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Autore: Meramadia94    21/05/2013    2 recensioni
Ryan viene ricattato. La vita di una persona a cui tiene molto è stata messa in pericolo. Per salvarla dovrà scegliere cosa è più importante: l'amore per la famiglia o il suo senso di giustizia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Javier Esposito, Kate Beckett, Kevin Ryan, Nuovo personaggio, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La squadra si diresse al gran completo all'abitazione dell signor Andy Wheastly

''Una volta l'azienda per cui lavorava, era un'agenzia immobiliare apprezzata da tutti, ma poi la concorrezza li aveva ridotti sul lastrico e adesso era solo una piccola impresa che sopravviveva a stento.''- li informò Esposito mentre scendevano dalle auto.

Aveva i suoi informatori e quando aveva chiesto di raccogliere informazioni sul loro sospettato, non si erano fatti pregare e gli avevano spedito tutto per sms.

''E così uno di loro ha deciso di mettersi al servizio della malavita organizzata per sbarcare il lunario.''- commentò Castle.

Certe volte pensava che era davvero incredibile quanto la necessità di dar da vivere a se stessi e alle proprie famiglie spingesse la gente a fare le cose più folli.

E quando ti sembra che il mondo ti crolli addosso è molto difficile trovare il modo di far vivere se stessi e i propri cari e allo stesso tempo mantenere integra la propria onestà.

Ryan si diresse all'interno del piccolo edificio a passo svelto e deciso, come se sentisse la voce della sorella chiamarlo, quasi come se sapesse che la ragazza era lì.

Suonarono in campanello e ad abrire venne una donna sui trentacinque anni, capelli biondi, occhi azzurri e qualche ruga, vestita con un completo casual e con il ventre che suggeriva che la donna fosse al settimo mese di gravidanza.

A quanto pare c'era qualche verità fra le tante bugie che aveva raccontato loro.

''La signora Whaestly?''- chiese Kate esibendo il distintivo-:'' Polizia di New York, dobbiamo parlare con suo marito riguardo alla sua deposizione per un caso di rapimento.''

La donna si fece da parte e una volta invitati a salire le scale li guidò in una stanza al piano superiore dove c'erano una scrivania, un pc e una piccola libreria.

''Tesoro, c'è la polizia...''- l'uomo presente nella stanza sbiancò leggermente, ma li accolse sorridendo e chiese alla moglie di lasciarli soli, e di preparare il tè per gli ospiti.

''Allora... ci sono notizie sul rapimento di quella povera ragazza?''- chiese l'uomo.

Ryan lo fissò con gli occhi pieni di rabbia.

Con che coraggio poteva chiedere una cosa del genere e mantenere un' espressione così serena?

Avrebbe voluto massacrarlo di botte fino a fargli sputare il posto dove aveva nascosto sua sorella.

''Ce lo dica lei...''- lo gelò Beckett-:'' visto che ci risulta che lei è stato l'ultimo a vederla prima che fosse portata via.''

Andy iniziò ad agitarsi e a tentennare.

''Ma vi ho gia detto tutto quello che so... stavo tornando dal lavoro, quando ho sentito le urla disperate di quella giovane...''

Castle gli sbattè in faccia la fotografia ingrandita che lo ritraeva.

''In questa foto ha tutta l'aria di star osservando Deborah, o sbaglio?''- fece lo scrittore.

L'uomo cercò di discolparsi.

''E questa la chiamate una prova? In un sacco di foto vengono immortalati particolari, cose o persone che non hanno niente a che fare con il soggetto principale.''

Beckett annuì dandogli ragione.

''E' vero, su questo non si discute... ma allora ci spieghi...''- proseguì l'investigatrice-:'' come mai il fermaglio del ciondolo della vittima presentava dei segni di rottura, non come quelli di un fermaglio che si stacca da solo... ma come un fermaglio che si rompe perchè il ciondolo è stato strappato con forza dal collo della proprietaria?''

''Poco prima di venire qui siamo passati in un'orificeria, e il commesso ci ha confermato questa versione, e anche alcuni anelli della catenina erano deboli, forse a causa dello strattone.''- concluse Castle.

Wheastly sbiancò e divenne pallido come un morto.

''Ecco come sono andate le cose...''- iniziò Beckett-:'' la sua azienda andava male, sua moglie è disoccupata e la vostra situazione economica familiare non era delle migliori, così per risollevare le sue finanze ha deciso di organizzare in un giro di corse clandestine, con auto rubate, probabilmente con l'aiuto di qualcuno...''

