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Autore: lovemusic    21/05/2013    4 recensioni
La vita di sakura può sembrare quella di una normale diciasettenne, ma la ragazza nasconde una personalità in continuo conflitto con se stessa e con la sua doppia vita.
Non sapeva che nella sua nuova abitazione avrebbe conosciuto persone che le avrebbero completamente stravolto la vita. In particolare una.
Ma la ragazza dai capelli rosa sarà disposta a lasciarsi il passato alle spalle e godersì come tutte le sue coetanee il presente? o sprofonderà sempre più nel buio?
prima fan fiction! pietà!
Genere: Dark, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akasuna no Sasori , Itachi, Sakura Haruno
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Capitolo 31

 

 

 

 

 

 

 

Erano scomparsi nel nulla, volatilizzati!

La scorsa notte non aveva chiuso occhio per tutto il tempo.

E il giorno seguente l’aveva passato a cercare Itachi e Konan per ogni angolo della scuola.

Niente.

Alla fine era solo riuscita a scoprire che Konan era partita per una questione familiare, nient’altro.

Di Itachi nulla.

Sasuke aveva detto solo di saperlo in giro per qualche commissione per il padre e che non sapeva quando sarebbe tornato.

Perfetto.

Stanca e depressa decise di tornare a casa e rinchiudersi in camera per un po.

Cosa poteva fare? Dopo quello che le aveva detto Sasori, non poteva rimanere ferma a non fare nulla.

Eppure in quel momento si sentiva così impotente.

Si impose di rilassarsi rigirandosi continuamente tra le lenzuola e di pensare ad altro.

Voltò lo sguardo verso la porta.

Ormai era tempo che non parlava più con sua madre.

Entrava a casa, scambiava uno sguardo fugace come segno di saluto e trascorreva il tempo rimanente in camera.

Poi a cena stavano tutti e tre lì, seduti sul quel grande tavolo, avvolti dal silenzio più totale.

E nemmeno Kira aveva più le forze, nemmeno lui sapeva cosa fare. Sakura credeva di capire il perché, infondo lo si poteva intuire.

Il suo forte senso di protezione verso Sawako era in lotta con la voglia di farle riunire.

E non sapeva più se essere arrabbiato con lei per le ferite inferte alla compagna o il voler guarire ancora il loro rapporto, avvicinarsi ancora a lei.

Tornò a guardare il soffitto con la fronte corrucciata e l’espressione perplessa.

Certo però, che sta volta poteva incolpare solo se stessa per tutto questo.

In fondo si era sempre ritenuta così forte, capace di superare ogni situazione, ogni problema.

E invece, con tutto quello che le era successo, non aveva fatto altro che farsi trascinare nel buio e causare problemi a tutti quelli che aveva in torno.

A far soffrire tutti quelli che la circondavano, amici, ragazzi.

Che disastro.

Si alzò di scatto e andò a posizionarsi davanti lo specchio.

Quella non era lei.

Quella non era la vera Sakura, sì di questo ormai ne era sicura.

E infondo era questo il suo vero problema.

Capire chi è veramente.

La Sakura di Tokyo, o la motociclista coraggiosa?

Posò il palmo della mano sulla sua immagine riflessa e strinse l’altra in un  pugno stretto.

Non poteva continuare così per sempre, condurre quella doppia vita per l’eternità.

Era arrivato il momento di scegliere.

Il momento di prendere una decisione,la decisione finale.

Scese le scale con una calma quasi innaturale e entrò in cucina con passi decisi.

Vide la madre che apparecchiava e Kira sedersi sul suo solito posto.

I due accortesi della sua presenza rimasero per qualche attimo in silenzio a guardarla e quando lei con indifferenza andò a sedersi tornarono alle loro mansioni.

Cenarono nel solito silenzio forzato mentre il suono continuo delle posate si disperdeva nell’aria.

Gli occhi verdi di Sakura andarono a posarsi per un momento sulla madre che taciturna e con lo sguardo basso mangiava svogliata il suo pasto, per poi spostarsi sulla figura di Kira.

Rimase per qualche attimo imbambolata a fissarlo perplessa.

Da quando il suo volto aveva assunto quell’espressione così malinconica?

