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Autore: Pikachu4Ever    22/05/2013    3 recensioni
Fanfiction ispirata alla serie Ace Attorney. Il protagonista è un giovane avvocato di nome Lawrence Trueman, che insieme alla sua assistente Jean Watson ed al procuratore Travis Harley intende risolvere casi impossibili come il leggendario Phoenix Wright, cinque anni dopo la perdita del distintivo di quest'ultimo. Ma ci riuscirà in un mondo dove la corruzione e la falsità albergano in ogni dove...?
Nota: la storia presenta alcuni punti di contatto con la serie "Case: WL-0" di The Shadow. Per comprendere determinati punti (anche se non troppi), quindi, è consigliato leggere la suddetta serie.
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il Giudice, Marvin Grossberg, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lawrence Trueman'
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LTAA30 LAWRENCE TRUEMAN: ACE ATTORNEY

Capitolo 29: Turnabout Reboot (investigazione 2, parte 6)

Global Studios
Ingresso
22 Giugno
Ore 16:51

[Lawrence]

... Sigh...
E' già una ventina di minuti che vago per gli studi insieme alla signora Neseira, ma ancora non sono riuscito a trovare nulla.
Immaginavo che questo secondo giro di indagini non avrebbe portato a molto, ma ammetto che speravo di poter trovare almeno una prova... anche perchè per qualche motivo la polizia non si trova qui, adesso. Mi chiedo che cosa stia facendo Travis, adesso... ed anche Jean...
"Ahahahah, dai, su con la vita! Non c'è bisogno di fare un muso così lungo, o rischi di perderlo per strada!" cercò di confortarmi l'adulta, ed ammetto che al sentire il suo ennesimo modo di dire 'reinterpretato' mi scappò un sorriso, che però non durò molto prima che io tornassi serio.
"Eh... grazie, signora Neseira. Apprezzo i suoi tentativi di confortarmi, ma non è esattamente quello che mi serve..." le dissi quindi in risposta, sperando di non suonare troppo scortese nel dirlo.
"Oh, ma io so cosa ti serve! Sai, stavo giusto cercando un ragazzo che mia figlia potesse frequentare, visto che è sempre giù di morale e vorrei aiutarla a de-deprimersi, e tu mi sembri essere l'ideale per lei! Magari potreste de-deprimervi a vicenda!" affermò con aria risoluta Denise Neseira, mentre io la osservavo sconvolto ed arrossendo vistosamente dopo ciò che aveva detto.
... EH!?
"C-cosa? Signora Neseira... ecco... vede..." provai a dire, balbettando ed imbarazzato, senza sapere come ribattere alla 'proposta di matrimonio' appena offertami... ma fortunatamente, prima che la signora Denise piotesse riprendere l'argomento...
"Oh, signor Onda Mariiiiiiiiiinaaaaaaaah!" sentìi da dietro di me, riconoscendo la voce (e l'epiteto con cui si era rivolto a me) e ringraziandone il proprietario mentalmente per avermi salvato da quella situazione.
In risposta, mi voltai di spalle, trovandomi davanti, come immaginavo, il signor Vising, ancora nel suo costume da Mr. Monkey e gettando voltantini ovunque e senza motivo.
"Uh, Signor Vising...? E' successo qualcosa?" domandai quindi in risposta, mentre il distributore di volantini si bloccava sul posto, fermando anche la sua tempesta cartacea contemporaneamente.
"Oh, niente! Stavo distribuendo volantini per il prossimo show dei Global Studios, quando questo ragazzo mi ha consegnato delle lettere da darle!" mi spiegò, per poi estrarre una serie di buste bianche aperte, su una delle quali vi era scritto 'Per Remy', e sull'altra 'Per Arwin'.
"Un ragazzo...? Giocherellava con un cellulare in mano, per caso?" domandai, immaginando che Frank volesse darmi l'ennesimo aiuto... anche se speravo sinceramente che non si trattasse di lui: non mi piace pensare male degli altri, ma il suo atteggiamento si sta rivelando oltremodo sospetto...
"No, non lui! Era un ragazzo con degli occhialoni spessissimi e l'aria distratta! Mi pare si chiamasse... Dave qualcosa! Gli avevo dato anche un volantino, sono sicuro ci fosse anche ieri!" mi disse quindi in risposta, riflettendo sul nome mentre frugava nella sua borsa, probabilmente alla ricerca di altri volantini. Mi chiedo quanti ne abbia lì dentro...
Uh...? Ma allora... è Dave Horace? Per quale motivo mi avrebbe fatto consegnare quelle lettere...?" mi chiesi, mentre osservavo le due lettere. So chi sia Remy... ma chi diamine è 'Arwin'? Immagino che possa essere il nome di quella persona che ho visto... ma non ho alcun modo per dimostrarlo. Forse avrei dovuto prendere una foto di quel momento...
"Ahahahah, non farti così tanti problemi! A caval donato non si guarda in bocca, a meno che non debba fare la visita dentistica!" affermò quindi la signora Neseira rispondendo al mio interrogativo, tirando fuori l'ennesima sua reinterpretazione di un qualche modo di dire.
... Questa donna guadagnerebbe molto a scrivere libri di barzellette. E non sto scherzando.
"Beh... grazie mille, signor Vising, sono sicuro che queste lettere ci saranno molto utili al processo... e se lo vede, ringrazi parecchio Dave da parte mia." dissi quindi, sorridendo al pubblicitario e grato di aver ricevuto qualche altra prova utile per il processo.
"Non si preoccupi, sarà fatto! Però... vorrei chiederle un piccolo favore, se è possibile..." mi chiese quindi, osservandomi con serietà e con una serie di volantini in mano.
"Uh...? Di cosa si tratta?" domandai, confuso ed un pò curioso di sapere cosa volesse da me, mentre Vising si schiariva la voce, con aria imbarazzata.
"Beh... vede, mi hanno dato un migliaio di volantini da distribuire entro sera...  e nonostante sia il miglior volantinatore sulla piazza, non credo di riuscire a farcela... non è che potreste prenderne duecento o trecento e distribuirli da qualche parte? Ve ne sarei molto grato! Potrei anche raccomandarvi per il club dei distributori di volantini!" mi chiese quindi, osservandomi con aria triste, e chiaramente bisognoso di aiuto per il suo compito.
... Errr... perchè deve chiederlo proprio a me? L'unica volta in cui ho dovuto distribuire dei volantini è stato per la scuola quando avevo dieci anni... e Travis aveva scarabocchiato su tutti i fogli per scherzo e mi sono beccato una bella punizione... e non vorrei ripetere l'esperienza.
"Ehm... sarei felice di aiutarla, ma adesso avrei una cosa da fare... magari un'altra volta, d'accordo?" provai a dire, tentando di tenermi fuori dalla questione, ed in risposta Vising sgranò gli occhi, perdendo la presa sui suoi volantini e riafferrandoli rapidamente, chiaramente non aspettandosi una risposta simile da me.
"... Aw... e va bene... il povero Albert Vising dovrà continuare il suo lavoro solo e triste..." disse con tono abbattuto e sconfitto Vising, mentre i fogli che teneva in mano si ammosciavano mentre lui stesso abbassava la testa (e non ho idea di come abbia fatto), guardandomi con occhi speranzosi... e ammetto che a vederlo così non mi andava di deluderlo...
Avrei accettato di aiutarlo a quel punto, ma fortunatamente la mia collega si mise in mezzo, osservando il volantinaro e suggerendogli "Se i volantini sono duecento, allora chieda a duecento persone di distribuirne uno a testa e forse andrà meglio, ahahahahah!!!"
"Uh... In effetti non suona male come idea... crede davvero che funzionerebbe?" domandò quindi Albert, in qualche modo trovano buona l'idea della donna, ed attendendo la risposta con trepidazione.
"Non c'è modo di scoprirlo se non lo si prova! In bocca al lupo ed attento ai succhi gastrici, ahahahah!" lo incoraggiò quindi la signora Neseira, e sinceramente non riuscivo a capire se fosse seria o stesse scherzando.
"D'accordo allora, farò del mio meglio! Tremate, cittadini, Albert Vising sta arrivando a reclutarviiiiiihhhh!!!" disse quindi Albert, mentre volava via alla velocità della luce per mettere in atto il piano pensato dalla mia collega.
... Non pensavo che l'avrebbe fatto sul serio. Il mondo mi stupisce ogni giorno di più...
Mi voltai quindi verso l'adulta, dicendole mentre mi grattavo la nuca imbarazzato "... la ringrazio davvero, signora Neseira. Non so cos'avrei fatto se lei non fosse stata qui..."
"Ahahahah, non preoccuparti! Ad ogni modo, che ne diresti di provare a dare un'occhiata alla scena del crimine? Magari alla prima indagine ti sarà sfuggito qualcosa!" suggerì quindi la mia assistente temporanea, senza però diventare più seria di quanto fosse prima.
Anche se ha ragione riguardo al fatto che forse sarà sfuggito qualcosa... soprattutto perchè ero alla Clinica Hotti in quel momento e Jean ed Hayes hanno indagato al posto mio... anche se effettivamente non sarebbe una cattiva idea andare a vedere la scena del crimione di persona...
Decisi quindi di annuire, dicendo "D'accordo, signora Neseira, andiamo!", prima di dirigermi insieme alla mia collega verso lo Studio 3, sperando di riuscire a trovare qualcosa che potesse aiutarmi a comprendere chi fosse il vero colpevole di questo caso.

