“Dovevi
dirmelo
prima, sai che
puoi dirmi tutto.” esordisce avvicinandosi a lei che intanto
si era
alzata in
piedi. No, questo no, sapeva quanto fosse difficile per lei resistere
ai suoi
occhi azzurri e alla sua bocca così vicina. Bastò
un secondo rapido per
farli
avvicinare oltre la linea di difesa che avevano imparato a rispettare,
sembrava
tutto perfetto, lui si era preoccupato per lei e lei ne era contenta,
erano ad
una distanza minima e la tensione di Jennifer si poteva tastare
vividamente. Il
cellulare di Gibbs interruppe tutto facendo si che entrambi si
risvegliassero
dall’oblio in cui erano caduti, quello più
piacevole e profondo:
l’oblio dei
sensi. Era McGee che aveva bisogno di una mano per il caso che dovevano
affrontare. Jennifer si rilassò nel momento esatto in cui
lui uscì
dall’ufficio.
K.O. al primo round.
Gibbs
si ritrovò
davanti un
cadavere fetido, popoloso di vermi e dall’odore immondo ma
non ci
faceva caso,
pensava a lei, alla sua Jenny che stava male e pensava che doveva
sapere cosa
avesse. Rifletté a lungo su questo e arrivò alla
conclusione che di
qualunque
cosa si trattasse il dottor Harrison doveva sapere qualcosa dato che la
lettera
era intestata a lui. Il primario del reparto di malattie mortali.
“DiNozzo,
Ziva,
McGee, vado un
attimo via, voi… cercate delle tracce.” disse
esitante. I tre si
scambiarono
uno sguardo complice ma lasciarono correre.
Arrivato
al
Washington’ s General
hospital Gibbs non indugiò un attimo e chiese ala ragazza
che stava
alla
reception di aprire la porta: ”Sono qui per il dottor
Harrison.” La
ragazza si
mise ad armeggiare al computer con le sue dita laccate di rosa e
rispose con un
cenno della testa dopodiché aprì la via
all’uomo che non esitò un
attimo. Entrò
nell’ufficio del primario e disse: “Sono
l’agente speciale Leroy Jethro
Gibbs e
ho bisogno di conoscere le condizioni del mio direttore.”
Mostrò il
distintivo
e il dottore fece una rapida
telefonata
senza staccare gli occhi di dosso a Gibbs, disse un’unica
frase: “Mi
porti i
fascicoli di Jennifer Shepard.” Staccò senza
neanche guardare il
cellulare,
cercando di sostenere lo sguardo dell’uomo che aveva di
fronte ma non
ci riuscì
per molto. Quando l’assistente arrivò con i
fascicoli il dottore prese
a
sfogliarli e diede voce a quelle insignificanti parole
d’inchiostro:
“Dopo
accurate analisi abbiamo stabilito che la signora Jennifer Shepard
è
affetta da
leucemia livello uno, è richiesto il ricovero
urgente.”
“Che
cane vuoi?”
chiese Tony a
Ziva mentre curiosava su internet
“Mi
piacerebbe uno di
quei cani
piccoli e carini.” rispose lei dalla sua scrivania
“Un
maltese?” chiese
McGee
intromettendosi
“Magari.”
Discuteva
lei ma nella
sua testa c’era sempre il pensiero di un figlio, di una
creaturina con
gli
occhi splendidi di lui e i capelli di lei, con la forza di Tony e i
suoi
tratti. Un essere che avrebbe amato immensamente, più di
quanto amava
l’uomo
seduto di fronte a lei in quel momento. Un cane non le bastava. Non le
sarebbe
mai bastato.
Jennifer
era seduta
alla sua
scrivania con un bicchiere del solito scotch invecchiato e la sua
cameriera che
puliva l’ultimo scaffale con la stessa attenzione maniacale
riservata
al primo e
poi al secondo e al terzo e così via, conversavano da un
po’ sul
matrimonio, su
quanto fossero in sintonia i due ragazzi e di quanto fosse dolce e
talentuosa
la piccola Giselle quando ad un certo punto senza una motivazione
apparente
Jenny si accasciò e cominciò a sudare freddo, la
ragazza in preda al
panico
chiamò il 118 in fretta e furia e in pochi minuti
un’ ambulanza era
arrivata
per tirare fuori da quella trappola di residui di bicchieri e freddo
una donna
che da troppo attendeva l’ora della fine mentre la ragazza
cercava di
bagnare
la fronte con un panno caldo e le teneva la mano osservandola immobile
sul
pavimento che ripeteva: “non ci riesco, mi sento
morire.” Da circa
dieci minuti.
Vennero
avvertiti
tutti da Gibbs
e Abby fino al vice direttore Leon Vance che non aspettava altro che la
possibilità di uscire dall’ombra, non avrebbe mai
voluto farlo in quel
modo ma
le cose si prendono per come vengono, Vance era un uomo
d’acciaio che
aveva osservato
Gibbs e sapeva che sarebbe stato capace di tutto pur di stare accanto
al suo
direttore, un padre premuroso a casa e un marito amorevole ma sul
lavoro si
trasformava e il suo lato oscuro prendeva il sopravvento, a quel punto
contava
solo la sicurezza del suo paese tutto il resto in secondo piano. Questo
era
Leon, un uomo versatile e deciso.
Quando
la donna dai
capelli
raccolti, lo sguardo calmo che rispondeva al nome di Catlin vide
arrivare un
orda di personaggi ambigui cominciò a pensare che le
domeniche
lavorative
doveva evitarle un po’ di più…
Da
prima gli venne
incontro lo
stesso uomo con i capelli d’argento organizzati con un taglio
militare
che
aveva chiesto del primario poche ore prima, poi arrivarono un ragazzo
dal
completo grigio e una ragazza con i codini, un pantaloncino a scacchi
gialli e
neri e una magliettina intonata che teneva per mano una bambina simile
a lei con
un bel vestitino elegante, Catlin pensò ad un incubo ma fece
passare
anche
loro, arrivò anche un uomo anziano con il papillon blu
accompagnato da
un
ragazzo alto, magro e con gli occhialini alla Harry Potter,
seguì una
coppia di
ragazzi apparentemente normali se non fosse che sentì
bisbigliare lei:
“Ho una
graffetta nella borsa, comportati bene se vuoi vedere
l’alba.” Ma non
era
questa la parte strana ma più che altro il fatto che lui
rabbrividì a
quelle
parole. Tutti chiedevano di Jennifer Shepard e tutti avevano la
disperazione
nel cuore e negli occhi.
“Come
sta?” chiese
Gibbs al
dottorino che uscì dalla camera dove era stata ricoverata la
donna
“Dobbiamo
cominciare
la chemio,
se non si riprende ci sarà bisogno di una trasfusione di
midollo osseo…
in ogni
caso stiamo già cercando un donatore.”
“Lo
faccio io il
test!”
esclamarono tutti in coro alzandosi, il dottore, stupito di tale
disponibilità
fece entrare ad uno ad uno tutti e preparando i test.
“Ci
vorranno circa
due giorni per
sapere se uno di voi è compatibile, adesso stanno iniziando
la cura.”
I
pensieri di una scrittrice in
canna
So
che questo è un po’ più
cortino ma è per prolungare l’attesa cari miei :P
Per quanto riguarda i
Jibbs
volevo inserirli in questo capitolo ma mi sa che prima di
martedì non
avrete
nulla perché Sabato ho un concerto *----------* (finalmente
aspetto da
Dicembre) poi domenica mi riposo fino a martedì non posso
cominciare a
scrivere
il nuovo capitolo! :(
Vostra
Scrittrice in canna