Capitolo Nove
 

Durante la colazione qualcuno bussò alla porta ed Harry andò ad aprire, posando prima un bacio sui capelli di Chantal, che sorrise timidamente.
Lei non voleva che qualcuno interrompesse quel momento fatto di sguardi, sorrisi, mani che “accidentalmente” si sfioravano, scatenandole dentro una scarica di elettricità.
Harry tardava a tornare e Chantal iniziava a sentirsi a disagio, si agitava sull’enorme poltrona sulla quale era seduta, ma non voleva invadere la sua privacy.
All’improvviso sentì dei passi leggeri ed un sospiro, si voltò e lo vide alle spalle della poltrona, aveva la testa bassa, il ciuffo calato che gli copriva gli occhi, quindi solo attraverso le sue labbra increspate si poteva notare il suo nervoso.
- Che succede?
- Era.. Chantal dobbiamo partire.
- O-ora?
Harry annuì, Chantal si alzò, si diresse verso di lui, gli accarezzò una guancia e le lacrime le velarono gli occhi.
- Era troppo bello per durare, lo sapevamo sin dall’inizio, no?
Harry alzò la testa di scatto, puntando gli occhi smeraldo, dilatati per la paura, negli occhi marroni di Chantal, e iniziò a scuotere la testa.
- Si, ma questo cosa significa? Chantal io non voglio lasciarti andare. Vieni con me.
- Lo sai che non posso.
- Dopo la laurea?
Le si avvicinò e prese il suo volto fra le mani.
- Non abbandonarmi. Ti prego. Non farlo!
- Harry, ti rendi conto? Siamo un po’ troppo giovani per sopportare una relazione a distanza, che poi relazione ancora non è!
- Lo so, lo so. Ma cosa ci costa provare? Poi, dopo, mi raggiungerai, ho bisogno di te.
- Ed io di te!
- Allora?
- Potrei provarci, alla fine è solo un mese no? Ci tengo a te, dopo appena due settimane sei diventato importante, troppo.
- Anche tu Chantal, non te ne rendi ancora conto, eppure per me è così! Sii mia, ti prego!
- Sono già tua!
Harry l’avvolse con le sue possenti braccia e le baciò i capelli dolcemente.
Sciogliere quell’abbracciò risultò difficile, ma il tempo stringeva e si dovevano dare una mossa.
- Devo sistemare le valigie!
- Ti aiuto!
Passarono l’ultima ora così, sistemando i bagagli, ridendo e scherzando.
 

* * *

 
Dopo aver finito le valigie scesero nella hall, dove ad aspettarli c’erano i ragazzi ed il manager che poco prima aveva dato ad Harry la pessima notizia.
- Harry sei pronto?
- Si! Possiamo andare!
- E lei?
- Lei..
Si voltò, poggiò le mani sulle spalle di Chantal e sorrise, un sorriso molto strano, che preoccupò Chantal.
- Vieni con noi, ora. Tornerai per dare la tua tesi e poi ripartiremo di nuovo.
- Ma cosa dici, dai. È assurdo. Poi partire così, senza un minimo di preavviso per i miei, senza nulla.
- Ehi. Calmati. Ora andiamo a casa tua, io parlo con i tuoi..
- Loro non ti capiranno, lo sai vero?
- Aah, quanto la fai lunga, su..
- Tu invece la fai troppo facile, bel faccino!
- Tu verrai con me, non si discute.
- Ma ti senti? Harry smettila. È solo assurdo.
Chantal girò i tacchi e iniziò a camminare, uscì dall’albergo e chiamo un taxi, salì e si fece portare a casa.
Una volta arrivata salì, non sapeva esattamente il perché di tanto nervosismo, forse era per l’imminente partenza di Harry, di quella persona che tanto aveva sperato di trovare. Ma allora perché non accettare di partire? Perché ostinarsi a rifiutare?
Perché doveva essere sempre così stupida?
Camminò avanti e indietro per la camera, con la testa fra le mani, le scoppiava per i troppi pensieri.
Aprì la finestra, aveva appena iniziato a piovere, la pioggia di solito la rilassava sempre, in quel momento no. In quel momento voleva solo urlare, tirare dei pugni.
- Chantal?
- Tay!
- Mio dio tesoro, che succede?
- Che sono una stupida, ecco che succede.
Pianse forte contro la spalla dell’amica e le raccontò tutto, dalla sera precedente alla mattina appena trascorsa.
- Ormai sarà già su quell’aereo, se non a Londra proprio.
- E chi te lo dice? Dai chiamalo!
- Non posso!
Sarebbe stato assurdo dopo il suo comportamento, o forse no?
Bussarono alla porta e sua madre fece capolino.
- Chantal c’è una persona che vuole parlare con te!
- Se è Harry..
- No, non ho idea di chi sia!
- Scendo io signora. Mi assicuro che possa salire. Tranquilla Chantal, se è qualcuno che può salire te lo mando ed io vado via, mi aspettano. A domani tesoro!
- Ciao Tay!
Rimase sola per un tempo indefinito. In quell’arco di tempo cercò di rendersi presentabile, almeno un minimo.
Non sapeva che le voleva parlare, da una parte avrebbe voluto che fosse Harry, ma non era lui, il che significava che preferiva rimanere sola!
- Posso?
Sulla porta c’era Louis, che ci faceva lui qui?
Cosa voleva?
- Chantal.. Parti con noi, ti prego. Harry ci è rimasto malissimo quando te ne sei andata, così, senza dire nulla o salutarlo. Non ha intenzione di partire e siamo in super ritardo.
- Quindi.. È solo per il ritardo.
- No, non capire male. Respira. Ascoltami.
- Sono stata una stupida.
- Non dire così, ehi ehi. Non piangere!
L’abbracciò e nuovamente Chantal pianse, non voleva farlo, ma nervoso, tristezza e tanti altri sentimenti si affollavano.
- Parto con voi.
- Chiamalo.
- Ok.
Prese il cellulare. Uno. Due. Tre squilli. Harry non rispondeva.
Provò ancora.
E ancora.
- Non risponde!
- Provo io!
Louis chiamò, ma Harry continuava a non rispondere.
- Perché non risponde?
- Non ne ho idea. Mi sta chiamando Liam, aspetta. Ehi, dimmi! No, Harry non è qui. Come? Ah. Ok.
- Louis?
- Il tuo amico è un deficiente lo sai vero?
- Mio, tuo no?
- Vieni!
- Ma dov’è?
Le fece segno di stare zitta e subito dopo un occhiolino, le prese una mano e la trascinò al piano di sotto.
- Chantal, perché non ci hai detto niente?
- Ma… Io..
Si ritrovò avvolta da un abbraccio di suo padre e sua madre, non riusciva a capire più nulla. Si sentiva.. Serena.. Dopo quella che le era sembrata la giornata più lunga della sua vita.


 Angolo Autrice.
Heeelloooo.
Si, ci ho messo tanto ad aggiornare, ma la scuola mi sta distruggendo.
Spero di ricevere un po' di pareri, nonostante questo capitolo sia una cacchina.
Adieeuu.
Ps Ringrazio illmarryniall_  per il banner! Grazie mami! xx