[???]

"Non ritieni di stare aiutando troppo quell'avvocato? Penso che come azione rischi di essere controproducente a lungo andare... non che mi interessi, ma volevo avvertirti."
"Nah. Alla fine sta facendo esattamente ciò che voglio. E poi, devo dire di essere interessato a lui... ma è ancora acerbo, deve maturare ancora parecchio prima di esserci utile... e penso che dargli qualche spinta nella giusta direzione sia il modo migliore per accelerare il processo."
"... Davvero sicuro di voler continuare così? La RA è cambiata parecchio dai tempi di Heidi..."
"... non citare quella bastarda. Sono io il capo della RA adesso, e non mi interessa come andassero le cose prima di me: per quanto mi interessa, 'Heidi' può marcire all'inferno."
"Molto rude, vedo... anche se, visti i tuoi trascorsi con lei, posso immaginare bene i motivi del tuo astio..."
"... Vaffanculo."
"E' tutto quello che sai dirmi? Credevo che mi avresti risposto con qualcuna delle tue battutine pronte..."
"... Ti ucciderei se non fossi così dannatamente utile e se non mi servissi. Ora va via, non mi va di passare più tempo del necessario con te, specie se hai intenzione di farmi tornare in mente brutte esperienze."
"Eh eh... d'accordo, signor Derek Ness."
"... Non chiamarmi così. Non devi usare quel nome fuori dal nostro quartier generale."
"Come preferisci... ci vediamo, allora."
"Va a quel paese, e non tornare più."

Procura
Ufficio di Travis Harley
22 Giugno
Ore 16:57

[Jean]

