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Autore: risakoizumi    21/05/2013    2 recensioni
La mia breve vita è stata un susseguirsi di momenti di gioia e infelicità.
La sofferenza è quella che ricordo meglio e che è stata al centro delle mie giornate per lungo tempo.
Una volta ero soltanto l’ex ragazza di Sam dal cuore spezzato e che nessuno sopportava.
Adesso mi sento una persona diversa.
Sono più forte, sento che niente può distruggermi. Sono padrona della mia vita. La triste e collerica ragazza di La Push si è trasformata in una persona nuova.
Osservo il ragazzo che sta in piedi accanto a me. I suoi occhi sembrano sorridermi, come sempre.
"Sei pronta?" mi chiede, prendendomi per mano.
"Sì". Ricambio la sua stretta sicura e familiare.
Il momento è arrivato, ma non ho paura. Santo cielo, sono Leah Clearwater! Dovrebbero essere loro ad avere paura di me!
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leah Clearweater, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Un suono melodioso giunge alle mie orecchie. E’ una risata: cristallina, ricca di gioia, spensieratezza e anche un po’ di malizia. E proviene da me. Sì, proprio da me che sto anche correndo sulla spiaggia di La Push. Qualcuno mi insegue, ma non sono spaventata; in realtà non vedo l’ora che quel qualcuno mi raggiunga. Cosa che, in effetti, succede dopo pochi istanti.
<< Presa! >>. Due braccia mi stringono la vita e mi attirano verso un corpo caldo.
<< Sam! >> riesco a dire senza fiato, ancora ridendo.
<< Come hai osato sfuggirmi così? >> scherza lui stringendomi più forte a sé. Mi giro tra le sue braccia, con un sorriso da ebete, per guardare il suo viso. Ridiamo ancora, come due sciocchi innamorati quali siamo. C’è un po’ di imbarazzo, stiamo insieme da pochissimo tempo. E’ strano: sono consapevole di aver già vissuto tutto questo, perché ricordo benissimo i pomeriggi che io e Sam passavamo sulla spiaggia. Deve essere un sogno. Poso le mie mani sul suo petto: non è molto muscoloso; è quello di un ragazzo, non di un uomo e, soprattutto, non di un mutaforma. Il suo corpo mi riscalda, ma è un calore normale, umano. Sam mi guarda intensamente: avevo dimenticato il modo in cui mi guardava, una volta. So che sta per baciarmi, conosco benissimo quell’espressione. Si avvicina al mio viso, sempre di più, sempre più vicino … chiudo gli occhi, aspettando il contatto con le sue labbra. All’improvviso il calore che mi avvolge scompare. Le sue braccia non mi stringono più. Ci sono solo il buio e il vuoto. Non riesco più ad aprire gli occhi, le palpebre sono così pensanti …
<< Leah! Accidenti ti vuoi svegliare? >>. Qualcuno mi sta scuotendo. Apro gli occhi di scatto. Il viso di Seth è vicino al mio e ha un’espressione preoccupata.
<< Come ti senti ? >>.
<< Bene >> rispondo meccanicamente.
<< Mi hai fatto spaventare. Non volevi svegliarti e hai del sangue secco sulla testa. Sicuramente ti sei ferita prima, nella foresta >>.
Mi tocco. Ha ragione, sento il sangue coagulato sotto i polpastrelli. Sbuffo. << Seth, cosa vuoi che mi succeda? Sono immortale >>.
Seth borbotta qualcosa d’incomprensibile sull’ingratitudine.
<< Stai bene, Leah? >>. E’ Carlisle che mi guarda da dove l’ho lasciato quando mi sono addormentata.
<< Sì >>. Adesso anche i succhiasangue si devono preoccupare per la mia salute?
Mi metto in piedi. Mi tocco di nuovo la testa e poi mi sgranchisco le ossa: non ero messa in una posizione molto comoda. Non mi fa male nulla: a quanto pare avevo solo preso una botta in testa, niente di grave per un mutaforma. Sarebbe stato davvero fastidioso se avessi avuto un osso rotto: quello sì che sarebbe stato doloroso.
<< Quanto tempo ho dormito? >>.
Seth scrolla le spalle. << Forse un’ora. Hai il sonno pesante, eh >>.
<< Senti chi parla. Comunque tu non eri andato dal tuo amico succhiasangue? >>.
