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Autore: Dama DeLupottis    20/05/2013    10 recensioni
Seguito di "Un bisturi al posto del cuore", ma può essere benissimo letta separatamente, visto che le storie hanno in comune solo i protagonisti. In sintesi parla della difficile storia d'amore fra un chirurgo e una sua (ormai) ex-paziente di ben 28 anni più giovane. Gli ostacoli non sono pochi, e da come si può intuire dal titolo alcuni di essi possono essere piccoli, ma molto "ingombranti"! non voglio svelare parte integrale della trama quindi...buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Breve presentazione dei personaggi e delle vicende per chi non avesse voglia di leggersi la storia precedente o per chi avesse bisogno di una rinfrescatina di memoria:

Dario Camossi: 49 anni (eh sì passano anche per lui!) è un chirurgo di fama internazionale, freddo e superbo in passato, ma lievemente addolcitosi dopo aver avuto una relazione con Anna, sua giovane ex-paziente. Molto paranoico nei confronti della questione dell’età, non ha mai accettato appieno che Anna volesse vivere con lui, nonostante lei fosse l’amore della sua vita. È divorziato con un figlio di 21 anni che vive a Barcellona. Adora la montagna e al momento non conosce altro che la parola “lavoro”!

Anna Orievia: 21 anni, studentessa d’ingegneria, solare e sognatrice, con la sua grinta e la sua risposta pronta è riuscita a far capitolare l’uomo di ghiaccio che l’ha operata e anche il suo collega Massimo, istaurando con quest’ultimo un bellissimo rapporto di amicizia (con qualche piccolo inconveniente!). Ha perso il padre quando era piccola, e con la madre non è in buoni rapporti, ma ha trovato per questo ruolo un’ottima sostituta in Antonella (moglie di Massimo).

Massimo Albani: 45/46 anni, collega e migliore amico di Dario. Con lui ha condiviso molto, amicizie ed ostilità, ma alla fine si è fatto anche lui conquistare dalla dolce e fragile Anna. È sposato con Antonella, che lavora in pediatria e ha un figlio di 18 anni. Oltre ad essere medico e chirurgo ha il dono di essere un ottimo ascoltatore e consigliere, più volte ha indossato le vesti di psicologo riuscendo a conciliare le liti dei due super testardi presentati sopra.

Altri personaggi di minore importanza sono Schiaccianoci, primario senza cuore, al quale solo Dario e Massimo sono riusciti a tener testa e altri dottori che sentirete nominare qualche volta, ma che hanno la mera funzione di fare da sfondo alle vicende dei nostri protagonisti principali.

Detto questo…se non vi ho già indotto a cambiare pagina…vi auguro buona lettura!



Pov. Anna
 
- Vaydaaa muoviti! Sono già le otto e venti!- urlo alla mia nuova coinquilina che ha monopolizzato il bagno mentre me ne sto comodamente seduta sul divano ad accarezzare Giuggiola, la nostra gattina bianca e nera.

- Dammi dieci minuti e sono pronta!- esclama mentre esce dal bagno con l’accappatoio e il turbante in testa  dirigendosi a tutto gas in camera sua.

- Peccato che tra dieci minuti dovresti già essere in aula! Sei sempre in ritardo!- la riprendo come se fossi sua madre.

- Come lo saresti anche tu, se solo oggi dovessi andare a lezione!- Eh già! Magari dovessi andare in università!

- Credimi, preferirei di gran lunga essere lì!-

- Ma dai! Non esagerare! In fondo è solo una visita!-

- Sì con il mio ex migliore amico, o se preferisci col migliore amico del mio ex!- scusate il gioco di parole

- Andrà tutto bene! Sta tranquilla!- esclama mentre apre un cassetto e chiude l’altro.

- Spero solo di non incontrarlo!- dico a bassa voce, guardando sconfortata il dolce musino di Giuggiola.

Vayda mi raggiunge in sala, mettendosi alla ricerca delle proprie scarpe e dei quaderni che ha lasciato qua e là ieri sera: - Beh io invece spero d’incontrare il ragazzo argentino in mensa! E’ troppo figo! Devo scoprire come si chiama!!-

- Mh! Grazie del sostegno eh!- esclamo indispettita. Mi sembra quasi di parlare col muro! Anzi peggio, almeno lui mi ascolterebbe in silenzio senza cambiare discorso!