"Allora? Cos'hai da dirmi sulla Revenge Association?" domandai con impazienza, sperando che il mio interlocutore decidesse di farla breve così da potermene andare il prima possibile.
"Beh... prima di tutto, vorrei specificare che fino a questo momento ci ho avuto un solo contatto diretto: per il resto quel che so è solo per via di investigazioni effettuate da Hayes e dalla procura." mi puntualizzò quindi Travis, prendendo l'ennesimo sospiro dopo aver detto l'ennesima scusa per farsi sembrare innocente, per poi iniziare a darmi delle informazioni che davvero mi interessavano.
"Non siamo sicuri di quando la Revenge Association sia stata fondata, ma la prima menzione dell'esistenza di tale associazione è stata ottenuta durante le indagini di quello che è tuttora classificato come Caso EL-2. Tutte le informazioni sono strettamente riservate e non ho mai avuto modo di prenderne visione. Abbiamo però abbastanza informazioni riguardo il loro generale modus operandi." iniziò a dirmi, mentre io riflettevo sulle sue parole.
Il Caso EL-2... Un altro di quegli strani casi siglati, come il DL-6, l'SL-9, l'AAT-5 ed il GG-7... Questa è una garanzia che, qualunque cosa sia successa, deve essere stato qualcosa di grosso ed importante. Finite le indagini devo cercare di avere più informazioni al riguardo...
Mentre io riflettevo su tale dettaglio, decisi di prendere la parole, dicendo all''amico' di Law "Questo lo hai già detto durante l'udienza: generalmente danno un recapito o un biglietto come quello che Dave ha mostrato e poi, se contattati, aiutano ad organizzare un omicidio per il 'cliente', giusto?"
"Corretto. Ti vedo parecchio più calma adesso, però, se posso dire..." affermò quindi Travis, con un lievissimo sorriso sul volto, mentre io lo guardavo male in risposta, non apprezzando ciò che aveva appena detto.
"Non farti illusioni: è solo che quando ragiono preferisco essere concentrata sulla materia. Non credere neanche per un secondo che io ti abbia perdonato." replicai, ferma e seria, facendo scomparire quella falsissima espressione dal volto del procuratore, che tornò immediatamente a fare la vittima, abbassando lo sguardo. Se vuole fare tanta scena, perchè non si mette anche a piangere? Magari avrebbe più effetto così...
"... Giusto, scusa. Ad ogni modo, quel che ti sto per dire è estremamente riservato e non dovrà DAVVERO uscire da questa stanza... posso fidarmi di te per questo?" mi domandò, osservandomi con tutta la serietà che poteva avere, mentre io sospiravo seccata, non capendo perchè si ostinasse ad interrompere la discussione in questo modo per domandarmi cose inutili.
"Al massimo lo dirò a Law, ma per il resto puoi stare tranquillo che nessuno lo saprà: è la cugina di Law che lavora ad un giornale scandalistico, non io." dissi quindi in risposta, tanto per togliere di mezzo la domanda una volta e per tutte.
"Ah, giusto, Colette... avevo letto qualche suo articolo ogni tanto. Tra parentesi, come sta? E' da un bel pò che non la vedo..." mi chiese quindi il procuratore, guardandomi con un misto di curiosità e nostalgia.
"Oh, beh, sta piuttosto bene, di recente ha vinto la gara di pattinaggio della contea per l'ennesima volta e... ehi, non deragliare l'argomento!" dissi io, per un momento cadendo nel suo trucco e dimenticandomi dell'argomento della discussione, prima di ricordarmi del motivo per cui ero qui. Bel tentativo Harley, ma non funziona così qui.
"Ehm... mi spiace, ero solo curioso." mi disse quindi, iniziando a giocherellare con le dita nervosamente mentre copriva la sua sporca tattica, prima di schiarirsi la voce e riprendere a dire cose utili invece di chiacchere, partendo con "Comunque, una cosa peculiare della Revenge Association è che i vari membri non solo contattano i clienti personalmente, ma lo fanno mantenendosi anonimi e, soprattutto, non richiedono un compenso a meno che il cliente non lo voglia dare. Questo almeno da quel che abbiamo scoperto da alcune persone contattate dal gruppo."
... Uh? Questo è molto strano... e sinceramente non lo avrei mai immaginato.
"Non richiedono un compenso? Mi pare difficile crederlo. Perchè dovrebbero organizzare omicidi per altri gratis? E soprattutto, non corrono il rischio che qualcuno li faccia scoprire?" domandai quindi a raffica, volendo questi buchi tappati il prima possibile con informazioni veritiere.
"Immagino che la RA monitori la situazione di determinate persone per un certo periodo di tempo, per poi avvicinarle quando sono al picco della rabia o della disperazione... momenti in cui non rifiuterebbero un'offerta simile, e probabilmente ricompenserebbero adeguatamente qualcuno che li aiutasse ad eliminare una persona che vogliono morta. E non sottovalutare l'animo umano: per quanto una persona possa apparire buona all'apparenza, non è detto che effettivamente lo sia e non covi rabbia e rancore dentro di sè..." mi disse con aria seria, come se avesse avuto esperienze personali in merito... ah, sì, che sbadata. Le ha avute. Lui verso Law.
"Tu dovresti conoscerlo meglio di chiunque altro, in effetti." gli rinfacciai, non volendo che pensasse gli stessi parlando cordialmente e fosse tutto a posto.
Travis in risposta mentenne il suo sguardo da morto verso il suolo, dicendo debolmente "... Già.", prima di rialzare lo sguardo e riacquistare la sua dignità, spiegando "Comunque, anche se volessero denunciarli, la Revenge Association ha vari modi per rendersi inattaccabile: come ti ho già detto, sono loro ad avvicinarsi ai loro clienti, ed ogni biglietto contiene un recapito ed un'e-mail che funzionano solo una volta prima di essere disattivate. Oltretutto vi sono un centinaio di siti falsi sulla RA, virtualmente indistinguibile da quello ufficiale, ed anche cercando di hackerarli non è possibile risalire al creatore della pagina."
"Non contattano solo i loro clienti, però: hai accennato al fatto che la RA ti ha fatto pressione per questo caso, giusto?" puntualizzai, osservando con sguardo inquisitore la persona di fronte a me, la quale annuì con sguardo mesto.
"Mi stupisce che la chiami ancora 'pressione', dopo aver sentito ciò che ti ho detto..." disse quindi con tono (di sicuro falsamente) triste il procuratore tennista, mentre io incrociavo le braccia e sospiravo nuovamente, non potendone più delle sue interruzioni.
