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Autore: lightoftheday    08/09/2004    1 recensioni
Jennifer è l’emblema della donna normale: non è belllissima, non è intelligentissima, non ha niente che la renda speciale o particolare. Ha quasi trentun anni, un lavoro stabile da segretaria, una vita senza scossoni, quella che ha sempre desiderato. Almeno finché il destino non ci mette del suo…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Monaghan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sigh! Lo sapevo che sarebbe finita così! Chu, non mi odiare troppo!!

Volevo approfittare per ringraziare Frodina, che durante l’estate si è letta i primi diciassette capitoli della storia e mi ha dato le impressioni iniziali, cosa che mi è stata immensamente utile per scrivere gli ultimi capitoli.

Grazie mille e spero tanto che la storia continui a piacere a lei e a tutti voi!

Mandy

 

Capitolo 18

Looks like Pocahontas

 

Dopo che tutto quel trambusto della mattina era finito, Dominic era uscito per sbrigare delle faccende e poi era tornato a casa, staccando sia il cellulare che il telefono di casa. Aveva bisogno di starsene tranquillo per un po’, non voleva scocciature di nessun genere. Dopo un po’ che vegetava davanti alla televisione però aveva nuovamente acceso il telefono, aspettava delle chiamate importanti per lavoro e pensandoci non poteva assolutamente permettersi di non essere rintracciabile.

La segreteria gli aveva annunciato ben tre chiamate perse in nemmeno mezz’ora, Dominic aveva sbuffato e aveva esclamato un che palle a voce alta, quindi aveva letto i messaggi. Il primo era di Jonathan, cosa che l’aveva messo immediatamente sull’attenti. Erano le tre del pomeriggio, era possibile che la notizia di Jodie gli fosse già arrivata? Il secondo era un numero sconosciuto, chissenefrega pensò lui, il terzo era Billy, nel vedere che l’aveva finalmente chiamato, dopo quasi una settimana di mutismo, Dominic tirò un sospiro di sollievo. Non l’aveva chiamato da più di dieci minuti, lo richiamò subito sperando che Billy potesse sempre rispondergli. Aveva provato diverse volte a rintracciarlo, ma non c’era stato modo di parlarci, in genere a casa non rispondeva mai e il cellulare era staccato, dopo qualche giorno che questa storia andava avanti, Dominic gli aveva lasciato un messaggio vocale in segreteria per dirgli che quando avrebbe potuto e voluto sentirlo lo avrebbe potuto contattare in qualsiasi momento volesse. Del resto continuare a chiamarlo sulle cinque volte al giorno gli sembrava da cretini, evidentemente non poteva rispondergli, o non voleva, quindi in ogni caso era inutile provarci.

Le notizie che arrivavano dalla Scozia non erano state certo incoraggianti: come gli aveva detto quell’arpia di Kirsten, Billy non l’aveva ritrovata a casa loro, ma non era finita qui. Non c’era nemmeno una traccia del suo passaggio, si era organizzata così bene che si era portata via ogni singolo oggetto che aveva depositato in quella casa, rendendo più che evidente il fatto che avesse aspettato pazientemente che Billy facesse quel viaggio per farlo. Per il resto Billy l’aveva cercata per vedere di chiarirsi e parlare di quella scelta improvvisa che lei aveva preso senza un motivo apparente: dato che il suo cellulare era perennemente staccato, l’aveva cercata al suo vecchio indirizzo, l’amica con la quale divideva l’appartamento prima di trasferirsi da Billy aveva detto che lì non era tornata e che non la sentiva da un po’; aveva provato a casa dei suoi genitori allora, non sapendo cos’altro fare, titubante perché a loro non credeva di essere mai stato molto simpatico, invece erano stati molto gentili, anche se di un’inutilità che rasentava il ridicolo. Non solo non gli avevano potuto dare notizie utili, ma avevano appreso da lui che la relazione della figlia era finita e in quel modo così strano. L’ultima carta da giocare era stata andare sul suo posto di lavoro, in banca, ma lei si era fatta negare in qualsiasi modo. Per tutta quella settimana non aveva fatto che andarci tutti i giorni, ad orari in cui ci fosse poca affluenza, a volte si fermava anche fuori per vedere di beccarla all’uscita o all’entrata del lavoro, ma Kirsten riusciva sempre a fregarlo: se si metteva all’entrata principale era la volta buona che lei usava quella sul retro o quella riservata al personale, viceversa se si metteva a quella sul retro poteva star sicuro che lei sarebbe uscita da un’altra parte. Probabilmente se avesse potuto dividersi in tre e aspettarla ad ogni singola porta sarebbe uscita da una finestra del palazzo calandosi con una corda pur di non incontrarlo. Poi aveva detto basta, perché si era guardato allo specchio una mattina svegliandosi e si era sentito ridicolo. Mica era un ragazzino ossessionato. Certo, non è che di punto in bianco avesse smesso di amarla, solo non voleva correrle dietro come un cagnolino implorandola per avere un po’ d’attenzione. Del resto chi si era comportato male era lei, che non voleva nemmeno spiegargli quale fosse il problema, quello non era certo un modo maturo di comportarsi.  Alla fine le aveva scritto un’e-mail che sperava avrebbe letto per esporre le sue conclusioni sulla faccenda. Se si fosse voluta far sentire, si sarebbe fatta sentire lei.

