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Autore: Water_wolf    19/05/2013    2 recensioni
Mi chiamo Aida Stones e per non so quale scherzo del destino sono arrivata qui; dopo esere stata risucchiata da un tunnel interdimensionale, in un nuovo mondo chiamato Luce. Non so se riuscirò a tornare a casa e neanche come tornare. La vita qui scorre tranquilla ma c'è un segreto che devo ancora scoprire : perché quando dico "Terra" tutti rabbrividiscono? L'unica persona che conosco è River e non vuole darmi spiegazioni. Non m'importa di ciò che pensano tutti, devo scoprirlo. scoppi pure una guerra.
***
-River…-dissi con voce tremante – Tu hai mai ammazzato qualcuno?-.
Lui scoppiò in una risata sguainata che mi diede sui nervi –Per fortuna, se così si può dire, non ho mai dovuto togliere la vita a nessuno tranne che a qualche animale.-.
-E questo lo trovi divertente? Sei sono un, un …- balbettai io in preda all’ira. [..] “Vada al diavolo” pensai. Ad un certo punto mi raggiunse la sua voce –Ehi! Ragazzina! Guarda che casa mia è dall’altra parte!- .
Lanciai un urlo furioso –Ti detesto principe dei miei stivali!-. “Oggi non è proprio la tua giornata, vero Aida?” pensai tra me e me. Poi fu costretta a tornare indietro.
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Scrutavo intensamente gli occhi di fuoco di Godrr, vedevo le braci ardere, le fiamme innalzarsi, fino a raggiungere il mio animo e a bruciare con esse. Eravamo in silenzio, non comunicavamo nemmeno con la telepatia. Era la calma prima della tempesta che io e il mio drago cercavamo. Questa notte avremmo dovuto dare il meglio di noi, il tutto per tutto, perché la sconfitta non era stata presa in considerazione.
–In formazione.- ordinò Jem, montando in sella a Bersayap. Il plumius abbassò il capo, mostrandomi la sua groppa, invitandomi a salire. Accarezzai le piume dure verde scuro del drago e salii. Mi assicurai la faretra dietro schiena, e scrutai il cielo.
La Luna brillava nella notte, rivelando i riflessi sanguigni sulle squame dei draghi neri. Renné era in preda a una tranquillità disarmante, nulla nel suo comportamento indicava l’agitazione di altre battaglie, anzi, metteva in mostra una determinazione assoluta. Amos sussurrava alle piccole orecchie del suo grifone parole dolci, e lisciava le piume della cavalcatura continuamente.
River, al mio fianco, fremeva.Era a lui che spettava il compito più arduo, era normale che fosse agitato.
Un’ombra a forma di drago sorvolò il campo.
–In volo, avanti.- ordinò Jem, e Bersayap spiegò le ali.
Lo seguimmo a ruota, mettendoci in una formazione a V. Diedi una rapida scorsa al campo sotto di noi, mi ero quasi dimenticata che anche i soldati stavano combattendo per la riuscita di quella battaglia. Godrr virò, accodandosi all’enorme drago di mio padre.
Stentavo a credere che avrei dovuto combattere contro di lui, contro chi aveva posto un seme all’interno di mia madre. Osservai Jem avvitarsi su se stesso, volando sotto il ventre del dragone, portandosi in fronte ad esso. Renné mosse la mano, ordinandomi di andare sul fianco destro. Amos e River, invece, erano dal lato opposto.
Sentii mio padre borbottare qualcosa come “ancora”, piuttosto scocciato. Il dragone spiegò le ali completamente, costringendoci ad arretrare. Si arrotò su se stesso, poi le sbatté vigorosamente e si gettò in una corsa a velocità folle.
–Forza, forza!- gridò Renné, brandendo la sua spada.
Strinsi le cosce attorno al corpo di Godrr, e mi lanciai con un grido all’inseguimento. I muscoli del mio plumius si tendevano e rilassavano, le ali fremevano per lo sforzo di mantenere quote sempre diverse. Sfiorammo le teste dei fanti, e l’odore del sangue, della polvere, il rumore del cozzar di spade mi riempì le orecchie, stordendomi per qualche istante.