"Preferisco non pensarci, e gradirei parecchio se anche tu andassi avanti e non perdessi tempo ogni cinque secondi." dissi esplicitamente e con tono seccato, rendendo chiaro che non avrei apprezzato altre interruzioni inutili.
Harley mise le mani di fronte a sè, dicendo semplicemente con tono difensivo "Ok, ok...", prima di riprendere il discorso affermando "Comunque... sì, la RA mi ha contattato: ho ricevuto un biglietto anonimo scritto al computer, che mi intimava di condannare l'imputato... e per i motivi che ti ho detto, ho deciso di cogliere la palla al balzo e approfittarne per poter finalmente vincere. Tuttavia, c'è dell'altro."
"Uhm?" feci io, interessata a sapere di questo 'altro'. Ammetto che finora Travis si sta rivelando parecchio utile... e spero che continui ad esserlo.
"Quando sono tornato qui nel mio ufficio, ho trovato un altro biglietto anonimo... e questo diceva soltanto 'Segua il corso del caso, se vuole. Ne beneficieremo comunque.'. Non so sinceramente se sia per la mia incompetenza nel caso o per altro... anche se sono quasi sicuro che sia per colpa mia." affermò quindi, tornando nuovamente in 'emo mode' alla fine della sua frase.
E che pizza, oh! Basta, eh, non ho intenzione di bloccarmi ogni santa volta che si sente giù di morale. Per che mi ha preso, un distributore di abbracci?
"Molto strano... non capisco poi cosa intendano con 'segua il corso del caso', oltretutto. Cosa potrebbe voler dire?" chiesi mantenendo la calma e fregandomene altamente della sua crisi depressiva.
"Ritengo sia perchè possono prevederne il risultato, avendo creato la scena del crimine in sè... o magari qualcosa ha cambiato i loro piani, appunto. Io te l'ho detto comunque, non ho intenzione di vincere più per questo processo. Tanto, Law avrebbe vinto anche se mi fossi impegnato..." mi confessò il procuratore, sospirando nuovamente e con gli occhi lucidi, mentre io stringevo i pugni, non potendone più di sentirlo lamentarsi in questo modo.
"Piantala di fare la vittima: se davvero vuoi dare un senso alle tue parole, allora prova a dare a Law la sfida che avrebbe voluto, tu contro di lui entrambi al vostro massimo. Non ti perdonerei di certo per questo e sinceramente non penso lo farò mai, ma almeno così dimostreresti di non essere TANTO viscido..." gli consigliai, senza essere realmente interessata a ciò che stavo dicendo, volendo solo che andasse al sodo.
"... Dici sul serio?" mi domandò quindi, asciugandosi gli occhi prima di piangere ed osservandomi impaziente, volendo probabilmente una conferma.
"Vedi tu: puoi fare come vuoi per quel che mi riguarda, tanto non mi tocca la cosa." dissi quindi io, dicendogli cosa pensavo in tutta sincerità.
"... Grazie, grazie davvero..." mi ringraziò, sorridendomi ancora una volta. E basta... perchè non la smette di essere così ripetitivo e non si da una mossa a parlare?
"Sì, sì. Allora, hai altro da dirmi o abbiamo finito?" domandai, anche se arrivati a questo punto pensavo che fossimo giunti alla conclusione del discorso.
"Non so molto altro, mi spiace. Spero perlomeno di aver aiutato a risolvere qualche tuo dilemma così..." mi disse quindi, e notai che (finalmente!) aveva smesso di stare giù di morale ogni secondo, e sembrava anzi parecchio serio nel parlare, molto più di quanto fosse prima.
... Che diamine gli avrò detto per farlo sentire così? Gli ho solo detto qualche frase di circostanza trita e ritrita... beh, meglio per me, non dovrò continuare a sentirlo lagnare.
Detto questo, osservai a mia volta con serietà il procuratore, iniziando poi a ragionare a mia volta, dicendogli"Qualcuno. Quindi, se ho capito bene, la RA è stata notata per la prima volta tramite il Caso EL-2, non può essere contattata se non lo vuole l'associazione stessa, fa pressione sui procuratori incaricati delle indagini (anche se immagino che questo possa essere un punto debole: dopotutto, significherebbe confermare che la RA E' coinvolta nel caso, anche se sarebbe sicuramente difficile dimostrarlo effettivamente o incolpare qualunque membro per complicità nel delitto. Direi che ciò venga fatto solo e solamente quando c'è il rischio che il prosieguo del caso non arrivi alla conclusione sperata, o che almeno alcuni procuratori facciano segretamente parte della Revenge Association.) ed ogni sistema di contatto è monouso ed inaccessibile. E' tutto corretto?"
"Direi di sì... ed ottimo ragionamento, signorina Watson, ha davvero una mente fine..." si congratulò quindi Travis, sorridendomi e facendomi arrossire dall'imbarazzo. Non mi aspettavo di certo un complimento da parte di un tipo come lui...
"Ehm... non cerchi di adularmi, procuratore. L'ho detto solo per fare mente locale." dissi quindi io, scuotendo la testa e cercando di farmi passare quel rossore dal volto, mentre Travis prendeva la sua pallina ed iniziava a lanciarla in aria con la mano, senza però ancora usare la racchetta, sorridendo... un sorriso che notai essere sincero, per quanto cercassi di convincermi del contrario. O è un grandissimo attore, oppure davvero si è sentito meglio. Non che mi interessi molto...
"Giusto... comunque sì, direi che è tutto quello che so. Spero che vi possa essere utile in qualche modo, se non al processo attuale, almeno in futuro." mi disse allora il procuratore Harley, mentre io anuivo, senza mostrare nessuna emozione in particolare, anche perchè non volevo che si facesse più strane idee di quante se ne fosse già fatte.
"Se incapperemo nuovamente nella Revenge Association, penso che queste informazioni potranno esserci immensamente utili." dissi quindi io, prima di alzarmi e voltarmi verso la porta, come stavo facendo prima che il pubblico ministero mi dicesse che voleva darmi informazioni sulla RA.
"Beh... io devo andare, adesso. Beh... grazie per le informazioni, allora. E buona giornata." dissi quindi io, mentre mettevo la mano sulla maniglia e mi preparavo ad uscire dalla porta, augurandogli buona giornata più per educazione che per altro.
"Buona giornata... e grazie mille per tutto..." mi disse quindi con tono cordiale il procuratore, mentre io aprivo la porta ed uscivo, chiedendomi tra me e me "E di cosa?", prima di abbandonare la Procura e dirigermi verso i Global Studios per ricongiungermi con Law.

