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Autore: ISI    07/12/2007    7 recensioni
"-Dovresti prenderti qualche giorno di riposo, Nick...- gli disse -sei così stressato che ti tremano le mani... non dovrei dirtelo, anche perché Grissom mi ha detto di non farlo, però siamo tutti un po’ preoccupati per te... anche quando indaghi sembri essere in coma...- Nick lo guardò stupito e si chiese come si possa prestare attenzione ad un cadavere quando lavori con una delizia del genere."
Questa fanfiction è una yaoi tra Nick e Greg, i miei personaggi preferiti di CSI... non ho mai scritto su loro due, quindi siate clementi e... buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Greg Sanders, Nick Stokes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NickXGreg

NickXGreg

 

Per LadyFedora: Sei un’assassina!!! Non smetterò più di ripetertelo, quindi abituatici...comunque sono felice che il capitolo precedenti ti sia piaciuto. Ti ringrazio per i complimenti e mi raccomando...lascia un commentino...Ciao!

Per MewAlexis: Nick si è calmato, si, ma ora sta a Greg agire...ce la farà? Ti ringrazio per i complimenti e per il sostegno! Spero che questo capitolo possa piacerti! Lascia un commentino...Ciao!

Per Bimba358: Ciao! Ecco il quarto capitolo, spero che sia di tuo gradimento...mi raccomando fammi sapere che ne pensi...ti saluto e grazie ancora per i complimenti...Ciao!

Signori, siamo giunti al capolinea, questo è l’ultimo capitolo! Evviva direte voi, bè sappiate che sta esultando anche la sottoscritta...ma ora vi lascio al capitolo...Buona lettura!

 

Capitolo IV

Try...

 

-Che ne sai tu dei miei gusti?- la domanda di Greg continuava a risuonargli nella testa confondendolo -Dammi del tempo per rifletterci, Nick...- gli aveva detto poi, prima di andarsene.

Non riusciva a calmarsi, in alcun modo. Era agitato per quello che Greg gli aveva detto e quella notte, come tutte le altre dopo quella sera rivelatrice, non era riuscito a chiudere occhio, nonostante ciò non si sentiva per niente stanco, anzi, era come se nel suo corpo ci fosse stato un sovraccarico di energie, qualcosa dentro di lui che s’agitava come un dannato.

Warrick distolse lo sguardo da un campione di tessuto sintetico trovato sulla scena che era stata affidata loro e si fermò un attimo a fissarlo, perplesso.

-Si può sapere che hai da guardare?- Gli chiese improvvisamente Nick, volgendosi verso il collega.

-Bè...fino a due giorni fa sembravi in perenne stato di catalessi, ora invece hai l’argento vivo addosso. Non capisco cosa ti stia succedendo...non lo capisco proprio...- disse e l’altro sorrise.

Anche se glielo avrebbe detto, dubitava che Warrick avrebbe mai potuto crederci.

Intanto Greg e Grissom se ne stavano in piedi l’uno accanto all’altro, bene attenti ad osservare il dottor Robins che apriva il busto di un cadavere di un quarantacinquenne, ritrovato in un cassonetto. Gli altri pezzi, ovvero i quattro arti e la testa, erano stati ritrovati in altrettanti cassonetti, poco distanti da quello che aveva ospitato il pezzo principale.

-Ci vorrà ancora un po’ per determinare la vera causa del decesso...molto probabilmente e lo spero per lui, doveva già essere morto quando l’hanno...come dire...macellato...le prove che ho trovato sul cadavere le ho messe lì...- disse indicandogli le bustine di carta che contenevano la soluzione del caso, poi aggiunse -Se scopro qualcos’altro vi chiamo...- e li vide uscire dall’obitorio, diretti verso i laboratori. Durante il breve tragitto, Greg, che fino ad ora aveva pensato solo a Nick e a quella dannata risposta che comunque gli doveva, si accorse she il suo capo, oggi, era stranamente taciturno, non che Grissom fosse logorroico, ma a stento, quella mattina, gli aveva dato il buongiorno...Gli pareva stanco, aveva un’espressione strana, che non credeva di avergli mai visto in volto, sembrava quasi demoralizzato.