Era tutta colpa sua allora?

Poi in un attimo le ritornò in mente il discorso di Yahiko.

Effettivamente in quel periodo doveva essere avvolto da mille preoccupazioni, se quello che il ragazzo le aveva riferito era vero.

E dire che cercava sempre di mostrarsi sereno e non scaricare mai sugli altri le sue ansie.

Si chiese per quale motivo non fosse mai riuscita in quei tre anni ormai ad accettarlo.

Sapeva dall’inizio di sbagliare a considerarlo come Hiroshi, ad odiarlo per quello.

Eppure ogni volta che lui aveva tentato di avvicinarsi e farle capire che voleva diventassero una famiglia, non aveva fatto altro che allargare le distanze, e trattarlo male.

Cominciò a chiedersi se il vero problema non fossero state le brutte esperienze quanto altro.

E mentre addentava lentamente un po’ di riso ripensò a suo padre.

Sapeva che era quello il vero motivo.

Non aveva mai voluto accettare di sostituirlo, con nessuno.

Probabilmente questo Kira l’aveva capito fin dall’inizio, eppure non riusciva a comportarsi diversamente.

Strinse con forza la mano sotto il tavolo e si lasciò andare a un profondo sospiro.

- Sta sera devo uscire- esclamò d’un tratto.

I due la guardarono sorpresi per qualche attimo.

- Dove vai?- chiese con perplessità Kira.

- A trovare mio padre-

Lo sguardo di Sawako si fece più cupo e girò il capo dall’altra parte sena proferir parola.

Kira sorrise e posò la posata sul piatto.

- Va bene, vuoi che ti accompagno in macchina?-

Lei rimase per qualche attimo in silenzio a pensare, poi tornò a guardarlo.

- No, mi farò dare un passaggio da Yuki e poi rimarrò a dormire da lei-

- Oh..d’accordo. Stai attenta allora e qualsiasi cosa chiamaci d’accordo?-

- Ok- e con passi veloci uscì dalla cucina senza più guardarli.

Cominciò a salire le scale di tutta fretta quando si sentì afferrare con delicatezza per un braccio.

Spostò gli occhi ripetutamente dal braccio al viso di Kira.

- Volevo parlarti un attimo -

- Di cosa?-

Lui mollò la presa e fece un profondo sospiro.

- Ho saputo di quello che vi siete dette l’altro giorno, tua madre me l’ha raccontato..-

E prima ancora di lasciarlo finire, come una stupida, andò sulla difensiva.

- E allora?tu che c’entri?- fece scontrosa.

Allora lui assunse quell’espressione seria che spesso assumeva e puntò i suoi occhi scuri e decisi su quelli verdi di lei.

- Niente..ovviamente. il vostro rapporto rimane vostro, ma non voglio che ti dimentichi che noi siamo una famiglia e sono venuto qui solo per parlarti-

Lei attese in silenzio quella che era sicura sarebbe stata una predica.

-  E volevo solo dirti che..tu sei libera di scegliere quello che vuoi e se quella è la tua scelta, allora la rispetteremo-

Sakura allargò gli occhi sorpresa.

- Ma come ho già detto, questa è la tua famiglia e che lo sarà per sempre. So che magari non è come tu la vorresti, so che non potrò mai prendere il posto di tuo padre e non lo pretendo di certo- e a quelle parole la rosa sussultò sconvolta- però devi capire che noi ci saremo sempre. E se tu hai un problema, un qualsiasi problema, potrai sempre contare su di noi, va bene?-

Distolse lo sguardo mentre il battito cardiaco accelerava drasticamente.

- Ok..- sussurrò spaesata.

Salì le scale di tutta fretta senza più voltarsi, gli occhi che senza controllo si inumidivano sempre di più.

Una volta pronta prese il telefono, inviò il messaggio e uscì di casa.

 

 

 

 

- Ah ma senti senti!! E’ così che si fa allora? Non solo scompari per settimane intere senza farti sentire, oltretutto mi tocca anche farti da complice!-

- Yuki lo so, sono imperdonabile e non ho scuse, ma ti prego puoi farlo per me? Quando avrò finito ti spiegherò tutto ok?-

- Come minimo direi!! Ahhh..e va bene…ti coprirò e se chiamano i tuoi dirò che stai da me, ok? Tu però vedi di non fare niente di pericoloso come tuo solito!-

Sakura sorrise sollevata.