- Dai non prendertela! E’ che quando parli di lui….diventi troppo noiosa!- risponde sorridendo mentre addenta una fetta biscottata con marmellata di fragole.

- Ti conviene dartela a gambe allora! Oggi è giornata di nostalgia!-

- Volo!- e così dicendo prende la borsa e le chiavi e si dirige verso la porta

- E i capelli?-

- Si asciugano per strada! Tanto noi bulgare siamo immuni al raffreddore! -

- Beate voi! Ciaooo!-

Ok, ora che sono sola posso raccontarvi tutto! Tranquille, non avete sbagliato storia: sono sempre io, Anna Orievia, quella ragazza che agisce sempre di testa sua, che s’innamora degli uomini sbagliati e che non pensa mai alle conseguenze, finendo sempre per raccogliere i frammenti del suo cuore sparsi per le strade di Vicenza.

Vicenza, proprio così! Nonostante, come avrete già intuito, io e Dario non stiamo più insieme, io vivo ancora qui, in un appartamento, con Vayda, una studentessa di scienze statistiche. Come avrete capito dal nome, non è italiana, ha origini bulgare, ma vive in Italia da otto anni, e ha già ereditato l’accento del posto. E’ alta, magra, con un fisico asciutto e poche forme, ha i capelli corti castani, spettinati e gli occhi scuri. Adora correre al mattino presto, lo fa quasi tutti i giorni, e nonostante si lamenti continuamente di avere i polpacci grossi, non riuscirebbe mai a farne a meno. Un’altra cosa senza la quale non può vivere è il cibo: in casa nostra non può mai mancare l’insalata, anche se preferisce prenderla in mensa così evita di perder tempo a tritare carote e tagliare pomodori. Potreste pensare che sia vegetariana, ma vi assicuro che non lo è, mangia più carne di un uomo, ma non ingrassa mai! Beata lei! Questi sono i tratti che maggiormente ci distinguono: il cibo e lo sport, soprattutto quello, dato che io odio correre e stramazzo al suolo senza fiato dopo soli 200 metri, mentre lei ha la fobia dell’acqua e non ha mai pensato di iscriversi ad un corso di nuoto, il mio sport preferito. Abbiamo in comune la passione per gli abiti comodi, ossia i classici jeans a sigaretta e la felpa, anche se io mi ritengo un po’ più femminile, dato che nel mio armadio almeno non esistono felpe maschili, che lei ha rubato al fratello prima di venire a vivere qua. Tuttavia non è un maschiaccio, lei si trucca e mi ha insegnato a farlo: ora anch’io non esco di casa senza un po’ di matita e fondotinta, niente di esagerato, solo quel poco che basta a rendermi un po’ più presentabile. Sono tante le cose che potrei raccontarvi di lei, ma non voglio annoiarvi più di tanto quindi concludo dicendovi che lei è la mia nuova migliore amica, adoro viverci insieme, perché mi trasmette una carica positiva, non è mai triste, riesce sempre a vedere il raggio di sole e a convincerti che tutto andrà per il meglio.  La sua risata è contagiosa, e anche se siamo un po’ diverse, andiamo d’accordissimo, non so come avrei fatto ad affrontare tutto senza il suo aiuto.

Ed eccoci arrivati alla parte che credo vi interessi di più, ossia questo “tutto”. C’è bisogno che vi ricordi cosa significa tutto per me? Sinceramente oggi come oggi non lo so, ma fino a qualche mese fa Dario era il mio tutto, ma come tutte le cose belle, anche la mia storia con lui purtroppo è giunta al termine. Il motivo? Quasi non lo nemmeno io, so solo che un giorno Dario ha cominciato, o meglio è ritornato a parlare della differenza di età, del fatto che io dovessi ancora farmi una vita, e che lui non dovesse farne parte, se non come mero conoscente, o al massimo come amico. È stata dura da accettare, ma mi sono sforzata di capirlo e ho realizzato che in fondo aveva ragione, non era quella la mia strada, dovevo provare a percorrerne un’altra, con i miei coetanei, com’era giusto che fosse.

