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Autore: warblerslushie    22/05/2013    4 recensioni
Kurt e Blaine sono sposati da diversi anni e Blaine sente il desiderio di creare una famiglia insieme, dal momento che stanno diventando adulti.
Tuttavia, tra le rispettive attività lavorative ed il fatto che Kurt non si sente ancora pronto per crescere dei bambini, le cose all'interno della famiglia Anderson-Hummel hanno subito un brusco rallentamento.
Ma cosa accadrà quando la coppia riceverà un'inaspettata notizia?
Tratto dalla storia:
"«N-non posso tornare con lui, Coop» gemette Blaine, arricciando la mano intorno al polso di Cooper «Non posso»
«Non devi farlo»
«I-io lo amo così tanto... ma lui n-non mi ama più»
«Blaine – »
«Perché n-non mi ama?»
Blaine pianse, tirando Cooper più vicino a sé, e con la mano buona strinse suo fratello in un serrato abbraccio, singhiozzando contro il colletto della sua camicia."
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
Capitoli:
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Fandom: Glee

Autore: warblerslushie – potete trovare il terzo capitolo in lingua proprio QUI

Titolo: When We’re Older

Pairing: Blaine Anderson/Kurt Hummel

Genere: Drama; Hurt; Comfort

Rating: T

Avvertimenti: MPREG

Note dell’autrice: ora abbiamo sentito un po’ della versione dei fatti Kurt, ma c’è ancora tanto da raccontare a riguardo! Lasciate una recensione, per favore, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate! Grazie a chi ha recensito i precedenti capitoli.

Disclaimer: non sono RIB quindi non possiedo né Glee né nessuno dei suoi personaggi. Se altrimenti, sarei ricca e probabilmente non scriverei fanfictions! Inoltre, il gene Reddin che menziono in questa storia è basato sul personaggio di Reddin del film Junior del 1994. Dovreste proprio vederlo se vi piace la tematica. È un buon film, lo prometto – su cui, per inciso, non ho nessun diritto.

Traduzione a cura di Killing Loneliness.

 

 

 

 

 

When We’re Older

 

 

 

Capitolo 3

 

La fredda pioggia autunnale investì Kurt mentre camminava per le trafficate strade di New York City.

Tutti gli altri passanti avevano un ombrello con cui proteggersi dall’acquazzone ma Kurt, quando aveva lasciato la propria abitazione, si era scordato delle previsioni metereologiche per quel pomeriggio ed ora si stava inzuppando.

Ad ogni modo, riusciva a malapena a trovare un motivo per cui dovesse importargliene qualcosa.

Era fuggito via nonostante lui e Blaine si fossero promessi l’un l’altro di non andarsene mai nel bel mezzo di un litigio – se mai si potesse etichettare qualsiasi dannata cosa fosse successa nell’appartamento come tale.

Meno di un’ora prima, Kurt era rientrato a casa ed aveva trovato qualche di test di gravidanza sparsi sul ripiano del bagno e, nell’istante in cui aveva notato quelle doppie linee e quei segni positivi sugli stick, era entrato nel panico.

E poi si era infuriato.

Si sentiva come se fosse stato ingannato.

Blaine aveva sempre saputo che l’idea di avere dei figli era fuori discussione in quel momento, Kurt aveva chiarito di non volere creare una famiglia fino a quando non sarebbero stati economicamente più stabili o avessero trovato un posto più grande in cui vivere.

Inoltre non era pronto per un bebè, non quando c’erano ancora così tante cose che aveva progettato di fare con Blaine.

Erano ancora giovani, entrambi poco più che trentenni, avevano un sacco di tempo per pensare ai bambini.

Eppure Blaine poteva essere gravido ed era come se tutti i piani di Kurt fossero stati gettati nello scarico.

Accigliandosi, Kurt si ritrovò schiacciato tra un paio di passanti che si erano staccati dal gruppo omogeneo di pedoni e si strinse nella giacca con più forza, tremando.

Se fosse stato più furbo e meno impulsivo avrebbe potuto prendere una giacca più pesante o un poncho o persino un dannato ombrello ma il suo cervello, in quel momento, era stato logorato dal pensiero di un bambino e se n’era completamente dimenticato.

Ora ne stava pagando le conseguenze.

“Questo non sta succedendo a me. Non adesso”

La sua mente era un vortice di pensieri.

Si riparò sotto il tendone da sole di una caffetteria e prese il cellulare, fissando lo schermo spento.

Blaine non lo aveva ancora chiamato e Kurt era piuttosto certo che suo marito non l’avrebbe fatto tanto presto, non visto il modo in cui si era comportato prima di lasciare la scena.

