mystic Falls
Stefan

Finalmente ho ciò che mi serve, finalmente il mio obiettivo inizia a concretizzarsi.  Caroline è arrivata alla conclusione che ciò che tutti stiamo cercando e per cui io lotto si trova precisamente a New York. Fatti recenti hanno confermato il suo tragitto e adesso non devo fare altro che partire e trovare quella benedetta cura.

-Non sei tu solo a cercare la cura-, disse improvvisamente Caroline
-Che significa?
-So che c’è anche qualcun altro che la sta cercando, credo ti serva incontrarla, lei si trova già lì.
- Sai chi è?
-Lo scoprirai presto.
 
Sono già pronto per partire, ormai il mio tempo  lo passo con Meredith, si è pure proposta di aiutarmi a preparare l’indispensabile da portare. Sto bene con lei, certo la situazione non è  facile, convivere con la donna che si è impossessata del mio cuore, vederla riservare le sue attenzioni su mio fratello e non su di me fa ancora male. Ma per lo meno adesso, non appena mi sento soffocare, esco a prendere una bella boccata d’aria fresca e per questo intendo Meredith. In questi ultimi giorni sono  concentrato più che mai su quello che devo  fare e affrontare. So cosa mi aspetta a New York ma so anche come ottenere ciò che cerco. Sarei partito il giorno dopo, infatti mi trovo a casa, nella mia stanza con Meredith, chi meglio di una donna può sistemare in un piccolo trolley tutto l’indispensabile?

-Credimi non so come avrei potuto fare entrare tutto quello dentro un trolley così piccolo- la prendo tra le braccia.
- Sei un uomo, è normale- mi stuzzica.
-Pensavo stessi per dire un vampiro-scandisco le parole fino a farle diventare un sospiro e mi avvicino con fare famelico alla sua glottide.
-Non mi fai paura,  so chi sei realmente al di là della tua essenza- come sempre riesce a spiazzarmi.
-E cosa sarei?- bacio la sua gola.
-Sei un fantastico, attraente vampiro- la guardo dritta in quei grandi occhi e la bacio. Dapprima un bacio innocente poi iniziamo ad essere meno casti. L’appoggio  sul lavello bel bagno e lei allarga le cosce permettendomi di avvicinarmi maggiormente. Faccio scivolare le mie mani lungo la sua schiena provocandole piccoli brividi. Lei mi morde l’orecchio e poi scende lungo il collo;
-Anche io so mordere- e riprende a baciarmi.

Mi sbottona la cinta e fa scendere i pantaloni per terra, le accarezzo la parte intima, più intima della sua anima e ad ogni mio tocco la sento gemere. Mi avvicina possessivamente a sé annullando anche la più piccola distanza e io entro in lei, diventando ,in un attimo, una sola cosa. Magari questo è  il giusto modo per salutarci , d’altronde mi mancherà davvero. Dopo aver ripreso fiato ed esserci ricomposti lei finisce di dedicarsi ai miei accessori da bagno io prendo le ultime cose. Di solito noi vampiri sentiamo a distanza la presenza di qualcuno, ma questa volta, forse preso dalla foga di quello che era appena successo, non sento  arrivare nessuno.
-Anche se può sembrarti presto, dopo tutto, non è passato molto tempo, ti confesso che sentirò la tua mancanza. Davvero, non penavo fosse possibile una cosa del genere, ho combattuto tanto per allontanare da me questo sentimento definitivamente ma adesso, scopro che non è realmente così- le parole mi scivolano di bocca, sto nuovamente riaprendo il mio cuore ferito ad un’altra donna. Un rumore riecheggia dalla maniglia della porta, mi volto e mi ritrovo Elena con un espressione triste in volto.
-Stefan, io so per certo che mi mancherai anche tu. So che mi ami e davvero mi sento lusingata ma sappi che nemmeno io ti ho dimenticato. Io so di amare Damon, ma so anche di non aver scordato te-.
La guardo allibito, di cosa stava parlando? Dice di amare Damon e anche  di non aver dimenticato me?Questa donna vuole farmi impazzire, perché ogni volta che cerco di scordarla e di aprirmi ad altra eccola che torna a confondermi le idee. Perché io adesso sono certo che quelle parole sono riferite a Meredith, anche se adesso  ci guardiamo negli occhi, so che devo scordarla.
-Non ti ho sentita arrivare-, la sua espressione cambia, è perplessa.
-Come? Allora per chi era quel discorso?-
-Per..- nemmeno il tempo che Meredith esce dal bagno catapultandosi davanti Elena. Si osservano, Meredith mi guarda, mi sorride e mi bacia delicatamente.
-Grazie per quelle parole.
-Erano per lei, Elena, mi dispiace che tu abbia frainteso-. I suoi si aprono e si morde il labro, diventa rossa in viso e abbassa lo sguardo, mi dispiace, mi hai spezzato il cuore, mi dispiace, ti amavo così tanto, mi dispiace, volevo dirle a te quelle parole, mi dispiace, ma devo andare avanti anche senza di te.
- Scusa, io non sapevo che ci fosse lei qui, davvero vi lascio soli-, chiude la porta e si allontana. Io non guardo Meredith, prendo il mio diario dal cassetto e lo infilo in borsa.
-Io sono pronto per andare- guardo Damon che si alza per venirmi incontro.
-Mi raccomando, se hai bisogno chiamami, verrò subito- mi da una pacca sulla spalla.
-Lo farò. Mi raccomando tieni la situazione sotto controllo, avvisami delle novità-.
-Divertiti anche per me, sappiamo quanto sia affascinante per noi vampiri New York-.
-Si, saprò svagarmi sicuramente-.
-Per divertimento cosa intendi?- scherzò Meredith.
-Niente di compromettente- sorrisi.
-Adesso vado prima che faccia buio. Allora a presto-.

