Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Red_Ginger    19/05/2013    5 recensioni
Quando la vidi, per la prima volta dopo secoli il cuore morto nel mio petto sembrò riprendere a battere e la cenere arida che aveva sostituito il mio sangue diventò un fiume di lava bollente. Decisi in un solo istante che l'avrei avuta. Io sono il conte Alexandros Demetriou, e questa è la mia storia.
Una gradevole (o almeno lo spero) storia nella venezia del '700.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Occhi dorati, anima pura

 

Seguii Giorgio

in città, sotto la

pioggia battente.

Lui fece fermare

il maestoso cavallo fulvo

sotto un portico

e smontò, levandosi

il cappuccio.

Gli andai dietro,

salendo una stretta

scala di pietra.

Entro poco

avrei saputo cos'era accaduto.

 

Mi svegliai in

un posto scuro

ed inquietante,

con la testa che

mi doleva in modo

insopportabile.

In mezzo a tutti

quei mobili neri,

in quella stanza immersa

nella semioscurità

ebbi paura.

-Alekos, salvami-

sussurrai terrorizzata.

 

Finalmente l'avevamo

presa.

Finalmente l'avevamo

in pugno.

Ora dovevamo solo

aspettare che lui

ci trovasse.

Già pregustavo

l'uccisione di un mio

simile.

E dopo mi sarei

liberato degli altri:

il sangue della ragazza

e di quello stolto

di Daniele

avrebbero placato la mia

sete crescente.

 

Il ragazzo era debole,

la sua ferita profonda.

Nonostante lo avessi

curato al meglio delle

mie capacità

non riprese conoscenza.

Quando la porta

si aprì e Giorgio

tornò con il conte

mi preparai

a informarlo

di ciò che sapevo

e del suo destino.

 

 

-Come avete fatto a trovarmi?- chiese Alexandros curioso all'uomo grande e grosso sul cavallo fulvo. Con la carnagione candida e le enormi mani sembrava un gigante dai capelli sale e pepe. La pioggia continuava ad abbattersi sui loro mantelli ormai fradici, bagnando i loro vestiti, mentre procedevano al galoppo schizzando l’acqua delle pozzanghere. Passando su ponti, per piazze, vicino a canali, giunsero ad un portico dove Giorgio fece fermare il cavallo e smontò. Alexandros lo imitò, chiedendosi che cosa l'uomo gli avrebbe risposto.

-È una lunga storia, perciò preferirei non parlarne qui. Seguitemi, una persona ci aspetta- rispose Giorgio, sfilandosi il cappuccio. L'altro annuì e lo seguì lungo una scala stretta e ripida, fino ad arrivare davanti ad una porta piccola e scura. Il gigante la aprì e si abbassò per entrare, subito seguito dall'altro. Si trovarono in un piccolo appartamento, arredato spartanamente ma a prima vista abbastanza comodo. Nella stanza dove si trovavano il fuoco ardeva nel camino scacciando l'umidità. Alexandros notò che c'erano dei vestiti da uomo ad asciugare davanti al camino. Giorgio si accorse del suo sguardo e sorrise leggermente.

-Appoggiate pure il vostro mantello vicino ai vestiti di Giovanni, così non dovrete rimettervelo bagnato. Aspettate qui un momento- detto questo e entrò in un'altra stanza.

Alexandros si voltò a osservare la stanza. L'ambiente era pulito e ordinato, e le trecce di erbe essiccate appese al soffitto facevano capire che lì abitava una donna. Una donna con buon gusto, si disse lui mentalmente, osservando i colori vivaci ma abbinati dei cuscini, della poltrona, nel tappeto delle tende. L'insieme delle tonalità creava un effetto gradevole in contrasto con le pareti chiare.

-Signor conte- si sentì chiamare. Si voltò verso Giorgio, tornato nella stanza.

-Ditemi- rispose.

-Venite- esclamò l'altro, facendo cenno di entrare in quella che sembrava essere una camera da letto.

Lui annuì ed entrò. La prima cosa che lo colpì fu la semioscurità in cui era immersa la stanza. La seconda fu Giovanni steso sul letto, privo di conoscenza. La terza fu una ragazza dalla pelle scura che lo fissava con due occhi dorati incredibilmente luminosi.

 

Elisabetta riprese lentamente conoscenza, avvertendo una fitta lancinante alla tempia non appena cercò di alzarsi. Restò stesa su quello che sembrava essere un morbido letto a respirare lentamente per calmare il dolore alla testa, cercando di capire dove si trovava.