Con ogni probabilità, Blaine stava ancora piangendo tanto disperatamente da farsi uscire gli occhi dalle orbite e, anche se a Kurt faceva male pensarci – Dio, aveva sentito Blaine scoppiare in lacrime prima ancora di chiudere la porta –, non aveva alcuna intenzione di ritornare a casa.

Non fino a quando non si fosse calmato un po’.

Scrollando la propria fradicia figura, Kurt rimise nuovamente il telefonino in tasca ed entrò in caffetteria, dove ordinò il caffè più forte, nero e lungo che avevano.

Si infilò nel separé in angolo e lasciò cadere il capo tra le mani.

Un forte mal di testa stava sbocciando dietro ai suoi occhi chiusi e, appena ricordò l’espressione ferita di Blaine durante il loro litigio, si sentì nauseato dai suoi stessi sensi di colpa.

Blaine era sembrato spaventato all’idea che Kurt scoprisse della sua gravidanza, come se avesse pensato di nascondergli l’intera faccenda fino a quando non sarebbe stata troppo evidente da poter essere ignorata, cosa che di per sé lo fece stare malissimo e non perché desiderasse davvero un bambino in quel momento, ma perché Blaine aveva paura della sua opinione e di lui.

In quanto suo marito, Blaine non avrebbe mai dovuto temere ciò che Kurt pensava ma era ovvio che fosse così, e di questo Kurt si sentiva un po’ infastidito – per non dire indignato.

Amava Blaine con tutto il cuore e gli aveva liberamente restituito il proprio dopo che lui gliel’aveva brutalmente spezzato durante il suo primo anno a New York e, anche se aveva cercato di non pensare alla passata infedeltà di Blaine, a volte questa strisciava su Kurt come un mostro nel buio.

Ecco perché si vergognava ad ammettere che il primo pensiero che gli era passato per la mente fu che quel bambino non potesse essere suo: perché usavano sempre i preservativi e Blaine prendeva la pillola.

Ma Kurt sapeva che Blaine non lo avrebbe mai tradito di nuovo – e poi la contraccezione non era sempre efficace.

Aveva visto in prima persona quanto il tradimento e la conseguente rottura avevano distrutto emotivamente Blaine, eppure quella terribile idea gli era balenata in testa appena aveva trovato quella fila di test di gravidanza.

Ku si odiò per aver persino preso in considerazione quell’ipotesi.

Sospirando, fece scorrere le dita sullo schermo del cellulare e diede una scorsa ai messaggi tra lui e suo marito, soprattutto a quelli che si erano scambiati negli ultimi due giorni.

Gli sms di Blaine erano corti e dolci, visto che li inviava quando era sveglio e non mentre stava male come un cane, e rileggendo quei messaggini, Kurt non poté fare a meno di sorridere.

Amava Blaine così tanto...

Se solo fosse riuscito a desiderare veramente quel bambino, per quanto terribile suonasse...

 

****

 

«Seriamente, Kurt, dovresti essere grato che tu e Blaine non abbiate ancora dei bambini. La vita cambia quando ci sono dei pargoli di mezzo»

Kurt annuì mentre sorseggiava il proprio Martini, distogliendo per un secondo lo sguardo da Chase per guardare il suo bellissimo marito, che stava chiacchierando con Isabelle all’altro lato della sala da ballo.

Riportò la propria attenzione su Chase, accigliandosi quando si rese conto che non aveva ancora smesso di parlare.

«Voglio dire, quando io e Paul abbiamo parlato di avere dei figli nostri, avevo pensato che magari avremmo potuto aspettare giusto un po’ ma lui era determinato ad averne subito, e quando siamo riusciti ad avere un surrogato e a concepire, sapevo che lui era entusiasta... ma io ero terrorizzato. E quando Anastacia è nata, mio Dio, è stato come se il nostro mondo si fosse capovolto. Tipo, hai idea quanto costa crescere un bambino? Tutta la tua vita ruota intorno a lui... e, beh, io amo Stacia con tutto il mio cuore ma a volte vorrei solo che avessimo aspettato un po’, sai?»

«Mh» mugugnò Kurt, abbassando il proprio drink per succhiarsi il labbro inferiore.

Osservò Blaine per qualche altro secondo prima di tornare alla conversazione.

«Blaine vuole dei bambini, lo so. È un portatore e – »

«Blaine ha il gene Reddin?»