Castle continuò la ricostruzione dei fatti-:'' Era tutto perfetto, fino a quando un detective della omicidi non si è ritrovato la pratica in mano e ha sentito puzza di bruciato, e lei ha iniziato a preoccuparsi. La sua famiglia ne sarebbe stata distrutta.''

Esposito chiuse il discorso-:'' E dopo aver fatto qualche ricerca, ha scoperto che aveva una sorella minore, così ha deciso di farla rapire per minacciarlo e convincerlo a smettere con le indagini.''

Beckett, prevedendo un eventuale tentativo di mentire e difendersi, aggiunse-:'' Sappiamo che lei non era sulla scena del crimine per caso. Abbiamo contattato la sua azienda, e l'altro ieri sera non c'era nessuna riunione di lavoro, era l'anniversario della fondazione dell'azienda, e quindi avevate tutti il giorno libero.''

''Le cose non sono andate così vi state sbagliando...''- cercò di giustificarsi Wheastly.

Fu allora che Ryan iniziò a dare di matto.

Scattò in avanti e afferrò il sospettato per il colletto della camicia sbattendolo contro il muro.

''Dimostrami che sto sbagliando!!''- gli sputò in faccia con un espressione cattiva in viso-:'' TU ADESSO MI RIDAI MIA SORELLA!!! DOVE L'HAI NASCOSTA, COME STA?!?''

Esposito e Castle si misero in mezzo per togliergli un terrorizzato Wheastly dalle mani.

Respirava affannosamente.

Quando fu un po' più calmo, complice anche il tè servito dalla signora, ricominciarono le domande.

''E' vero. Ho mentito nella mia deposizione ma non l'ho fatto per mia volontà.''

Il quartetto sgranò gli occhi.

''Sta dicendo che è stato minacciato?''- chiese Beckett.

Wheastly fece cenno di no con la testa.

''Circa due settimane fa, ero in un bar sulla 54°, volevo dimenticare per un po' i miei problemi affondandoli in un bicchiere di vodka, anche se so che non sarebbe servito a nulla.... allora mi si è avvicinato un uomo, dall'aria molto facoltosa e mi ha detto che si sarebbe occupato lui del mio problema se lo avessi aiutato con un lavoretto.''

''Lei lo chiama lavoretto, prelevare a forza una ragazza dalla strana nel cuore della notte?''- fece Castle.

''Non avevo idea che sarebbe finita così...''- rispose l'interpellato-:'' Mi disse che voleva che tenessi d'occhio la ragazza, riferirgli dove andava, chi frequentava, cosa faceva... e quando gli ho chiesto il perchè mi disse che voleva sapere qualcosa della vita della figlia.''

''Figlia?!?''-fecero in coro i tre detective e lo scrittore.

Wheastly annuì.

''Si. Mi disse che anni fa, aveva divorziato da sua moglie quando la bambina aveva nove anni e che madre e figlia si erano trasferite da Washington al New Jersey, ma che di recente la ragazza studiava qui a New York, ed è venuto qui per raggiungerla e riallacciare i rapporti.

Ma prima di rinserirsi nella vita della figlia voleva sapere come stava, chi vedeva, cosa faceva...''

''Non c'è niente di vero in questo racconto.''- s'intromise Ryan-:'' Siamo entrambi originari dell' Irlanda e tra i nostri genitori le cose vanno benissimo, lo so perchè vado a trovarli ogni mese e li sento spesso, mi accorgerei se mi nascondessero qualcosa.''

''Poi?''- lo incitò Beckett-:'' cos'è successo veramente quella notte?''

''Ero riuscito ad inserirmi nel computer della sua migliore amica per fissare un appuntamento, era stato quell'uomo a chiedermelo, perchè voleva rivedere la figlia..... ero con lui in un furgoncino poco dietro di lei.....''

''... e a quel punto ha visto due gorilla saltarle addosso e sbatterla con forza nella vettura.''- concluse Castle.

Wheastly annuì.

''Ero incredulo, e poi mi ha detto che dovevano dare una lezione a qualcuno e che serviva loro la ragazza.... e poi le hanno strappato il ciondolo di dosso, e me lo hanno consegnato dicendo che sarei dovuto andare al 12th e denunciare il rapimento, inventandomi una storia credibile.... ho avuto paura per me e la mia famiglia, se avessi saputo che mi avrebbero usato per fare del male a quella ragazza non avrei mai accettato, lo giuro.''

