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Autore: Fanelia    21/05/2013    2 recensioni
Questa storia parte dalla fine del manga/anime che dir si voglia e sviluppa una what if, anche su alcune informazioni lette in rete sul Final Story. E' una what if in cui uno dei protagonisti soffre di amnesia a causa di un incidente e solo grazie al ritorno nella sua vita del suo grande amore, ricomincerà a riappropriarsi di frammenti del proprio passato.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VII
 
Sorprendimi!
-colonna sonora vivo sospesa di nathalie

 
“Ho comunque sempre scelto te. Ti ho scelto anche con la distanza di mezzo, con la paura di non vederti.
Ho sempre scelto te perché nessuno è in grado di essere al tuo livello. Ho sempre scelto te perché il tuo sorriso non riesco a trovarlo sul volto di nessun altro.”
***
 
“Auguri Candice!” si disse una volta sveglia.
“E’ già il giorno del mio 23esimo compleanno, o dovrei considerarla è la mattina del mio primo compleanno visto che non ricordo niente del passato?”si chiese la ragazza scrutando attentamente la propria immagine riflessa nell’enorme specchio.
“Non mi sembro invecchiata, il mio viso è sempre uguale”aggiunse giocando con uno dei suoi riccioli ribelli.
Quella mattina ci sarebbero stati fiori e regali ad attenderla; non avevano organizzato una festa ma sicuramente Albert l’avrebbe portata in qualche bel ristorante, nonostante a lei non andasse di festeggiare visto che non aveva niente per cui essere felice: si vestì, indossò il suo migliore sorriso e
 raggiunse la sala da pranzo.
“Buongiorno! Come ci si sente con un anno di più?” si rivolse a lei una raggiante Annie; da quando Archie l’aveva chiesta in moglie la ragazza sembrava più tranquilla e pareva avere acquisito maggiore consapevolezza di sé.
“A dire il vero non è che mi senta diversa, anzi!”
“Ci sono molti fiori per te! Ma è evidente che questi sono da parte mia, perché sono i più belli!” disse Archie avvicinandosi con dei bellissimi fiori colorati e profumati, aveva accuratamente evitato le rose per non correre il rischio di riportarle alla memoria Anthony e la sua morte, proprio in quel giorno che avrebbe dovuto essere di festa.
“Auguri cugina!” disse scoccandole un sonoro bacio sulla guancia.
“Grazie cugino!”
“Mi spiace, ma per il regalo dovrai aspettare questa sera!” aggiunse facendole l’occhiolino.
A Candy non interessavano particolarmente i regali, si era svegliata con un solo pensiero che stava cercando di accantonare, eppure quando Annie le aveva mostrato i diversi mazzi di fiori che erano arrivati, ne aveva cercato uno in particolare senza trovarlo ed era rimasta delusa.
Dovette ammettere che non c’era nessuna ragione alcuna per cui lui dovesse conoscere la sua data di nascita ma, nondimeno, ci restò male.
Trovò dei fiori che provenivano da Patrick.
Patrick … le mancava il suo amico; da quando un paio di settimane prima lei aveva rifiutato il suo corteggiamento sembrava sparito nel nulla, forse fagocitato dal suo lavoro, o forse no.
Lei aveva deciso di rispettare quel silenzio che era inevitabilmente calato fra di loro e per tale motivo si sorprese alquanto di trovare quelle belle camelie.
Avrebbe voluto chiamarlo e ringraziarlo ma forse non era ancora il momento; gli avrebbe scritto un bigliettino e se lui avesse voluto, sarebbe stato lui a riprendere i contatti: lei non voleva dargli adito di  poter pensare che avesse cambiato idea.
“Io vado a fare un giro a cavallo!”disse Candice che voleva rimanere da sola, stava cercando semplicemente qualcosa da fare per riempire quella giornata.
Albert era via per lavoro e le aveva lasciato un bigliettino:
“Cara Candice
Tantissimi Auguri di Buon compleanno!
Per festeggiare questa sera porterò te, Annie ed Archie al Sunrise.
Per quanto riguarda il regalo e i fiori mi spiace ma dovrai attendere fino a questa sera, il Principe della Collina sarà felice di consegnarteli di persona.
A dopo,
Albert.”
 