Non è stato facile, anzi non lo è neanche adesso poichè sono passati solo tre mesi da quando me ne sono andata dalla casa di Dario, gli avevo promesso che mi sarei tenuta in contatto con lui, ma dopo qualche settimana passata a combattere contro la voglia di tornare da lui non appena mettevo giù la cornetta, non l’ho più richiamato, e lui ha rispettato la mia scelta. Era troppo difficile per me pensare al presente, e al mio futuro, con una finestra così ampia ancora aperta sul passato, così non solo ho deciso di voltare pagina, ma ho proprio cambiato libro. Un libro che porta in copertina l’immagine di una nuova me, più sicura, più femminile, più concentrata nello studio, ma anche più aperta a nuove amicizie: un’Anna che riesce a conciliare lo studio con il divertimento e il lavoro in libreria, lo sport con tutte le merendine che mangia quando è sotto stress, insomma un’Anna che decisamente non trova il tempo di annoiarsi, e che fa di tutto pur di non pensare più a lui.

Devo dire che ero quasi riuscita nel mio intento di vivere come se lui non fosse mai esistito, ma oggi tutti i ricordi mi stanno crollando addosso, oggi finalmente riuscirò a capire se veramente ho messo una pietra sopra al passato, o se mi sono ingannata per tutto questo tempo. Sono pronta ad affrontare l’ennesima visita di controllo con Massimo, ma sinceramente non mi sento pronta a rivedere Dario, e spero con tutta me stessa che non succeda.


Pov. Massimo

Ehi ciao ragazze! Vi sono mancato? Spero di sì, anche se in realtà non ho niente di nuovo da raccontarvi. La mia vita resta quella noiosa di sempre, l’unica vera scarica di adrenalina la prendo quando accompagno mio figlio a fare le guide, sperando di non investire nessuno, e di insegnargli una volta per tutte quei maledetti parcheggi a L, che in fondo a me tanto difficili non sembrano, se solo uno avesse la pazienza di guardare negli specchietti e fare qualche manovra che non sia dettata dal caso!

A parte la mia calvizie prematura per colpa di Andrea, qui sul lavoro non c’è niente di nuovo: Schiaccianoci padroneggia incontrastato, anche se ha mollato un po’ il guinzaglio a me e a Dario, e quest’ultimo si sommerge di lavoro pur di non pensare alla sua vecchia lei. Sono quasi arrivato a consigliargli di trovarsi un’altra donna, ma visto che quando l’ho detto mi ha incenerito con lo sguardo e ha detto:- Io con le donne ho chiuso!- non ho più osato ripeterglielo!

Adesso però sembra migliorato, o forse, ha soltanto ritrovato la sua maschera di pura freddezza di un tempo, addolcita qua e là da qualche gentilezza in più con i pazienti e i laureandi sotto la nostra tutela. Insomma nonostante Anna sia svanita completamente dalle nostre vite, la sua presenza si può sempre ritrovare nei gesti di Dario, perché in ogni caso quell’uomo è cambiato, ed è diventato decisamente migliore rispetto a come tutti l’avevamo conosciuto.

Ma torniamo alle visite, che tra un po’ è quasi ora di pranzo, sarà meglio che mi sbrighi. Vediamo chi è la prossima…..Anna! Perfetto! “Ho proprio voglia di rivederla” penso mentre faccio lampeggiare il suo numero nella sala d’aspetto, attendendo il suo arrivo. Eh già devo ammetterlo… Anna era divenuta a far parte anche della mia vita, e andandosene aveva lasciato un vuoto enorme… è stata dura perfino per me, quindi, non oso pensare cosa sia stato per Dario.

- Buongiorno dottore!- la sua voce inconfondibile mi giunge alle spalle, ma nel momento in cui mi volto, pronto a rivedere la mia solita vecchia amica, mi trovo davanti una persona totalmente diversa: i suoi riccioli biondi hanno lasciato il posto ad un taglio corto, castano, con qualche ciuffo ribelle. Indossa i suoi soliti jeans ma per la prima volta al posto della maglia porta una camicia, abbastanza stretta, decorata con tonalità scure, scollata, anzi con un collo un po’ strano, insomma con un po’ di fronzoli, non so nemmeno come voi donne li chiamate. In ogni caso resto colpito anche dai numerosi accessori che indossa: bracciali, anelli, orecchini… ogni suo movimento quasi si riflette in un tintinnio.