La stanza era immersa nella semioscurità, e da quel poco che la ragazza riusciva a vedere sembrava piccola ma abbastanza confortevole, arredata con mobili che parevano essere debbano. Elisabetta si alzò con cautela dal letto, mentre il dolore diminuiva lentamente e si guardò intorno con curiosità mista a timore. Nella camera regnavano i toni scuri: le pareti sembravano essere di un rosso bordeaux abbastanza spento, e le tende davanti alla finestra sbarrata e il copriletto erano viola, il viola dei paramenti dei preti che dicono messa per i funerali.

 La ragazza represse a stento un brivido vedendo appeso al muro un quadro che raffigurava il cardinale, riconoscendo in lui l'uomo terribile che l'aveva aggredita il giorno del ricevimento. Era raffigurato in veste cardinalizia, seduto su quello che sembrava essere un trono, e aveva in mano una coppa piena di liquido scarlatto. Ma la parte più inquietante dell'opera erano gli occhi: gelidi, spietati. Disegnati così bene da sembrare vivi. Quel quadro sembrava respirare, e non faceva altro che spaventarla ulteriormente. Se la giovane non fosse stata così spaventata dal fatto di essere sola in una stanza con una porta robusta chiusa a chiave dall'esterno e una finestra che non si poteva aprire forse si sarebbe soffermata a riflettere su come uscire da lì.

La ragazza cercò di stare calma. Si avvicinò alla finestra e guardando tra le sbarre di legno di decollo che sembrava essere un parco disseminato di pozzanghere ma è la, ricordo del temporale che doveva essere appena finito. Un raggio di sole vi si riflettè accecandola per un momento, riportandole alla mente l'aggressione subita poche ore prima. In un lampo rivide tutto: Daniele, con un'espressione da invasato sul volto, il suo strano aiutante, più sottile di lui ma molto forte. Risentì la presa ferrea delle sue lunghe mani, e guardandosi le braccia non si stupì nel trovarvi dei lividi. E infine rivide Giovanni, immobile sulla pietra, una striscia di sangue che s'allungava da un fianco e un’altra, più sottile, dalla testa. Poi era arrivato il buio.

Nuove lacrime le spuntarono dagli occhi, mentre pensava che probabilmente il suo amico era morto, e che lei non aveva potuto fare niente per impedirlo. Al pensiero che forse non avrebbe più rivisto i suoi ridenti occhi neri e il suo dolce sorriso sentì un nodo allo stomaco.

E Alekos, il suo Alekos? L'avrebbe cercata, l'avrebbe trovata? Voleva tanto ritornare al sicuro tra le sue forti braccia, voleva risentire il suo leggero accento straniero, voleva girarsi di nuovo nel letto di percepire il suo profumo speziato sul guanciale. Ma sapeva che il cardinale, quell'uomo terribile lo voleva morto, e aveva preso lei per arrivare a lui. Che cosa sarebbe successo?

Oh, Alekos, dove sei? Ci prego, vieni a salvarmi, ho tanta paura… Si disse presa dallo sconforto, mentre le lacrime che sembravano volersi fermare continuavano a scorrere copiose.

Elisabetta si accasciò davanti al davanzale della finestra, piangendo.

 

-Che cosa? Daniele lavora per il cardinale che è…- cominciò a dire Alexandros voltandosi sbalordito verso la ragazza, che lo interruppe terminando la frase: -è un vampiro. Sì, purtroppo è così-

Il conte si alzò da una delle poltrone su cui era stato invitato ad accomodarsi, avvicinandosi alla finestra, riflettendo su ciò che gli aveva detto quella giovane dalla pelle scura. Gli aveva raccontato chi era e come aveva trovato Giovanni, e lui aveva ascoltato a bocca aperta per lo stupore. Lei, Aicha, era una maga. Non una vecchia che spacciava le sue tisane per filtri magici, ma una maga vera, che aveva trovato il suo servo senza conoscerlo, guidata dai suoi poteri e dal suo istinto. Ad Alexandros tutto quello che lei gli aveva spiegato sembrava assurdo, nonostante sapesse quante cose strane potevano accadere al mondo, cose di cui egli stesso sapeva di essere la prova, dato che era un vampiro.

Un vampiro come il cardinale, pensò mentre il suo sguardo si incupiva. Ora che era a conoscenza del fatto che c'erano ben due vampiri a Venezia si spiegavano molte cose: i cadaveri trovati completamente dissanguarti, la sua inquietudine quando gli avevano nominato il cardinale, e ovviamente la sparizione di Betta.