“A dopo allora! Ti aspetto per la lezione giornaliera di pianoforte! Eh già nemmeno oggi ti risparmierò mia cara!” le disse Annie ridendo ed osservandola mentre si apprestava ad uscire.
“Lezioni di piano? A Candy?!” Archie rise di cuore, effettivamente tutti sapevano che non era propriamente il suo forte.
“Cugino cosa stai insinuando? Vedrai come sto diventando brava e ti dovrai rimangiare quanto detto!Comunque fatemi andare, ci vediamo fra un po’!”disse avviandosi verso la porta.
Si fece sellare il cavallo e fece una lunga passeggiata, il vento le faceva ondeggiare i riccioli ribelli e si sentiva libera e leggera.
Fermò il cavallo, scese e fece due passi facendo si che il cavallo le  passeggiasse accanto, poi lo legò al tronco di un albero e si sdraiò sull’erba.
“Che bel sole … gli alberi cominciano a fiorire, gli uccellini cinguettano … dovrei essere felice e invece mi sento triste e vuota, perché devo sentirmi così?” disse ad alta voce: forse sperava che il vento, gli alberi, o la natura circostante le dessero una risposta.
Rimase lì per un po’, il sole le scaldava le guance e ciò avrebbe messo in risalto la sua miriade di  lentiggini.
All’improvviso ripensò a Terence e a quando le aveva baciato la guancia, quella vicinanza così ravvicinata l’aveva fatta rabbrividire; si conoscevano da poco e. anche se avevano trascorso insieme due giornate intense, non riusciva a spiegarsi come potesse sentirsi così malinconica a causa della sua partenza.
Lui le aveva lasciato la sciarpa, le aveva regalato lo spartito: possibile che i sentimenti per la sua compagna fossero già nel dimenticatoio? Possibile che Annie avesse ragione e che Terence fosse interessato a lei? Ma perché mai uno come lui doveva essere interessato ad una comunissima ragazza come lei?
“Candy sei una sciocca, smettila di pensare queste cose!” si sgridò.
Continuava a rimuginarci sopra, non poteva spiegarsi come mai lei si sentisse così e più cercava una spiegazione e più finiva con l’arrovellarsi inutilmente.
“Ok alziamoci e godiamoci questo compleanno!” si disse mentre si rimetteva in piedi.
Slegò il cavallo, vi montò e a tornò alla villa.
“Ben tornata!” disse Annie una volta che Candy entrò nel salone.
“ E’ una bellissima giornata di sole! Credo di essermi lievemente abbronzata!” disse guardando la propria immagine riflessa nell’enorme specchio situato in quella stanza, notò come l’immagine che lo specchio le restituiva era ormai quella di un corpo di giovane donna.
“Candy fossi in te andrei a controllare i fiori, ce ne sono di appena arrivati!” disse Annie incuriosendola, sapeva che Candy li stava aspettando, se ne era accorta dallo sguardo deluso di quella stessa mattina.
“Ah davvero? E quale altro parente alla lontana si sarà ricordato del mio compleanno?” le rispose guardando fra i fiori. Quando riconobbe un mazzo di narcisi, il suo cuore si fermò per un istante.
Potevano essere i suoi? Chi altri però avrebbe potuto inviarle proprio dei narcisi?
“Su dai guarda il bigliettino!” la esortò Annie curiosa.
Candy obbedì e l’aprì ma rimase delusa da ciò che vi trovò scritto.
“ – 16 ”
Quindi non erano per il suo compleanno? Per un istante si era illusa che lui si fosse interessato a lei e le avesse mandato i fiori per quella ricorrenza; era talmente concentrata sul proprio compleanno che non aveva nemmeno considerato il significato di quel “ – 16 ”
“Candy allora?”
“Un mazzo di narcisi con uno strano bigliettino con un – 16” disse lei, la delusione traspariva dal tono della sua voce.
Annie dovette trattenersi dal ridere: possibile che fosse così intenta a pensare al suo compleanno che non avesse capito cosa volesse dire quel -16?
“Candy,  hai capito a cosa si riferisce?”
“Ma se non sappiamo nemmeno chi li ha mandati!”
“Ok Candice, amica mia, sai essere veramente sciocca quando vuoi … prova a fare due conti, quanti giorni mancano all’ultima rappresentazione di “Sogno di una notte di mezza estate” a New York?”
“Allora, oggi è il 7 maggio …. Mmm … sedici direi!”
“Ecco sciocchina, ti sei risposta da sola, a me sembra un conto alla rovescia!”
Un conto alla rovescia?!?! Lei non ci aveva assolutamente pensato.
Possibile che Terence stesse contando i giorni? Non le aveva mai scritto, non l’aveva mai chiamata.
“Vado in camera.” disse cercando di nascondere il sorriso che le era nato sulle labbra … era ancora incredula ma forse Annie aveva ragione e quello era davvero un conto alla rovescia.
“A dopo allora, ti aspetto per la lezione di piano! E ricordati che Archie ci porta a pranzo fuori.”
“Ok … ora però vado a mettere i narcisi in un vaso!”
 