Esco accompagnato da Meredith ma prima di chiudere la porta, butto uno sguardo su di lei che mi sta già guardando. “ Devo dimenticarti Elena”, lascio questo pensiero per me e chiudo la porta.

∞∞∞

New York
 

A New York il cielo è cupo, tipico tempo newyorkese. Mi manca l’aria qui, i vecchi tempi e le sbronze colossali insieme a Damon. Devo trovare una traccia, qualcuno che mi conduca alla cura. Entro dentro un bar da me frequentato diversi anni fa. Mi avvicino e ordino un bicchiere di brandy al barista. Mi fissa e la cosa non mi quadra.
-Anche tu in visita?-, chiede per conversare.
-Sì sono qui di passaggio, ci sono molti turisti per ora?- volevo capirne di più
-Certo, questo a quanto pare è un periodo positivo per New York, specialmente per gli uomini-.
-Che vuoi dire?-.
-Il posto è frequentata da bellissime donne, qui la sera si riempie ed è sempre un bel vedere-.
Tra queste belle donne poteva esserci sicuramente lei, Katherine, questo è sicuramente un posto frequentato da lei.
-Allora stasera farò un salto qui- pago il mio bicchiere e vado in hotel. Devo sistemarmi dopo il viaggio.
La sera arriva presto e dopo aver mangiato qualcosa mi reco direttamente in quel locale. Quell’uomo ha ragione, la sera questo posto straripava di belle donne. Ma di Katherine nessuna traccia. Osservo bene e noto un piccolo particolare, una donna dalla chioma bionda accompagna, per il colletto, un uomo nel retro del locale. Osservo la scena e capisco chi è quella donna.

***

New York
Amanda

-Allora non mi dici dove si trova?- Mi trovo nel retro del locale, do un pugno al vampiro che ho accompagnato “gentilmente” fuori dal bar.
-Io non so chi sia!- mi urla. È inutile, con un gesto veloce e netto lo colpisco col mio fedele paletto, alzando gli occhi al cielo. Mi volto credo di aver sentito un familiare fruscio, mi guardo intorno ma non vedo nulla. Cammino lungo lo stradone stasera ho ucciso un bel po’ di vampiri ma tutti non hanno voluto dirmi una sola parola riguardo la vampira, mi sento vuota, priva di emozioni. Da quanto le mie labbra non si stendono in un sorriso? Lo so. Da otto mesi, quando la mia vita è stata stravolta, quando quella vampira mi ha portato via l’unica persona della mia famiglia rimasta viva, mio fratello.
Motivo per cui sono qui a New York. La vampira è qui la cerco da allora, la ucciderò senza pietà, come lei ha fatto con mio fratello. Sono passate due settimane e ancora non riesco a trovarla, non so come sia fatta,. Conosco soltanto il suo nome: Katherine  Pearce.