<< Sì, sono tornato per prendere Renesmee >> dice incerto.
<< Renesmee? >>.
Annuisce con aria afflitta. Appena pronunciato il nome, dalla casa escono Jacob, Alice e Renesmee. La bambina è aggrappata a Jake, il viso nascosto nel suo collo. Le sue spalle tremano: sta singhiozzando. Jake e Alice sembrano distrutti.
<< Jake … >> inizia Seth.
<< Ho sentito. Vuoi che la porti da Edward, vero? >> chiede con tono stanco.
<< Sì. Penso che sia l’unico modo … l’unica che … >>.
<< Ho capito. Andiamo >>.
<< Mia madre e Charlie … >> inizio.
<< Si sono addormentati sul divano >> risponde secco Jake.
Così si addentrano tutti nella foresta, Seth si trasforma, Jacob dà la bambina ad Alice e fa lo stesso. Anche Carlisle li segue. Decido di andare anche io. Prima però aspetto che si allontanino. Poi mi svesto, poso i vestiti sotto un albero e mi trasformo. Sento la presenza di tutto il branco nella mia testa. Embry e Quil ormai sono andati a La Push con il branco di Sam. Nei loro pensieri scorrono le immagini di Sam che ha recuperato il corpo sanguinante e senza vita di Emily e l’ha portato a piedi fino alla riserva, tenendolo stretto a sé e baciandole il volto in continuazione. Il suo viso è imbrattato di lacrime. I pensieri di Jacob sono incomprensibili, divisi tra il dolore per Bella e per Nessie, la preoccupazione per Edward, per Charlie, per il patto, per quello che potrebbe fare Sam. Me ne allontano e mi concentro su Seth. Anche lui pensa a Edward e a Charlie, ma il suo dolore è più sopportabile di quello di Jake. Che nottata assurda. Seguendo le scie fresche arrivo, probabilmente dopo pochi secondi rispetto agli altri, in una casetta di pietra immersa nella natura. Sembra una casa delle fiabe. Edward è immobile, in ginocchio, davanti alla porta della casa. Non si muove, non reagisce: una statua di marmo. I Cullen, attorno, gli parlano ma senza successo.
<< Edward, figlio mio, ti prego … reagisci >> lo sta supplicando Esme.
<< Il mio potere non ha alcun effetto >> sussurra Jasper.
Emmett si fa avanti e scrolla forte Edward. Se fosse stato un umano gli avrebbe spezzato la colonna vertebrale. Edward, impassibile, con lo sguardo rivolto a terra, continua a non reagire. Carlisle sembra la personificazione della sofferenza. Alice, immobile e con le lunghe braccia strette attorno a Nessie, guarda la scena con le labbra strette e la fronte corrugata. Jake da un colpetto col muso alla gamba di Alice.
<< Nessie, vai da papà >> sussurra allora la vampira alla bambina. Il mostriciattolo si gira e guarda il padre. Poi, con un balzo aggraziato, scende dalle braccia della zia e si avvicina a Edward a velocità vampiresca, fino a trovarglisi di fronte. Alza una manina e la mette sulla sua guancia. Deve essere il primo movimento che fa, perché tutti sussultano quando lui alza lo sguardo e fissa gli occhi della figlia.
<< Hai gli occhi di tua madre >> sussurra con una voce che non sembra la sua. Non è il suono melodioso che sono abituata a sentire: sembra la voce di un morto. All’improvviso il succhiasangue si alza e inizia a distruggere la casa, un mattone alla volta. Sembra impazzito. I Cullen intervengono immediatamente, trattenendolo.  E’ riuscito a distruggere un pezzo di muro e la porta. Nessie ricomincia a piangere, ha gli occhi rossi e gonfi. Jake, ancora lupo, le si avvicina mettendosi tra lei e Edward.
<< E’ impazzito. Non voglio che faccia del male a Nessie >>. 
<< Papà, smettila >>. La bambina con un balzo scavalca Jake e si aggrappa al padre, che sta cercando di liberarsi perché trattenuto da dietro da Emmett e Jasper, e ai lati da Rosalie e Esme. Edward e Nessie si fissano e dagli occhi della bambina sgorgano ancora lacrime abbondanti. Lei gli mette le sue manine sulle guance. Edward sembra calmarsi. Con cautela i Cullen allentano la presa e lui abbraccia la figlia e si lascia cadere a terra. Nessie piange forte affondando il viso nel collo di suo padre e Edward inizia a ripetere il nome di Bella. E’ una scena straziante, che però non riesce a toccarmi. Dopotutto forse Seth si sbaglia: sono davvero senza un cuore.