Godrr sfruttò le correnti ascensionali, portandosi a qualche braccio dall’obbiettivo. Sfilai l’arco, seguito da due frecce. Mi persi ad osservare Jem, che con la sua lancia minacciava gli occhi della creatura. Godrr ruggì, e con un colpo di coda, arrivò a qualche centimetro dal dragone. Scoccai contemporaneamente due frecce.
Lo Stregone si spostò, ma nemmeno una punta scalfì le squame della sua cavalcatura. Si allontanò, serpeggiando attorno alle guglie del castello, fuggendo dai nostri attacchi.
Continuammo così all’infinito, o, perlomeno, quello che credevo fosse l’eternità. Non c’era verso di aprire anche solo un graffietto tra le squame del vecchio Guardiano del Grande Albero della Vita. Dopo l’ennesimo tentativo fallito, ci avvicinammo per discutere se valeva la pena o meno continuare. –Continueremo così all’infinito, Lo Stregone è troppo sveglio per farsi fregare un’altra volta!- esordì esasperata Renné. Annuii, così come tutti.
–Ci serve un nuovo piano.- disse Jem.
Lo guardai come a dire “questo non si era capito, capitan ovvio”.
–Idee?- domandò Amos.
Nessuno rispose, poi, all’improvviso, sorrisi sorniona. –Io avrei in mente qualcosa.-.
Si fecero attenti, e spiegai loro la mia trovata. –Ma è una follia!- si oppose Renné.
Jem fece una risata isterica. –E’ proprio di questo che abbiamo bisogno.-
Si susseguì uno scambio di sguardi, che si concluse con l’approvazione della mia idea. Scendemmo di quota, fino ad atterrare a qualche metro dal palazzo.
Godrr fremette. Gli accarezzai il muso, scrutandolo profondamente negli occhi.
–Vedrò di non morire.- mormorai.
–Non è questo il tuo destino, altrimenti saresti già sotto terra da un pezzo.- tentò di rassicurarmi.
Strinsi tra le mani il riser lavorato di Yl, poi mi rivolsi decisa verso i miei compagni –Spingetelo più vicino alla torre, mi raccomando!-.
Prima di levarsi in volo, River lanciò un’ultima occhiata verso di me, augurandomi silenziosamente buona fortuna. Incoccai una freccia e corsi verso le mura, facendomi largo tra i soldati. Arrivata alla cinta di mura mi accorsi di aver finito le munizioni. Imprecai a bassa voce, e raggiunsi spedita una colonna, lì dove c’era un cadavere di un arciere.
La sola idea di quello che avrei dovuto compiere mi fece attorcigliare lo stomaco, ma decisi di rimandare il disgusto a dopo. Un rumore improvviso mi fece abbassare di scatto, e un dardo infuocato passò oltre il vuoto lasciato dalla mia testa.
La mia salvezza era a qualche metro, non mi sarei fatta abbattere da un piccolo piromane. Scattai immediatamente, rotolai quando un’altra freccia volò nella mia direzione. A carponi raggiunsi il corpo esanime dell’arciere e sfilai alla cieca un’asticella.
Di nuovo un dardo sfrigolò e fui costretta ad abbassarmi fino a toccare la terra col ventre. Lasciai tempo all’udito perché capisse dove si trovava il nemico. Quando l’aria fu rotta da un sibilo mi scansai, per poi puntare e scoccare la freccia. Sentii il rumore di un corpo che cadeva sul terreno e gioii intimamente.
Aida uno, piromane zero. Ma la mia partita non si era conclusa, c’era molto da fare.
 
E quindi eccomi lì, accucciata dietro un pilastro, intenta a strappare delle frecce da un cadavere di un mio compagno. Davvero assurdo che in questi pochi secondi abbia rivisto me stessa compiere le azioni di mesi. La mente gioca dei brutti scherzi nei momenti di tensione. Afferro una freccia e la incocco, pronta ad attaccare.