Un vampiro mi sbuca dal nulla, nonostante ciò  non mi faccio trovare impreparata. Iniziamo a combattere, ma lo uccido proprio come tutti gli altri. Ridicolo. Noioso. Il mio cellulare squilla è Elijia
-Pronto?- la mia voce è più vuota di ciò che pensassi
-Devo parlarti, ci vediamo al solito posto-.
-A  dopo- chiudo la chiamata. Da quando sono arrivata qui, Elijia ed io lavoriamo insieme, anche se a volte penso che lui faccia di tutto per non aiutarmi. Devo dire che la sua presenza non mi dispiace affatto.
 Mi volto, mi sento osservata. Qualcuno mi segue lo so. Ricomincio a camminare, ma non si fa avanti nessuno, la nebbia continua a calare. La sensazione che ci sia qualcuno a seguirmi non sparisce, ma è inutile mettermi a cercare con questa nebbia. Sarebbe da stupide.
Dopo aver sistemato i corpi dei vampiri uccisi e averli bruciati, mi dirigo verso la macchina e trovo un bigliettino sul tergicristalli. Mi guardo ancora intorno ma non vedo nessuno di pericoloso, solo ragazzi e ragazze ubriachi che escono dalla discoteca. Prendo il biglietto e lo apro:

Vediamoci domani al Subway Inn bar alle 12.00.


guardo con attenzione la calligrafia, non mi ricorda nessuno. Perché uno sconosciuto vorrebbe parlarmi? E poi di cosa? Ripongo il biglietto in tasca e metto in moto la macchina.
Arrivo al solito locale, quello dove l’ho conosciuto, Elijia mi aspetta al solito tavolo.
-Ci hai messo molto.- mi dice spostandomi la sedia per farmi sedere. Il suo modo di fare, così galante, mi attrae parecchio lo ammetto.
-Vampiri.- alzo le spalle – Di che vuoi parlarmi?-
-Ho scoperto qualcosa su quell’anello- , dice sorridendo ammaliatore. Lo guardo alzando le mie labbra in un ghigno lui continua;
-Appartiene alla tua stirpe da almeno cento cinquant’anni, non ho scoperto molto. Però posso dirti che è un anello che sembra dare poteri inerenti al regno dei morti. Ho notato una stranezza, tutti coloro che lo indossavano dopo poco tempo morivano-.
-E tu vuoi rischiare la tua vita per quell’anello?- mi avvicino suadente a lui. Mi piace provocarlo, penso di fargli effetto.
-Tu dammi l’anello e poi vediamo- si avvicina ulteriormente.
-Ancora non mi hai portato la vampira, portamela e ti darà ciò che vuoi-.
Mi alzo e vado via. Elijia vuole da me un anello appartenente a mia nonna, ricordo che da piccolina quando giocavo a casa sua col suo porta gioie c’era sempre questo grande anello con una grande pietra nera. Una volta lo stavo indossando ma mia nonna mi fermò subito dicendomi che mai e poi mai avrei dovuto fare una cosa del genere. Ovviamente quell’anello non l’ho, non so dove l’abbia nascosto e non ho tempo per trovarlo. Fare arrabbiare un originario non è un bene, ma mi ha promesso di portarmi Katherina  vale la pena rischiare la vita. Ricordo ancora le parole che ci siamo detti al bar l’altra notte:


-Che vuole da me un originario?
-Intanto ero curioso di conoscere una cacciatrice e lasciami dire che la fama che hai tu nel mondo dei vampiri non l’ha mai avuta nessuna e  credimi ne ho conosciute di cacciatrici-, disse offrendomi un bicchiere di vino
-Ci so fare in effetti- bevo, non so dove vuole andare a parare.
-Più di chi ti ha preceduta-.
-Volevi vedermi solo per capire come fossi fatta? Ti avrei mandato una fotografia-.
-Bel caratterino e non solo-, disse compiaciuto poi riprende a parlare con quel fare affascinante che lo caratterizza.
-Mi interesserebbe un cimelio della tua famiglia-.
-Ma davvero? E quale?-
-Un anello come questo- mi fece vedere un ritratto. Restai colpita, era l’anello di nonna. Quello che teneva nascosto.  Non so dove possa essere finito.
-Perché vuoi questo anello?- doveva essere particolare, io non ne so nulla.
-Motivi personali-
-E in cambio cosa avrei io?-
-Cosa ti interesserebbe?- forse avrei potuto barattare la mia vendetta con l’anello. Sempre se l’avessi trovato.
-Katherine Pearce, la conosci?-
-Ci ho avuto a che fare-.
-Trovamela e portamela e ti darò ciò che vuoi-.
 

