Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Evilcassy    20/05/2013    5 recensioni
[Così a volte, ma solo a volte, il corvo riportava indietro l'anima perché rimettesse le cose a posto.]
E se avessi agito diversamente? Sarebbe cambiato qualcosa?
Sono arrivata alla conclusione che non sarebbe cambiato niente. Quell’uomo – Loki – sarebbe comunque scomparso nel nulla: non era come il tizio nella stanza a fianco, privato dei suoi poteri, sprofondato sino alle ginocchia nel fango e e nell'umiliazione della sua impotenza.
Forse non saremmo morti, non saremmo stati sepolti nella stessa tomba e non ci saremmo svegliati fianco a fianco.
Ma sono certa che ci saremmo ritrovati un giorno o l'altro, in una dimensione o nell'altra, a scambiarci un ultimo bacio.

GreyRaven e Loki, richiamati dalle rispettive nature, decidono di lasciare gli Inferi e di riprendere i rispettivi cammini.
Ma incappare l'uno nelle trame dell'altro è questione di poco, anzi, pochissimo.
[Sequel di THE SEVENTH]
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A Seven Heroes Army [The Seventh Saga]'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
The Seventh:Winter

 

The Seventh:Winter

 

 

        PART 5: Keepin'

 

 

        Chapt 14: No One's Gonna Fix Me when I'm Broke

There is a pleasure in the pathless woods.

 

 

"Sei rimasta in stato catatonico per sette ore." Con la mano stretta nella sua Clint ha spiegato tutto: come è stata ritrovata e da chi, cosa è successo a Darcy - sta meglio ed in ospedale per accertamenti piantonata dalla Hill e ci rimarrà per i prossimi giorni - e come sono sparite le Gemme, di Thor che dopo quest'ultimo fatto ha deciso di tornare ad Asgard dove la guerra sta incombendo.

Natasha ascolta in silenzio ed interviene solo quando, alla fine del suo racconto, sbotta qualcosa riguardo a come Loki abbia creato tutto questo. "Non è stato lui."

"Cosa?"

"Ho detto che non è stato lui. Era Amora, l'Incantatrice, che mi ha attaccato e rubato le Gemme."

Clint sbianca, appoggia il gomito sul bordo del comodino ed il palmo al viso con aria colpevole: "Anche Addison era sicura che non fosse opera di Loki, però noi... beh non le abbiamo creduto." Natasha sospira. "Abbiamo iniziato a litigare. Molto forte, ammetto di esserci andato giù pesante. Ma devi capire...! Temevo di averti persa ero... ero fuori di me."

"Dov'è ora?"

"Ha voluto accompagnare Thor su Asgard, ma non è ancora tornata."

"Questo è il motivo per cui Fury si prodiga per promuovere le quote rosa all'interno dello S.H.I.E.L.D.: Troppo testosterone nella stessa stanza inibisce il corretto lavoro dei neuroni."

"Nat, mi sento abbastanza una merda di mio, non c'è bisogno che tu..."

"Bene! Dovresti sentirti peggio!" Inizia a trafficare con l'ago della flebo di glucosio, sfilandoselo dal braccio senza badare alle proteste dell'uomo: "Non mi serve più questa roba. Sono sveglia, attiva e anche abbastanza incazzata. Passami la mia tuta senza far storie, che hai già combinato abbastanza casini in mia assenza."

"Oh, per favore! Vuoi farmi credere che al mio posto tu avresti agito diversamente?"

"Avrei ra-gio-na-to, Barton, prima di assalire una mia compagna senza un briciolo di prove..."

"No, no, tu le avresti creduto senza neppure porti un minimo di dubbio!" Clint prende la tuta di Natasha dalla sedia e gliela getta addosso furibondo: "Perché è così: ad Addison si crede, Addison non sbaglia mai ed Addison è degna di ogni cazzo di fiducia, nonostante si scopi una pseudodivinità psicotica che ha cercato di farci la pelle a tutti quanti, abbia distrutto mezza New York e, soprattutto, ammazzato Phil. A me, invece, povero idiota che non ha fatto altro che essere il tuo zerbino per mesi, non si può usare neppure un briciolo di comprensione quando perde le staffe davanti alla propria donna ridotta ad una larva senza che sappia neppure come e perché!"

"Oh, smettila di fare il bambino!"

"Il bambino? Essere disperato per le condizioni della persona che si ama è da bambini? Perché è questo che ero, Natasha: disperato. Tu al mio posto non lo saresti stata?" Natasha lo studia per un secondo: schiude le labbra per dire qualcosa, ma all'ultimo minuto si rende conto di non riuscire ad usare bene le parole senza risultare patetica o forzata. Lui alza le mani in segno di resa: "Sei stata abbastanza eloquente così. Ti ringrazio per la sincerità."

