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Autore: babygirlLucy    06/12/2007    6 recensioni
Clara Violet è una ragazza... o meglio, era. Ora è un fantasma che non riesce a passare oltre. Vaga cercando qualcuno che l'aiuti a passare avanti. Ma perchè non riesce a passare oltre? Cosa la tiene ancora legata qui? E se l'unica persona che può aiutarla, fosse un personaggio famoso? Leggete e commentate!
Genere: Romantico, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ciauuu

Ciauuu!!!!!!! Grazie per i commenti! Eh sì, sono LEGGERMENTE ossessionata dal sovrannaturale, vero?! Giusto un po’. Sono contenta che per ora vi piaccia… spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento. Fatemi sapere che ne pensate e se c’è qualcosa che non va.

Grazie per il consiglio dei dialoghi… spero che ora vada bene.

Baci, Lucy!

 

 

Bill e Clara arrivarono a casa qualche minuto dopo, sempre discutendo come una vecchia coppietta. Clara camminava tranquilla, mentre Bill continuava a guardarsi intorno, nervoso come mai prima d’ora. Arrivati in casa, Clara cominciò a fare apprezzamenti su tutto quello che vedeva e, anche se la conosceva da nemmeno un’ora, Bill sapeva bene che a parlare era la sua gioia di avere finalmente un contatto umano dopo così tanto tempo passato ad osservare. Osservare tutto da fuori, senza mai poter cominciare a vivere. Beh, in fondo aveva già vissuto. Eppure, ripensandoci in uno dei suoi tanti giorni solitari, Clara aveva concluso che forse era rimasta così attaccata alla vita perché non era mai vissuta davvero e aspettava ancora di vivere.

C- Hai davvero una bella casa, Bill…

B- Grazie!

C- Lasciami finire, prima di dire grazie!

B- Scusa. Vada avanti, sua Maestà!

C- Grazie. Ora che sua Altezza il principino Bill ha gentilmente accettato di parlare… stavo dicendo che la casa è bella, ma se fossi in te, sposterei quel vaso. Copre la fotografia che c’è dietro ed è un peccato, è bella. Dovresti metterlo su quel mobile, là!

Bill guardò bene il mobile e poi spostò il vaso. Clara aveva ragione, stava molto meglio così. Ma nessuno può sapere quanto costasse a Bill ammettere che Clara aveva ragione. Eppure Clara aveva già capito. Lo guardò con un sorrisino compiaciuto e poi, incapace di trattenersi, scoppiò a ridere. Bill le si avvicinò e cominciò a guardarsi intorno spaventato, facendo ridere Clara ancora più forte. Bill, stanco della situazione, cominciò ad imprecare sottovoce.

B- Clara! Basta o sveglierai tutti quanti!

C- Dimentichi che solo tu puoi sentirmi!

Bill assunse un’ espressione imbronciata. Per la seconda volta in qualche minuto, Clara aveva ragione. Cominciò a pensare che quella sera niente andava per il verso giusto e maledisse mentalmente la sua improvvisa insonnia che l’aveva portato ad abbandonare il suo adorato letto. Dopodiché, maledisse se stesso per aver seguito quella ragazza dentro al cimitero. Oddio. Ragazza. Senza offesa, per carità, ma Bill non sapeva se Clara poteva definirsi una ragazza. Per la prima volta in vita sua, si chiese se una ragazza per essere definita tale deve essere viva. Ovviamente, non si seppe dare risposta. Guardò Clara, che si guardava intorno, leggermente spaesata. La gioia doveva aver lasciato posto alla curiosità e alla malinconia. Si rese conto che non sapeva nulla di Clara… chi era, chi era stata, come aveva vissuto, se aveva avuto una famiglia o degli amici.

B- Ti ricordi della tua… vita?

Si maledisse per la stupidità della domanda. Poteva chiederle direttamente di raccontargli della sua vita passata. Clara lo guardò negli occhi e annuì lentamente, improvvisamente pensierosa e quasi arrabbiata, come se non volesse ricordare tutto ciò che invece la perseguitava e restava con lei.

C- Certo, ricordo tutto. Perché?

B- No, niente… curiosità.

Clara continuò a guardarlo negli occhi e Bill si sentì trapassato da parte a parte, come se lei potesse leggere tutti i suoi pensieri come se fossero scritti su una rivista. Lo guardava come se avesse capito tutto di lui, con lo sguardo complice di chi conosce un segreto ma vuole rassicurare l’altro che non lo racconterà a nessuno. Si sentiva davvero rassicurato da quello sguardo. Eppure, allo stesso tempo, sentiva la voglia di andare a nascondersi da qualche parte per non essere letto come una qualsiasi rivista che si può sfogliare senza riflettere, magari pensando al altro. Non riusciva a controllare i pensieri che correvano velocemente e sapeva che tutto questo era solo causa sua. Non importava che fosse un fantasma, importava che fosse lei. Avrebbe potuto essere una ragazza qualsiasi, ma con quello sguardo, era sicuro che l’effetto sarebbe stato lo stesso.