Purtroppo la fortuna non era dalla parte di Candy quel 7 maggio, non appena era uscita, il telefono aveva cominciato a squillare ed Archie aveva risposto prontamente.
“Casa Andrew” la voce del giovane Cornwell fece fare un tuffo nel passato a Terence.
“Cornwell, sei proprio tu?”
“Granchester! Che vuoi?” aveva risposto Archie poco cortesemente.
“Credo tu possa immaginare il motivo della mia telefonata”
“Mi spiace ma Candy è uscita a fare una passeggiata a cavallo e non so dirti quando tornerà”
“Vorrà dire che proverò più tardi!”
“Vuoi che le dica che hai chiamato?”
“No, per favore, vorrei riprovare più tardi!”
“Come credi … ah prima di terminare questa conversazione, ti piacerebbe sapere se verremo a New York? Sai Albert ci ha comunicato la sua decisione … ma no, forse è meglio che ve ne parli lui, immagino che vorrà spiegare a Karen le sue motivazioni” disse Archie nel tentativo di far credere al giovane attore che le proprie aspettative sarebbero state disattese.
“Beh, attenderò che sia Albert a dirmelo, non ti preoccupare.” rispose Terence alquanto irritato, era un attore di un certo peso e non gli riuscì affatti riuscì quindi a tenere sottocontrollo la propria voce , nonostante avrebbe felicemente sferrato un pugno su quella faccia da damerino impettito del giovane Cornwell.
“Chi era?” gli chiese Annie notando l’espressione soddisfatta del suo fidanzato.
“Oh Granchester… Graham … insomma Terence!”
“Oh no, che sfortuna!”
“Beh, ha detto che richiamerà!”
“Ma noi siamo fuori sia a pranzo che a cena, l’hai scordato?”
“Non ci avevo pensato … beh poco male …”
“Come poco male? Archibald Cornwell! L’hai fatto a posta?”
“Annie Brighton finiscila di delirare! Non ci ho pensato. Lui mi ha chiesto di non dirle niente perché avrebbe richiamato e a me non è venuto in mente che saremmo usciti!”
“Perdonami Archie, lo so che non faresti un tale torto a Candy, è solo che non credo tu abbia notato come cercava fra i fiori alla ricerca di un mazzo inviato da Terence …”
“Tesoro, mi fai così stupido e poco sensibile? Conosco bene mia cugina e me ne sono accorto eccome!”
“Appunto, proprio per questo speriamo che riescano a parlarsi!”
Archie aveva omesso appositamente di raccontare ad Annie che si era divertito a stuzzicare Terence lasciandogli intuire che non sarebbero andati a New York.
 
Uscirono per pranzo e Annie si chiese se fosse il caso di tacerle la telefonata, forse Terence avrebbe chiamato nuovamente nel pomeriggio. Sfortunatamente il signor Miles la informò che il signor Graham aveva chiamato, chiedendo semplicemente di informarne la signorina Brighton; un’altra occasione persa per parlarsi.
 
“Oggi non è decisamente giornata!” si disse Terence dopo aver riagganciato.
Non solo Candy non era in casa ma chi gli aveva risposto al telefono? Cornwell.
Quel piccolo bastardo si era divertito a tenerlo sulle spine per la questione di New York e nonostante Terence avesse finto una certa nonchalance, in realtà era rimasto alquanto scosso, Archie era riuscito ad innervosirlo e a fargli sorgere il dubbio che non avrebbe rivisto Candy così presto come sperava.
 