"Clint, non..."

"Ti prego, non aggiungere altro: finiamo tutta questa follia, dopodiché farò sparire la mia roba da casa tua  - anzi, da casa vostra - e torneremo semplicemente ad essere colleghi, con somma gioia di Fury." Il groppo in gola gli rende difficile mantenere la voce ferma, ma prima che Natasha possa cercare di spiegarsi ha già lasciato la stanza.

Si allaccia la zip della tuta con lo stomaco serrato in un groviglio soffocante e gli occhi che pizzicano: apre la porta per raggiungerlo, fermarlo, cercare di parlare e risolvere.

Il corridoio è vuoto.

Natasha lascia che due grosse lacrime rotolino lungo le guance. Poi le asciuga in fretta con il dorso della mano ed inspira a fondo.

Ci sono alte priorità, ora, che cercare di far ragionare un mulo, per quanto importante sia.

 

Passiamo attraverso due ali di soldati rigidamente schierati nella piazza d'armi, venendo accolti da Hogun che spiega brevemente la suddivisione delle unità ed i luoghi in cui si sono piazzati. "Odino ha riunito un consiglio militare, stavamo aspettando te per iniziare a dibattere." aggiunge. "Heimdall vede le truppe di Malekith schierarsi. Gli altri membri del consiglio sono dell'idea di batterli sul tempo e attaccarli: abbiamo abbastanza Gemme per..."

"Non abbiamo abbastanza Gemme." rivela con voce grave Thor. "Sono state sottratte."

"...cosa?"

Li lascio proseguire verso l'entrata del palazzo: ho sentito un richiamo dal mio bracciale rilevatore: Attivando l'ologramma, mi mostra il punto rosso della Gemma del Potere ed una sfilza di coordinate ed i dati di rilevazione ed una mappatura basilare.

Oh, cavolo.

Richiamo Thor, lo rincorro e mi piazzo davanti a a bloccarlo: poi ingrandisco l'ologramma e glielo mostro: "È un'altra dimensione, un altro mondo, giusto? So che le coordinate non possono aiutarti, ma riesci a stabilire dove si trova?"

Lo vedo strizzare gli occhi e scuotere piano la testa. "Andiamo, ha una temperatura relativamente bassa, alta umidità e sembra piuttosto impervio come terreno. Non può essere Jotunheim ma..."

La voce profonda di Heimdal mi fa trasalire: "Niflheim."  Mi volto verso il guardiano comparso alle mie spalle. "Ottimo. Insegnami la strada, devo..."

"Non da sola!"

"Non sai di cosa si tratta, Lady GreyRaven. Niflheim è il regno del timore, popolato da creature spaventose e avvolto in una perenne cortina di nebbia e gelo." Spiega il Guardiano "Valicarne i cancelli significa andar contro ad una terribile sorte."

Con cipiglio seccato, Morrigan si posiziona già sulla mia mano: "Con tutto il rispetto, Heimdall, dopo aver combattuto qualche volta Chitauri e Jotun, essere passata attraverso la distruzione della mia città un paio di volte, ritornata dall'Oltretomba, fatto una gita su Jotunheim ed essere coinquilina della VedovaNera da ormai sette anni, direi che posso fregiarmi del titolo di Veterana del Terrore. Non abbiamo alternative: Il tempo stringe e dobbiamo recuperare la Gemma prima che lo faccia Malekith. Indicami la strada."

"Ti accompegnerò..."

"No, Thor, il tuo posto è qui ora."

"Allora sarò io ad accompagnarti."

"Heimdall, non è necessario..."

"Se sarai così veloce come dici, allora la mia assenza su questo regno si ridurrà a poche ore."

"Che potrebbero essere cruciali. Andrò da sola, farò presto.”

“Te lo vieto, e questo è un ordine." conclude Thor, e davanti al suo sguardo fermo e deciso mi arrendo. Quando porgo la mano ad Heimdall il principe di Asgard china la testa di lato, incuriosito: "Ma non..." Allunga le labbra ad imitare impacciato un bacio.

"Ah, quello! No, l'altra volta ti ho preso in giro." Il Guardiano stringe la mia mano e quando gli chiedo di concentrarsi sul luogo di destinazione sento passare la direzione attraverso il palmo.

Ritiro la mano un secondo dopo che il becco di Morrigan mi colpisce.

 

Hogun alza le spalle e sospira: "Beh. Dall'amante di Loki dovevamo aspettarcelo un colpo basso."

