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Autore: Sanae78    06/12/2007    8 recensioni
“Forza, raccontami com'è andata! E un' altra cosa, vorrei sapere come mai hanno iniziato a chiamarti Anego? Me lo sono sempre chiesto, ma non sono mai riuscito a scoprirlo ed a tutti gli amici della Nankatsu viene naturale chiamarti così!” Dedicata ad Ansy!
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio le persone che mi hanno lasciato delle critiche costruttive ... cercherò di farne tesoro!


Dedicata ad Ansy!


Buona lettura!

Sanae78


Anego”

di Sanae78


Capitolo 1


La lotta per il campo



A Nankatsu era una calda giornata di giugno e il monte Fuji era ancora più bello del solito. Sul campetto situato sulla riva del fiume c' era parecchia agitazione.

Il campo era semplice, come se ne vedono a centinaia, posto quattro metri sotto al livello stradale e per raggiungerlo si doveva percorrere una scalinata. Era un continuo motivo di contesa fra noi e quelli della squadra della Shutetsu.


Un giorno, proprio in mezzo all'ennesima discussione, un ragazzino piuttosto alto, appartenente alla squadra avversaria e vestito da portiere si era contraddistinto aveva preso la parola sostenendo che la sua squadra, essendo la più forte, aveva la priorità nell'utilizzo del campo. Il nome di questo ragazzo era Genzo Wakabayashi. Egli, nonostante fosse giovanissimo, si era già distinto per le sue doti calcistiche tanto che si vociferava in giro che volessero farlo giocare con i ragazzi più grandi.


Ma io ed Ishizaki gli avevamo risposto a tono.

Smettila Wakabayashi! Voi della Shutetsu avete già un campo bellissimo dove potete allenarvi, mentre noi siamo costretti a dividerlo con i ragazzi che praticano altri sport!”

Ishizaki era deciso a far abbassare la cresta a quel prepotente. Inoltre aveva sentito dire che Wakabayashi veniva allenato nella sua splendida villa da un allenatore privato, il Sig. Mikami, che aveva giocato per la nazionale giapponese.


Genzo dal canto suo non voleva cedere nemmeno per un istante. Ci considerava dei mocciosetti...

Diceva sempre che Ishizaki assomigliava ad una scimmia anche se ero io che riuscivo a dargli di più sui nervi tenendogli testa ancora meglio di Ishizaki.


Indossavo un paio di pantaloncini corti e una maglietta sgualcita.

Avevo i capelli corti e neri, anche se il viso era piuttosto aggraziato, avrei potuto perfino essere scambiato per una bambina..

Ma no, Wakabayashi non avrebbe mai preso in considerazione quell'ipotesi così assurda!?

Credevano tutti che fossi un maschiaccio e di sicuro nessuno mi avrebbe preso per una femmina...

Sarò anche stato un “mocciosetto” ma ero in grado di stizzirlo come nessun altro tanto che su di me giravano voci che me la cavassi proprio bene con il pallone e che grazie a me la mia squadra fosse riuscita a conseguire dei buonissimi risultati.

Quello era un segreto che i miei compagni custodivano gelosamente.

Ma tanto a lui cosa importava!

Si credeva il più forte e di sicuro non riteneva nessuno di noi degno di segnargli un goal.

Tanto meno io, Sanzo Nakazawa.

Per poter giocare con gli altri usavo questo nome, perché come Sanae di sicuro non avrei potuto giocare.


Che ne dici di giocarci il campo con una bella partita?”


L' avevo sfidato.

Ishizaki si era subito allarmato: “Ma sei impazzito? Noi non siamo certo al livello della Shutetsu! Prenderemo una bella ripassata!”

Non ti preoccupare Ryo, so quello che faccio! Visto che Wakabayashi afferma di essere imbattibile, potremmo fare in questo modo...”


Lo avevo fissato con uno sguardo molto grintoso mentre gli dicevo: “Wakabayashi, tu conosci benissimo le potenzialità della nostra squadra, quindi ti propongo un patto! Se riusciremo a segnarti almeno un goal ci lascerete il permesso di usare il campo per allenarci!”