- Anna!- esclamo meravigliato:- Sei…- non so come descriverla:- Diversa! Totalmente… diversa!-

- Oh dai non esagerare! Sono pur sempre io!- risponde con il suo solito tono allegro e solare, ma soprattutto semplice, a dispetto di come è fuori…

All’improvviso nella mia mente comincio a dire “Lo spero Anna! Lo spero davvero!” Già! Spero veramente che lei sia cambiata soltanto esteriormente, ma che dentro sia rimasta quella persona fantastica che aveva conquistato un po’ tutti con la sua genuinità.

- Prego accomodati!- dico mentre cerco di tornare a concentrarmi sul mio lavoro.

Ovviamente le visite ormai sono pure formalità dell’ospedale, è passato quasi un anno dall’operazione, non c’è niente fuori posto, come mi aspettavo.

Quando si rialza, prima di farla andare via le dico abbassando il tono di voce:- Non ti sei più fatta sentire…-

- Beh… con Antonella ogni tanto esco ancora… non pensare che io non chieda niente di te… so benissimo delle tue isteriche avventure in macchina con Andrea! Mi sembra quasi di rivivere l’esperienza con mia mamma!- risponde cercando di farmi ridere…ottenendo in realtà l’effetto opposto.

- A questo ci siamo ridotti? A mia moglie che deve farci da tramite?- domando diventando serio

Il suo sguardo diventa subito triste e il suo tono mortificato: - Massimo… cerca di capirmi… non è che io sia contenta di evitarti…solo che… mi ricordi troppo lui, e sto cercando di voltare pagina!-

- Una pagina di cui purtroppo facevo parte anch’io!- noto con un velo di tristezza. Davvero non c’è più posto per me nella pagina nuova? Eppure non pensavo di essere così tanto ingombrante…

All’improvviso i miei pensieri si prendono una pausa poiché proprio in quel momento si sente riecheggiare dal corridoio interno la voce di Dario che si fa sempre più vicina, il suo volto comincia ad apparire sugli specchi e Anna tutta agitata volta le spalle all’ingresso del box e mi dice:- Ti prego continua a parlare! Dimmi qualsiasi cosa ma non smettere!-

Parlare di cosa? Ok, va bene improvviso! O almeno ci provo:- Allora, dunque, come le stavo dicendo prima nel suo caso sono possibili due alternative: o rendiamo più spigolosa la parte destra del mento mediante un piccolo intervento con anestesia locale, o rendiamo il viso più tondo con un filler a sinistra….- Dario ci passa davanti e prosegue senza prestarci molta attenzione, ma per sicurezza protraggo il mio discorso aspettando che si allontani dalla nostra postazione:- Io personalmente sarei più propenso per il filler e successivamente un lipofilling, in quanto è una pratica meno invasiva, generalmente ben tollerata dai pazienti, anche se tuttavia può presentare alcune controindicazioni….- mi sporgo un po’ ma vedo tutto calmo nei dintorni:- Ok, se n’è andato!-

Lei tira un sospiro di sollievo:- Grazie!- fa per andarsene ma io la fermo prendendole il braccio all’altezza del gomito:- E’ così che volti pagina?- le domando a bruciapelo.

Lei allarga gli occhi e scuote la testa:- E’ troppo presto! Non ce la faccio a trovarmelo davanti e a fare come se niente fosse!-

Decido di lasciar perdere, e di salutarla con un sorriso:- D’accordo! Ti lascio! Però tra qualche mese fatti sentire eh!- non che io ci conti veramente, so già che non lo farà.

- Sì sì certo! Ah! E comunque…quello che hai detto prima…l’hai detto a caso vero? Non devo fare niente di tutto quello?-

- No no! Tranquilla! Tu vai bene così!- rispondo sorridendo di nuovo

- Discorso interessante comunque! Adesso vado! Ciaoo!- e così dicendo se ne va, mentre io mi siedo in attesa del prossimo paziente che ho appena chiamato.