- Grazie mille Yuki!! Ti devo un favore!!-  e chiuse la telefonata.

Per fortuna la prima amica conosciuta a Tokyo aveva sempre mantenuto il suo segreto.

Si ricordava ancora di come sfortunatamente l’avesse pescata al telefono mentre parlava di una gara con Suigetsu e di quanto tempo avesse impiegato per convincerla a mantenere il silenzio.

Per lo meno, nonostante non avessero la possibilità di vedersi molto, aveva ancora un’amica.

Rimase per un attimo immobile di fronte alla porta bianca prima di prendere coraggio e poggiare la mano sulla maniglia.

Richiuse la porta dietro le spalle e pose lo sguardo di fronte a se.

- Ciao papà..-

L’uomo stava sdraiato e immobile come sempre, coperto dal leggero lenzuolo bianco e il viso addormentato.

Si sedette accanto e strinse quella mano grande tra le sue.

- Sai papà..ultimamente credo di aver combinato un sacco di disastri..la mia vita è un disastro..e adesso sinceramente non ho la più pallida idea di che cosa fare..- poggiò la testa sul morbido materasso e si lasciò andare ad un profondo sospiro.

- Ti prego papà svegliati, ho tanto bisogno di te. Ho bisogno che tu mi dica cosa fare, chi essere..ti prego..-

Alzò di nuovo il capo mentre una piccola lacrima solcava la guancia della rosa.

- Non ti sveglierai mai più..vero?-

E strinse la sua mano con tutte le forze mentre un nuovo peso andava ad appesantirle il cuore.

Perché si era ostinata per tutto quel tempo? Perché si era sempre rifiutata di crederci?

Aveva l’impressione che solo in quel momento si fosse davvero resa conto della realtà, della verità.

Lui non si sarebbe più risvegliato.

Mai più.

Sorrise malinconica.

- Sta volta però ho deciso di farmi coraggio e risolvere tutti i miei problemi da me. Non so come farò, ma troverò un modo, vedrai-

E infine si lasciò andare rimanendo in silenzio con le mani strette attorno alla sua in silenzio.

Restò così per un tempo che le sembrò infinito fino a quando non si accorse di dover andare prima di far tardi all’appuntamento.

Salutò suo padre e uscì dalla camera e si diresse verso la sua meta, finalmente, un po’ più sollevata.

 

 

 

 

 

- Sei arrivata finalmente! Si può sapere cosa c’era di così urgente da farmi venire fino a qui? Non potevi dirmelo al telefono?- fece  con tono irritato.

- Scusami Suigetsu ma sapevo che poi mi avresti solo asfissiata di domande e basta, ti conosco..-

- Hey!- fece lui contrariato e con le braccia incrociate strette al petto.

- Volevo dirti che prendo la mia moto per sta sera, devo andare da una parte e mi serve la chiave del garage dove la tieni-

Lui la guardò sbalordito.

- Cosa? E perché ti serve la moto? Non rischi di farti scoprire così?- chiese perplesso.       

- Il posto dove devo andare si può raggiungere solo in macchina, non posso prendere mezzi pubblici-

- Ah..vuoi che ti accompagni io allora?-

- No. Questa è una cosa che devo fare da sola-

Lui la guardò per qualche minuto in silenzio.

- Sakura..che hai in mente di fare? È qualcosa di pericoloso, vero?-

Lei spostò lo sguardo da un'altra parte.

- Sakura..-

Tornò a guardarlo decisa.

- Suigetsu, ti prego. È una cosa davvero importante per me e sono in ritardo. Non posso spiegarti molto, ma ti prometto che starò attenta, ok?-

Lui continuò a guardarla con espressione indecisa.

- Sei sicura che non vuoi che venga?-

- Suigetsu, ti prego-

Il ragazzo sospirò frustrato e aprì la cerniera del taschino destro della giacca, tirandone fuori un mazzo di chiavi.

- Tieni- fece scontroso e guardando da un'altra parte.