Le dita di Thor stringono il manico del Mjolnir con più forza, la fronte corrugata a sottolineare il suo sdegno. “Heimdall, vieni con me.” Ringhia dirigendosi a passo svelto verso il Palazzo. “Hogun, chiama Sif e gli altri e digli di armarsi: vi voglio alla presenza di Odino, ora. Energia Oscura o meno, mio padre ci dovrà portare su Niflheim ora. Non possiamo gettare al vento la possibilità di recuperare una Gemma per colpa della testardaggine di una donna infuriata.

 

Le leggende su Niflheim avevano sempre esercitato su di lui il fascino perverso che solo le storie dell’orrore potevano donare ai bambini: racconti di mostri e misteri, foreste sinistre e spoglie avvolte dalla fitta nebbia.

Un regno lontano e pressoché sconosciuto: Gli Asgardiani che l’avevano visitato e che erano tornati indietro in grado di poter  raccontare ciò che avevano visto si contavano sulle dita di una mano.

La nebbia perenne, poi, metteva in seria difficoltà lo sguardo del Guardiano che raramente riusciva a controllare quelle lande desolate. Non che gli interessasse granché: era pur sempre un posto remoto, dove a fitte foreste si alternavano brulle vallate abitate da esseri a malapena senzienti e per lo più deformi, niente che suscitasse interesse o fosse realmente utile o pericoloso alla gloriosa roccaforte di Odino.

Camminando nella nebbia, con l’umidità ad arricciargli i capelli ed il muschio sotto agli stivali ad attutire i suoi passi come un cuscino, Loki scopre che quel posto desolato gli dona invece un'insperata pace, trovandolo a sé affine: solitario ed ombroso, silenzioso e malinconico, di una bellezza non comune e sottovalutata.

Cattura lo sguardo cremisi di una lupa grigia tra i cespugli irti e si lascia avvicinare ed annusare: “Non c’è carne buona per te, in questo corpo” Commenta laconico. La lupa lo studia, girandogli intorno, e poi si siede e lo fissa con curiosità: Loki allunga lentamente la mano a sfiorarne il pelo folto del dorso. “Saggia creatura, cerchi di comprendere ciò che a te è sconosciuto senza temerlo o attaccarlo per prima. Bestie che si definiscono uomini dovrebbero imparare dal tuo comportamento. Si allontana appena dall’animale e si guarda attorno: Quella radura è troppo piccola per il suo scopo. “Cerco un posto più ampio di questo, sapresti aiutarmi?”

La lupa si alza, abbia un richiamo e si incammina lentamente lungo il pendio della montagna.

Loki la segue.

 

Amora è un serpente che ama ornare le spalle di un padrone, prima di stringerlo nella morsa delle sue spire e soffocarlo. Muove i fili di marionette coronate insinuandosi nelle loro vite e nella loro mente con simulato servilismo sino a diventarne l’occulta padrona. Malekith è solo un fantoccio aizzato dalla rabbia per un torto ancestrale, lo strumento attraverso cui l'Incantatrice può arrivare al potere.

Lui era stato un ragazzino inquieto e meditabondo che soffriva nell'ombra dello splendore eccelso del fratello.

Era stata la sua Maestra e lui era stato un Allievo eccezionale.

Aveva appreso magie ed incantesimi tanto quanto i comportamenti senza che lei realmente lo desiderasse – doveva essere il suo fantoccio, non il suo pari - e aveva fatto proprie le arti che tanto lo ammaliavano.

L’arte di plagiare le menti facendo leva sulle debolezze. L’arte di ingannare. L’arte di mentire e recitare. L’arte di agire nell’ombra. L’arte di tendere trappole.

Trappole, appunto.

La radura a cui la lupa l’ha condotto si apre tra picchi di rocce che spuntano nere tra la rada erba grigia. Avvolta dalla nebbia, il posto è l’arena perfetta su cui si consumerà il loro scontro.

Conoscendola, Amora avrà insistito per essere lei stessa responsabile della raccolta delle Gemme: vuole averle sotto mano, sotto suo diretto controllo per poterle maneggiare a suo piacimento, anche solo per celarle allo sguardo, ai sensi o alle tecnologie degli avversari.

Cosa che le riesce piuttosto bene, dato che neppure Loki è riuscito a captarne il potere ed a localizzarla.

Ma, a quanto pare, neppure lui è stato da meno: due Gemme in mano e nessuno che gli sia piombato addosso; la mossa di offuscare la mente di Selvig – di nuovo – per fargli sabotare le sue stesse tecnologie aveva dato i suoi frutti, i Vendicatori non erano neppure riusciti a localizzare la Gemma che si trovava nel loro stesso pianeta.

Trovata tra le dune di un deserto sabbioso di Midgard, la Gemma del Potere sembra trepidare d’attesa, gettando uno screzio rubino tra le dita pallide.

Gemma dello Spazio e Gemma del Potere: possono bastare per una bella vendetta.