 
Pov. Dario

- Mh… io farei soltanto un’osteotomia le Fort 1… poi giudicherei dal risultato se sia necessario intervenire da altre parti…- fisso di nuovo la lastra appesa:- Secondo me dovrebbe bastare…e in questo modo risparmieresti sforzi eccessivi sulle articolazioni, al massimo se la rotazione è troppa procedi con un bloccaggio fisso…in ogni caso con il bite aspetterei…-

- Dici?- mi domanda Trevino non del tutto convinto del mio discorso

- Sì, per me è la tecnica migliore…cosa ne pensa Agostino?-

- Non lo so, è ancora in sala, è la prima volta che il paziente ci porta le lastre!-

- Beh…io ho detto il mio parere…- concludo mettendogli una mano sulla spalla:- Poi il paziente è vostro! Fate come vi pare!!-

- Sì ok ci penserò! Grazie del consiglio!-

Mi congedo con il mio non-paziente e mi avvio verso la sezione del prof. Picone, è più di un’ora che mi sta chiamando!

Esco dal box con lo sguardo rivolto verso il pavimento, sperando con tutto me stesso che nessun altro blocchi il mio cammino.

- Professore aspetti!- una studentessa di medicina mi chiama dal box opposto

- Che c’è?- domando un po’ innervosito

- Cosa ha ordinato al paziente di prima? Una piezo o una sarpe?-

- Una sarpe!- esclamo voltandomi per uscire, poi ci ripenso e mi giro di nuovo:- Anzi no scherzavo! Una piezo!- mah in realtà non mi ricordo neanche più! Avrò visto cinque pazienti in mezzora, non so nemmeno di chi sta parlando!

- Senti adesso vado un po’ di fretta! Ne parliamo più tardi ok?- concludo indietreggiando di schiena, fino a quando vado ad urtare contro qualcuno

- Oh mi scusi!- dico mortificato ad una ragazza castana che risponde subito:- Niente!- e per un attimo alza lo sguardo, prima di ritrarsi immediatamente

Quello sguardo…lo riconoscerei tra mille:- Anna!- esclamo sbalordito dalla ragazza che mi trovo davanti

- Ciao Dario!- risponde a bassa voce, quasi come se si vergognasse a parlare con me!

Abbassa lo sguardo e mi supera:- Aspetta!-la costringo a voltarsi:- Ti vanno due chiacchiere al bar…tra circa…- guardo l’orologio:-…venti minuti?-

- Va bene! Ti aspetto!- annuisce con un timido sorriso e poi se ne va, sotto il mio sguardo che non accenna a staccarsi dalla sua figura che progressivamente si allontana, fino a scomparire del tutto. Ma chi è quella? Cosa ne ha fatto della mia angelica stellina?

“ Il professor Camossi è atteso nella sezione B. Camossi alla sezione B.” gracchia l’altoparlante riportandomi su questo pianeta.
Ah già Picone! Sarà meglio che mi muova!

 
Pov. Anna

Lo attendo davanti al bar, passeggiando nervosamente per il corridoio. Sì, sono nervosa! Il motivo? Ho paura! Ho paura che rivederlo possa farmi venire nostalgia di lui, eppure io ora ho tutto, ho una casa, degli amici, una borsa di studio e un ragazzo che mi ama. Cosa posso volere di più?

Come? Ah non ve l’ho ancora detto? Perdonatemi! Non so dove ho la testa oggi! Io ho un ragazzo, da circa un mese: si chiama Manuel, è un manager esperto di marketing e ha ventisei anni …. Ci pensate? Ha solo cinque anni più di me! È alto un metro e novanta, magro, con i capelli castani molto corti, praticamente rasati e due occhi blu in cui la prima volta che l’ho visto sono letteralmente annegata! Forse anche perché ci siamo conosciuti in piscina! Che posso dire… lo sport a volte fa veramente bene! Ve lo consiglio!

- Eccoti!- esclama una voce che conosco fin troppo bene riportandomi con i piedi per terra.

- Eccomi!- ripeto quasi come fanno i bambini in chiesa alla prima confessione, o comunione… insomma a qualche rito…io non l’ho mai fatto, visto che è una moda di adesso…

Ci accomodiamo sugli alti sgabelli attorno al bancone, lui ordina un caffè espresso e poi mi chiede:- Tu cosa prendi? Il solito succo alla pesca c’è ancora fra il tuo menù o hai cambiato anche quello?-

- Niente succo, anzi, purtroppo niente di niente! Il prof. Picone mi ha vietato di mangiare e bere bevande colorate al di fuori dei pasti principali!-

- Che seccatura!- esclama roteando gli occhi nel suo sexy modo strano.