Global Studios
Interno Studio 3
22 Giugno
Ore 17:14

... Come immaginavo, la scena del crimine è estremamente difficile da analizzare a causa dell'incendio.
L'interno dello Studio 3 è esattamente come Jean l'aveva descritto e la foto lo ritraeva: completamente bruciato, con vari attrezzi di scena distrutti o crollati al suolo (e notai di fronte a me lo stesso riflettore che mi era caduto in testa ieri... a ripensarci mi sento la ferita dolorante...), con una sagoma per terra che ritraeva la posizione nella quale Steve Arwen era stato trovato e con il riflettore posto sopra di essa.
Ammetto che stare qui, soprattutto essendoci stato l'ultima volta quando l'incendio era ancora in corso, mi fa venire un pò i brividi... ma non devo pensarci. Spero solo di poter trovare qualcosa che possa essermi utile adesso...
"Ahahahah, è tutto bruciacchiato qui! Probabilmente si saranno scordati il forno acceso!" sentenziò la signora Denise, osservandosi attorno con curiosità.
"Ehm... sì, forse, signora Neseira... comunque, che ne direste se ci dividessimo? Io cerco nel lato destro dello Studio, lei in quello sinistro. E' d'accordo?"
"D'accordo! Cercherò nel lato sinistro di questo sinistro studio, ahahahah!" affermò quindi la mia collega più anziana, correndo ad analizzare ogni piccolo anfratto dell'area a lei assegnata.
Io iniziai a fare lo stesso nel mio lato, assicurandomi di controllare ogni oggetto ed angolo almeno due volte per essere sicuro di non tralasciare nulla.
Dopo una ventina di minuti di ricerche, però, nè io nè la signora Neseira avevamo ancora trovato nulla che non fosse irriconoscibile o scollegato al caso, ed a parte un messaggio di Jean che mi confermava che aveva finito con il suo servizio e che sarebbe arrivata da me entro una mezz'oretta, non era successo nulla di effettivamente importante.
Sospirai, affranto ed in segno di resa, per poi voltarmi verso la mia 'partner' investigativa, dicendole "Grazie davvero, signora Neseira, ma non penso proprio che trovere..."
Prima che potessi finire la mia frase, però, mi trovai di fronte l'adulta che mi sventolava qualcosa in faccia, dicendomi con la sua solita giovialità "Ta-daaah! Ho trovato una prova meglio di quel Pierrot che piace tanto a Reesy, ahahahah!"
... Pierrot? Forse vorrà dire 'Poirot', il detective belga di Agatha Christie... ed immagino che 'Reesy' sia la sua famosa figlia...
Prima di continuare la mia riflessione su tutto ciò che la signora Denise mi stava comunicando di sè stessa e sua figlia, diedi un'occhiata alla prova che l'altro avvocato mi stava mostrando: era una semplice bottiglia d'acqua, parzialmente bruciata e liquefatta sul lato sinistro e verso il collo, ma fortunatamente notai che almeno la parte in cui normalmente verrebbe afferrata era sostanzialmente integra, e la signora Neseira aveva avuto l'accortezza di prendere la prova con un fazzoletto, il modo da non contaminarla con le sue impronte.
Nonostante potessi comprenderne l'ultilità, mi chiesi comunque "... Una bottiglia d'acqua? Non credevo ce ne sarebbero state... non in questo stato, perlomeno."
"Ahahahah, magari qualcuno aveva sete e l'ha lasciata qui! Anch'io terrei un pò d'acqua con me, se finissi dentro un incendio!" mi disse quindi la signora Neseira, mentre mi 'consegnava' la prova ed io la osservavo nelle mie mani, ripensando a ciò che mi aveva appena detto.
... Io non penso che farei una cosa così. Anche se dopo tutti i suoi commenti, da questa donna mi aspetterei di tutto e di più...
"Penso che forse possa essere utile, come una forchetta al ristorante! In un mio caso di tentato avvelenamento una volta erano rimaste le impronte su una bottiglia di questo tipo, proprio nella parte intatta! Ed è stato scoperto che erano quelle del colpevole... peccato che mi ero scordata di portare la bottiglia alla prima udienza, ahahahah!" mi disse quindi, rimembrando del suo passato caso... mentre io sgranavo gli occhi al sentire le sue parole.
... Come diamine ha fatto a scordarsi di portare una prova!? Credevo che i Registri Processuali fossero affidabilissimi per mantenere le prove... o magari si è semplicemente scordata di metterla all'interno. In ogni caso, mi sembra davvero strano... spero solo che poi sia riuscita a risolvere quel caso.
Hm... comunque, ora che ci penso, mi sembra di aver visto dei distributori di bevande mentre arrivavamo qui...
...! Vuoi vedere che...
... Se ho ragione, potrei riuscire a fare un grosso passo avanti nelle indagini... anche perchè il punto in cui pare averlo trovato la signora Neseira è quello che presenta i segni più gravi dell'incendio...
"Direi che questa prova può bastare per il momento, grazie davvero per la mano, signora Neseira." la ringraziai con un sorriso, prima di affermare rivolto a lei "Se vuole, possiamo andare a cercare quel regalo per sua figlia adesso, anche se dovrei prima chiedere una cosa all'entrata..."
"Ahahahah, va bene allora! Sono sicura che a Reesy piacerà ricevere qualcosa da parte di un ragazzo gentile ed educato come te!" mi replicò, sbattendo le braccia e facendo per l'ennesima volta tintinnare i bracciali, mentre io arrossivo oltremodo alle sue parole.
"N-non è un regalo! La sto solo aiutando a cercarne uno!" ribattei, aggiustandomi il colletto per distrarmi un pò dai pensieri che la mia collega mi stava mettendo in testa.
"Ahahahah, come dici tu! Ora andiamo, più veloci della bolletta!" disse quindi lei, prima di avviarsi a passo lento verso l'uscita, con me che la seguivo a ruota.
... Forse intendeva dire più veloci della luce... anche se sinceramente non si direbbe, per come ci stiamo muovendo...

Global Studios
Negozio di Souvenir
22 Giugno
Ore 18:12

Dopo essere passati al cancello all'entrata (dovevo chiedere se fosse possibile avere una foto dalla telecamera di sicurezza per controllare una cosa... ed è stata molto più dura di quanto credessi: mi sono dovuto sorbire dieci minuti di discussione della guardia di sicurezza, Wendy Oldbag (che ricordavo aver visto già in qualche processo di Phoenix Wright), per poi vedermi negato il permesso di ottenere la foto: per fortuna, sono riuscito a convincerla dandole una fotocopia dell'autografo di Steve Arwen, presa dal blocchetto che mi aveva dato Cody, riuscendo ad avere la mia agognata prova) io e la signora Neseira entrammo nel negozietto di souvenir verso l'uscita dei Global Studios, un piccolo negozietto strapieno di gadget, portachiavi, peluche, francobolli ed altre simili ammenità, tutte dedicate alla meta-serie del Samurai.
Notai poi che vi erano anche molti oggetti relativi al reboot della serie... anche se immagino non sarebbero rimasti in vendita per molto, considerato ciò che era successo alla star della storia...
Immediatamente, iniziai ad ispezionare tutti gli scaffali, venendo colto da un'incredibile nostalgia al vedere i gadget delle prime serie, con varie action figures del Samurai d'Acciaio in battaglia contro il Giudice Oscuro che riproducevano vari episodi della serie televisiva (episodio 17, 34, 51 ed il film non-seriale, precisamente!).
Avrei continuato allegramente il mio viaggio lungo il viale dei ricordi, se la signora Neseira non mi avesse chiamato, dicendomi "Ahahahah! Questo pupazzetto è buffissimo! Sono sicura che farebbe piacere anche a Reesy averne uno! Tu cosa ne pensi?", facendomi voltare... ed osservare inorridito ciò che aveva preso in mano.
Era una sorta di versione bebè del Samurai d'Acciaio, con la pelle grigia e metallica e due sfere bianche senza pupille al posto degli occhi, con dei ciuffi di capelli neri sulla fronte, ai lati, ed quello pseudocodino giapponese a sfera che non ho mai capito come si chiamasse (dovrei fare una ricerca in proposito, prima o poi...), con un ciuccio giallo in bocca e vestito con un body giallo a striscie rosse ed un bavaglino azzurro al collo.
Lo conoscevo bene... era l''Infante di Ferro', o come si chiamava... il figlio della Principessa Rosa e del primo Samurai d'Acciaio. L'ho sempre trovato parecchio inquietante e troppo realistico per il suo aspetto... ed anche per via del concetto dietro la sua creazione avevo definitivamente deciso di darci un taglio con la serie del Samurai.
Se fosse stato per me, non l'avrei mai consigliato a nessuno... ma se questa 'Reesy' assomiglia anche solo vagamente a sua madre ed ha bisogno di 'de-deprimersi', penso che forse come regalo potrebbe anche andare... o almeno spero.
"Beh... perchè no...? Penso che si possa fare un tentativo..." suggerì io, prima che la signora Denise iniziasse a sbattere le braccia in direzioni casuali come al solito, perdendo anche la presa sul bambolotto (che fortunatamente riuscì a prendermi prima che si rompesse o, peggio, rompesse qualcos'altro, tuffandomi per terra ed afferrandolo poco prima che sbattesse a terra... e notando con mio grosso dolore che l'Infante era EFFETTIVAMENTE di ferro.).
"Ahahahah, che galante che sei! Con questo regalo inizio a sentirmi già una nonna!" commentò quindi con la sua solita giovialità, mentre io mi alzavo da terra, consegnando il pupazzetto del neonato e sfregando le mie povere mani indolenzite, cercando di non pensare al dolore che stavo provando in quel momento.
... mamma mia, sto iniziando a temere che faccia sul serio con il volermi far sposare sua figlia... spero proprio di starmi sbagliando...
Dopo questo piccolo episodio, la signora Denise pagò il bambolotto... anche se le servì un piccolo (... grosso, a dire il vero) contributo economico da parte mia, svuotandomi le tasche se non per l'abbonamento dell'autobus.
Fatto questo, ci avviammo all'uscita e la salutai lì, per poi venire aggredito da una furiosa Jean in attesa, apparentemente arrabbiata per qualcosa successole prima e per avermi dovuto attendere tanto prima che io uscissi.dai Global Studios.
Dopo che si fu calmata e potemmo avere una normale conversazione, la informai delle prove che avevo trovato e delle mie teorie, mentre lei mi diceva di aver trovato succose informazioni che mi avrebbe detto a fine caso, a meno che non si sarebbero rivelate pertinenti durante il caso stesso, insieme a quello che era successo ieri... anche se sinceramente stavo iniziando ad essere stanco di queste cose che mi stava tenendo nascoste, anche se immagino non voglia distrarmi troppo dal caso in corso... mi farebbe più piacere se non ci fossero segreti anche temporanei tra noi due, però.
Dopo aver finito di parlare, io e Jean prendemmo un'altra volta l'autobus per la nostra destinazione finale del giorno: lo Studio Legale del mio capo, il signor Grossberg.