 
Sono passati due mesi da quella famosa sera in cui Bella ha ucciso Emily e Sam ha ucciso Bella. Jake ha stretto di nuovo il patto con i Cullen. Edward non si è ripreso, sembra un cadavere vagante, senza scopo nella vita, prosciugato della sua stessa essenza. Però non si stacca mai dalla figlia: sembrano trovare conforto l’uno nell’altro. I Cullen hanno organizzato un funerale… e sono arrivati anche i succhiasangue biondi di Denali. E’ finito tutto molto in fretta. Lo stesso è accaduto a La Push: funerale per Emily, condoglianze, Sam stravolto. Sono andata in quello di Bella solo per rispetto verso Charlie e per mia madre. La verità è che avrei preferito non andare né a quello di Bella, né a quello di Emily. Continuo a non condividere questi lutti, anche se Emily è mia cugina e Bella è la mia sorellastra. Sam è andato via. L’ultima volta l’ho visto al funerale di Emily: vestito di nero, il volto una maschera di agonia. E’ venuto con uno zaino in spalla, pronto per andarsene.
<< Leah, vieni. Devo parlarti >> mi ha detto subito dopo il funerale. L’ho seguito incerta, all’ombra di un albero.
<< Parto >> ha dichiarato guardando verso il basso.
<< Lo so. Jake me l’ha detto >>.
<< Ho bisogno di allontanarmi per un po’, di schiarirmi le idee. Se resto uccido i Cullen >>.
Poi siamo rimasti in silenzio per un po’. Eravamo tanto vicini quanto lontani. Lui continuava a non guardarmi negli occhi. Non ho voluto dire niente, alcune volte è meglio tacere.
 “E’ inutile, per quanto mi ripeta che devo voltare pagina non ci riesco. Lo amo” ho pensato, guardandolo.
Finalmente il suo sguardo duro ha incontrato il mio. Aveva le occhiaie, il volto sciupato. E’ stato il primo a spezzare il silenzio. << Quello che ho detto al matrimonio vale ancora. Quello che provo per te … >> si è interrotto. Poi si è avvicinato velocemente e mi ha dato un lieve bacio sulle labbra. << Forse, più avanti … un giorno, quando tutto questo sarà passato …. Potrebbe esserci di nuovo un futuro per noi >> la sua voce era quasi impercettibile.  Senza darmi la possibilità di dire niente, si è voltato ed è sparito dentro la foresta. Forse la mia espressione di piacevole stupore è stata sufficiente come risposta.
Non sapevo davvero cosa pensare e non lo so tuttora. L’ho sognato ancora più di prima, da allora: tutte le notti le sue labbra hanno sfiorato le mie. E’ come una malattia da cui non riesco a guarire. Perché quel bacio? Credevo di avergli già detto addio, al matrimonio, prima che accadesse la tragedia. Perché il mio cuore sanguinante è acceso di speranza? Perché non vedo l’ora che torni? Perché ogni volta che sento un membro del branco di Sam parlare di lui, pendo dalle sue labbra? Jared è il momentaneo sostituto di Sam nel branco. Sono masochista, non c’è altra spiegazione. Fremo, impaziente, da oltre due mesi. Sono distesa sul letto della mia nuova camera, che tuttavia non riesco a percepire come mia e mi perdo nei miei pensieri. Ripenso a quello che è successo. Ho sempre creduto che fosse impossibile convivere pacificamente con i succhiasangue; nessuno però mi ha mai dato retta. Noi siamo mutaforma, siamo stati creati per ucciderli non per andare ai loro funerali. Noi dobbiamo difendere la vita umana, non chiudere un occhio quando sappiamo che decine di succhiasangue sono alla nostra portata e si nutrono tranquillamente di esseri umani. Come è successo quando sono arrivati vampiri da ogni dove per affrontare i Volturi. I loro occhi rossi sgargianti mi disgustavano, eppure non ho potuto ucciderli perché erano nostri alleati. Se iniziamo a socializzare con loro e ad avere imprinting con loro, chi protegge gli umani? Che senso ha la nostra esistenza? Per quale motivo devo trasformarmi in un animale? Per scodinzolare attorno ai vampiri senza poter torcere loro anche solo un capello? Le cose stanno degenerando. Mi sento oppressa, mi sento soffocare, mi sento imprigionata in questa minuscola parte del mondo a fare il cane da guardia ai succhiasangue. Cosa mi trattiene qui? Mia madre e Seth. Tuttavia devo essere sincera con me stessa. Mi trattiene anche Sam, ancora. Sam, Sam, Sam. Quanto vorrei non amarlo!