Nonostante avesse ricevuto in quei giorni tutti i messaggi di Dominic e anche di Elijah, il motivo per cui non gli aveva mai contattati era che gli serviva un po’ di tempo per riflettere e per starsene da solo con sé stesso. Non aveva voglia di parlare di quella faccenda con i suoi amici, nemmeno con quelli di Edimburgo l’aveva fatto, parlarne per telefono con loro che erano così lontani sarebbe stato troppo complicato.

Dominic gli aveva proposto quindi di andare a stare da lui per un po’ se non aveva impegni, ma Billy aveva il suo bel da fare in quel periodo, e per giunta, dopo aver passato quella settimana a lambiccarsi il cervello con la storia di Kirsten, era bene che si rimboccasse le maniche e recuperasse il tempo perduto. Tuttavia a luglio sarebbe dovuto stare per almeno due se non addirittura tre settimane a Los Angeles, quindi avrebbero avuto occasione di vedersi anche prima di quanto non pensassero.

Lì per lì Dominic si era dimenticato del fatto che anche Jonathan l’aveva cercato, stava rimuginando su quella faccenda di Billy e non riusciva a distrarsi dato che era veramente dispiaciuto per lui.

Giustamente l’amico ci aveva messo, se così si poteva dire, una pietra sopra, del resto non è che poteva obbligare Kirsten con la forza a parlare con lui, ma Dominic nella sua voce aveva sentito un qualcosa che gli aveva fatto pensare che quella faccenda, come era ovvio che fosse dopo solo una settimana, non fosse affatto conclusa. Sperava solo che Billy non si fosse fatto ulteriormente del male con le sue mani.

Quindi aveva telefonato a Jonathan non senza un po’ d’apprensione, fortunatamente Jonathan l’aveva chiamato per una questione di lavoro che, dopo che era stata esaurita, era stata seguita da un quarto d’ora di chiacchiere su come era andata la serata precedente e su come sarebbe stata la seguente, anche se Dominic quella sera era impegnato e aveva dovuto rifiutare l’invito. Insomma, Jonathan, almeno per il momento, non sapeva assolutamente niente di lui e Jodie, e a Dominic andava molto bene così, anche se sapeva perfettamente che prima o poi gli sarebbe toccato discuterne.

 

***

 

Per tutto quel tardo pomeriggio e per gran parte della serata Dominic avrebbe dovuto firmare autografi in uno dei video store più grandi di Los Angeles, in occasione dell’uscita del dvd del Ritorno del Re. Non che saltasse dalla gioia al pensiero di distribuire sorrisi e bacini a destra e manca, diciamo che avrebbe preferito fare altro, ma non era la cosa peggiore che gli potesse capitare nel suo lavoro. Anzi, a volte l’affetto che certi fans provavano nei loro confronti era una cosa che faceva salire molto sia l’umore che l’autostima. Nel caso si fossero presentati solo una fila di stronzi noiosi sarebbe caduto in piedi, infatti in quell’occasione ci sarebbe stata la sua pubblicista, almeno si sarebbe divertito. Se c’era in giro Penny, tra una battuta e uno sfottere continuo chiunque fosse passato loro davanti, non ci si annoiava mai.

