P.S.
Penso si sia capito che non è una storia molto "seria" o dalle
grandi scene di disperazione. Le avversità vengono vissute in
maniera normale, talvolta forse un pò indifferente ma tutti i
personaggi racchiudono nei propri modi profondi turbamenti che vanno da
un amore mai trovato, un aiuto mai cercato o un sogno mai avverato.
Vi è sempre una velata ironia che in un certo senso evidenzia il
fatto che per quanto tu desideri una cosa sarà solo il caso a
donartela.Tra queste cose anche l'amore.
Perciò questi personaggi non hanno nessuna pretesa di essere drammatici ma solemante quella di essere loro stessi :) Questo è il penultimo capitolo, quindi la vostra angoscia sarà di breve durata. Grazie a Moonguardian e gli altri lettori, la vostra opinione è sempre gradita ;) Non temete, il caos riordina sempre tutto.
Good
Bye
ovvero
il
sole all'albeggiare
<<
Avevi ragione tu Lorence, la vita fa schifo... >> Lidia si
stava rotolando nella sua auto commiserazione mentre il diretto
interessato stava armeggiando in cucina, preparando un laborioso te.
Era
arrivato in bicicletta, no, non era una battuta. La città era
intasata, quella sera ci sarebbe stato un importante concerto e tutto
lo stato sembrava essersi rovesciato fra le vie di quella cittadina,
senza alcuna pietà.
Fortunatamente
Lorence era una persona che pensava in fretta, dal veloce intuito e
dalle idee piuttosto strampalate. Non si era lasciato perdere d'animo
e aveva afferrato la sua vecchia bicicletta, arrugginita, di una
vernice blu opaca e con i freni rotti. In realtà quello sinistro
funzionava ma era meglio non usarlo a sua definizione, ti saresti si
fermato ma anche capottato dolorosamente.
Se
solo non fosse stata in lacrime e nel bel mezzo di una crisi di
depressione forse avrebbe compreso la romanticità del momento, ma
era troppo occupata ad autocommiserarsi.
Era
stato uno strano salvataggio, ma era pur sempre stato un salvataggio.
<<
Non ho mai detto nulla di tutto ciò. Sei tu che ti sei posta strani
pensieri in quella tua testolina, non per niente sei venuta da me. >>
L'uomo
non ottenne risposta, continuò facendo forza su di se. <<
Adesso dovresti dire:”Non hai fatto un bel lavoro!” >>
Lidia
non sorrise, rimase a guardarlo vacua, come non aveva mai fatto. Si
voltò dall'altra parte per poi rigirarsi ancora una volta verso di
lui. << Sai, adesso ti capisco, più o meno. Ti capivo anche
prima, ma adesso forse mi è più facile comprendere come ci si sente
quell'altra, ma io non volevo
essere quell'altra. Tutto ciò
che volevo era un ragazzo gentile a cui piacessi nonostante tutto.
Sarebbe potuto essere brutto o dal pessimo carattere ma se mi avesse
amata non ci avrei dato peso. >> Lei tirò appena su col naso.
<< Non fraintendermi, non sono così superficiale, ma non hai
mai desiderato di avere così ardentemente qualcuno al tuo fianco
tanto da accontentarti? >>
Lorence
gli scostò una ciocca serio. << Si, ma io non mi innamoro di
qualcuno perché mi sento solo, ne mi ci metto. Se sbaglio a fare la
mia scelta non è certo perché mi accontento. E nemmeno tu sei così.
>>
<<
Come fai a saperlo? E invece sono così, lo sono stata tutta la mia
vita e ho come il dubbio che lo rimarrò. Ogni volta che cerco di
cambiare va sempre peggio, guarda com'è finita questa volta. Voglio
morire! >> Lidia affondò la faccia nel cuscino da cui salì un
rantolio molesto ma l'uomo non sembro scandalizzarsi.
<<
Ti preparo dell'altro tè. >> O Lorence credeva che il tè
avesse degli strani poteri curativi o la stava imbottendo a tal
punto per farla rinchiudere in bagno per il resto della giornata, non
dovendo più sorbire le sue lamentele.