<< Leah, c’è Jake! >> urla all’improvviso mia madre dal piano di sotto. Mi alzo dal letto e scendo. Charlie è sul divano e sta facendo zapping. Se non ci fosse stata mia madre non so se avrebbe superato questi due mesi. La sua ex non è stata certo di aiuto quando è venuta al funerale. Charlie sembra molto più vecchio e stanco, le rughe sul suo viso sembrano essersi moltiplicate. Ciononostante mi regala un debole sorriso quando gli passo accanto. Ricambio e gli do una pacca sul ginocchio. Sono felice che si stia riprendendo. Arrivo all’ingresso, dove mia madre tiene la porta aperta a Jake, che è fermo sulla soglia.
 << Bè capo, perché non entri? >>.
<< Devo dirti una cosa >>. La sua espressione non mi piace. E’ teso, come se dovesse darmi una brutta notizia.
Mi allarmo. << Seth >>. Il mio cuore batte più velocemente. Seth era in perlustrazione, dei succhiasangue lo hanno forse attaccato?!
<< Sta bene >> mi interrompe brusco. Il mio battito torna normale.
<< E allora? >> chiedo impaziente.
<< E’ tornato Sam >>. Ecco, il cuore riprende a battermi molto velocemente. Mi catapulto fuori di casa. Vogli vederlo, voglio andare da lui, voglio …
<< Leah, fermati! >>.
Sam è tornato, Sam è tornato! Perché mi agito così? Come vorrei essergli indifferente! Mi accorgo solo adesso che in questi mesi sono stata in trepida attesa. Prima di partire mi ha dato qualcosa che prima mi era impossibile avere: la speranza. E tutti sanno quanto anche un singolo germoglio di speranza possa alimentare i desideri reconditi di una persona che ha avuto solo parecchie sofferenze e delusioni. Molte volte quel che desideriamo non è razionale, ma è dettato dalla legge del cuore, una legge che può dar vita alla più grande delle gioie o alla più misera delle sofferenze.
<< Ti vuoi fermare? >>. Jake mi raggiunge e mi ferma tenendomi per il braccio.
<< Lasciami >>. Strattono il braccio ma lui riesce a non mollare la presa.
<< Ascoltami, ti prego >>.
<< Voglio andare >>.
<< Leah >>. Qualcosa nel modo in cui pronuncia il mio nome mi fa rinsavire. Smetto di strattonare il braccio e lo guardo attentamente. La sua espressione è molto, molto seria.
<< Io so quello che ti è passato per la testa in questi mesi >>.
Stringo le labbra, contrita.
Jake continua a parlare. << So come vi siete salutati tu e lui, so che hai la speranza, e so anche che quello che sto per dirti ti ferirà >>. Fa una pausa. << Ma sono costretto a rivelartelo. Sam è tornato sì, ma non è da solo >>.
<< Che cosa stai tentando di dirmi? >> chiedo con tono aggressivo.