«Mh, l’abbiamo scoperto poco prima di sposarci. Siamo attenti quando si tratta di intimità e Blaine prende la pillola, però a volte fa qualche allusione sull’avere un bambino nonostante gli io abbia già detto che non sono ancora pronto per un passo del genere e che quindi dovremmo aspettare, ma lui sembra riluttante all’idea di posticipare la cosa»

«Dubito che Blaine possa fare niente che metta in pericolo il vostro matrimonio. Mi ricordo della situazione tra voi due e della vostra rottura quando tu eri appena stato assunto come stagista. È impossibile che possa incasinare di nuovo le cose»

«Oh, lo so, ma – » Kurt sorrise quando incontrò lo sguardo di Blaine, ricevendo uno smagliante sorriso di rimando «So che vuole dei bambini... e parecchi. Ogni volta che siamo in compagnia dei figli dei nostri amici, Blaine diventa tutto pimpante ed il suo sguardo si ravviva ed i bambini lo adorano. È strano. So che sarà un padre fantastico... ma più avanti, capisci? Io non sono pronto»

«Ti capisco» disse Chase, facendo tintinnare il proprio bicchiere contro quello di Kurt «Al potere dell’attesa!»

 

****

 

Kurt bevve ciò che rimaneva della sua terza tazza di caffè, ben due ore dopo essere arrivato alla caffetteria.

Dovevano essere passate tre, forse quattro ore da quando era uscito di casa e non aveva ancora sentito niente da parte di Blaine – nemmeno un messaggio del tipo “Stai bene?” o che altro.

“Deve essere incazzato con me” si disse Kurt mentre buttava il bicchiere di carta ed usciva dal locale.

La pioggia aveva da tempo smesso di cadere ma le strade erano ancora bagnate e scivolose; una fredda foschia era calata sulla città e Kurt incrociò le braccia all’altezza del petto mentre si sbrigava a tornare al palazzo in cui viveva.

La gente si affrettava e si agitava sulla propria strada di casa, e le luci della città lampeggiavano vivaci intorno a lui, come se la vita notturna si fosse appena concretizzata.

Girò intorno ad un gruppo di persone che si erano fermate a scattare qualche fotografia e sveltì il passo, praticamente correndo verso l’appartamento.

Gli ci volle un po’ ma aveva finalmente raggiunto la sua destinazione e, dopo diversi tentativi spesi a provare ad aprire quella dannata serratura, spalancò la porta ed entrò...

In una casa avvolta in un silenzio di tomba.

 «Blaine?»

 

****

 

«Blainey?»

Cooper forzò la porta del proprio appartamento ad aprirsi e guardò il proprio fratellino incespicare all’interno, in una mano stringeva saldamente una borsa di lana e nell’altra una piccola valigia.

L’uomo più giovane sembrava completamente distrutto, i suoi occhi erano rossi e gonfi e i capelli erano appiattiti dalla pioggia.

Cooper aspettò che Blaine appoggiasse la sua roba nell’atrio prima di avvicinarsi lentamente alle sue spalle.

«Stai bene? È successo qualcosa con Kurt?»

«So-sono gravido» sussurrò Blaine, incrociando lentamente le braccia sull’addome.

Appena quelle parole gli uscirono di bocca scoppiò a piangere, addossandosi pesantemente contro il muro.

Cooper lo travolse, avvolgendo il fratello in un abbraccio.

«Oh, Blainey! Stai per avere un bambino! O mio Dio!» strinse il ragazzo un po’ più forte prima di bloccarsi e lasciarlo andare «Aspetta... sei qui con le valigie e tutto il resto... no, col cazzo, non dirmi che Kurt ti ha lasciato? Giuro su di Dio che lo ammazzo! Ammazzerò quel piccolo bastardo con la faccia d’angelo il secondo esatto che lo vedo, lo giuro su – »

«Coop, smettila» lo supplicò Blaine, accasciandosi contro il fratello maggiore «Possiamo non parlare di lui per il momento? Ho solo... ho bisogno di stendermi. Mi sento male»

«Certo, come no, fratellino» Cooper fece scivolare un braccio intorno alla vita di Blaine e lo trascinò verso il salotto, abbassandolo lentamente sul divano prima di correre nella propria stanza e raccogliere un paio di coperte di riserva.

«Mi dispiace che tu debba dormire sul divano. Non ho ancora disfatto la mia camera da letto, quindi tutto è un po’ incasinato, ma la pulirò da cima a fondo e domani, se vorrai, potrai dormire là»

Blaine sorrise, guardando il fratello con i suoi grandi occhi lucidi.