''E cosa mi dice di Deborah?''- scattò Ryan-:'' come sta... ha pianto, sta bene?!?''

Esposito gli mise una mano sulla spalla per confortarlo.

''Non so dirglielo... quella è stata l'ultima volta che l'ho visto e sentito, e sua sorella era gia sotto l'effetto del narcotico... poi se ne sono andati, ma non so dirle dove.''

Ryan assunse un espressione disperata.

Immaginava sua sorella che si agitava e urlava tra le braccia di quegli uomini, implorando pietà, invocando disperatamente il suo nome... implorandolo di aiutarla... ma lui non era arrivato, non era venuto a salvarla come le aveva promesso.... quando si spaventava da piccola quando guardavano insieme un film che faceva paura e lui le assicurava che sarebbe intervenuto a salvarla...

Le aveva mentito, come le aveva mentito quando le aveva detto che... i mostri non esistono.

Eccome se esistono.

Solo che a volte, indossano giacca e cravatta.

''Signor Wheastly, capisco che lei l'ha fatto per aiutare la sua famiglia e che non aveva idea di come stessero realmente le cose...''- fece Beckett con il tono più pacato che aveva-:'' ma questo si chiama concorso in rapimento, come minimo sono dieci anni di galera. Ma se ci aiuta, potremmo decidere di chiudere un occhio.''

''Non so dove si trovi la ragazza, vi prego di credermi...''- insistè l'uomo terrorizzato.

Non aveva paura tanto per se, ma per la situazione in cui si sarebbe ritrovata la sua famiglia dopo la sua incarcerazione.

''Ma sa chi era l'uomo che l'assunta per trovarla e tenerla d'occhio...''- fece Ryan, quasi implorante-:'' mi dica dove posso trovarlo e chi è, e le assicuro che il suo nome non apparirà nella lista degli indagati per le corse clandestine, ne in quella per questo rapimento.''

A quelle parole l'uomo si convinse.

''Beh... si tratta di....''

BANG!!!

I detective e lo scrittore fecero un passo indietro per la sorpresa e poi si buttarono a terra, dietro alla scrivania, mettendosi al riparo.

Il signor Wheastly giaceva scompostamente sul pavimento, con una macchia di sangue che si allargava a macchia d'olio sul petto, poco sotto il torace.

La signora corse subito richiamata dal rumore, e i suoi occhi si vecero di vetro per il terrore.

''NO!!! TESORO NO!!!''

''CHIAMI IL 911 PRESTO!!!'' - ordinò Beckett facendola correre giu per le scale-:''CASTLE!!! ESPOSITO!!! ANDATE A VEDERE PRESTO!!!''

Anche Ryan fece per andare con loro ma l'uomo a terra lo afferrò per una caviglia, costringendolo a chinarsi vicino a lui.

Non ricordava più la rabbia e l'odio che aveva provato per quell'uomo.

Ora vedeva solo un uomo agonizzante a terra, consapevole di stare per morire, ucciso nel modo più vigliacco che si poteva immaginare, che stava implorando pietà.

''She.... sherm....Sherman...''- fece agonizzante.

''Cosa....?''- fece Ryan, da una parte perchè non aveva capito e perchè era confuso.

''Sherman.... è lui che ha lei... lui ha tua sorella.... mi dispiace...''- detto questo getto la testa all'indietro.

Ryan gli appoggiò due dita sul collo per controllare respiro e battito ma era inutile.

Era morto.

 

''Vicino alla finestra da cui è partito il colpo c'era questo mitra...''- fece Esposito mostrando l'arma in questione-:'' ma se l'hanno lasciato lì, è perchè l'hanno ripulito da ogni traccia che può portarci a loro...''

Beckett e Castle annuirono.

Lo scrittore da una parte era dispiaciuto per quell'uomo che si era rivelato prima un testimone, poi un complice inconsapevole di rapimento e poi vittima...

''Stanno facendo terra bruciata intorno a loro....''-realizzò Beckett-:'' stanno eliminando tutte le prve che li riguardano, inclusi i testimoni...''- commentò mentre vedeva la polizia mortuaria portare via il cadavere tra le lacrime della moglie.

''E con questo abbiamo perso la pista per aiutare Debby...''- imprecò Esposito.

Il loro unico aggancio era stato assassinato e ora non sapevano più da che parte rifarsi per trovare Deborah.... inoltre era preoccupato per il suo migliore amico.

Per quanto tempo ancora sarebbe riuscito a gestire questa situazione stressante senza dare di matto?