Sakura sorrise sollevata e prese le chiavi dalla sua mano.

Lui d’improvviso l’abbracciò stretta a se e affondò il viso nei suoi capelli.

- Sakura- sussurrò preoccupato – Stai attenta-

 

 

 

Agganciò il casco e guardò l’ora sull’orologio che aveva al polso.

Le ventidue e trenta.

Era in ritardo.

Doveva sbrigarsi, non poteva perdere altro tempo.

Partì a tutta velocità come se stesse gareggiando e superò tutte le altre macchine passando tra di loro come fossero districati alberi di una foresta.

Continuò ad aumentare, stando attenta a rispettare le indicazioni stradali e non perdersi.

Diverse macchine suonavano ripetutamente il clacson inveendole contro ma li ignorò allontanandosi sempre più velocemente da essi.

Almeno quelle gare le erano servite a qualcosa.

Arrivata ad un bivio girò a destra e si ritrovò su una piccola stradina deserta e non illuminata.

Rallentò la velocità sempre più gradualmente.

Ormai era vicina, non poteva farsi sentire.

Cercò di guardarsi intorno nonostante la scarsa illuminazione a causa dei vari lampioni rotti fino a quando non individuò quello che sembrava essere un grande edificio ormai abbandonato e in condizioni rovinate.

Non appena si accorse di due piccoli fari illuminati ai piedi dell’edificio spense quelli della moto  insieme al motore.

Il cuore cominciò a batterle all’impazzata.

Prima di farsi prendere dal panico cercò con lo sguardo il posto più vicino dove nascondere la moto e la trascinò a piedi una volta trovata.

Una volta essersi accertata di non essere seguita cercò di avvicinarsi per poter osservare meglio la situazione.

Un rivolo di sudore le attraversò la tempia mentre si addentrava tra gli alberi e tentava di guardare chi ci fosse dall’altra parte.

Guardò l’ora.

Le ventitré e un quarto.

Possibile che fossero già arrivati?

E lei che voleva arrivare prima degli altri per poter avvisare in tempo Itachi e portarlo con se.

In quel modo anche fossero stati scoperti non avrebbero potuto seguirli in macchina.

Per lei seminarli sarebbe stato un gioco da ragazzi.

Una volta più vicina si nascose dietro un albero e cercò di osservare meglio.

Si affacciò per guardare.

Una macchina. Nient’altro.

Nessuna persona in vista, nessun suono, solo il silenzio totale e la luce dei fari accesi dell’auto.

Ingoiò a vuoto e si portò una mano al petto nel tentativo di calmarsi.

Non aveva nemmeno portato un arma con se, possibile che fosse così stupida?

Avrebbe potuto chiederlo a Suigetsu, perché non l’aveva fatto?

Dopotutto  non era la prima volta che si ritrovava in situazioni del genere.

Fece per tornare a nascondersi quando sentì una mano tapparle la bocca, un'altra afferrarla per il collo e sbatterla contro il tronco.

- Chi sei?-

Sakura chiuse gli occhi terrorizzata da quella voce così spaventosamente minacciosa.

Sta volta era la fine, lo sapeva.

Sasori l’aveva avvertita, ma non aveva voluto ascoltare.

E ora si trovava tra le mani di un assassino.

Sentì il fiato dell’altra persona sul viso e tremò spaventata.

Successe tutto in un secondo.

La mano dal collo si spostò alla testa abbassandole il cappuccio della felpa.

Subito dopo sentì la presenza allontanarsi.

- Sakura..?-

Fece la voce sta volta con tono completamente diverso.

Sakura sussultò sorpresa nello riconoscere quel timbro e aprì gli occhi.

Itachi la guardava come se avesse appena visto un fantasma.

Sakura non sapeva se fare i salti di gioia per essere ancora viva e non sgozzata da qualche sconosciuto o cercare di ritornare alla realtà.

Si portò una mano al petto e ricominciò a respirare.

- Dio, meno male che sei tu. Per un attimo ho temuto il peggio- sussurrò senza accorgersi e Itachi la guardò ancora più stralunato.

- Sakura…che cosa ci fai tu qui?- chiese lentamente e scandendo al meglio le parole, come per assicurarsi di essere compreso.