“E’ possibile che proprio oggi dobbiamo avere tutti questi impegni?” sbottò con Karen.
“Terence non ti ho mai visto così nervoso!”
“Sì lo so, hai ragione ma oggi è il compleanno di Candice; ho provato a chiamare svariate volte senza trovarla e sinceramente fra le interviste e le prove pomeridiane non so quanti altri tentativi potrò fare, ci tengo a farle gli auguri di persona, come ben puoi immaginare … e poi …”
“E poi?”
“Beh suo cugino, Archibald, mi ha lasciato intuire che non accetteranno il tuo invito. So bene che lui farebbe di tutto pur di darmi ai nervi, però Albert non ti ha ancora risposto e quindi …”
“Terence non essere sciocco! Albert sta facendo di tutto per spostare i suoi impegni, sono certa che verranno!”
“Spero che tu abbia ragione!”
“Sicuramente ho ragione. E ora torna in te, non voglio certo avere un Lisandro mediocre al mio fianco stasera!” gli aveva infine intimato lei per cercare di stimolarlo a reagire e aveva decisamente ottenuto il suo scopo; Terence teneva alla sua parte e alla recitazione in maniera maniacale e non avrebbe lasciato che quello sciocco di Cornwell, con le sue illazioni, intaccasse il suo rendimento.
Trascorse la giornata fra le noiose interviste e i giornalisti: sorrise, rispose cortesemente, ma si chiese diverse volte se non fossero stufi di riproporre le solite domande,  più gli chiedevano della sua vita privata e più lui si chiudeva a riccio evitando di rispondere e lasciando cadere la conversazione su di un altro argomento.
Quel giorno poi, non aveva assolutamente voglia di dare retta ai soliti 4 farneticanti ricercatori di verità sulla sua vita, voleva solo liberarsi e provare  a chiamarla nuovamente, voleva sentire la sua voce.
Provò a chiamare nuovamente durante la pausa per il pranzo ma gli rispose il maggiordomo.
I giovani Annie, Candice e Archie erano usciti a pranzo, così non gli fu dato nemmeno di scoprire se lei avesse o meno ricevuto i suoi narcisi.
Faticò a mangiare, era nervoso e irritato a causa della sfortuna che lo stava perseguitando ma decise che quella partita l’avrebbe vinta lui a costo di provare fino a mezzanotte inoltrata.
Una volta liberatosi dalle prove pomeridiane provò nuovamente.
 “Ma il destino ce l’ha con me?”pensò sbattendo con forza la cornetta sul ricevitore dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto.
Avrebbe preso volentieri a pugni la porta ma non poteva rischiare di farsi male.
“Andrei volentieri a fare una corsa per allentare il nervosismo … e non posso …. “ considerò che a come potesse essere frustrante essere famoso.
Non mancava molto allo spettacolo, quindi si chiuse in camerino, accese il grammofono e si lasciò trasportare dalla musica.
Quando lo chiamarono per il trucco si sentiva decisamente meglio, anche se il pensiero di non essere riuscito a parlarle occupava ancora la sua mente.
Una volta truccato, vestito, e bevuto il suo tè, provò nuovamente a chiamare.
Sfortuna volle che fossero già usciti per cena, il che fece ribollire il sangue nelle vene del giovane attore.
“E’ un complotto questo? Tanto non mi arrenderò!” disse rivolgendosi alla sfortuna.
Mancava decisamente poco all’inizio della rappresentazione, ormai avrebbe potuto provare nuovamente solo una volta terminato lo spettacolo.
“Buon compleanno amore mio, spero che ti stiano viziando e trattando come una principessa!” disse ad alta voce, prima di concentrarsi e di immergersi nei pensieri e nelle sensazioni di Lisandro.
Quando bussarono alla sua porta, per avvisarlo che era quasi il suo turno di entrare in scena, fu Lisando e non Terence ad uscire dal camerino: era pronto per quella nuova sfida.
 