- Già! Tripla quando devi studiare per ore e hai bisogno di zuccheri per non crollare!- ribatto cercando di mantenere almeno quel briciolo di lucidità che lui è solito farmi perdere.

- Beh pensa al lato positivo: finalmente puoi mangiare tutto il resto senza che Massimo ti fulmini a distanza!-

Sorrido, mentre con un velo di nostalgia mi ritrovo a dire: -Già! Bei tempi quelli!-

- Come?- domanda distogliendo lo sguardo dalla tazza del caffè.

- No niente!- sorrido, come sempre, sorrido anche se sento una morsa che parte dallo stomaco e si irradia in tutto il corpo, sento le lacrime che stanno per uscire ma le ricaccio indietro e mantengo il mio finto sorriso. Perché finto poi? Io sono felice adesso…ne sono più che sicura! Questo è solo un momento di debolezza, uno dei tanti che di solito mi prendono alla sprovvista quando si tratta di lui.

- Allora…dimmi un po’…questo look da chi l’hai preso?- domanda mentre il suo sguardo penetrante mi scruta da cima a fondo.
Mi sforzo d’ignorare anche i brividi che ora sto sentendo e di rispondere con naturalezza: -Oh beh…il taglio di capelli me l’ha consigliato Vayda, la mia coinquilina…è molto simile al suo, il colore volevo farlo da sempre ma avevo paura che m’invecchiasse, e i vestiti…non lo so! Così! Voglia di cambiare!-

- Già! Lo vedo!- si limita a dire

- Perché? Sto male?- domando leggermente nervosa

- Al contrario! Stai benissimo!-

A queste parole non so perché mi sento più leggera, mi sento felice, sono contenta di piacergli, è come se nonostante mi fossi decisa a cambiare anche a causa sua, aspettassi comunque un suo cenno di approvazione. Inutile negarlo…il suo giudizio m’importava ancora.

- E tu? Cosa mi racconti di nuovo?- domando per togliermi di dosso questo insolito imbarazzo. Odio questo genere di conversazioni, quando non sai mai cosa dire e fai le solite domande idiote!

- Beh io non sono cambiato, lavoro, lavoro e ancora lavoro!-

- Bello! Divertente soprattutto!- noto con ironia

- Eh già! Il bisturi è praticamente mio marito! La sala operatoria è come casa mia! Inoltre…ho aperto anche uno studio privato, dove lavoro nel tardo pomeriggio, ma non ti dico dove si trova perché non voglio seccature!-

- Mh…quanto sei simpatico! Comunque tranquillo, ho ben altro da fare che passare il mio tempo ad ammuffire in luoghi sterilizzati che puzzano perennemente di disinfettante!-

- Immaginavo! Ma dimmi…come te la passi per il resto?- domanda mentre beve l’ultimo sorso dell’espresso.

- Molto bene direi… - e questa volta sono veramente sincera:- L'università va alla grande e mi sono fatta nuovi amici, con cui esco e mi diverto!-

- Si vede che sei contenta! E credimi…  io lo sono ancora di più!-

Con quelle parole e quello sguardo così sincero Dario riesce ad accedere ai miei pensieri più profondi… così mi ritrovo a confessare ciò che credevo non avrei mai detto: - Si beh… insomma, stare con dei miei coetanei, condividere gli stessi interessi…gli stessi pensieri…è bello! Mi mancava tutto questo! Soltanto ora che ce l’ho me ne rendo conto…-

- Già! Lo vedi? Lasciare il passato alle spalle era la scelta migliore…-

- Veramente quella l’hai fatta tu!- rispondo leggermente piccata

- Perché tu avresti scelto diversamente?- domanda in tono di sfida

- Non lo so! Forse! – rispondo senza nemmeno pensare a quello che sto dicendo, o meglio a quello che sto lasciandogli intendere.

- Tu non avevi idea di quello che ti stavi perdendo stando con me! Che faresti ora che hai conosciuto la vera vita da giovane studentessa? Torneresti forse indietro?- rincara nuovamente la sua dose.