Studio Legale Grossberg
22 Giugno
Ore 19:05

Arrivammo allo Studio quando ormai si stava facendo buio, entrando dalla porta dello studio sapendo che il mio mentore sarebbe ancora stato dentro (anche per via delle luci accese), e venendo accolti da una familiare e tonante voce urlare "Ecco qua, tieniti la tua lasagna e riscandala al microonde! Già solo vederti mi sta facendo venire voglia di usarti come sacco da boxe!"
"Ehm... grazie mille..." sentìi quindi il mio capo dire, con tono imbarazzato ed un pò impaurito.
... Riconoscerei questa voce tra mille. Anche se questo significa guai per il povero signor Grossberg...
"Oh, ciao Colette!" disse quindi Jean, facendosi avanti e salutando colei che stava urlando al mio capo: era una ragazza di media statura, più o meno sul metro e cinquanta, ed estremamente magra. I capelli erano color nero pece e corti, tagliati in modo parecchio unico: essi infatti ricoprivano parte del lato destro del volto mentre creavano una spaccatura sulla parte sinistra, mentre sulla nuca i capelli le terminavano con due vistosi ciuffi all'insù, e tra essi e l'orecchio vi era un fiocco color bianco candido. Era vestita con un completo bianco terminante con una gonna piuttosto 'gonfia', somigliando così ad un tutù da ballo, ed Il tutto era contornato da bordi e straiture scure, che la facevano sembrare un pò una zebra. Infine, aveva delle calze e degli stivali di colore nero scuro, che andavano a contrastare con il suo abito bianco: dava chiaramente l'idea che lei fosse una persona che amava esprimere sè stessa e le proprie idee, uno 'spirito libero', per così dire.

Lei è Colette Trueman, mia cugina di 22 anni. E' la figlia del fratello di mio padre (Spencer Trueman), e lavora come giornalista presso il giornale scandalistico 'Hall of Shame', occupandosi di qualunque argomento possa fare notizia ed essere apprezzato dai lettori. E' anche molto brava con vari programmi informatici, soprattutto computer grafica e preparazione di layout per siti Internet (motivo per cui ogni tanto la incontro a casa mia a discutere con mia madre), ed apprezza molto la musica e la danza classica (anche facendo corsi per i bambini nel tempo libero) ed il pattinaggio su ghiaccio per cui è discretamente famosa nella contea. Talvolta di notte non riesce a dormire e si prodiga in una attività praticamente illegale che non capirò mai, la Street Art, di cui ne siamo a conoscenza in pochi nella famiglia... spero davvero non verrà mai beccata da nessun poliziotto. E' estremamente lunatica ed è difficile parlarle se la si coglie di cattivo umore, oltre ad odiare la monotonia, la sedentarietà (cosa che, come si è appena visto, non la fa stare in buoni rapporti con il mio capo) ed in generale eccessive astrattizzazioni. Nonostante questo, le voglio bene come parente ed è molto cordiale in generale... anche se raramente si dimostra altruista.