Pronunciando queste parole mi ero messo a palleggiare davanti a tutti: “Se sei sicuro di essere così invincibile, non dovresti temere nulla o sbaglio?”


Wakabayashi si era abbassato leggermente la visiera del cappellino che portava in testa e si era voltato verso i suoi compagni ordinandogli di seguirlo dicendoci: “Ci vediamo qui domani alla stessa ora. So già come sarà il risultato... voi però impegnatevi lo stesso nell'illusione di riuscire a segnare un goal impossibile! Sono così magnanimo che vi lascio perfino la possibilità di allenarvi un pochino in vista della sfida di domani!”


Si erano allontanati ridendo.


Forse avevo un pochino esagerato, ma avevo fiducia nei miei amici e ultimamente eravamo riusciti a vincere diverse partite.

Adesso i loro visi erano preoccupati, anche Ishizaki, che di solito era il primo a sprizzare allegria da tutti i pori era diventato stranamente silenzioso.


Sarebbe andato tutto bene, dovevo solo rincuorarli.


Si può sapere che vi prende ragazzi? Abbiamo la possibilità di giocarci il campetto e sono sicura che riusciremo a segnare almeno un goal a quello sbruffone! Non dimenticatevi che i miei tiri sono potentissimi e molto carichi di effetto...Wakabayashi questo non lo sa! Sono sicura di poterlo mettere in difficoltà!”


Era tornato il sorriso a tutti quanti e Ishizaki mi si era avvicinato mettendomi una mano sulla spalla: “Si merita proprio una bella lezione quel prepotente!...A volte mi scoccia ammetterlo ma per essere una femminuccia sei brava a giocare a calcio! Pensa se solo Wakabayashi immaginasse la verità!?”


Era scoppiato a ridere. Anzi, in verità, tutti si erano messi a ridere.


Voi però non dovete lasciare che lo scopra altrimenti non potremo più giocare insieme! Forza diamoci da fare! Non è ancora ora di andare a casa!”


Che strana sensazione trovarmi a parlare dei miei trascorsi di piccola calciatrice con mio marito Tsubasa, proprio adesso che la mia gravidanza era quasi giunta al termine.

Tutto era iniziato da un regalo che mia madre mi aveva spedito dal Giappone, un album che conteneva tutte le mie foto da quando mi trovavo nel suo pancione fino al mio matrimonio.

Che dolce pensiero aveva avuto la mia mamma.

Io e Tsubasa ci eravamo messi sul divano a sfogliarlo insieme.

Mi era scappata qualche lacrima perché da quando anch'io avevo saputo di essere incinta avevo iniziato a preparare un album di fotografie per il nascituro con Tsubasa.

Tsubasa in particolare era stato colpito da una foto dei pulcini della Nankatsu. In questa foto compariva una strana Sanae, in versione inedita per lui, ed aveva voluto saperne di più.

Ishizaki gli aveva già parlato di questo. Io invece, conoscendo il suo grande amore per il calcio, ero sempre stata un po' recalcitrante a parlargliene ma in quel momento sentivo che potevo farlo.


Tsubasa aveva guardato più volte quella foto e poi mi aveva indicata in mezzo agli altri esclamando:”Ma tu guarda questo bambino! Mi ricorda qualcuno che conosco! Ishizaki mi ha detto che quand'era nella squadra dei pulcini con loro giocava un certo Sanzo Nakazawa! Sai mica chi è?“


Ero arrossita ed avevo abbassato lo sguardo e Tsubasa mi aveva tirata vicino a sé, facendomi rialzare la testa in modo da guardarlo: “Ho saputo che eri piuttosto brava e mi piacerebbe sentirlo raccontare da te.”


Mi aveva baciata dolcemente ed avevo sentito che noi due eravamo la due metà di uno stesso cuore.


Anche a me faceva piacere immergermi in quei ricordi a cui ero tanto affezionata.


Continua....


Disclaimer


I personaggi presenti in questa storia appartengono a Yoichi Takahashi.



  
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