Ma perché è agire così? Perché non arrestarmi direttamente anziché farmi passare per assassino? Perché rapire Betta? Si chiese angosciato. Betta, la sua Betta. Dov'era? Sta bene? Cosa le avevano fatto? Cosa le avrebbero fatto?

-Tutte le vostre domande troveranno risposta, non dubitate- la voce di Aicha lo scosse. Aveva sentito i suoi pensieri?

Ne ebbe la conferma poco dopo, sentendola rispondere di sì. Si voltò verso quei disarmanti occhi dorati, brillanti come due piccoli soli.

-E voi in che modo potete aiutarmi? Sapete dove sono nascosti?-

Lei scosse la testa -no, purtroppo anche la preveggenza ha dei limiti. Però posso dire che siete in grado di trovare il loro nascondiglio-

-E come?- Domandò lui subito.

-È una cosa che dipende solo da voi. Dovete concentrarmi su questo stesso, e il vostro cuore vi dirà dove andare. L'amore che vi lega ad Elisabetta vi guiderà. E ovviamente solo voi potrete scoprire vostri poteri-

-Poteri?- Ora Alexandros sembrava decisamente confuso.

-Sì, poteri. Sento che avete una forza nascosta, forza che probabilmente si svelerà quando incontrerete il cardinale. Lo dico perché voi siete diverso, non sembrate malvagio. Attorno a voi non c'è quell'aura di morte che circonda i vostri simili. E credo che il fatto che voi non siete velenoso ne sia una prova- rispose lei.

-Ne siete sicura?- chiese lui.

-Le mie sono solo ipotesi, ma credo che voi abbiate davvero delle… Capacità-

Alexandros annuì serio.

-E ditemi, come sta Giovanni?- le domandò guardando il ragazzo.

-Non ha ancora ripreso conoscenza ma si rimetterà. È un ragazzo forte. Ha cercato di difendere Elisabetta, ma gli aggressori erano due, molto più forti di lui-

Il vampiro le si avvicinò.

-Se posso chiedervelo, perché fate tutto questo? Perché mi aiutate? E soprattutto, cosa posso fare per sdebitarmi con voi? Mi avete dato informazioni importantissime…-

-Lo faccio perché Venezia è la mia città, non voglio che un individuo come il cardinale minacci la sua serenità. L'unica cosa che vi chiedo è di eliminarlo. Voi dite di essere un mostro, ma lui lo è molto di più. Lui uccide, voi no. Lui è crudele, voi non lo siete. Lui adora la sua natura di predatore, voi la odiate. Siete molto più simile agli essere umani di quanto immaginiate, credetemi, perché se foste stato davvero un mostro non avreste cercato di frenare la sete, non avreste rischiato di perdere l'amore di Elisabetta per andare a caccia, no, le sareste semplicemente saltato alla gola. Per questo vi voglio aiutare. E ora devo darvi una cosa- e Alexandros la osservò mentre la ragazza apriva un cofanetto di legno intagliato. Aicha si voltò e gli porse un ciondolo.

-Tenete, vi aiuterà a concentrarvi. È acquamarina. Pura, come la vostra anima-

-Temo di non averla più un’anima, e anche se l’avessi sarebbe nera come le tenebre. Anch'io ho ucciso- rispose lui sorridendo amaramente.

-Io invece dico che l'avete, eccome! E ricordatevi che ora state vivendo una nuova vita, una vita che è cominciata quando avete iniziato ad amare davvero- ribatté la ragazza con forza.

-Ma dovrò uccidere di nuovo, per liberarmi del cardinale, giusto?- domandò lui.

Aicha non rispose, limitandosi a guardarlo intensamente.

 

 

 

Angolo autrice

Ehi, ciao a tutti! Sicuramente avrete pensato che fossi sparita da qualche parte vero? E invece no, rieccomi qua!! No, non sono stata inghiottita dal triangolo delle Bermuda, ho solo avuto troppa, ma troppa roba da fare.

Cooomunque ecco il capitolo 18 (lo so che non ci speravate più e vi chiedo scusa per l’immenso ritardo), voglio proprio vedere che ne pensate :)

Quindi, per ora Giovanni non è morto e abbiamo visto che il nostro eroe ha scoperto di poter trovare Betta che intanto ha paura (e chi non ne avrebbe se fosse prigioniero del cardinale??)

Ciao topi di campagna, un bacio

Elena

 

 

 

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Red_Ginger