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Autore: Loveroflife    20/05/2013    1 recensioni
Lei, Marika, 19 anni appena compiuti, ammessa alla facoltà di medicina da poche settimane, ha un solo sogno: diventare medico pediatra, i bambini sono la sua passione.
Lui, Victor, 21 anni, studente di storia dell'arte, bocciato un po' di volte, è nella facoltà da un anno. Ha due scopi nella vita: diventare un pittore e un chitarrista famoso.
Cosa li unisce? Lei è la cugina del suo migliore amico. Cosa li ha divisi? L'indecisione.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quando la musica ti colpisce al cuore...'
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Era la mattina di Natale. Fuori c'era un sole fantastico, i genitori erano andati a messa e lei vegetava inerme, sul divano, guardando l'oroscopo in tv. Era veramente uno schifo di Natale. Non sapeva se era ancora fidanzata o meno, aveva solo litigato tremendamente con Victor e lui non si era nemmeno giustificato; in più lui sarebbe partito nel giro di 2 settimane, un anno lontano da lui, con la possibilità di vederlo in estate o a natale, se tutto fosse andato bene.
Ad un certo punto i suoi pensieri furono interrotti dal campanello che suonava senza sosta.
''Un momento! Non rompete i coglioni anche la mattina di Natale, coglioni!'' Magari si sarebbe trovata davanti il prete che faceva la benedizione alle case. Le mancò un battito quando dietro la sua porta trovo Victor.
''Ciao.''
''Che vuoi?''
''Posso entrare? Voglio farti gli auguri.'' Sorriso smagliante, Marika stava quasi per svenire.
''Devo proprio? Non puoi farmeli sulla porta?'' Victor la guardò talmente accigliato che si scostò e lo fece entrare.
''I tuoi dove sono?''
''A messa. Cosa ti serve?''
''Fare gli auguri alla mia fidanzata.''
''Ah sono la tua fidanzata adesso? Peccato, non lo sapevo. Anzi, non lo sapeva quasi nessuno.'' Il sarcasmo era l'arma migliore, da sempre.
''E sono qui anche per invitarti stasera a casa mia. Mamma vuole conoscerti. Anzi, vuole conoscerti tutta la famiglia.''
A quelle parole Marika sbiancò.
''Come prego?''
''Hai capito benissimo. Ho detto alla mia famiglia che mi sono fidanzato e tutti sono impazziti, vogliono conoscerti assolutamente. Scusa anche se non l'ho detto prima, sono un coglione.''
''L'ho notato.'' Però sorrideva. Lei sorrideva. Era ancora arrabbiata con lui ma era felice dell'invito, del fatto che la famiglia volesse conoscerla, del fatto che lui l'avesse finalmente detto.
''Allora, ci sarai?''
''Va bene.'' Le si avvicinò per baciarla ma lei gli mise una mano sul petto, allontanandolo.
''Ehy, non correre, non ti ho ancora perdonato.''
''Oh, vorrà dire che troverò il mezzo per farmi perdonare. Adesso vado, ti passo a prendere alle 7.'' Le lasciò una lieve carezza. Avrebbe trovato il modo per farsi perdonare, ne era certo.

 

 

''Che cavolo mi metto, aiutatemi!'' Le sue amiche non la stavano praticamente ascoltando, Sara messaggiava, Erika metteva lo smalto e Veronica era fra le nuvole, come sempre.
''Oh, mi ascoltate?''
''Non devi mica incontrare il Papa, santo cielo!''
''Grazie Sara, sei proprio d'aiuto.''
''Tanto te lo sei già scopato, anche se non piaci alla famiglia poco importa.'' Le perle di saggezza di Erika erano un toccasana.
''Vero, secondo te?'' Veronica sembrava in catalessi. Non muoveva un solo muscolo e aveva un sorriso stampato sulla faccia da giorni.
''Terra chiama Veronica, terra chiama Veronica.'' Erika imitò i versi degli astronauti, facendo ridere a crepapelle Sara e Marika.
''Oh ma che volete?'' Ecco, si era svegliata.
''Bonjour tresòr! Marika voleva un tuo consiglio per non sembrare una disperata dai parenti di Vic.''

