- E poi c’è James McAvoy, non lo so il perché, te lo giuro,
ma quel ragazzo ha qualcosa d’irresistibile per me… forse perché ha recitato in
costume? Non lo so, sai, ma ha quello sguardo che ti fa sentire così… la donna
più importante del mondo… ecco come ti fa sentire! Non guardarmi così, non lo
so davvero cos’ha…
Mentre lui mi guarda basito, indeciso sul mio stato di
salute mentale, e anche sulla mia serietà, io continuo con il mio sproloquio.
- …che poi, in effetti, anche lui ha fatto le Cronache di
Narnia… e ben prima di te, e con un ruolo un po’ più difficile del tuo. Facile
fare il bel principino, la prossima volta fai il fauno Tumnus…
- Ho capito, sei stata chiara, andiamo oltre. – mi dice lui
storcendo il naso, non credo che apprezzi questo mio momento troppo sincero.
- Sei sicuro? Va bene, non ho voglia di cadere sull’ovvio,
quindi non mi soffermerò eccessivamente su Jude Law e Christian Bale, uno è
bellissimo e gli darei un figlio, anche se fossi cieca, l’altro è magnetico, e
bravo, tremendamente bravo, ho perso la testa per lui in The Fighter, l’hai
visto?
- Si, si, in effetti è stato molto bravo, la trasformazione
fisica alla quale si è sottoposto è stata davvero impressionante, e ha dato
veramente un tocca di classe, alla sua già bella interpretazione. – mi risponde
lui sinceramente, mi piace quando è così onesto.
- Proprio quello che penso io. Mentre vedevo il film non
l’ho riconosciuto immediatamente, anzi, ci ho messo un bel po’ per
riconoscerlo. – aggiungo io, annuendo
convinta, per poi portarmi una mano al mento con fare riflessivo.
- Chi altro ti è venuto in mente? – dice lui in tono dimesso
e sicuramente arreso.
- Tu perché non hai fatto Harry Potter? Cioè c’erano un
casino di attori inglesi, tu perché non c’eri? Voglio dire c’era pure
Pattinson…
- No, Pattinson no!! – mi dice lui indignato, scattando come
se gli avessi spento una sigaretta sul braccio.
- Non dico questo, non mi piace, era per dire… c’era proprio
un sacco di gente…
- Non è capitato, e chi avri potuto fare, poi?
- In effetti, non ti ci vedo bene, forse qualche Serpeverde
con la puzza sotto il naso…
- Non un nobile grifondoro?
- Lascia stare, e goditi la fama del buono, venuta con
Narnia…
- Che c’entra Harry Potter comunque?
- Ah sì, lì di attori che mi piacciono ce ne sono un sacco,
e sono tutti piuttosto maturi aggiungerei, Ralph Fiennes, Jason Isaacs, David
Thewlis, Alan Rickman…
- Alan ti piace solo perché ha fatto Severus…
- Può darsi… ma non credo sai, l’ho molto apprezzato anche
in Ragione e sentimento, Love Actually…e ancora prima in Dogma …- dico poco convinta dal suo
ragionamento ma molto sicura delle mie motivazioni.
- Isaacs, invece?
- Il fascino dello stronzo, me lo ricordo anche con ne Il patriota, dai anche lì è stato bravo,
e cattivo, tanto cattivo!
- Semplice, uno è stronzo e piace, è giusto.
- Devo veramente citare Hugh Laurie, e il suo Dottor House
per chiarirti il concetto?
- Se provi a spiegarmelo e basta?!
- Non si può, è un concetto fondamentale che sta alla base
del genere femminile, o almeno alla base della maggior parte di noi, esponenti
del gentil sesso.
- Chi ha pensato a un’aggettivo o un termine che potesse
descrivere una donna, uscendosene poi con gentil
sesso, di certo non ti conosceva! Io continuo a non capire…
- Nemmeno noi, tranquillo… è così e basta, è un diktat.
- Voglio dire, perché regalare rose o citare Shakespeare,
quando basta mandarvi a quel paese?!…
- O non dovevi dirlo…
- Cosa?
- Shakespeare!
- Quindi?
- Tom Hiddlestone!!
- Mi alzo e me ne vado. – dice lui guardandomi malissimo, o
almeno provando a guardarmi male.
- Non è colpa mia, è quel suo tono di voce… che sembra che
ti accarezzi… ora, lo so, è un amico e può sembrare sgradevole questo mio
commento, ma dovrebbe essere illegale il modo in cui recita i sonetti di
Shakespeare.
- Tu sei una stronza.
- Può darsi, ma quando l’altra sera, al pub, si è messo
seduto comodo accanto a me e ha cominciato a recitarmi all’orecchio il sonetto
130 mi sono eccitata, lo ammetto.