L’occhio mi cade sui miei compagni; stanno facendo un ottimo lavoro col drago. E con mio padre.
Scuoto la testa con veemenza, rimettendomi a correre. Oltrepassare la cinta di mura è semplice, nessun nemico è riuscito ancora a far breccia all’interno del castello.
Entro dalla piccola porticina dal primo giorno, quella per cui mi aveva fatto passare River svegliando Marianna, e quasi mi dimentico d’abbassare la testa. Evito per un soffio di sbattere contro il soffitto, maledicendo la mia goffaggine.
Le torce producono una fioca luce, che crea ombre simili a scheletri e mostri neri. Non perdo tempo a immaginare a quale paese appartiene quel signore oscuro, me ne basta e avanza uno in questa realtà. Imbocco delle scale, e corro su per i gradini.
Mi ricordo che Cosima mi aveva parlato di un lungo percorso a chiocciola, prima di arrivare in cima alla torre; qualcosa che mi aveva confidato fantasticando su come le sarebbe piaciuto se Pawell l’avesse portata lì. Non credevo che le chiacchiere di un’ancella potessero risultare così utili.
Il fiato mi viene a mancare presto, ma mi costringo a continuare mantenendo la stessa andatura spedita. Quando, diversi scalini e quasi-infarti dopo, raggiungo uno spiazzo altissimo del castello, mi sento come se avessi compiuto le dodici fatiche di Ercole in un giorno solo.
Un ruggito alle mie spalle mi fa rabbrividire, ma la parte razionale della mia mente mi dice di non aver paura, che quello è un buon segno. Metto a tacere la milza dolorante correndo verso il parapetto e, quando guardo giù, l’altezza esorbitante mi fa girare la testa.
Un nuovo ringhio e, questa volta, vedo sfilare davanti a me il Guardiano, mio padre, inseguiti da River, Jem, Amos e Renné. La rossa si lancia in una virata proibitiva, spingendo ancora di più verso di me il dragone.
Il cuore sembra volermi esplodere, macchiando di sangue il petto. Poggio un piede sulla pietra, poi l’altro, e mi ritrovo a fare l’equilibrista sul parapetto senza nessuna rete di protezione ad evitare un probabile spiattellamento a terra.
Un forte vento mi sposta i capelli, avvisandomi che il dragone è vicinissimo. Mi sistemo Yl sulla spalla, chiudo gli occhi, ordinandomi di respirare a fondo. Non c’è bisogno che controlli l’arrivo del drago, quando l’ennesimo ruggito mi riempie le orecchie so che è arrivato il momento.
E allora so che se fallirò ad accogliermi ci sarà la morte immediata, se riuscirò ce ne sarà un’altra ad aspettarmi. “Sii coraggiosa”, mi dico.
Il drago passa davanti a me.
Sorrido, follemente.
E salto nel vuoto.


***
ANGOLO DELL'AUTRICE
Dopo secoli, ere, milleni, ritorno all'attaco con un nuovo capitolo!
Sono una maldetta ritardataria, un'autrice che va a ispirazione, e quando non ne ha scrive solo merdaccie. Non che quando ne abbia scriva poemi epici X"D
Allora, avrete notato che dal passato sono passata al presente, riprendendo in mano la prima frase del prologo e qualche azione.
L'ho fatto per un semplice motivo: nel momento in cui Aida prende le frecce dal cadavere e vede suo padre solcare il cielo, la memoria si riavvolege,  facendole rivire ciò che ha fatto.
Se avete qualche dubbio, rileggetevi il prologo che è al presente^^
Se Aida morirà *se ceeerto* o vivrà lo vedremo nel prossimo capitolo, così come la realizzazione del suo "piano"^^
Ringrazio tutti coloro che mi stanno seguendo  da tempo immemore con questa long *davvero long*
Enjoy!

Water_wolf
 

  
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