In quel momento la ragazza sembrò ritornare alla realtà e posò i suoi occhi su quelli sbalorditi di lui.

- Sono venuta a prenderti. Non puoi rimanere qui un secondo di più, dobbiamo andarcene-

- Cosa?- chiese lui sempre più confuso.

- Aspetta, sei in missione anche tu? Come hai fatto a sapere che ero qui?-

Lei inspirò profondamente tentando di mantenere la calma.

Non potevano perdere altro tempo, dovevano scappare prima che venissero scoperti.

- Sakura rispondimi!- sbottò lui irritato alzando inconsapevolmente il tono della voce.

In un attimo lei lo afferrò per il braccio invertendo le posizioni e sbattendolo contro lo stesso tronco e avvicinandosi a lui fino a far aderire i loro corpi.

Ignorò le sensazioni che quel contatto le provocava e posò un dito sulle labbra di lui.

- Abbassa la voce! Vuoi per caso farci scoprire?-

Lui la guardò con espressione contrariata ma rimase in silenzio.

Sakura si guardò intorno per assicurarsi che fossero soli.

- Siamo soli, non sono ancora arrivati- sussurrò freddo lui.

Allora lei tornò a guardarlo più tranquilla.

- Non sono in missione, ho saputo di quest’incontro da Sasori-

A quel nome vide l’espressione di Itachi farsi ancora più irritata.

- Mi ha detto che questa è una trappola. Itachi, so tutto, Yahiko mi ha detto del vero motivo per cui sei entrato nell’organizzazione, e ora il capo di questa lo sa, e ha organizzato quest’incontro per eliminarti-

Lui la guardò sorpreso senza riuscire a dire niente.

Si guardò intorno spaesato.

- Quell’idiota di Yahiko..- imprecò sottovoce.

- Itachi!- lo chiamò lei irritata prendendolo per il mento con una mano e avvicinandoselo al se.

- Non è il momento di pensare a queste cose ora, persino io so che questi compiti non vengono dati ai nuovi arrivati, che c’è qualcosa che non quadra. Dobbiamo scappare, subito!-

- Lo so che è una trappola, ci sono arrivato anch’io a questo-

Sakura rimase bloccata.

Cosa?

Lui tornò a guardarla con lo stesso sguardo freddo che aveva assunto ormai negli ultimi tempi.

Un sguardo vuoto e privo di sentimenti.

- Mi sono preparato a tal proposito, e sta sera arriverò alla conclusione della mia ricerca. Sta volta sono sicuro che verrà anche il capo dell’Akatsuki, un fanatico del genere vorrà essere presente per far valere la sua posizione e darmi la lezione che mi merito- continuò serio.

Sakura lo guardò spaesata.

- Ma ti rendi conto di quello che dici?come puoi pensare di cavartela con tanti uomini armati contro di te? Sei diventato matto?-

Lui spostò lo sguardo da un'altra parte.

- La cosa non ti riguarda, troverò un modo da me-

Lei lo guardò sbalordita senza riuscire a dire nulla per un po’.

Infine abbassò lo sguardo a terra stringendo le mani a pugno con forza.

- Ora ho capito-

Lui tornò a guardarla perplesso.

- Ora ho capito cosa significava quel addio dell’ultima volta, il perché fossi così..- alzò gli occhi su di lui furiosa.

- Sei solo un codardo!-

Itachi sussultò sorpreso a quella reazione.

- Cosa?-

- Hai sentito bene, sei solo un codardo! Si può sapere cosa ci fai qui, ti è improvvisamente venuta voglia di suicidarti? E tutti i tuoi sogni di diventare medico, di essere una persona diversa da tuo padre? Oh ma certo, dato che non hai avuto coraggio di ribellarti a tuo padre hai semplicemente scelto di abbandonarti a questo destino e scamparla con questa assurda missione? Quale sarebbe la tua soluzione? Farti ammazzare così non dovrai fare nessuna scelta sulla tua vita?- sputò sprezzante.

Itachi rimase per un attimo spiazzato prima di ritornare ad assumere la solita facciata gelida.