Che fosse stato propenso al fatto che lei lavorasse con lui all’inizio perché era indubbiamente una gran bella ragazza non ci pioveva, c’era da aggiungere che poi, conoscendola, era riuscito ad apprezzarla anche per altri motivi.

In genere era una cosa che smontava tanti, invece per Dominic il fatto che Penny fosse l’antitesi della donna fine ed aggraziata non rappresentava il minimo problema, se mai era una caratteristica che gliel’aveva fatta apprezzare di più. Ogni tanto Penny faceva commenti o osservazioni che avrebbero fatto arrossire uno scaricatore di porto, Dominic si divertiva da morire nel vedere che le altre persone spesso e volentieri si scandalizzavano, o la guardavano stranite come se avesse detto chissà quale nefandezza, soprattutto per il fatto che era una donna. E non certo una donna di quelle che non sanno quello che vogliono: sicuramente, il fatto che più d’ogni altro spaventava gli uomini che avevano a che farci in un ambito qualsiasi, era che Penny fosse una persona estremamente determinata, era una che attaccava la vita. Se voleva una cosa era il tipo che si faceva in quattro per ottenerla e caparbiamente in genere riusciva nel suo intento. Era ovvio che poi nascondesse una certa insicurezza di base dietro a quel fare da dura, di questo Dominic si era accorto quasi subito, però non si sarebbe certo messo a discuterci, perché quelli li riteneva sacrosantissimi affari suoi. Anche quando il loro rapporto si era, diciamo, approfondito, non avevano mai granché parlato di cose molto private o molto profonde salvo rare eccezioni, ad entrambi andava bene così.

Dominic doveva essere al video store a metà pomeriggio, l’avevano fatto entrare per un’uscita secondaria dato che la fila fuori aveva cominciato a farsi notevole fin dal primo pomeriggio, aveva trovato Penny che lo aspettava in un locale che gli avevano messo a disposizione.

Era in piedi in mezzo alla stanza, voltata di spalle. Batteva il piede per terra con il suo fare un po’ aggressivo, Dominic non aveva potuto fare a meno di notare che il suo abbigliamento era quantomeno bizzarro, del resto non era una novità. Si era appoggiato con una spalla contro lo stipite della porta, fermandosi per qualche secondo ad osservarla, con le braccia incrociate al petto e sorridendo divertito: portava degli stivali con dei tacchi vertiginosi e un vestitino di pelle beje come gli stivali, con i capelli neri sciolti che le ricadevano sulle spalle, sembrava una specie di indiana d’america. Era intenta a fare una telefonata e dal tono di voce che stava usando e anche dal numero di parolacce più massiccio del solito che stava inserendo nel discorso, sembrava piuttosto arrabbiata. Quando chiuse la comunicazione, Dominic si fece sentire.

- Pocahontas!- l’aveva apostrofata per sfotterla un po’, - Che ti sei data al look da indianetta? Dove l’hai nascosto l’arco con le frecce?-

Penny si era girata piantandogli in faccia gli occhi scuri:-  Che cazzo vuoi da me, non ti vedi con che capelli vai in giro, sembri una galletto spennato! Per non parlare di quello smalto alle unghie, fai tanto Village People, davvero… io mi cercherei subito un solvente e me lo toglierei invece di fare il gran fico!-

Dominic aveva riso. - Ma io me lo posso permettere di fare il gran fico!- le disse tirando su la mano e mostrandole ancora meglio che si era messo lo smalto colorato sull’unghia del pollice e del mignolo. Quindi aveva continuato:- Tu di fare la gran fica te lo puoi permettere solo se entro cinque secondi mi saluti come si deve, porca vacca!-

Penny gli aveva sorriso e si era avvicinata, si erano dati un bacino leggero sulle labbra e poi, come il loro solito, si erano fatti una specie di ruggito stile richiamo erotico, per poi mettersi a ridere. Dopo pochi secondi Dominic aveva ricominciato a chiacchierare, dando inizio ad una delle loro conversazioni tipiche che non erano altro che una presa in giro dall’inizio alla fine.