Il suo sguardo è così profondo e deciso, mi sento come se fossi stata messa con le spalle al muro. Non ho mai pensato ad una cosa del genere, ho sempre ritenuto che ormai il passato era andato perso per sempre, ma ora…mi ritrovo a pensare…”e se non fosse così? Se potessi farlo tornare…lo farei?”

All’improvviso il mio cellulare che avevo appoggiato al bancone comincia a vibrare, e sul display appare il nome di Manuel, seguito da un cuoricino.

- Scusa, io….devo andare!- esclamo mentre prendo in mano il telefono sotto lo sguardo di Dario, che per un attimo mi sembra quasi diventato stranamente triste.

- E’ il tuo ragazzo?-

A questa domanda mi sento tremendamente a disagio, come se fossi la ragazza peggiore di questo mondo, e ritenendomi insensibile e superficiale cerco subito un modo per giustificarmi: - So che forse ti sembrerà un po’ presto, penserai che…-

- Non penso niente Anna! Anzi, mi sembra tutto perfetto!- risponde con un sorriso, che riconosco come uno dei più falsi che mi abbia mai fatto:- Non ti rubo altro tempo!- conclude alzandosi dallo sgabello dandomi una leggera pacca sulla spalla e voltandosi per raggiungere il suo reparto.

- Dario aspetta!- lo induco a voltarsi e poi aggiungo a bassa voce, temendo la sua risposta:- Chiamami qualche volta…-

- Perché mai dovrei farlo? Io sono il tuo passato…lui è il tuo futuro!- e così dicendo si volta e sparisce dalla mia vista, mentre le sue parole pronunciate con così tanta freddezza cominciano a vorticare nella mia mente.

Mi sento triste, ferita, ma per fortuna la vibrazione del cellulare mi riporta di nuovo al presente: schiaccio il “pulsante verde” e dico:- Ehi scusa, non potevo rispondere! Esco adesso dall’ospedale…tu dove sei?-

- Al parcheggio di fronte alla fermata del pullman…-

- Ok arrivo!- concludo affrettandomi a raggiungere la macchina del mio ragazzo, lasciandomi alle spalle quel triste edificio bianco e azzurro che mi ha fatto conoscere persone meravigliose, ma che ora deve rientrare a far parte del mio passato, assieme agli individui che oggi sono tornati a tormentare il mio fragile cuore.

- Ciao bella, allora come è andata la visita?- esordisce Manuel dandomi un bacio a fior di labbra non appena entro in macchina.

- Benissimo, è tutto a posto… devo tornare fra un anno per un controllo di routine!- rispondo cercando di mostrarmi felice. E in realtà un po’ lo sono davvero: in questo modo sono sicura di non doverli rincontrare tanto presto, sperando di diventare più forte nel frattempo.

- D’accordo! Allora possiamo tranquillamente andare a farci un giro no?-

Annuisco e sorrido nuovamente, prima di perdermi a guardare nello specchietto laterale, quell’edificio che si fa sempre più lontano, che trattiene i miei ricordi più intensi, la mia gioia, il mio pianto, e la mia disperazione. Ora che non lo vedo più, mi sento nuovamente libera di essere felice, libera di essere chi voglio senza dover rispondere alle aspettative di nessuno, ora sono solo me stessa….e questa è la mia nuova vita.


 
Ciaoo ragazze…quante sono arrivate fino in fondo?? Quante saranno così gentili da lasciare un commentino? Per le nuove lettrici…vi è abbastanza chiara la trama? Se avete qualche dubbio o qualche domanda sulla vecchia storia e non avete voglia di leggerla chiedete pure senza timore! E alle vecchie lettrici che ancora mi sopportano vorrei chiedere…cosa ne pensate di questa nuova anna? Promette bene o promette male? E’ troppo sconnessa dalla storia precedente? So che questo capitolo d’inizio non è un gran che… infatti ci ho messo un sacco a scriverlo proprio perché mi annoiavo io stessa…ma vedrò che posso fare…purtroppo siamo solo all’inizio…ci sono ancora tante cose che devono succedere e tante situazioni che devono evolvere! A presto! Ciaooo!
  
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