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Autore: violetti    19/05/2013    1 recensioni
Andrea.
Un sedicenne francese sensibile e incompreso.
Una madre pressante ed invadente.
Ed una sorella pestifera e fastidiosa.
E degli amici che sono messi peggio di lui.
Ma ha un diario, ed è questo che lo salva...
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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19 maggio.
 
Caro amico,
ti avevo promesso che sarei tornato presto a scrivere su questo diario, ma oggi è l’unico giorno in cui questo mi è possibile. Allora approfitto per raccontarti di ieri pomeriggio, nonostante la testa che pulsa e lo stomaco in subbuglio.
Ho fatto una gran cagata. Ed è successo tutto così in fretta che non ho neanche avuto modo di controllare minimamente la situazione.
Solo una cosa: preparati ad un poema senza precedenti (mi sforzerò di scrivere anche se non sono esattamente in forma, ma alcune cose che bisogna leggerle per vederle da un punto di vista diverso).
Devi sapere che ogni anno, dal 16 al 18 maggio si festeggia il patrono di Saint Tropez, San Torpete, con la bravade, che è una festa antichissima. Alla bravade puoi trovare di tutto: giostre, intrattenimenti per i più piccoli, ma soprattutto, bancarelle. Bancarelle ovunque e piene di ogni genere di cose, in particolare di specialità enogastronomiche. In questi giorni le scuole sono chiuse, così io ed i miei amici giriamo per le strade per ore ed ore senza fermarci.
Anche quest’anno ero in giro con i ragazzi del Vieux Port a fare baldoria per le viuzze de La Ponche, quando la folla ci ha divisi e mi sono ritrovato nella Place des Lices in compagnia di Félicien e Lena. E lì ho capito che non sarei uscito vivo da quella festa.
Lena è entrata nel gruppo due anni fa, penso una o due settimane dopo di me, e l’ho conosciuta abbastanza bene per poter affermare con sicurezza che a volte è completamente fuori di testa.
Non ci vediamo spesso, perché lei non frequenta il mio stesso Liceo, ma quando sono con lei finisco sempre per perdere la testa anch’io; il che è difficile, visto che, normalmente, sono un ragazzo tranquillo. Io lo chiamo ‘effetto Lena’, un nome che la fa ridere per ore.
E poi con me c’era Félicien, e lui è il re degli scatenati.
All’inizio è andato tutto relativamente bene: Félicien e Lena non sono riusciti ad unire la loro follia, forse perché non si sopportano granchè. Lui dice che lei è bruttina e senza seno, lei è una femminista convinta (o almeno credo) e quindi non sopporta quando lui inizia a fare discorsi del genere.
Dopo qualche minuto Félicien ha adocchiato una bella ragazza ed è scomparso tra la folla, mentre io e Lena abbiamo iniziato a girovagare tra le bancarelle.
"Mai assaggiato l’Amer Picon?", mi ha chiesto indicando un bicchierino pieno di un liquore di colore caramello.
"No", le ho risposto."Sono astemio".
"Allora ti sfido a berne più che puoi!".
Mi sono messo a ridere, "Ma se ti ho appena detto che sono astemio!".
"Appunto per questo! Sennò che sfida è?".
Ho scosso la testa, lei ha afferrato un bicchierino e ha iniziato a sorseggiarlo piano piano.
"Ma che stai facendo?! Non lo paghi?", l’ho fermata con una mano.
Lena, senza smettere di bere, mi ha indicato un cartello al lato della bancarella: Assaggini gratis di Amer Picon.
Ho alzato le spalle e le ho detto: "Dai, fammene assaggiare un goccio".
Lei ha sorriso sorniona e mi ha posto il bicchierino. E Dio solo sa quant’era buono!
Stavo per prenderne un assaggio anch’io quando è comparsa la proprietaria, una donna sulla cinquantina con i capelli tinti di un orribile arancione.
"Quanti anni avete?", ha gracchiato guardandoci dall’alto al basso.
"Sedici", ho dovuto rispondere io perché Lena è, in realtà, quindicenne fino a dicembre e chi ha meno di sedici anni non potrebbe prendere alcolici.
La signora sembrava scettica: "Sedici? Alla ragazza potrei credere ma..".
Non l’ho fatta finire e ho ribattuto subito: "Se vuole le faccio vedere un documento".
Sinceramente mi infastidisce molto il fatto che ogni volta che dico la mia età tutti mi guardano in quel modo. Mica è colpa mia se sono così minuto, ce l’ho nel DNA.
A quel punto però, la donna ha deciso di lasciar perdere e, con un gesto veloce, ci ha messo in mano un bicchierino. E così ho scoperto che avrei fatto meglio a portare avanti la mia astemia.
Dopo due assaggi inciampavo sui miei piedi; dopo quattro mi sono dovuto stendere su una panchina della piazza perché non riuscivo più a distinguere il sopra dal sotto; al quinto la mia memoria si esaurisce.
Però la colpa della mia sbornia non è stata di Lena, ma unicamente mia; ricordo confusamente che lei cercava di convincermi a non bere più, ma che io, confuso anche dal liquore, dicevo di non preoccuparsi, che sapevo reggerli.
Reggerli un paio di palle, Andrea.
Così in qualche modo sono riuscito a sgraffignare altri bicchierini dopo il primo, fino a ritrovarmi senza equilibrio né forza di volontà.
Poi Lena mi ha raccontato che è rimasta con me per un’ora e mezza prima che smettessi di dire cose senza senso e in quell’arco di tempo sembra che sia passata tutta la mia scuola, comprese un paio di ragazze carine di prima, che si sono messe a ridacchiare quando mi hanno visto in quello stato.
Oh Dio, che figura di merda.
Comunque, prima che scendesse la sera sono riuscito a smaltire in parte la sbornia.
Ma alle nove sono tornato a casa e, prima che qualcuno potesse notare la mia camminata un po’ traballante, mi sono buttato nel letto e ci sono rimasto fino all’una di pomeriggio.
Ora non sto esattamente benissimo, ma se riesco a scrivere così tanto vuol dire che un po’ di forza l’ho riacquistata.
Scommetto che starai ripensando a quando ho scritto di essere un bravo ragazzo: lo so, so che ieri sono stato un coglione, ma è stato un colpo di testa, uno di quelli che solo Lena mi può far fare.
Per carità, non le do la colpa, anzi, se non ci fosse stata lei sarei andato in giro a inciampare sulla gente e magari mi avrebbe visto qualche parente che.. oh no, non voglio neanche pensare alla faccia che farebbe mia mamma se sapesse che quindici ore fa ero ubriaco.
Prima di andare ho fatto promettere a Lena che non avrebbe detto a nessuno quel che mi è successo e lei ha giurato.
Speriamo bene.. la mia reputazione non può andarsene così.
E così, dopo quest’esperienza, ho saggiamente deciso che non berrò mai più.
Ciao!
Andrea, il redivivo.
 
 
 



Buonsalve, gente.
Lo so, ho scritto un sacco.
Però ci voleva un colpo di scena, un qualcosa che smuovesse un po’ la monotona vita di Andrea ùù
Well, spero che questo capitolo pieno di sorprese vi sia piaciuto e se vi va fatemelo sapere in una recensione quassotto e non lassopra! XD (cit. Daniele doesn’t matter ♥)
Ora vi devo lasciare!
Alla prossima settimana ♥
_pink
 
  
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