Veronica osservò attentamente l'armadio, indicando un vestito.
''Provati quello, con i tacchi neri nuovi. E' pur sempre Natale, non puoi andar in giro come una barbona.''
Effettivamente stava benissimo. Un semplice tubino nero, lungo fino alle ginocchia con una fascia rossa sotto al seno, giusto perchè è Natale.
''Come sto?'' Sara annuiva, Veronica sorrideva apertamente ed Erika se ne uscì con una delle sue.
''Se fossi Victor ti scoperei nel bagno della nonna.'' Ecco, appunto.

Era avvolta nel cappotto, si gelava. Victor arrivò appena lei aprì la porta di casa. Vide le gambe scoperte ma non disse nulla.
''Buonasera signorina!'' Le aveva addirittura aperto la porta della macchina.
''Ciao!''
''Pronta per conoscere la famiglia Santini al completo?''
''Certo!''
''Attenzione, devo avvertirti, non sono tutti fighi come me.''
''Muoviti, prima che scendo e me ne ritorno a casa.''
''Me lo dai un bacio?''
''No, muoviti che fa freddo.''

Arrivati davanti casa Santini, sembrava di essere in centro. Sui 4 balconi erano attaccate luci e lampadine in segno di festa, Marika adorava tutte quelle luci. Victor la prese per mano e la guidò dentro la sua casa, dove già si sentivano le voci dei cugini e degli zii.
''Salve famiglia!'' Stessa reazione della famiglia di Marika. Tutti incantati a fissarla.
Si avvicinò un bellissimo ragazzo, identico a Victor, sembrava il gemello.
''Piacere, sono Davide, il cugino del disperato che ti sei presa.'' Uno strano baciamano, con Victor che lo fissava.
''Ehm, piacere mio. Auguri a tutti, comunque.''
Si avvicinò ad un certo punto una signora bassina, con i capelli ricci e bianchi e un sorriso mozzafiato.
''Io sono la nonna, tu sei Marika vero? Victor mi ha parlato tanto di te, un po' di tempo fa.'' Non fece in tempo a rispondere che fu sballottata da un parente all'altro fino a ritrovarsi seduta a capotavola. Sembrava di essere a casa sua, anche se mancava il nonno. Victor le aveva detto che era andato via due anni fa e che da quel momento la famiglia non era stata più la stessa. Un velo di lacrime bagnò gli occhi di Marika, quelle storie la commuovevano sempre.
''Che fai, piangi?'' Le chiese una bambinetta sui 4 anni, capelli riccissimi e neri.
''No tesoro, ho un bruciore agli occhi, ora passa.'' La bambina le sorrise, senza i dentini, e a Marika venne spontaneo un sorriso.
''Lei e Daniela, il mio amore.'' Victor le si avvicinò piano, appoggiandole le mani sulle spalle.
''Devo andare un secondo in bagno, dov'è?''
''Seconda porta a sinistra, Victor screanzato, accompagnala tu.''
''Certo nonna.''
Camminavano stretti per tutto il lungo corridoio, fino a quando Marika trovò davanti a se una foto gigantesca, in cui c'erano la nonna di Victor ed un signore sulla cinquantina, capelli ricci e bianchi, occhi verdi ed un sorriso stupendo.
''E' mio nonno.'' Sembrò quasi leggerle nel pensiero.
''Ah. Come si chiamava?''
''Vittorio. Come me.''
''Ma tu ti chiami Victor!'' Che risposta ovvia.
''Mio padre ha scelto la variante straniera, ma io in realtà mi chiamo come lui. Vittorio Santini.''
''Tuo nonno era identico a te.''
''Me lo dicono tutti, ne sono molto orgoglioso. Nonno era davvero speciale, gli saresti piaciuta moltissimo.''
''A proposito, come mai parlavi di me anni fa?''
''Ehm, non mi ricordo.'' Fece il vago, ma Marika con ci cascò.
''Dai dimmelo.''
''Avevo detto a mio nonno che c'era una ragazza che mi piaceva. Lui era in fin di vita e mi spinse a provarci. Due giorni dopo ti ho chiesto di uscire e mi hai rifiutato. Una settimana dopo è morto nonno.''
''Oh Dio...Tuo nonno ti ha spinto a tentare con me?''
''Certo, gli raccontai ogni cosa che sapevo con te, le tue aspirazioni, la tua allegria, e lui mi disse semplicemente ''sposatela''. Ovviamente ero troppo giovane e tu non mi pensavi minimamente. Ecco perchè dopo due anni c'ho riprovato. Nonno ci ha visto lungo.''
''Ci ha visto lungo in cosa?''
''Nel fatto che io debba sposarti prima o poi.' La attirò a sé e finalmente potè baciarla, senza storie da parte di lei.