Entrano nel laboratorio e appoggiate le bustine sul tavolo cominciarono ad aprirle una ad una, ad analizzarne il contenuto e a catalogarle pazientemente. Greg si disse che forse aveva visto male. Magari Grissom non era giù di morale, ma aveva solo un po’ di sonno, dato che la notte prima aveva fatto le ore piccole davanti al computer. Stava per confermare questa ipotesi, quando Grissom si lasciò scappare un sospiro rassegnato. Greg alzò lo sguardo dalla scheggia di vetro sporca di sangue che aveva in mano e lo fisso per qualche secondo, per poi parlare.

-Grissom?- lo chiamò.

-Sì, Greg?- fece volgendosi verso di lui.

-Ti senti bene?- chiese in modo diretto, senza troppi preamboli all’altro, che rimase alquanto sorpreso da quella domanda.

-Certo...- rispose infine riportando la propria attenzione sulle prove.

-Bugia!- esclamò Greg con quel suo fare un po’ invadente da ragazzino e Grissom sospirò per la seconda volta. Forse parlandone si sarebbe sentito meglio...

-Si tratta di Sara...- ammise quindi in preda allo sconforto.

-Ci avrei scommesso!- commentò il ragazzo alzando gli occhi al cielo e l’uomo continuò.

-Lei ha messo in gioco tutto di se stessa, ed io invece? Cosa ho fatto io per lei? Io ho avuto paura e ho fatto finta di niente, ho fitta di non vederla, l’ho ignorata, l’ho fatta soffrire. Credevo che la sua fosse solo un’infatuazione, credevo che ben presto si sarebbe dimenticata di me...- s’interruppe un secondo e si lasciò sfuggire un altro sospiro.

-Ma non è stato così...- continuò Greg per lui e Gill annuì. Nella stanza calò uno strano silenzio, il ragazzo non sapeva più che dire, dato che lui, incasinato com’era, si poteva considerare proprio l’ultimo adatto a dar consigli.

-Ma una cosa l’ho imparata!- esordì d’un tratto Grissom -Sì, Greg, non si può rimanere con le idee confuse per sempre! Bisogna trovare il coraggio di prendere una posizione. Non possiamo lasciare che l’indecisione e la paura governino la nostra vita! Serve coraggio!- proprio mentre il discorso del capo raggiungeva il massimo dello spannung il suo cercapersone cominciò a suonare, per avvertirlo che il dottor Robins lo stava cercando.

-Io vado dal dotto Robins, tu, intanto, continua con questa roba...- disse dopo essere rinsanito e aver ripreso il controllo. Il ragazzo annuì e l’uomo uscì dalla stanza, mischiandosi agli altri camici bianchi da laboratorio che affollavano quel corridoio.

Greg ripensò alle parole che Grissom gli aveva detto un attimo prima.

“Serve coraggio!”

Prese il cellulare dalla tasca, lo aprì e fissò indeciso il display.

“Serve coraggio!”

Con esitazione pigiò il tasto che raffigurava una letterina.

“Serve coraggio!”

Il suo indice corse veloce sui vari tasti del cellulare

Si rivoleva davvero un bel coraggio a fare una cosa del genere.

Il cellulare di Nick vibrò.

L’uomo lo prese e controllò di chi fosse l’sms.

C’era scritto: From Greggo.

Il cuore di Nick perse un battito.

“TRY.”

 

Fine.

 

Evviva!!! Signore ti ringrazio!!! Non credevo che ce l’avrei mai fatta...mi era venuta una specie di paralisi creativa per quanto questa ff e questo è il meglio che sono riuscita a fare...lo so che non è un granché, diciamo pure che è una schifezza, ma pur sforzandomi non sono riuscita a fare meglio di così...certo, però, che sono una gran bastarda a lasciare le cose in sospeso...eh eh eh...lasciate un commentino...Ciao! Isi.

  
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