Per Paul, gli anni Cinquanta e Sessanta
erano come una fila di cartoline sbiadite. Quando qualcuno gli
chiedeva quale fosse il suo più bel ricordo di quei tempi,
lui
sorrideva malinconico e, nella sua mente, iniziava a sfogliare quelle
vecchie cartoline.
C'era il sorriso dolce di sua madre Mary. C'erano la voce di Little Richard, lo sfrenato rock n' roll suonato nei locali che frequentava la sera insieme ai suoi amici, il piccolo e impolverato amplificatore a cui aveva collegato la sua prima chitarra elettrica, per poi suonare tutto il pomeriggio finché i vicini non erano venuti a lamentarsi per il volume troppo alto.
C'era il sorriso dolce di sua madre Mary. C'erano la voce di Little Richard, lo sfrenato rock n' roll suonato nei locali che frequentava la sera insieme ai suoi amici, il piccolo e impolverato amplificatore a cui aveva collegato la sua prima chitarra elettrica, per poi suonare tutto il pomeriggio finché i vicini non erano venuti a lamentarsi per il volume troppo alto.
Il sole sulla pelle, le prime
sigarette, le fotografie in bianco e nero della sua famiglia raccolte
nei grossi album collezionati da suo padre che lui e suo fratello
Mike si divertivano a sfogliare. I suoi compagni di classe che si
presentavano a scuola in jeans e ciuffo alla teddy boy, le
ragazze dalle gonne lunghe che sbattevano le palpebre e ridacchiavano
al suo passaggio.
E poi il freddo
pungente di Amburgo, i primi tour con i Beatles, Stuart e Astrid che
si sorridevano. Le fan urlanti che si ammassavano sotto il palco e
che iniziavano a piangere quando lo vedevano, le innumerevoli ragazze
che aveva accarezzato e baciato, George che si abbuffava di cibo
prima di entrare in sala di registrazione per sovraincidere la sua
parte di chitarra, John chino a scarabocchiare qualcosa su una pagina
di giornale, Ringo che ingannava il tempo in studio giocando a dama
contro Brian Epstein, mentre lui, Paul, strimpellava una melodia al
pianoforte.
Ma c'era un ricordo
che spiccava tra tutti e a cui tornava inevitabilmente, il
più dolce
e carezzevole che conservasse negli scrigni della sua memoria.
Era l'estate del 1958, e lui e John erano ancora due adolescenti che si conoscevano da poco. Allora si incontravano spesso a casa di Paul e passavano il tempo seduti in veranda, suonando le loro chitarre acustiche e buttando giù idee per i versi delle loro prime canzoni.
Era l'estate del 1958, e lui e John erano ancora due adolescenti che si conoscevano da poco. Allora si incontravano spesso a casa di Paul e passavano il tempo seduti in veranda, suonando le loro chitarre acustiche e buttando giù idee per i versi delle loro prime canzoni.
Questo finché
l'ispirazione non andava via e non c'era più modo di farsi
venire in
mente uno straccio di idea decente. Così mettevano da parte
le
chitarre, si sedevano sull'erba in giardino e rimanevano
semplicemente lì, rilassandosi sotto il cielo terso
dell'estate e
sorseggiando la cioccolata calda con panna che il padre di Paul
preparava per loro, mentre dalla porta aperta di casa giungeva la
musica di uno di quei vecchi vinili blues che a Mike piaceva tanto
ascoltare.
Non parlavano
molto, in quei momenti. Però si guardavano: a volte Paul
cedeva alla
tentazione di lanciare un'occhiata a John, di ammirare indisturbato i
suoi bei lineamenti. Quando incontrava gli occhi del ragazzo
già
puntati su di lui, distoglieva in fretta lo sguardo e arrossiva, il
cuore che iniziava a battergli un po' più forte, colto da un
imbarazzo a suo modo piacevole.
Ricordava ancora con precisione il profumo delle rose selvatiche che crescevano nel suo giardino, la morbidezza dell'erba, le mani di John macchiate di schizzi d'inchiostro. John aveva sempre le mani sporche d'inchiostro, perché passava gran parte del suo tempo a scrivere bozze di canzoni e poesie o disegnando freneticamente a penna.
Ricordava ancora con precisione il profumo delle rose selvatiche che crescevano nel suo giardino, la morbidezza dell'erba, le mani di John macchiate di schizzi d'inchiostro. John aveva sempre le mani sporche d'inchiostro, perché passava gran parte del suo tempo a scrivere bozze di canzoni e poesie o disegnando freneticamente a penna.
-Hai scritto molto
oggi?- gli chiedeva ogni tanto Paul, e il ragazzo annuiva,
rivolgendogli quello che a lui sembrava il più bello dei
sorrisi.