Clara interruppe il flusso dei suoi pensieri, parlando con tono deciso.

C- Ricordo tutto, ma non è stata una gran vita. Sono nata, ho vissuto per 17 anni in una casa grande insieme alla mia famiglia, avevo qualche amico e poi sono morta.

B- Sei morta a 17 anni?

C- Caduta da cavallo. Non ricordo nulla della mia morte, ma ho visto il mio corpo e ho visto mio padre che uccideva il mio cavallo con le lacrime agli occhi, quindi ho intuito che forse sono morta così. L’ultima cosa che ricordo è che stavo cavalcando. Quindi… credo sia così che sono morta.

B- Ma sei ancora qui… insomma… non è normale…

C- Sì, non so nemmeno io perché non sono “passata oltre”… dicono tutti così. Oltre. Oltre a cosa? Me lo domando spesso. In fondo non c’è nessun muro che ci separa… non c’è un tunnel con una bella luce bianca. Non ci sono angeli che vengono a prenderti. Non esiste un di qua e un aldilà. Non per me, almeno. Se non fossi sempre così sola, mi sentirei davvero speciale. L’unica eccezione… l’unica che non è passata oltre. Che non è viva e non è morta. Wow, interessante, vero? Poi, adesso sei arrivato tu. Mi vedi, mi senti, puoi parlarmi. Mi chiedo perché… in fondo, non sei mio parente no? Forse sei la persona che può aiutarmi a passare oltre? Puoi aiutarmi ad andare avanti?

Bill abbassò lo sguardo, dispiaciuto. No, non poteva aiutarla. Clara vide il suo gesto e si avvicinò al ragazzo.

C- Ti abbraccerei per consolarti, ma non posso farlo. Però posso dirti che non devi essere triste, per me è già tanto poter parlare con qualcuno, sai? E poi una rockstar! Puoi farmi un autografo??

Bill si mise a ridere e Clara sorrise. Mentre Bill stava ancora ridendo, uscì dalla porta della sua stanza, Tom, con aria assonnata e leggermente infastidita.

T- Bill! Ma che cavolo fai, ridi da solo nel bel mezzo della notte?! Oddio, io l’ho sempre detto che mio fratello non è normale! Dio, perché mi hai fatto questo? Che sia una punizione per la mia bellezza immensa? Una punizione per i deliri amorosi che provoco alla razza femminile?

Clara lo guardò con gli occhi sbarrati. In confronto al fratello, Bill era perfettamente normale. Di nuovo, di chiese dove stava la giustizia divina… quella di cui tutti parlano ma che nessuno conosce.

C- Razza femminile?! Ma che siamo, capre?! Mucche?! Ma quale bellezza immensa… sembra uscito dal mago di Oz… la parte per lo spaventapasseri va a lui, senza ombra di dubbio… ma dove siamo finiti… ma dove sono finita io! Aiuto… qualcuno mi salvi…

Bill scoppiò a ridere, senza riuscire a trattenersi e Tom lo guardò come si guarda uno psicopatico.

T- Bill… quante volte ti ho detto che la droga è pericolosa?! Eh, ma se tu non mi ascolti…! Che fai, ridi da solo adesso?! No ma dico… tutte a me capitano!

Bill cercò di ricomporsi e rispose, senza pensare troppo alla risposta che stava per dare.

B- Ma no, Tom… è che Clara ha appena detto che sei uscito dal mago di Oz…!

Il sopracciglio di Tom, elegantemente inarcato, quasi sparì del tutto.

T- E chi è Clara, Bill? La tua nuova amica immaginaria? L’ho sempre detto Bill… la tua vita senza sesso ti ha portato alla follia… non che prima fossi normale, eh… pensa che quando eravamo bambini, ero quasi convinto di avere una sorella…!

Clara scoppiò a ridere e Bill si trattenne, in qualche modo, dal mandarle un’ occhiataccia.

B- Che ti ridi, tu?

Clara aprì la bocca per rispondere, ma Tom la precedette, convinto che la domanda fosse rivolto a lui, con tono ironico e senza riuscire a smettere di ridere anche lui.

T- Scusa Bill, è che Natasha ha appena fatto una battuta… conosci Natasha, Bill? È la mia nuova amica immaginaria… Bill, questa è Natasha… Natasha, amore mio, questo è mio fratello Bill…

E indicava il vuoto vicino a sé. Clara continuava a ridere, mentre Bill si chiedeva quanto alcool avesse suo fratello sotto il letto. Tom si ricompose e assunse un’aria imbronciata.

T- Bill, perché non saluti Natasha?? Scusalo, tesoro, ma mio fratello non è abituato alle persone… sai, lo teniamo in casa da solo perché è pericoloso… un caso patologico di verginità permanente… eh, il mio DNA non lo ha salvato… eh sì, doveva andare così…

Sempre parlando con “Natasha”, Tom se ne andò di nuovo in camera sua, sbattendo la porta come sempre. Bill si fece cadere pesantemente sul divano.

Che vita che gli sarebbe toccata ora…

  
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