<<
No, niente tè. >>
<<
Va bene, niente tè. >>
<<
Tu lo sapevi, no? >>
<<
Cos'è che sapevo? >>
<<
Lo sapevi che nascondeva qualcosa, per questo lo hai picchiato.
>>
<<
Supponevo che qualcosa non andasse ma non lo sapevo... >>
<<
Perché non me lo hai detto? >>
A
quella domanda Lorence impiegò del tempo a rispondere. Provò di
nuovo quella sensazione di dirle tutto, come con Anna, e prese in
considerazione l'idea di non richiudere ancora una volta quel
cassetto.
<<
Non te l'ho detto perché eri molto felice, sembravi finalmente a tuo
agio con il mondo e con te stessa. E io farei qualunque cosa per un
tuo sorriso, anche avere le crisi coscienza... >>
Lidia
rimase a fissarlo, incitandolo a parlare.
<<
Insomma...mi sono reso conto che non era quello che volevo ma che
allo stesso tempo lo era. >> L'uomo aggrottò le sopracciglia
mentre parlava.
<<
Eh? >>
Già,
che cosa doveva significare?
<<
Io volevo, lo so che sembra una frase fatta, che tu fossi felice. Da
quando sei arrivata da me ti ho sempre vista sorridere ma solo alcune
e rare volte ti ho vista davvero felice e io credevo che lui ti
rendesse felice. Così ho pensato, che cosa importava se era pieno di
difetti, se ti faceva sentire bene, cosa importava? Lo so, è stato
un ragionamento assurdo, ma cerca di comprendermi... >>
<<
Ci provo... >>
Lorence
tirò un sospiro di sollievo. << Ne sono lieto. >>
<<
Avresti potuto rendermi tu felice... >> Lidia lo disse con
leggerezza, infilando la supposizione nel discorso con riguardo e
circospezione.
Stranamente
l'uomo, per quanto sembro cogliere la provocazione, non sembro
particolarmente turbato. << Lo pensi perché sei giovane, non
solo gli anni tuttavia fanno la differenza. Io non sono mai stato la
felicità per nessuno, averti lasciato andare è stata la cosa
migliore che ho fatto nella mia vita. Tu sei esattamente il mio
contrario. Hai troppo bisogno di qualcuno, io troppo poco. >>
<<
Smettila di parlarmi da psicologo... >>
<<
Io ti sto parlando come uomo, uomo innamorato e con esperienza... >>
Innamorato.
Non
sapeva perché ma faticava ad immaginare qualcosa che riguardasse
l'amore uscire dalle sue labbra, eppure il suo cuore non sembrava
aver atteso altro e anche se la stava prontamente allontanando si
sentì felice, in qualche modo.
<<
E io non potrei essere innamorata? >>
<<
Forse lo sei ma non è quello di cui hai bisogno, non adesso. >>
<<
E tu sai di cosa ho bisogno, immagino? >> La voce della ragazza
risuonò sarcastica.
<<
Tento. >>
<<
Così, è un good bye? >>
<<
Si, mia cara, è un good bye. >>
<<
E dovessi tornare? >>
<<
Sarò sempre qui per le tue turbe mentali... >>
Lidia
gli si sedette sulle ginocchia. << Sai, fin da bambina mi sono
immaginata un momento del genere, è completamente diverso. Tuttavia
è stato comunque un bel sogno, mi dispiace che sia finito. >>
Lorence
sorrise in quel suo modo strano, a metà tra il birichino infantile e
il maturo disamorato. << Non è finito Lidia, ti sta aspettando
dall'altra parte, se corri un po' ne prendi l'inizio. >>
<<
Lo vuoi il bacio del lieto fine anche se non vuoi far parte del mio
epilogo? >>
<<
Si... >>
E
la principessa baciò Batman, l'apocalittico amore della sua vita che
tuttavia non si trasformò in una persona normale. Rimase uno
scontroso psicologo che l'avrebbe sempre aspettata al di là del sole
all'albeggiare.