<< Ha avuto un altro imprinting >>. Dirette, secche, senza possibilità di errore: le sue parole sono chiare come il sole. Sam ha avuto un altro imprinting. Quasi non ci credo. Non voglio crederci. Mi lascio cadere sulle ginocchia sul soffice terreno del giardino di casa di Charlie – non riesco ancora a chiamarla casa mia. Mi sporco le gambe perché indosso i pantaloncini: nonostante sia settembre e inizi a fare un po’ di freddo, io non ne provo più. Avendo 42 gradi in corpo è difficile sentire freddo. Perché sto pensando al clima? Forse il mio subconscio sta cercando di proteggermi facendomi pensare ad altro. Bè, missione fallita caro subconscio. Inizio a ridere da sola. Jake mi guarda perplesso. Magari sto impazzendo, ma non riesco a smettere di ridere. La speranza! Ma quale speranza? Povera, illusa, stupida Leah. Stupida, stupida, stupida! Cosa ti aspettavi? Che Sam corresse tra le tue braccia e che sareste stati insieme per sempre felici e contenti? Ah-ah-ah. A quanto pare l’imprinting non è raro, semmai è il contrario: è raro non averlo! Per l’ennesima volta il mio cuore sta sanguinando e chiede pietà. Lo sento pulsare dolorosamente contro la gabbia toracica, ogni colpo, ogni respiro mi fanno desiderare il dolce oblio della morte. Mi alzo di scatto, smettendo di ridere e vado nella foresta: mi trasformo perché voglio vedere. I vestiti, come sempre, vanno a brandelli. Sono sempre a corto di vestiti. C’è solo Seth nella mia testa. Sa dove sto andando.
<< Leah, non andare >>mi supplica.
Lo ignoro. Devo essere masochista fino alla fine.
<< Leah, torna indietro ti prego >>. Jake si è trasformato per seguirmi.
<< No >> gli dico categorica, decisa. Né Seth né Jake hanno ancora visto Sam. Dai pensieri di Jake so che è stato lo stesso Sam quel pomeriggio a mettersi in contatto con lui per dirgli che stava tornando a La Push e che non era solo. Queste sono state le uniche informazione che gli ha dato: gli alpha possono comunicare e condividere i pensieri che preferiscono. Nessuno del branco di Sam ci aveva detto che il loro alpha stava per tornare e per di più in compagnia. Sicuramente Sam ha preferito che il nostro branco non sapesse per non farlo sapere a me… per rimandare la lieta sorpresa.
Sono velocissima, ci sto pochissimo tempo ad arrivare a La Push. Jake mi sta alle calcagna e Seth ci sta raggiungendo. Sto per uscire dalla foresta proprio dalla parte della casa di Sam quando li vedo: ci sono tutti, sono venuti a dare il benvenuto a Sam. Tutto il branco di Sam, i vecchi, Embry e Quil … c’è persino Rachel, la sorella di Jake con cui Paul ha avuto l’imprinting. Ma c’è anche qualcun altro, un nuovo viso: una ragazza piccola, minuta, dalla carnagione olivastra e dai grandi occhi verdi. Una bellissima ragazza, con un imbarazzato sorriso sulle labbra. La sua vita è cinta da un braccio di Sam che, molto più alto di lei, le sta accanto con fare protettivo. Sta ridendo di qualcosa che ha detto Paul. E’ tornato il Sam di sempre: non quello umano, non quello devastato dalla perdita di Emily, ma quello che ha ritrovato il suo “Sole” attorno al quale gravitare. Il suo viso è disteso, tranquillo, le occhiaie sono scomparse. L’unica differenza rispetto a prima sono i segni delle rughe vicino agli occhi che sono leggermente più marcati, e i capelli un po’ più lunghi. E’ appena arrivato a quanto pare, perché porta un grosso zaino alle spalle. Dietro di lui c’è una vecchia ford, con la quale sicuramente è arrivato fino a qui da chissà dove. Jake e Seth sono fermi alle mie spalle, silenziosi, in attesa di una mia mossa.
<< Cosa state aspettando? Che mi avventi su quella povera ragazza per sbranarla? >>.
<< In realtà sì >> risponde Seth, teso.
Sono passati appena tre secondi da quando ho visto l’allegra riunione di benvenuto, quando tutti si girano verso il punto della foresta in cui ci troviamo noi tre. Il super udito dei mutaforma funziona anche quando sono umani. Il sorriso di Sam si spegne. Si sono accorti che qualcuno li sta guardando.
<< Qualcosa non va? >> chiede quella debole creatura guardando anche lei verso di me.
<< No >>. Sam la stringe più vicino a sé.
Ok, credo di aver spiato abbastanza. Mi faccio coraggiosamente avanti, uscendo dagli alberi. Jake e Seth mi seguono.
<< Leah >>.
E’ stato Embry a dire il mio nome.
