L'uovo, era grande quanto un' anfora di quelle antiche, incandescente e dal guscio corazzato color rosso sangue come quello del padre.A volte emetteva soffocati mugolii e sembrava volesse già affacciarsi alla vita; ma in un mondo di guerre, dove neanche la più maestosa creatura quale un drago com'era stato suo padre, Drantar o sua madre Nityh erano riusciti a sopravvivere non c'rea speranza.

Uccisi da un colpo di saetta eterea, erano morti. Un boato, un fulmine che squarciò il cielo e poi polvere, che il giorno seguente volava per la città di Theevan rendendola un posto dove pur di non recarvisi, si potrebbe desiderare di morire.

 

Fu proprio da un boato che nacque Liten Laga, era tanto bella, tanto tenera, un draghetto, anzi una draghetta dalla corazza nera con riflessi violacei, con due occhi viola scuro profondi e una codina infuocata così come le venature della schiena da dove sarebbero poi spuntate le ali. Un essere tanto bello ma tanto pericoloso, nato da una notte di fuoco e tempesta.

 

4 anni e 2 mesi più tardi...

 

<< Insomma! Com'è che non riesci a capire Jorgen! Lei ci serve, è di vitale importanza per la salvezza del nostro mondo!>> disse Fathaar,

<< Io non ve la lascerò toccare neanche con un filo di seta! Lei è nata qui, i suoi genitori sono morti ed ora io sono come suo padre! è a me che è stato assegnato il compito di crescerla, proteggerla ed insegnarle a dominare i suoi poteri quindi andate via e non tornate mai più!>> ribattè Jorgen.

<< Fa come credi, ma sai benissimo che nessuno, se chiamato, può sottrarsi al volere della Clessidra di Fuoco specialmente un drago, specialmente se quel drago è uno degli ultimi della sua tipologia e specialmente,vista la sua importante parentela,se è discendente di un drago come Igneus Flammadoro. Quindi, io ti ho avvertito, tra 10 mesi torneremo e tu non potrai fare più niente.

Piacere a vederci Jorgen!>> e così detto, in una nube di fumo rosso, i consiglieri della Clessidra sparirono, lasciando una piuma magenta ed un medaglione con un rubino, sul tappeto rosso e oro della sala.

Sulla piuma vi era scritto "Remember what you are" ..."ricorda ciò che sei"...Jorgen lesse e rilesse quelle parole mille e più volte, immobile, al centro della sala, gli occhi vuoti ed opachi ed il viso smunto nonostante la giovane età, lesse un ultima volta il biglietto scandendo bene le parole dentro di sé quasi a volerle tatuare nella memoria e, camminando lentamente, come dovesse recarsi dal boia,si avviò alla torre nord del castello.