- Allora, se non vuoi che ti faccio licenziare la prossima volta niente tacchi, per cortesia! Cazzo, già sono piccolino, se poi ti metti ‘sti trampoli non si va d’accordo! Ti perdono solo perché hai come il solito un sedere che parla da solo!- le aveva detto facendo un passo dietro di lei e guardandole eloquentemente il didietro.

- Dom, di culo ne ho uno solo, non è che me lo cambiano ogni tanto, quindi è ovvio che è sempre il mio! E poi vedi di metterti in testa che io mi metto quello che mi pare, se sei alto un tappo, un cazzo e un barattolo prenditela con madre natura!-

- Ah ah, che ridere!- disse Dominic ironico, - Ricordati che la gravità agisce e il tempo passa, chiappe d’oro! Quindi anche il tuo bel culetto non potrà sfuggire al triste fato!-

- Com’è che diventi sempre più stronzo? Non ci vediamo per due mesi e sei già a questi livelli?-

- Non sono uno stronzo, sono solo realista. Non ti piace la gente che dice la verità?-

- Sì che mi piace, a me piacciono tutti, basta che non rompano le palle a me.-

- Allora tanto per non romperti i santissimi, con chi ce l’avevi al telefono?-

- Che scassacazzi che sei, farti i fatti tuoi no, eh?-

Dominic aveva alzato le mani a mò di difesa. - Mi scusi non volevo invadere il suo spazio vitale! Mh, qui qualcuno ultimamente tromba un po’ pochino…- aveva insinuato sempre in quel clima di sfottò generale, con un sorrisetto malizioso stampato in faccia.

- Appunto, solo a quello pensi te, eh?- gli aveva risposto Penny in tono di finto rimprovero. Tuttavia poi aveva cambiato subito espressione. Gli aveva restituito il sorrisetto malizioso, si era avvicinata e aveva messo a pochi millimetri dal suo orecchio sinistro le labbra, chinandosi leggermente dato che lo superava in altezza di più di qualche centimetro con quei tacchi, quindi gli aveva bisbigliato:- Veramente anch’io ho cominciato a pensare solo a quello da quando sei entrato…-

Detto questo gli aveva fatto l’occhiolino ed era uscita dalla stanza. Entro breve sarebbe cominciato lo spettacolo, quindi anche Dominic, dopo essersi tolto il sorrisino compiaciuto dalla faccia ed essere andato in bagno si era avviato. Sarebbe stata lunga la cosa, e lui non vedeva l’ora che finisse, perché dati i preamboli, c’era da aspettarsi un dopolavoro da urlo.

 

***

 

Jonathan aveva saputo la storia di Jodie solo in serata, proprio perché era stato Ethan ad informarlo. I due amici avevano optato per una serata tranquilla, bere una cosa da qualche parte e tornarsene a casa presto, occasione durante la quale Ethan aveva raccontato quello che Jodie gli aveva confidato sfogandosi durante la pausa pranzo.

Jodie aveva pianto e strillato per un’ora intera sulla sua spalla, c’era rimasta davvero male, ed Ethan, che le voleva bene, c’era rimasto male per lei. Ma soprattutto s’era arrabbiato e non poco: per prima cosa la motivazione della sua arrabbiatura era ovviamente il fatto che Jodie stesse male per uno del genere, poi seguivano ad infastidirlo tutte quelle cose che di Dominic aveva sempre sopportato malamente.  

Mettendo tutto sul piatto della bilancia, cosa avrebbe dovuto pensare di Dominic? Era entrato nel suo giro di conoscenze dopo essere entrato nelle grazie di Jonathan, che a dire la verità era stato letteralmente travolto dalla personalità di Dominic, un po’ troppo veramente: Dominic era divertente, Dominic era un pazzo scatenato, quanto si sta bene con Dominic, quanto era ganzo Dominic, questa era la solfa che aveva sentito prima di conoscerlo. Poi si era ritrovato davanti un bambino cresciuto di ventisette anni che si comportava come se al mondo non ci fosse che lui e tutto gli fosse dovuto, che si sbronzava almeno tre sere su due che uscivano, che si scopava una diversa ogni volta quando non era troppo ubriaco per farlo e che era anche decisamente stronzo il più delle volte, e non solo col genere femminile.