<< Guardate chi è tornato? Il nostro capo! E ha portato una nuova ragazza-lupo! >> esclama contento uno dei più giovani membri del branco di Sam, rivolto verso di noi. Quil gli lancia un’occhiataccia. I miei occhi sono concentrati su di Sam. Lui mi fissa di rimando, con uno sguardo a metà tra il dispiaciuto e il sofferente. Bè, non so che farmene della sua “sofferenza” o del suo senso di colpa, che se li tenga per sé e ci affoghi. E’ possibile che debba rivivere tutto un’altra volta? Perché? Perché è successo proprio a me? Sam si stacca dalla sua nuova ragazza e si avvicina, mettendosi di fronte a me. Abbiamo il viso alla stessa altezza, il mio lupesco e il suo umano.
<< Leah … >> allunga una mano come ad accarezzarmi.
Gli ringhio e mi scanso. Seth fa un verso infastidito e si avvicina a Sam per farlo allontanare. Lo stesso fa Jake. Loro sono dalla mia parte. Adesso al dolore è subentrato un altro sentimento, molto più forte al momento: la rabbia. Come ha potuto dirmi quelle cose prima di partire e ora tornare qui, così, come se niente fosse? Cosa voleva che fossi? La sua ruota di scorta nel caso non avesse avuto un altro imprinting? Mi dispiace, ma io non sono la ruota di scorta di nessuno. Non più. Ho desiderato tanto avere l’imprinting, ma ora non vorrei mai, mai , mai averlo. Che fine ha fatto Emily nel suo cuore? Non mi pare ci abbia messo molto a rimpiazzarla. Non so se la cosa mi diverte o mi dispiace. E’ questo l’amore eterno dell’imprinting? Non mi sembra così eterno se si viene rimpiazzati in così poco tempo. Davanti ai miei occhi ho ancora il corpo di Emily dissanguato e lui ha già avuto un altro imprinting. Credevo che almeno sarebbe passato un anno – e mi sembrava anche poco - prima di vederlo tornare, prima di vederlo superare la grave perdita che aveva avuto. Invece in due mesi è riuscito a far sbollire la rabbia e a consolarsi con un nuovo “Sole”, come lo chiamano. Mi giro irritata e entro nella foresta, senza correre. Nessuno osa parlare. Seth e Jake sono ancora fermi. Sam mi segue, correndo.
<< Aspetta! >> mi dice. Siamo già qualche metro dentro la foresta e dietro alcuni alberi. Mi fermo. Lo sento respirare alle mie spalle.
<< So quello che avevo detto prima di andarmene, ma … è successo di nuovo, Leah. Non dipende da me, è una cosa che non si può controllare. Se fosse dipeso da me … >>.
Basta, non ne posso più, preferisco morire che sentirgli ripetere la storia dei sensi di colpa, dell’amore che prova per me e del filo invisibile e che non si può spezzare che lo lega a quella nuova ragazza. Non gli permetto di continuare con il suo stupido discorso. In un battito di ciglia ritorno alla mia forma umana e mi giro a guardarlo infuriata.
Sam, sorpreso, cerca di guardare da un’altra parte.
<< Cosa c’è, fai il timido? Non c’è niente che tu non abbia già visto >> sbotto.
<< Leah … >>.
<< Sam! Basta! Smettila di ripetere il mio nome. Smettila di chiamarmi. Cazzo! Non ne posso più! >>.
<< Se non fosse stato per l’imprinting staremmo insieme Leah, perché io ti amo ancora e ti amerò sempre, e voglio solo il tuo bene >> dico scimmiottando la sua voce.
Sam mi guarda sconvolto.
<< Al diavolo, Sam! Ho passato due mesi chiedendomi dove fossi, come stessi, se la morte di Emily ti avesse segnato per sempre, se saresti più tornato come quello di prima. Ho passato due mesi sperando – sì, sono una sciocca, lo so – che per noi ci sarebbe potuto essere un futuro quando ti saresti ripreso. Tu >> gli punto un dito contro << mi hai fatto sperare e sono stanca. Vorrei non averti mai incontrato e vorrei non provare per te quello che provo >>.
<< Leah, non fare così. Questa non sei tu >> mi dice avvicinandosi.
<< Sì invece. Questa sono io. Sono cambiata, Sam e credo che sia arrivato il momento che cambi anche tu. Dimenticami e vivi la tua vita. Non tormentarmi, non dirmi che mi ami e che non è colpa tua. Non dirmi che ti senti in colpa, perché lo so già, ma non so che farmene del tuo senso di colpa e non so che farmene delle tue belle parole. Abbi imprinting, vattene, resta, innamorati, uccidi … fai quello che vuoi ma non tormentarmi >>.