 
Annie ed Archie avevano insistito per portare Candy a fare shopping prima della cena di quella sera. Archie aveva messo al corrente Annie della decisione di Albert in merito al loro viaggio a New York e la ragazza aveva deciso che doveva assolutamente regalare un nuovo vestito all’amica per l’occasione.
Candy non era certo una patita di moda ed Annie voleva che avesse un vestito per la festa che avrebbe sicuramente lasciato a bocca aperta il bell’attore.
“Ben arrivati!” disse loro Albert accogliendoli al tavolo che aveva riservato presso il Sunrise*.
“Ciao Albert! Grazie per l’invito, questo ristorante è fra i miei preferiti!” disse Candy entusiasta e felice di rivederlo; nonostante non ricordasse nulla del rapporto speciale che li aveva sempre legati, sapeva in fondo al cuore di volergli bene, era una delle poche certezze nel marasma dei propri sentimenti.
“L’ho scelto per questo mia bella principessa! Auguri di buon compleanno!” disse poi avvicinandosi per baciarla sulla guancia.
“Grazie mille!”
“E visto che ci siamo che ne dici di aprire il tuo regalo?” disse Albert porgendole una busta, la scritta Tiffany in bella vista.
“Ma Albert, non dovevi! Addirittura Tiffany! Insomma,  mi vizi sempre!”
“Beh, sei la mia bambina!” rispose lui e tutti e quattro risero della sua espressione.
Nel frattempo Candy aveva aperto il pacchetto e aveva trovato uno stupendo bracciale d’oro bianco e brillanti.
“Albert è magnifico, grazie!” disse poi abbracciandolo e baciandolo sulla guancia.
“Allora apri anche il nostro?!” disse Archie porgendole il regalo scelto da lui ed Annie.
“Ma mi avete già regalato il vestito, non dovevate! Sai Albert che tuo nipote e la futura consorte hanno deciso che nel mio guardaroba non c’ è  un vestito adeguato per chissà quale festa mondana …” disse Candy mentre spacchettava il loro regalo.
Si sorprese di trovare uno stupendo paio di orecchini che si sposavano perfettamente con i suoi occhi verdi.
Albert non le diede nemmeno il tempo di ringraziarli “Candy volevo farti una sorpresa e credo che il vestito che ti hanno regalato Annie ed Archie possa tornarti utile. So che ci tieni ad andare a New York e quale giorno migliore di oggi per confermarti che andremo? Ti chiedo solo un po’ di discrezione perché non l’ho ancora detto a Karen, anche se conto di farlo domani!”
“Ah che bella notizia!” disse lei cercando di controllare quell’onda inarrestabile di felicità che le aveva inondato il cuore.
“ Ragazzi grazie mille per gli orecchini, saranno perfetti per la festa di chiusura della stagione teatrale!” aggiunse poi ringraziando il cugino ed Annie e cercando di suonare il più naturale possibile.
 Per tutta la cena non fece altro che pensare a quel “-16” adesso acquistava senso anche per lei e avrebbe cominciato anche lei il conto alla rovescia.
Non vedeva l’ora di andare a New York; quella città l’affascinava e lei non ricordava di esservisi mai recata ed inoltre era felice di avere la chance di rivedere nuovamente quello stupendo spettacolo che era “Sogno di una notte di mezza estate” ed era felice di poter rivedere il ragazzo dei ricordi! Avrebbe suonato con lui e quel suo gesto lo avrebbe ringraziato per il suo premuroso regalo e per averle restituito quei frammenti di ricordi di cui aveva fatto tesoro in quei giorni e ai quali si era appigliata nei momenti di sconforto.
Quando rincasarono era quasi mezzanotte; salutò i suoi amici e si ritirò nella sua stanza, era stata una giornata lunga e ricca di sorprese, l’unica cosa di cui si era dispiaciuta era di non avere ricevuto i suoi auguri.
Si struccò, si svestì e si mise a letto.
“Domani è un altro giorno, ora dormi Candice!” si disse.
 
Era passato circa un quarto d’ora da quando si era messa a letto, quando sentì bussare alla sua porta.
“Candy sei sveglia? Candice per favore apri” la voce proveniva forte e chiara di Albert proveniva dall’altro lato della porta.
 