E le donne gli morivano dietro, che avesse di tanto speciale per suscitare un simile interesse, si chiedeva ogni volta Ethan. Almeno fosse stato un bel ragazzo l’avrebbe anche potuto capire, ma oggettivamente non lo era affatto, a detta delle donne tra l’altro, non certo per suo parere. Certo, poi la maggior parte diceva che era un tipo che comunque aveva quel non so che di affascinante che lo rendeva assolutamente apprezzabile, però la prima impressione era decisamente negativa. Insomma, l’unica cosa in più che aveva e che lo contraddistingueva da gente come lui e Jonathan era la fama, l’aver avuto la fortuna sfacciata di essere stato scritturato per un film che aveva ottenuto quel successo mondiale incredibile. Sapeva che tutto questo poteva essere scambiato per gelosia, era per questo che, a parte rare volte in cui non aveva potuto fare a meno di far notare certe cose a Jonathan, non aveva mai parlato con nessuno di questa sua schietta antipatia. Del resto lui non aveva assolutamente niente di cui essere geloso di Dominic: la sua professione di architetto andava a gonfie vele, era un bel ragazzo e di certo le occasioni di sesso facile non mancavano nemmeno a lui, la differenza stava nel fatto che non poneva la sua vita intorno a quell’aspetto, era una fase che per lui era finita con i tempi dell’università. Gli piaceva uscirci con una ragazza, conoscerla, in poche parole cercarsi una con la quale fosse valsa la pena di non ridurre tutto ad una scopata. Il suo ideale di rapporto alla fine era quello che aveva con Patricia: ci usciva da un bel po’ ormai e le piaceva stare con lei, non aveva fretta di arrivare a quel passo. Se doveva essere sarebbe stato. Questo non significava di certo che non avesse i suoi buoni stimoli, solo che si sapeva tranquillamente controllare.

Anche a Jodie Ethan aveva sciorinato la lista degli evidenti difetti di Dominic, l’aveva invitata a riflettere su cosa fosse effettivamente che le piaceva di lui e lei gli aveva risposto tutto.

- Ma tutto cosa, Jodie? Io non ti capisco, eppure lo sai che tipo è!- le aveva detto proprio quel giorno. Il risultato era stato che Jodie si era impegnata in un’aringa difensiva sostenendo che quella di Dominic era solo insicurezza, che lui si atteggiava a fare tanto l’uomo che non deve chiedere mai solo per difesa, che quello che gli serviva era che ci fosse qualcuna, ovvero lei, che lo amasse per quel che era.

Non è che Ethan fosse uno psicologo, però per comprendere che a volte ci sono persone che si nascondono dietro a certi atteggiamenti non c’era alcun bisogno di esserlo. Ecco, Dominic non era uno di quelli per lui, ed era palese per il modo in cui si era comportato con Jodie, la quale comunque sia aveva le sue colpe, questo doveva riconoscerlo anche Ethan stesso, che per altro l’aveva detto all’amica.

Alla fine avevano finito per bisticciare pure un po’ tra loro e la ragazza era andata via dall’ufficio di Ethan sbattendo la porta. Nemmeno dieci minuti dopo l’aveva chiamato al telefono per scusarsi in mille modi differenti, ed Ethan, che comprendeva benissimo il suo stato d’animo, l’aveva scusata immediatamente. Addirittura l’aveva già scusata senza alcun bisogno che lei gli porgesse le sue scuse, ma il solo fatto che per colpa di quel cretino montato di Monaghan avessero litigato e fossero volate parole grosse lo faceva uscire fuori di senno. Tutto perché quel deficiente a quasi trent’anni ancora non riusciva a tenere l’uccello al suo posto, era incredibile.

Quella sera con Jonathan non era arrivato subito al dunque, i due avevano chiacchierato di altro per gran parte della serata, solo verso la conclusione Ethan aveva buttato lì quella cosa.

Inutile dire che anche Jonathan ci era rimasto decisamente male, non di certo quanto lui, ma dispiaciuto lo era sicuramente.

   
 
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