"... Jean? Che sei venuta a fare qui dal vecchio bacucco?" domandò quindi Colette confusa, inarcando un sopracciglio mentre manteneva le braccia incrociate, segno che era probabilmente ancora un pò nervosa per via della 'visita' allo studio del mio capo.
"Ehm... ci sono anch'io, Colette..." dissi allora io, facendomi avanti un pò imbarazzato: anche per via del suo atteggiamento lunatico, sono sempre stato un pò insicuro di parlare con lei... anche perchè è difficile capire quando è di buon umore e quando no.
Aspettandosi di trovare anche me vista la presenza di Jean, la ventiduenne mi sorrise con un ghigno, per poi dirmi "Oh, eccoti qui, Law. A dire il vero, speravo di trovarti qui, quando tua madre mi ha chiesto di portare la lasagna al signor Grassoberg."
"Uh...? Per quale motivo?" chiesi al sentire le parole di mia cugina, sorpreso che stesse cercando me.
"Volevo ringraziarti per aver salvato quel rompiscatole di Ralph due settimane fa: avrei dovuto trovare un altro collega se non fosse stato per te... anche se sinceramente non mi dispiacerebbe." disse quindi in risposta, facendo una piroetta sul posto e terminando con un inchino, esibendosi come suo solito in qualche passo di danza mentre parlava.
"... Eh? Ralph Otom, intendi? E' un tuo collega?" domandai, incuriosito: effettivamente, visto anche quello che aveva detto Paul Harold durante la sua confessione, non mi stupirebbe se sia Ralph Otom sia Flash Snap lavorassero alla Hall of Shame...
"Sì, è piuttosto scocciante stargli dietro ma, quando ci si mette, è abbastanza interessante come persona... Eh eh eh eh!" commentò quindi la ragazza dai capelli neri, iniziando a ridacchiare da sola, cosa a cui mi ero abituato nonostante l'inusualità della cosa, visto che lo faceva ogni volta che pensasse qualcosa che reputasse divertente.
"Ehm... capisco... Beh, sono felice di essere stato d'aiuto..." dissi io, grattandomi la nuca imbarazzato, non pensando di meritarmi chissà quali complimenti per via del mio primo caso.
"Di nulla, penso che ci incontreremo prima o poi in qualche caso, e chissà se in quella occasione ti aiuterò... o sarò contro di te!" mi chiese quindi, mettendosi le mani sui fianchi ed osservandomi con sguardo di sfida, cosa che mi fece preoccupare parecchio...
... Semmai dovrò affrontare mia cugina in tribunale, è meglio che parta con l'idea che non mi aiuterà... così potrò stare tranquillo sul risultato. Anche se sinceramente penso che mi farebbe paura come avversario...
Avrei risposto alla frase di mia cugina, ma prima che potessi farlo, un familiare *Ah-HHHHEM* interruppe la conversazione, ed io, Jean e Colette ci voltammo immediatamente verso colui che aveva tossito, il signor Grossberg.
"Ah, Grassoberg. Che cosa c'è?" domandò allora la giornalista, incrociando le braccia ed abbassando lo sguardo, cosa per via della quale compresi che non era proprio allegra dall'essere stata richiamata
"Beh... volevo solo dirti ancora grazie per avermi portato la lasagna... sei stata molto gentile." disse quindi il signor Grossberg, visibilmente imbarazzato dal parlare con la mia parente.
"Non pensare che lo abbia fatto perchè mi piaci, mi stai rompendo così tanto le scatole che le ho finite. Meglio che vada, adesso: già solo vederti mi sta facendo venire sonno." fu tutto ciò che disse mia cugina con tono annoiato, prima di dirigersi verso la porta, voltandosi poco prima di aprirla ed osservandomi negli occhi, dicendo "Ah, e... Law?"
"Sì?" chiesi.
"So che stai lavorando ad un caso attualmente, quindi... Be yourself! Non perderti nel mondo delle fiabe e rimani concentrato, anche perché ho intenzione di scrivere un articolo sopra tutto quel che salterà fuori domani, ma sono sicura che ce la farai." mi incoraggiò subito dopo, con uno dei suoi ghigni decisi e mostrandomi un pollice alzato.
"Ehm... grazie mille, Colette..." la ringraziai, arrossendo un pò per via dell'incoraggiamento, mentre Colette ridacchiava al vedermi reagire così.
"Di nulla, buona giornata!" mi rispose quindi la mia parente, prima di uscire piroettando allegramente dallo studio, mentre il mio capo la osservava, confuso ed un pò intristito.
"Non capisco ancora perchè ce l'abbia così tanto con me... cosa le ho fatto di male?" mi chiese quindi il proprietario dello studio legale, ancora incapace di capire il motivo dell'astio della mia parente.
"Beh, non è colpa sua, signor Grossberg: è che Colette non apprezza molto la sedentarietà e la noia... e penso che la veda principalmente come tale." spiegai quindi al mio mentore, un pò sperando che mia cugina potesse smettere di trattare il mio datore di lavoro in quel modo.
"Capisco...  beh, non penso possa fare molto al riguardo. Meglio provare a mangiare un pò questa lasagna..." fu l'unico commento del mio mentore in proposito.
Detto questo, nonostante stesse comunque un pò giù di morale per come l'aveva trattato Colette, il mio capo prese delle posate, scartò la lasagna ed iniziò a mangiarla senza nemmeno metterla in forno a riscaldare... ed io sgranai gli occhi al vedere com'era conciata.
Pensando al mangiare, il signor Grossberg non se n'era accorto, ma Colette aveva lasciato un... 'simpatico ricordino' sopra di essa: non so in che modo, ma aveva applicato uno dei suoi disegni sopra alla pasta... ed il soggetto era tutto meno che gradevole alla vista.
Si trattava di una grossa immagine del signor Grossberg, nudo e sproporzionato (la pancia ed il fondoschiena erano esageratamente più grossi delle altre parti del colpo)... e con le leggendarie emorroidi del mio capo in bella vista.
Sentì Jean ridacchiare non appena notò il 'regalo' di Colette, mentre io ebbi l'immediato bisogno di rigettare, correndo nel bagno dello studio per farlo.
Dopo che Marvin Grossberg ebbe finito di consumare la sua orribilmente deturpata lasagna ed io ebbi... ehm, finito di rigettare, io, lui e Jean ci sedemmo alla scrivania, discutendo del caso in corso e delle prove che avevamo trovato durante l'investigazione.
"Hm... effettivamente, il caso sembra molto più semplice adesso. Anche se, vedi..." mi iniziò a dire il mio capo, osservandomi con una certa preoccupazione e serietà, che mi mise non poca ansia addosso, preoccupato che avessi dimenticato qualcosa di cruciale o, peggio, il mio ragionamento avesse delle falle che non avevo coperto.
"Che cosa state pensando, capo?" domandai quindi subito dopo, volendo tagliare la testa al toro e capire dove avessi sbagliato.
"Non saprei, ad essere sincero: la soluzione mi pare fin troppo ovvia... e se questo fosse vero, cos'avrebbe fatto l'altro testimone in tutto ciò?" ragionò il mio capo, mentre io ragionavo mettendomi l'indice sotto al mento, cercando di pensare a cosa avevo per riconnettere la signora Horace al delitto.
"... Effettivamente, non avete tutti i torti, signor Grossberg. Purtroppo però non so come spiegare la sua presenza... so solo che i due testimoni hanno avuto una collutazione, ma non saprei cos'altro abbiano fatto. Purtroppo ho prove in abbondanza per accusare Hayden Carson, ma nulla riguardo Remy Horace se non il biglietto della Revenge Association. Qual'è il suo ruolo in tutto questo?" mi chiesi, sperando che il mio mentore e Jean avessero in mente qualche idea per inserire Remy nella mia teoria.
"Beh, sinceramente la signora Horace non credo sia colpevole. L'ho vista piuttosto tranquilla e mi sembrava essere in buoni rapporti con l'ex-marito... penso che per via del biglietto dell'RA possa essere stata o incastrata o costretta a fare qualcosa relativo al caso." riflettè Jean, ricordandosi dell'interrogatorio che aveva effettuato con la madre di Dave ed esprimendo la sua opinione.
Io annuii in risposta, per poi dire "Concordo, sono le ipotesi più probabili che mi vengono in mente per lei... anche se ammetto di essere preoccupato per l'udienza di domani. Non so cosa stia pianificando Travis per me..."
"Non preoccuparti di Travis, non sarà un problema." mi disse quindi la mia assistente, con un tono che però notai essere piuttosto seccato e nervoso, come se non le andasse troppo di parlare di lui.
"Uh...? Che cosa intendi, Jean?" chiesi quindi io, anche perchè il modo in cui me lo aveva detto mi aveva lasciato piuttosto perplesso... che fosse successo qualcosa tra lei e Travis, prima?
"Travis ormai non ha assolutamente alcun ruolo in questo caso, visto che l'unica cosa che impedisce a Cody di essere dichiarato Non Colpevole è che non si è ancora capito chi abbia compiuto l'omicidio. Ma appunto, è una questione solo tra te, Remy Horace, e Hayden Carson." si limitò a dirmi la mia collega, cambiando solo leggermente tono ma senza perdere quella punta di nervosismo che avevo notato prima.
Forse è meglio che non chieda nulla riguardo, non mi pare troppissimo in vena di parlare... spero solo che non sia stato qualcosa di grave.
... però, non posso dire che lei abbia torto. Mi piacerebbe se arrivati a questo punto si potesse semplicemente confermare la Non Colpevolezza di Cody... ma come avvocato, è mio dovere arrivare fino in fondo. Solo così il mio cliente sarà completamente scagionato da tutte le accuse.
"Jean ha ragione... ed a mio parere non dovresti ragionarci troppo sopra, Law. Hai abbastanza materiale per fare una buona ipotesi, e penso che se ci sia qualcos'altro da sapere salterà fuori durante l'udienza. Meglio che tu vada a dormire presto, così potrai essere più riposato per il processo..." mi suggerì il mio capo, preoccupato che stessi facendo troppo... e non aveva tutti i torti: conoscendomi, rischierei di passare la notte insonne solo per riflettere su ogni prova che ho.
"Beh... effettivamente, non è un brutto piano. Farò come avete detto allora, signor Grossberg." dissi quindi io, sorridendo ed accettando il consiglio del mio capo.
Una volta finita la chiaccherata, io e Jean salutammo il mio mentore, prendendo un ultimo autobus insieme prima di dividerci una volta arrivati a Springside Hills, entrambi andando a casa dei rispettivi genitori.
A casa mia, mia madre mi fornì una copia fisica del poster di La Settimana del Cuore (anche se penso non mi sarebbe stato utile per le obiezioni quanto per spiegare meglio al Giudice degli eventi precedenti al caso) e dell'intervista di Steve Arwen, che misi immediatamente nel Registro Processuale, prima di andare in camera mia e mettermi sul mio letto, sospirando ed osservando il soffitto mentre riflettevo su tutti gli elementi che avevo a disposizione per il caso.
Dopo aver passato qualche minuto a riorganizzare tutto ciò che avevo, chiusi finalmente gli occhi e mi misi a dormire, volendo essere in piena forma per il giorno successivo.