Ryan intanto si riscosse dallo stato di apatia in cui era stato fino a quel momento e prese la parola-:''Io credo di avere qualcosa...''

I tre si fecero subito interresatissimi.

''Poco prima di morire mi ha afferrato e mi ha detto una parola, credo che sia un cognome.... Sherman.''

''Forse sapeva che non gli rimaneva più molto e nei pochi secondi di vita rimanenti voleva il tuo perdono, aiutandoti a salvare Deborah...''- ipotizzò Castle.

''Nel limite delle sue forze residue...''- aggiunse Esposito.

''So di avere in mano poco e che è solo una scintilla...''- fece Ryan leggermente abbattuto.

Ci sarebbe voluto un miracolo per risalire al rapitore avendo solo un cognome, anzi non era nemmeno sicuro che fosse un cognome, una società, un luogo... o forse gli ultimi rantoli di un moribondo.

''E tu questo lo chiami non avere niente in mano?''- lo redarguì Beckett-:'' E' proprio dalle scintille che scoppiano gli incendi più violenti. La troveremo, te lo prometto e quando avremo preso chi le sta facendo del male, ti assicuro che non gli faremo vedere la luce del sole per un bel pezzo.''

Ryan sorrise visibilmente rincuorato.

 

''Dannazione...''- fece Esposito dopo aver cercato il nome che il moribondo aveva detto al collega, con un espressione contrariata in viso.

''Cosa succede, non risulta nessuno con quel nome?''- chiese Castle avvicinandosi con Beckett.

Fu Ryan a rispondere.

Con un tono molto abbattuto.

''Al contrario... solo a Manatthan vivono dodici Sherman, quale sarà quello giusto?''

''Che disdetta...''- commentò Beckett irritata.

Non potevano controllarli tutti, e non potevano accusarli senza prove, e soprattutto non avevano a disposizione tutto quel tempo.

In quel momento squillò il telefono di Ryan.

Il numero era privato.

''Forse è Jenny...''- ipotizzò Castle.

''Dubito, mi chiamerebbe con il cellulare....''- un improvvisa intuizione gli fece brillare gli occhi azzurri come il cielo di primavera-:'' devono essere loro...''

Castle afferrò un computer portatile e fece segno di essere seguito in sala ristoro, e dopo aver avviato l'applicazione GPS diede a Ryan il segno di rispondere.

Il detective mise in vivavoce.

''Pronto.''- fece apatico.

''Kevin...''- fece una voce mista sollievo e spavento dall'altro capo del telefono.

Ryan sorrise.

''Debby.... Debby, puoi parlare, dimmi dove sei, ti vengo a prendere..''

''Non lo so....''- il suo tono adesso non era spaventato, ma comunque si sentiva che non era tranquillo.

''Ok...''- c'era da immaginarselo. Quale rapitore direbbe alla sua vittima dove si trova e poi darle la possibilità di andarlo a dire a quelcuno?-:'' Allora, va alla finestra o allo spiraglio più vicino che c'è e dimmi tutto quello che vedi, non tralasciare nemmeno un dettaglio, va bene?''

''Kevin non posso parlare....''

Di nuovo quella voce camuffata-:'' Ha ragione, e ti consiglio di darle ascolto. Hai visto come so essere preciso e letale no? Ho ucciso l'unico che poteva portarti alla tua sorellina, credi che abbia problemi a farle un buco in testa?''

Ryan quasi ringhiò-:'' Dannato, non azzardarti a toccarla!''

''In quel caso sai cosa devi fare per riaverla....''- fece il misterioso rapitore-:'' Ti sto facendo tenere d'occhio sull'indagine per le corse, e se scopro che stai ancora indagando... la prossima telefonata che arriverà sarà per informarti di dove puoi trovare il suo corpo per seppellirlo.

Era terrorizzato all'idea che le potessero fare del male...

''Kevin...''- di nuovo la sorella.

''Deborah, cerca di stare calma d'accordo? Andrà tutto bene, te lo prometto.''

''Lo so.... ma anche tu mantieni la calma... non costringermi ad usare il secchio con l'acqua.''

Ryan si lasciò sfuggire una risatina.

''Va bene....''- e li la chiamata si chiuse.

Si voltò speranzoso verso i colleghi e lo scrittore.

''Allora?''

''Ha usato una doppia protezione, ci vorranno almeno tre giorni per rintracciare da dove ha chiamato.''

Peccato che non li avessero tre giorni...

Ma loro l'avrebbero ritrovata.

A tutti i costi. 

  
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