 
Finalmente lo spettacolo era finito, il tempo di struccarsi e cambiarsi e Terence corse in hotel.
Voleva arrivare il più in fretta possibile e riprovare a telefonarle.
Si districò fra le fans, i giornalisti ed i fotografi e si precipitò in albergo.
Ordinò velocemente la cena in camera e poi si accomodò sul letto.
Contò fino a dieci prima di ricomporre il numero di casa Andrew e pregò Dio che fosse la volta buona; ormai era quasi mezzanotte ed il 7 maggio volgeva al termine.
“Albert finalmente!”
“Terence ma è quasi mezzanotte!”
“Si lo so, ti chiedo perdono, è tutto il giorno che provo a chiamare ma non ho avuto molta fortuna, dimmi che Candy non sta già dormendo?!” disse con voce quasi supplichevole.
“Vado a chiamartela!” rispose Albert, dissipando i dubbi del suo giovane amico.
Passò qualche minuto prima che una voce femminile provenisse dall’altro capo della cornetta.
“Pronto!”
“Candice! Tanti auguri di buon compleanno, perdonami l’orario!” il suono della voce di lei lo fece trasalire, erano giorni che sognava di risentirla.
“Terence?!” chiese lei attonita: era proprio lui, aveva chiamato per parlare con lei! Si era spaventata, aveva creduto che potesse essere successo qualcosa a Miss Pony o Suor Maria e fu felice di constatare che si era sbagliata e di molto.
“Sì, sono io. Sai, pensavo proprio di non riuscire a chiamarti prima della mezzanotte e prima che il giorno del tuo compleanno fosse finito. Stamattina ho parlato con Archie ma tu eri uscita per una passeggiata a cavallo!” disse lui cercando di nascondere l’emozione.
“Non lo sapevo” rispose lei, Archie non le aveva detto nulla, gliel’avrebbe pagata e cara!
“Gli ho chiesto io di non dirti nulla, volevo che fosse una sorpresa, spero gradita!”
“Grazie mille, non me lo aspettavo!” ammise lei incredula, si era ricordato eccome del suo compleanno mentre lei  aveva passato tutta la giornata a dubitarne, come una sciocca.
 “Spero che tu abbia ricevuto i miei fiori!”
“Sì, grazie sono bellissimi, li ho riposti in un vaso nella mia stanza!”
“Come vanno le lezioni di pianoforte?”
“Terence … ops, scusami, non ho avuto modo di ringraziarti per lo spartito e la melodia! Sto studiando, strimpello un po’ meglio adesso” disse ridendo di sé stessa poichè si sentiva come una bambina davanti ad una giostra, eccitata e felice.
 Lui riportò alla memoria il giorno in cui le aveva fatto recapitare lo spartito, e il momento in cui lo aveva ricevuto e lo aveva stretto a sé, e fu sorpreso da un’emozione indescrivibile.
“Candice perdonami per non averti scritto un biglietto di auguri ma ci tenevo a farteli a voce, non potendo farteli di persona!”
Ora capiva il perché di quel criptico messaggio al posto di un semplice messaggio di auguri.
“Ma no figurati, anzi ti ringrazio molto per avermi chiamata, davvero!”
“E’ un piacere. Ah, prima che mi dimentichi, ti saluta Karen e ti manda i suoi migliori auguri.”
“Per favore ringraziala e dille che ricambio!”
“Sarà fatto. Ora però e meglio che ti lasci riposare!” disse Terence, anche se non voleva assolutamente interrompere quella conversazione, era così bello poterle parlare e non avrebbe avuto un altro pretesto per richiamarla, per cui cercò di approfittare di quel momento.
“Terence, forse non dovrei dirtelo, oggi Albert ci informati che verremo a New York; ti prego però di non dirlo a Karen, ci penserà lui domani!”
La voce di Candy e le sue parole furono come musica per le sue orecchie; il cuore gli cominciò a battere all’impazzata e ci impiegò qualche istante prima di risponderle: la felicità di quella notizia stava avendo il sopravvento sul suo autocontrollo.
“E’ una splendida notizia! Sono davvero felice. E per quanto riguarda Karen, non ti preoccupare, non le dirò nulla. Sarà felicissima di saperlo.”
“Eh già!”
“Candice allora buona notte, e … meno sedici “ disse Terence ricordandole il conto alla rovescia.
“-15 Terence! Ormai è l’otto maggio, è passata la mezzanotte da un paio di minuti! A presto.”lo salutò lei e così dicendo riagganciò il ricevitore.
Ebbene Annie aveva ragione, quel -16 scritto sul bigliettino era un conto alla rovescia. Possibile che Terence ci tenesse così tanto a rivederla?
 
Gli aveva appena risposto” -15 Terence” confermandogli che anche lei avrebbe contato i giorni che li separavano. Che fremesse anche lei per rivederlo? Si gettò sul letto e si lasciò cullare dalla dolce immagine di lei, dal suo sorriso e i suoi bellissimi smeraldi. Lentamente la stanchezza e lo stress accumulati durante quella lunga giornata ebbero la meglio e si addormentò vestito.
 
Lei camminò fino alla sua stanza senza riuscire a nascondere quel sorriso che le si era stampato sulle labbra; fu grata di non aver incontrato nessuno nel tragitto che separava lo studio di Albert, dove aveva risposto alla telefonata, dalla sua camera da letto, nella quale si ritirò felice come non mai.
Si gettò sul letto, si lasciò cullare dal ricordo del suo bel viso, del suo sorriso e del bellissimo blu del mare in tempesta che agitava gli occhi di lui e, fra i dolci ricordi e la speranza che anche lui la stesse aspettando, si addormentò, un sorriso ad inarcarle le labbra.
Era stata una lunga giornata per Candy ma il regalo tanto desiderato infine era arrivato ed era decisamente valsa la pena di trepidare tutto il giorno nell’attesa che era stata degnamente ripagata.




*** mi spiace ma non ho trovato la fonte della citazione :(
** il ristorante,beh per una volta mi sono concessa di inventare di sana pianta!
 
   
 
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