- Anche se fosse, tutto questo non ti riguarda. E tu invece’ perché sei venuta qui? Se ti do così fastidio cosa ci sei venuta a fare? a questo punto tanto valeva che te ne rimanessi da quello- rispose freddo.

Sakura sentì il sangue risalirle fino alla testa.

Cominciò a colpire il suo petto ripetutamente mentre piccole lacrime calde si facevano strada tra le guance gelate dalla’aria fredda di quella notte.

- Mi stai davvero chiedendo il perché? Ma sei stupido?! Dio come ti odio!- fece sempre più arrabbiata quando il ragazzo l’afferrò per il polso e ribaltò nuovamente le posizioni facendo aderire la schiena di lei al tronco.

 - Smettila di urlare o ci sentiranno!- fece sbalordito e confuso dalla situazione.

Sakura smise di dimenarsi e si abbandonò sul suo petto sfinita.

Era così stanca.

- Perché continui a farmi questo effetto anche dopo tutto questo? Perché il mio cuore continua a battere così forte quando ti sto vicino, dopo tutte le volte che ti sei preso gioco di me?-

Sentì il corpo di lui irrigidirsi.

- Davvero non ci arrivi a capire perché sono qui? Non è forse evidente che non riesco a smettere di pensare a te? E io che mi ero ripromessa di dimenticare te e tutti quei momenti che abbiamo passato quando ho saputo di Konan, ed ero davvero decisa a dimenticarti, a non pensarti più. Poi tu arrivi, mi baci, giochi con i miei sentimenti e pretendi poi che io rimanga impassibile e continui per la mia strada come se niente fosse successo. E ora ti aspetti anche che io rimanga in disparte mentre decidi di farti ammazzare? Come fai ad essere così egoista?- sussurrò tra le lacrime, il viso affondato sul suo petto.

Rimasero qualche attimo in silenzio.

- Io..non ho mai voluto prendermi gioco di te, scusami-

Continuarono a stare fermi nella stessa posizione.

- E’ vero, ho dei sogni molto diversi da quello che mio padre vorrebbe per me e tu Sakura, fai parte di quel sogno. Quando immaginavo un futuro diverso, dove potevo fare quello che veramente volevo, in quei pensieri tu apparivi sempre accanto a me. Eri sempre lì, costante, non volevi mai andar via. Anche questa parte del sogno però è ben lontana da quella che mio padre ha scelto per me, così mi sono imposto di allontanarmi da te per non pensarci più, per non pensarti più. Ma non sono riuscito a controllarmi e ho finito con il ferirti. Quando ti avvicinavi alla fine, tutte le mie certezze crollavano, come ogni volta che mi parlavi, come adesso-

Sakura alzò il capo sorpresa e puntò i suoi occhi umidi su quelli tristi di lui.

- Perdonami, Sakura -

Non lo fece finire di parlare. Azzerò la distanza tra i loro corpi e lo abbracciò stretto a se.

Il ragazzo rimase per un attimo fermo, poi avvolse le braccia attorno al suo esile corpo e la strinse forte a se.

Sakura avrebbe voluto rimanere così per sempre.

E se da un momento all’altro si svegliasse e scoprisse che era stato solo un sogno? Era tutto troppo perfetto per essere vero. Lui voleva lei, da sempre, come lei, come aveva sempre cercato di negarsi ed ora era tutto fin troppo intenso per crederci.

Voleva solo rimanere lì e stare tra le sue braccia per l’eternità.

Il rumore di un motore risuonò nell’aria e in un attimo i due si staccarono guardandosi intorno preoccupati.

Itachi la strinse ancora di più a se e cercò di sporgersi un po per controllare la situazione.

Due macchine si erano fermate accanto la sua.

Vide scendere tre uomini da ciascuna di essa.

Troppi, molti più di quanti ne avesse calcolati.

Imprecò a bassa voce quando notò la pistola sulla cintura di uno di essi.

- Itachi, sono troppi, dobbiamo andare via!- sussurrò Sakura preoccupata.

- Lo so, ma devo almeno vederlo, sono sicuro che si trova dentro una delle macchine, ne sono certo.-

Sakura lo guardò sempre più in ansia senza sapere cosa dire.

Sarebbe riuscita a convincerlo a lasciar perdere? Pensò a una soluzione possibile.