«Grazie, Coop» mormorò abbassando le palpebre appena avvertì Cooper rimboccare le coperte calde sul suo corpo stanco «Lo apprezzo tantissimo»

«Riposati un po’, Blainey. Sarò qui al tuo risveglio» Cooper passò gentilmente una mano tra i capelli umidi di Blaine, roteando gli occhi quando sentì il gel bagnato ricoprirgli le dita.

Continuò ad accarezzargli i riccioli ribelli e sospirò leggermente appena avvertì il respiro di Blaine regolarizzarsi.

«Cosa ti ha fatto?» gli chiese, aggrottando le sopracciglia, mentre osservava le sue palpebre gonfie e le guance rigate dalle lacrime.

Accigliato, si alzò dal divano e si precipitò come una furia in camera da letto, dove prese il telefono dal comodino.

Aveva un conto in sospeso con il marito di suo fratello.

 

****

 

Kurt aveva aperto ogni singola porta dell’appartamento, dagli armadi ai bagni, senza trovare alcuna traccia di Blaine.

La loro camera da letto era vuota, le lenzuola ancora spiegazzate nello stesso modo in cui le aveva viste prima ed i test di gravidanza che Kurt aveva gettato sulla scrivania erano lì, intoccati.

Era come se Blaine fosse sparito e la sola idea gli fece accapponare la pelle.

«Blaine? Blaine, non è divertente! Se sei qui, rispondimi!»

Infilò la mano in tasca ed estrasse il cellulare, premendo il tasto per la chiamata rapida.

La chiamata andò a vuoto e l’ansia artigliò lo stomaco di Kurt.

Provò ancora ed ancora, fermandosi solo quando il suo cellulare squillò tra una telefonata e l’altra.

Cooper.

«Coop? Blaine è – »

«Che cazzo hai fatto a mio fratello?»

«Io non... cosa? Io – »

«Si è presentato a casa mia in lacrime, distrutto e-e mi ha detto di aspettare un bambino! Ho dovuto fare due più due perché non sono riuscito a strappargli una parola di bocca e tu stai cercando di dirmi che non c’entri niente?»

Kurt chiuse gli occhi e si lasciò cadere all’indietro sul letto, il batticuore che andava calmandosi ora che finalmente sapeva dov’era Blaine.

«Sono uscito. Avevo solo bisogno di un po’ d’aria, n-non volevo che se ne andasse!»

«Beh, l’ha fatto ed ora è qui a Providence; sta di merda ed è tutta colpa tua!»

«Lo so, mi dispiace!» gridò Kurt, stropicciandosi gli occhi «Ho bisogno di parlare con lui. Ho bisogno di dirgli che mi dispiace e... aspetta, hai detto che è a Providence? Intendi a Rhode Island?»

«Sì, è qui, e no, non puoi parlare con lui in questo momento. Sta dormendo. Vedrò se vuole chiamarti domattina ma non esiste proprio che io lo svegli per te»

«Cooper, per favore!»

«No, fottiti, Kurt. Non ho idea di cosa tu abbia fatto o detto per sconvolgere Blaine così tanto, ma se ha messo il culo su un autobus o un treno o come diavolo è arrivato fin qui e si è mostrato alla mia porta come un cucciolo abbandonato, sono dannatamente certo di non volerti offrire alcuna comprensione in questo momento»

«Coop – »

La comunicazione si interruppe e Kurt urlò, sbattendo il cellulare sul pavimento.

Sbatté il pugno sul materasso prima di coprirsi il viso con un braccio.

Questa volta aveva davvero mandato tutto a puttane.

 

 

 

 

Note della traduttrice

Ho poco, pochissimo tempo a mia disposizione per cui bando alle ciance e passiamo a ciò che è veramente importante: ringraziarvi.

Grazie mille a chi legge in silenzio, a chi preferisce, a chi ricorda, a chi segue. È sempre bello vedere qualcuno apprezzare e supportare un progetto come questo.

E, come sempre, un ringraziamento davvero sentitissimo va a chi ha speso parte del proprio tempo per lasciarmi un parere su quest’incredibile storia e sulla mia, spero decente, traduzione: ragazze, lasciate che vi dica che “Credo che sia adorabile. Voi siete adorabili” – così, giusto per ficcarci una citazione proprio a caso, eh xD

A questo punto, vi ricordo che siete sempre invitatissimi a farmi sapere la vostra opinione e che per qualsiasi domanda potete inviarmi un messaggio :)

Il prossimo aggiornamento è previsto, tocchiamoci in segno di scaramanzia, per domenica – spero di avere più tempo per scambiare un paio di parole in più!

A presto.

Killing Loneliness.

  
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