Loki chiude gli occhi e scioglie la barriera attorno alle Gemme: ora non sono più celate allo sguardo e all’individuazione di nessuno.

Si siede su una delle rocce umide, la lupa al suo fianco.

La trappola è pronta: ora non resta solo che attendere.

 

Alberi altissimi e spogli, vegetazione del sottobosco rinsecchita e spinosa. Nebbia bassa, umida e gelida nel buio della foresta. Rumori sinistri, ululati e latrati in lontananza.

Per quanto ho potuto vedere negli ultimi dieci minuti, Niflheim non è molto diversa dalla Selva che circonda il Limbo.

Un po’ più cupa e fredda, forse.

E popolata da esseri più disgustosi, a giudicare dal millepiedi grosso come un castoro che passa a pochi centimetri da me alzando minaccioso gli aculei neri.

Non c’è tempo da perdere: riattivo il rilevatore e recupero il segnale della Gemma. L’ologramma segnala il puntino rosso…

… a trenta miglia da me.

La mia solita fortuna.

“Morrigan, e se tu…” Il mio Corvo inclina la testina di lato e mi regala il suo classico sguardo da ‘Stai scherzando, vero?’ In effetti ho notato che le Gemme sarebbero troppo grosse per essere trasportate dalle sue zampette, senza contare che in un posto come questo – gli ululati sono sempre più vicini, forse è meglio incamminarsi – non è conveniente separarmi dal mio catalizzatore di poteri. Che poi mi fa anche compagnia e in certi luoghi così tetri è meglio non essere proprio proprio soli.

 

La nebbia è aumentata e la luce diminuita, Loki domanda alla lupa se si stia avvicinando la notte e questa muove la capo quasi fosse un cenno affermativo: “Dovresti tornare nella tua tana, non hai dei cuccioli da sfamare, o un compagno da riscaldare? O sei troppo curiosa di sapere come scatterà la mia trappola per andartene proprio sul più bello?” L'animale appoggia il muso sulla sua coscia e Loki continua a passare le dita tra la pelliccia folta e morbida del collo: "Allora forse abbiamo più cose in comune di quanto sembri."

Improvvisamente la lupa scatta sulle zampe rizzando le orecchie e fissando un punto nel bosco a monte scopre le zanne aguzze.

Anche Loki si alza, non prima di averle accarezzato nuovamente il dorso: “Ti ringrazio: sia per avermi indicato questo posto, sia per avvertirmi dell’arrivo della mia preda. Ora, amica mia, accetta il mio consiglio e trova un rifugio: non posso garantire la tua incolumità.

Ora il rumore lo sente distintamente: passi pesanti di un grosso animale attraverso il bosco: gli alberi si muovono e si spezzano in schiocchi secchi.

La lupa indietreggia e ringhia forte, Loki ha una mano sui pugnali da lancio e l’altra sulla Gemma del Potere: quando vede un gigantesco pachiderma zannuto galoppare fuori dal bosco barrendo ha un attimo di smarrimento, poi recupera la sua posizione d’attacco, intravedendo un cavaliere incappucciato spuntare dalla sommità dell’animale.

Ha già una lama in mano quando il gracchiare di un corvo attira la sua attenzione: Loki alza lo sguardo verso l’uccello, in planata su un picchio coperto di muschio e ne resta completamente sbalordito:

“Morrigan?”

 

Oh-ooh. Feeermo! Buono. Cooosì.” Il pachiderma diminuisce la velocità sino a piantare le cinque zampe villose a pochi metri da lui. Sopra la schiena, il suo cavaliere si volta abbassandosi il cappuccio.

Si fissano per un istante che sembra infinito, poi Loki incrocia le braccia e scuote la testa: “Terrore puro per un semplice palafreno e ti ritrovo a cavalcare un pentapalmo. Sai sempre come sorpendermi, Addison."

 

================================================================

Ed eccomi di nuovo!

Per due piccioncini che si lasciano (Ma si lasceranno davvero?) Due si ritrovano! (Ma si ritroveranno davvero?)

Stiamo per entrare nell'ultima parte, fate uno sforzo e resistete!

Se per Nornheim ho 'preso spunto' dal Colle di Tara in Irlanda, per Niffleheim invece mi sono ispirata alle Highlands scozzesi. Per la precisione, l'Isola di Skye, detta anche Isola della Nebbia. Googlatela, fateci un salto, amatela profondamente.

Resta sempre a vostra disposizione il mio Ask: http://ask.fm/EvilCassyBuenacidos

.

Grazie mille per continuare a seguire, sostenere, e farmi pervenire i vostri commenti su questa storia!

Grazie e alla prossima!!

EC

PS: Titolo tratto da 'All Alone' dei Fun e citazione iniziale da 'Into The Wild' - che a sua volta cita Lord Byron.

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Evilcassy