Tornata a camera, vado diritta a letto. Sono esausta, inizio a pensare alla mia vita, a quello che avrebbero voluto i miei genitori per me e Oliver, mio fratello, di certo niente di tutto questo. Mio padre diceva che avrei dovuto intraprendere gli studi per diventare avvocato invece ho diciotto anni e quest’anno dovrei diplomarmi, non credo di avere il tempo di farcela. Non mi importa, finché non avrò la mia vendetta del resto non mi importa.

 
 
 
La sveglia suona. Sono le 11.00. faccio colazione e medito se andare o meno a quell’appuntamento. In fondo anche se è una trappola posso sempre ucciderli no? Decido di vestirmi e vedere chi vuole parlarmi. Arrivo con dieci minuti di ritardo, entro e mi guardo intorno. Ci sono due ragazzi e una ragazza seduti a un tavolo da soli. Quindi il mio interlocutore sarà uno di essi. Li guardo, la ragazza bionda, è intenta a massaggiare. Un ragazzo è intento a leggere un pezzo di carta e un altro parla al telefono. Quest’ultimo mi guarda, chiude la chiamata e si alza. Vado verso di lui e gli mostro il biglietto

-Sei tu?- chiedo fredda
-Si sono io, prego siediti.- faccio come mi dice e inizio a tamburellare con le dita sul tavolo aspettando che parli. Decido di abbattere le formalità io
-Sei un vampiro.
-Cosa te lo fa pensare?- lo sapevo. Dopo anni di vampiri e combattimenti vari, riconosco un vampiro con un semplice sguardo.
-Lo so.- alzo le spalle.
-Tu sei la cacciatrice.- ghigno, che vuole un vampiro da me?
-E tu come lo sai?-
-Lo so- alza le spalle come ho fatto io poco prima. Gli sorrido lui ricambia
-Mi chiamo Stefan Salvatore- cattura subito la mia attenzione, ne ho sentito parlare quando ho torturato un vampiro per torcergli informazioni su Katherine, mi ha detto che loro sapevano tutto su lei.
-Amanda Dukan.- lo guardo circospetta.
-Ti chiederai sicuramente cosa voglio da te-  lo guardo non rispondo.
-Voglio un aiuto a trovare la cura. Dicono che sei parte importante per il rituale-  alzo il sopracciglio, e questo come lo sa? La mia stirpe è legata alla cura al vampirismo. Una mia antenata fece un incantesimo, per sbloccare gli effetti della cura c’è bisogno del sangue della stirpe Dukan.
-Perché dovrei aiutarti?-
-Perché so dov’è Katherine Pearce.-  mi drizzo con le spalle. Ci siamo, lui sa dov’è, può portarmi da lei.
-Perché dovrebbe interessarmi di lei?- come fa a saperlo lui?
-I vampiri parlano, dicono che ne stai sterminando un bel po’, soprattutto di suoi leccapiedi-.
-Che vuoi farci con la cura?- cambio discorso.
-Devo salvare una persona che non merita di essere vampiro.-
-Dov’è Katherina?-
-Dammi la tua parola che mi aiuterai.-  si avvicina a me e mi porge la mano. Ci sa fare, non dovrei far patti con i vampiri, sono la feccia del mondo sovrannaturale. Sospiro nervosa e allungo la mano verso di lui. In che guaio mi sto cacciando?



Angolo Jeess:

Ciao ragazze :)
ecco qui il terzo capitolo della storia, che ve ne pare?
Stefan e Amanda compagni di avventura? 
Lei riuscirà ad ottenere la propria vendetta?
Fatemi sapere le vostre impressioni!!
Grazie a chi legge e recensisce!!!



Se vi interessa una pagina dedicata alle nostre storie su efp, vi consiglio questa :) 
https://www.facebook.com/RecensioniPerTe?ref=hl
 
  
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