Il cuore nel frattempo batteva all’impazzata.

Itachi vide alcuni di loro parlarsi con aria irritata e aprire gli sportelli della sua macchina nel tentativo di trovarlo.

Non era rimasto più molto tempo prima che venissero a cercarli.

Poi notò uno di loro avvicinarsi allo sportello posteriore della seconda auto e sussurrare qualcosa a qualcuno all’interno di essa.

- Sta per uscire- sussurrò Sakura che con la coda dell’occhio tentava di intravedere qualcosa.

- Shhh- la ammonì lui, in ansia.

Sentì la ragazza muoversi come se stesse cercando qualcosa ma rimase concentrato sulla figura che stava uscendo dall’auto.

Il suo corpo divenne di marmo quando finalmente lo vide.

Poi sentì un leggero clik sotto di se e vide che la ragazza aveva appena scattato una foto con il telefono.

- Ma cosa..-

- Non abbiamo più tempo, andiamo!-

E quando rialzò lo sguardo vide alcuni uomini dirigersi verso la loro direzione.

Senza più pensare Sakura lo afferrò per il polso e lo trascinò dalla parte opposta.

Corsero più veloce che poterono senza più preoccuparsi di non fare rumore, dai colpi di sparo giudicarono di essere stati ormai scoperti.

- Dove stiamo andando??la mia macchina sta dall’altra parte!-

- Non preoccuparti, ho una soluzione, fidati di me!-

Itachi la guardò perplesso mentre correvano senza sosta verso l’uscita.

Guardò indeciso la sua figura, i lunghi capelli rosa ondeggiare con i suoi passi e la sua espressione rossa dalla fatica, infine decise di non dire nulla e continuò a seguirla.

Anche volendo non avrebbe potuto fare altrimenti, il suo cuore ormai si fidava ciecamente di lei.

Sakura si fermò di botto, facendo scontrare i loro corpi.

- Siamo arrivati!-

E la vide mentre tirava fuori una moto verde acceso e gli tirava tra le mani un casco.

- Sbrigati, non abbiamo tempo da perdere!- affermò agitata mentre si infilava il suo di casco.

Rimase per qualche attimo perplesso, poi all’ennesimo rumore di sparo decise di tornare alla realtà e si infilò il casco per poi sedersi dietro la rosa che in un attimo partì e uscì dalla stradina fino a tornare sulla via principale.

- Reggiti forte!-

 

 

 

 

 

 

 

 Ooook lo so, sono imperdonabile e mostruosamente in ritardo!!!

Ma vi prego abbiate un po di comprensione, sono in pieno periodo d'esami!!! E in più vivere da sola non è facile come pensavo ne così spensierata come esperienza, almeno ora come oraxD quindi non ho mai tempo per nulla, perdonatemi!!

Questo capitolo lo avevo già scritto da un bel po e avevo deciso che sarebbe stato l'ultimo ma dato che ho finito col scrivere parecchio e che non ho ancora raggiunto la fine, il prossimo capitolo dovrà essere l'ultimo (l'ho diviso in due parti, diciamo)

Mi scuso se l'avete trovato magari..chessò..banale?? Lo sò, rileggendolo non facevo altro che trovare difetti e punti da criticare e credo davvero che sia un po troppo banale e scritto con le zampe di gallina ma davvero non ho forze metali per riscrivere tutto da capo e figuriamoci per l'ispirazione.

Spero che non l'abbiate trovato illeggibile e che abbiate un po di tempo per darmi un vostro piccolo parere su come lo avete trovato ecc, anche piccolo piccolo piccolo mi va benissimo!! :P

Accetto anche insulti, anzi sono quasi più preparata a quelli!!

Spero di aggiornare al più presto anche se non posso promettervi nulla e vi mando un bacione enorme!!

Ringrazio per le recensioni del capitolo scorso e anche se non ho potuto recensire ci tengo a ringraziarvi di tutto cuore e dirvi che come al solito mi hanno fatto molto piacere e come sempre siete in grado tutte di ridarmi sicurezza e farmi andare avanti anche quando ho meno ispirazione, grazie mille, davvero!

Alla prossima,

lovemusic

 

 

 

 

 

  
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