 

La cena proseguì tranquilla, con tanto di caffè e partite a tombola.
In un momento di solitudine sul divano, la sorella di Victor le si avvicinò piano.
''Ci tieni davvero a mio fratello?''
''Ehm, certo, altrimenti non sarei qui..'' La bambina aveva uno sguardo cattivo, Marika stava sudando freddo.
''Benissimo, anche perchè sei l'unica delle sue ex che mi è simpatica, vedi di non deluderlo. Sono cintura nera di karate.'' Marika sbiancò, per poi ritrovarsi il sorriso di Roberta davanti e le sue braccia attorno al collo.
''Roby, smettila di importunarla, altrimenti fugge via e mi lascia..''
''Non potrei mai farlo..'' Un bacio lento e dolce segui queste parole, lasciando la sorellina arrossire davanti a loro e fuggire via per lasciarli soli.
''Ho da farti il mio regalo di Natale..'' Detto fatto Victor usci una scatolina e gliela diede.
''Non è un anello, te lo dico subito..''
''Cos'è?'' Tutta la famiglia li osservava da lontano, curiosi.
''Apri..''
Le mani tremavano, sentiva il cuore in gola e il respiro venir meno.
Un bracciale, in argento, con incisa una scritta. ''La distanza non ci allontanerà, Vic e Mari.''
''Ti piace? L'ho visto in gioielleria e l'ho fatto incidere per noi..'' Non ebbe il tempo di finire la frase che Marika gli si avventò addosso, baciandolo e abbracciandolo.
''Promettimi che non mi dimenticherai.''
''Te lo prometto. Torno presto.''

Passarono velocemente quei giorni, Marika si trovò tremendamente bene, Victor non le faceva mancare niente, erano felici insieme, ridevano, giocavano, si amavano.
Ma, tutte le cose belle finiscono cosi anche il loro idillio arrivò al capolinea, seppur momentaneo.
Quella domenica pomeriggio era più fredda del solito, Victor aveva preparato tutte le valigie ed era arrivato all'aereoporto in orario, con la famiglia e Marika al seguito.
''Devo andare a fare il check-in, ho l'imbarco tra mezz'ora.'' Riuscì a dirle, dopo aver salutato la famiglia.
''Si capisco... Mi raccomando, studia e divertiti. Non con troppo ragazze eh.''
''E tu non dare retta a coglioni che cercano di ripararti il computer.''
''Promesso. Adesso vai, o farai tardi... Ci vediamo tra un anno, intesi?''
''Sei sicura di volermi aspettare?''
''Certo, ti aspetto qui.''
''Sappi che ti amo.'' E l'abbracciò, dolcemente.
''Ti amo anche io Vic. Vai, stanno per chiudere il check-in.''
''Ciao piccola, a presto.''
E cosi Marika lo vide allontanarsi, con la chitarra sulle spalle, e due valigie in mano. Prima di chiudersi nel gate d'imbarco, si girò un attimo e le lascio un ultimo sorriso. Con la speranza di poterlo rivedere dopo un anno. Le lacrime le uscivano a fiumi, non aveva mai piano cosi tanto. Si era affezionata cosi all'improvviso e adesso la vita la stava allontanando da lui. Però la ruota sarebbe girata presto. Forse.



Salve! Scusate il ritardo ma non riuscivo a trovare l'ispirazione per le ultime frasi. Questa è la fine della storia, ci sarà un ultimo capitolo(tra pochissimi giorni) in cui faremo un salto nel tempo di circa 10 anni e probabilmente ci sarà un seguito, non vi prometto niente :) Per ora spero che la storia vi sia piaciuta, credo di si dato che ha raggiunto le 2000 visite( grazie di tutto, davvero), grazie a tutti per le recensioni, per aver messo la mia storia nei preferiti o nelle seguite. Non sono una scrittrice abile, non ho un lessico ampio e forbito ma ho una fantasia che mi permette di viaggiare e di creare. Era anche la mia prima storia, ovviamente non sarà venuta un granchè ma spero di avervi coinvolto quel tanto che basta per spingervi a continuare a seguirmi. Per ora il mio è un arrivederci, almeno con Marika e Victor, anche se saranno presenti Michele e Veronica. Un bacione e alla prossima.
M.

  
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