Con il passare
delle settimane, le mani di John avevano iniziato a posarsi sul suo
ginocchio, a sfiorargli il viso, a scostargli dolcemente i capelli
dalla fronte. E Paul chiudeva gli occhi, la testa abbandonata
sull'erba, godendo dei brividi di piacere che gli procurava quel
tocco delicato.
Finché, in un pomeriggio di fine agosto, quelle dita macchiate d'inchiostro non gli avevano afferrato e sollevato il mento, e le labbra di John si erano poggiate sulle sue, in un bacio soffice e breve. Un bacio che sapeva di panna, cioccolata calda e profumo di rose.
Finché, in un pomeriggio di fine agosto, quelle dita macchiate d'inchiostro non gli avevano afferrato e sollevato il mento, e le labbra di John si erano poggiate sulle sue, in un bacio soffice e breve. Un bacio che sapeva di panna, cioccolata calda e profumo di rose.
-Potrebbe vederci
chiunque.- aveva mormorato Paul dopo che si furono staccati, senza
però smettere di tenere le braccia avvolte intorno alla vita
del ragazzo.
-Lo so. Ma non sono
riuscito a trattenermi.
John aveva sorriso
ironico e gli aveva sfiorato il mento.
-Ti ho lasciato uno
sbuffo di inchiostro, qui. Scusa.
La risposta di Paul era stata una risata, seguita subito da un altro rapido bacio.
La risposta di Paul era stata una risata, seguita subito da un altro rapido bacio.
-Vuol
dire che me lo terrò come ricordo.
Gli anni Cinquanta e Sessanta erano stati per lui vita, musica, amore. Ma, di tutti i momenti e tutti gli amori che aveva vissuto, Paul non riusciva a ricordare nulla che fosse bello e dolce come il primo bacio tra lui e John.
Era stato uno di quei momenti che si stampano nel tuo animo e che ti fanno nascere un sorriso sulle labbra, sempre: una brillante pietra preziosa nella tua memoria.
Gli anni Cinquanta e Sessanta erano stati per lui vita, musica, amore. Ma, di tutti i momenti e tutti gli amori che aveva vissuto, Paul non riusciva a ricordare nulla che fosse bello e dolce come il primo bacio tra lui e John.
Era stato uno di quei momenti che si stampano nel tuo animo e che ti fanno nascere un sorriso sulle labbra, sempre: una brillante pietra preziosa nella tua memoria.
-Qual è il tuo più
bel ricordo degli anni Sessanta, Paul? E dei Cinquanta?
E nessuno lo capiva quando lui, con un sorriso che gli illuminava gli occhi, rispondeva: -Macchie di inchiostro, rose selvatiche, panna e cioccolato.
Note.
Lo so, questa storia non ha alcun dannato senso. E' nata stamattina a scuola, mentre la ricopiavo in bella su un foglio la prof di scienze mi ha chiamata per correggere gli esercizi che naturalmente non avevo fatto, ha commentato "Come sempre sei indaffarata nel fare le tue cose" e io le ho risposto: "Prof, sto esercitando la mia arte!"
Rischi del mestiere.
Ho trovato i prompt "panna e cioccolato" e "rose selvatiche" in una lista chilometrica di tipo millemila prompt, mi piacevano e volevo scriverci su qualcosa che avesse a che fare con gli anni Sessanta, i ricordi, un vinile e le mani macchiate d'inchiostro. (Lo so, io scelgo sempre temi molto normali.) In origine doveva essere una breve storia originale, una het, ma poi... Anni Sessanta: Beatles: McLennon.
Mi auguro che questa storia abbia senso. Questo è l'unico modo in cui sono riuscita a mettere insieme tutti i prompt che mi ero prefissata. A presto, lasciate pure una recensione se volete.:3
E nessuno lo capiva quando lui, con un sorriso che gli illuminava gli occhi, rispondeva: -Macchie di inchiostro, rose selvatiche, panna e cioccolato.
Note.
Lo so, questa storia non ha alcun dannato senso. E' nata stamattina a scuola, mentre la ricopiavo in bella su un foglio la prof di scienze mi ha chiamata per correggere gli esercizi che naturalmente non avevo fatto, ha commentato "Come sempre sei indaffarata nel fare le tue cose" e io le ho risposto: "Prof, sto esercitando la mia arte!"
Rischi del mestiere.
Ho trovato i prompt "panna e cioccolato" e "rose selvatiche" in una lista chilometrica di tipo millemila prompt, mi piacevano e volevo scriverci su qualcosa che avesse a che fare con gli anni Sessanta, i ricordi, un vinile e le mani macchiate d'inchiostro. (Lo so, io scelgo sempre temi molto normali.) In origine doveva essere una breve storia originale, una het, ma poi... Anni Sessanta: Beatles: McLennon.
Mi auguro che questa storia abbia senso. Questo è l'unico modo in cui sono riuscita a mettere insieme tutti i prompt che mi ero prefissata. A presto, lasciate pure una recensione se volete.:3