... Quella fu la fine di quel giorno. Al ricordarlo adesso, mi pare paradossale aver trovato un numero così alto di prove così rapidamente... avrei pensato che Sean le avesse piazzate in giro, se lui stesso non mi avesse confermato che aveva posizionato solo la patente di Hayden Carson durante questo caso.
Non mi stupirebbe però se qualcuno mi avesse dato una mano, però, considerato quanto le indagini fossero state pilotate... e come si svolse il processo il giorno successivo.
All'inizio di questa narrazione, avevo detto che questo era il caso che mi aveva fatto credere di essere un Ace Attorney. Ma cosa ho fatto per meritarmi il titolo?
Nulla, assolutamente nulla. Questo fantomatico 'titolo' non vuol dire assolutamente nulla. Un avvocato dovrebbe svolgere solo il suo lavoro e fare del proprio meglio per difendere il suo cliente.
La verità, la giustizia... non dovrebbe essere il nostro obiettivo. Un avvocato deve solo garantire al suo cliente un legittimo processo, non importa se egli sia colpevole o non colpevole.
... Ma un Ace Attorney non fa solo questo. Gli Ace Attorney vanno oltre, cercano la verità in ogni caso ed ad ogni costo, sicuri che i propri clienti siano non colpevoli... una miopia morale assurdamente diffusa.
Io cosa sono, adesso? Dopo quello che ho fatto, meriterei davvero un appellativo tanto prestigioso? Ho sì cercato sempre la verità e la giustizia... ma siamo sinceri, quanto vicino sono potuto arrivare a tale risultato con i metodi che impiegavo?
Voglio però che sia chiara una cosa. Non importa quanto io odi ciò che ho dovuto fare pur di vincere... personalmente, se servisse per proteggere degli innocenti, lo farei più e più volte, se non avessi altra scelta.
E' il motivo stesso per cui sono diventato un avvocato difensore, dopotutto... e per quanto io fossi più che capace di vincere solo con le mie abilità, la mia insicurezza e le situazioni che ho affrontato mi hanno costretto una strada molto più difficile, dolorosa... ed oscura.
Una strada per cui ho bisogno di ringraziare la RA... e soprattutto, Gerald Ford.
Grazie davvero, signor Ford. Penso che avremo modo di incontrarci all'inferno, una volta che morirò anch'io...

Continua...

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Questo è probabilmente uno dei miei capitoli più lunghi, ma con questa è ufficialmente conclusa l'ultima indagine del caso 2, la prossima ed ultima parte tratterà dell'udienza finale, dove tutto finalmente troverà risposta.
Denise Neseira è di proprietà di Renna e della sua storia 'Eyes, Lies & Trusting Times', e la ringrazio per avermi dato il permesso di usare il suo personaggio (anche se alla fine ha fatto un pò meno di quanto mi aspettassi... ma è stato comunque molto importante, come avrete modo di vedere.
Ringrazio oltretutto The Shadow sia per la puntuale recensione, sia per avermi dato una grossa mano nello stabilire l'aspetto e la personalità di Colette: per chiunque voglia immaginarsela, è simile a Risetta/Marley di Pokemon Diamante, Perla e Platino ( http://cdn.bulbagarden.net/upload/4/44/Diamond_Pearl_Marley.png ) ma con l'abito con il bianco ed il nero invertiti.
Detto questo, do a tutti appuntamento al prossimo capitolo! Grazie mille a chiunque leggerà!
  
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