<< Sei sconvolta e sei fuori di te. Lo capisco io ti ho fatto del male; ma lo supererai, io voglio aiutarti, non voglio vederti soffrire. Mi dispiace >> mi porge una mano con l’espressione di un cane bastonato.
Non posso crederci che abbia ripetuto per l’ennesima volta che gli dispiace dopo che gli ho detto di smetterla. La mia pazienza è finita.
<< Vaffanculo, Sam >>. Detto questo, l’unico vero addio che avrei dovuto dargli fin dall’inizio, mi ritrasformo e mi allontano, affondando le zampe nel soffice terreno della foresta.
<< Questa è mia sorella ! >> esulta Seth, seguendomi.
Jacob non c’è più, si è ritrasformato e sta trascinando Sam (che ha cercato di seguirmi ancora) in mezzo ai suoi amici, per riprendere l’allegra rimpatriata lupesca da dove è stata interrotta. Sicuramente tutti avranno sentito il mio sfogo. Me ne frego. Quando sono vicina a casa ritorno in forma umana e, infischiandomene del fatto che sono nuda – tanto non c’è nessuno in quel momento - vado in giardino ed entro nella mia camera dalla finestra. Mi siedo sul letto e inizio a piangere. Mi manca l’aria, singhiozzo, mi tremano le labbra. Che schifo, che pappamolla. Eppure devo sfogarmi, devo liberarmi della tensione accumulata e della rabbia. Mi metto sul letto in posizione fetale. Sento la porta aprirsi. Qualcuno mi mette una coperta e si sdraia accanto a me, mentre io continuo a versare lacrime amare sul cuscino. E’ Seth. Mi giro e lo abbraccio. La sua pelle ha la stessa temperatura della mia. Quanto vorrei strozzare Sam e la sua faccia da dispiaciuto. Quanto vorrei non rivederlo mai più! Fino a poco fa desideravo il suo arrivo e rivedere il suo volto tanto amato. Adesso invece vorrei che scomparisse dalla faccia della Terra. Sento la tanto familiare sofferenza. Quanto sono stata male quando mi ha lasciata per Emily! No, basta non posso farlo più. Ho bisogno di cambiare aria, di visitare nuovi posti, di sentirmi di nuovo viva, di liberarmi del passato. Mi sento come un uccellino in gabbia che, per liberarsi, sbatte sempre nella stessa parte della sua prigione per farsi male sempre nello stesso punto. Se l’uccellino non viene liberato ed è costretto a guardare sempre le pareti della sua gabbia, il punto dove ha sbattuto più volte gli ricorderà sempre il dolore che ha provato. Ho ormai preso la mia decisione quando smetto di piangere. Mi alzo di scatto dal letto e mi asciugo le lacrime. Seth si è addormentato sul mio letto. Apro l’armadio in fretta e furia, indosso un paio di jeans e una vecchia maglietta azzurra a maniche corte. Poi prendo uno zaino nero e inizio a buttarci dentro un po’ di cose.
<< Che cosa stai facendo? >> mi chiede Seth con voce impastata dopo un po’. Si alza e prende una maglietta nera da una sedia. E’ la sua, amo rubare i vestiti a mio fratello.
<< Al solito ti prendi i miei vestiti >> borbotta.
Grugnisco continuando a buttare cose dentro lo zaino.
<< Allora si può sapere cosa stai facendo? >> mi richiede, incrociando le braccia al petto e osservando ogni mio movimento dentro la stanza.
Mi fermo un attimo. Mi guardo intorno: sto in quella stanza da più di due mesi ma non la sento ancora come mia. Ci sono un letto, una scrivania, due sedie, un comodino e un armadio a due ante. Non ci sono foto, non ci sono ricordi. Solo qualche vestito sparso qua e là, niente che potrebbe far pensare che sia la mia stanza. Le pareti sono lisce, vuote, non ho ancora appeso nulla. Mi soffermo su mio fratello. E’ in piedi di fronte a me. Il mio fratellino: la persona più importante – insieme a mia madre- della mia misera esistenza. Mi mancherà. Eppure devo farlo, non posso continuare così. << Mi sto preparando. Ho deciso di partire, Seth >>.

   
 
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