- Che stronzi, tutti e due!
- Lo so, adoro anche Macfayden quando legge Shakespeare…
- Mi chiedo, li conosci proprio tutti?
- Ne conosco molti, in effetti.
- Su, sentiamo, chi altro c’è in questa tua fantastica lista
di splendidi attori britannici, non inglesi, il tuo McAvoy è scozzese…
- Va bene anche quelli naturalizzati? Perché Fassbender mi
piace tanto, è molto intenso…
- E’ tedesco.
- Naturalizzato irlandese.
- Mi arrendo… poi… c’è altro?
- In effetti, ce ne sono molti… mi sembri piuttosto triste
però…
- No perché?! Per me è così edificante sentirti parlare dei
miei bravissimi e bellissimi e affascinantissimi colleghi…
- Perché non mi sono ancora aperta al mio momento pedofilo…
- gli dico facendo la faccia delle marachelle, non quelle innocenti, da dita
nel barattolo della marmellata, più quella da mano dentro le mutande di
qualcuno. Lui, infatti, mi guarda con una faccia confusa.
- Alex Pettyfier o Jeremy Irvine.
- Ma dai… ora, questi, sono grandi attori…
- Non so, ma di sicuro sono davvero davvero dei gran bei
tocchi di carne.
- Era il momento pedofilia, giusto. – dice lui evidentemente
infastidito.
- Va bene, la smetto, chiudendo con dei grandissimi attori, Colin
Firth, Paul Bettany, Kenneth Branagh, Jeremy
Irons…
- E Benedict…
- Oh Sherlock, che Sherlock… - dico gettando lo sguardo al soffitto, con fare estatico.
- Ecco, lo sapevo! – dice
incrociando le braccia dietro la testa, sdraiandosi supino.
- Quello che ti sfugge… - gli dico
mettendomi cavalcioni sopra di lui, lasciando che il lenzuolo scivoli via ed
esponendo così il mio corpo, nudo, alla sua vista – è che sono a letto con te,
non con loro…
- Mi chiedo il perché…- dice lui
cominciando ad accarezzarmi le gambe, mentre io mi struscio in maniera molto
esplicita su di lui – non sono un grande attore?
- Direi di no! Secondo me, c’è di
meglio in giro… - gli dico mentre sono china sul suo corpo e comincio a leccare
il lobo del suo orecchio, per poi passare al collo, al petto…
Sento che la sua eccitazione si
sta risvegliando, mentre lui non sembra proprio gradire il mio ultimo, sincero,
commento solo che non riesce a prendersela con me.
Questo me lo devo riconoscere, so
come distrarlo.
- E’ che sei una stronza… - dice
prendendomi la testa tra le mani, per cercare le mie labbra, mentre spinge il
bacino verso l’alto, sbattendo la sua erezione, contro il mio sesso, già
piuttosto eccitato.
Quando mi lascia respirare,
comincia a mordicchiarmi il collo, la spalla, il seno, alternando morsi ad
abili giochi di lingua.
- Sai anche come distrarmi… - dice
prima di capovolgere rapidamente la situazione. Mi sbatte sul letto, senza
troppe carinerie e sento le sue mani e la sua lingua ovunque. Mentre cerco di
muovermi, quantomeno per ricambiare tutte queste attenzioni, lui mi blocca i
polsi sul letto, e sale con le labbra fino al mio viso, dove con un morso poco
carino, mi chiede un accesso che non posso che concedergli.
- Quello che non capisco, è perché
sei qui con me?
- Oh Barnes, qui non stiamo
recitando, e se c’è un’arte che tu conosci bene, è proprio questa… - gli dico
mentre alzo il bacino strusciandomi su di lui, è chiaro quello che voglio.
- Sono un bravo amatore?
- Sei Dioniso incarnato!
- Pregami… - mi soffia
sull’orecchio, prima di impegnare le sue labbra in attività più interessanti…
di questa captatio benevolentia sulle sue doti amatorie e recitative.
Il primo orgasmo arriva dopo un
suo fantastico gioco di mani e lingua. Quando risale il mio corpo, sono ancora
scossa da qualche tremore, quando lui mi bacia, facendomi sentire il mio
sapore.
- Pregami… o mia menade! – mi dice
premendo la sua erezione, più che pronta, sulla mia coscia…
- Stai tirando la corda… - gli
dico mordendogli il lobo dell’orecchio.
Quando comincia a strusciarsi su
di me, che sono irrimediabilmente bagnata, sbotto…
- Ti odio!
- Questo non è un buon inizio… -
dice portando quelle sue dita benedette sul mio seno prima, e poi più giù.
- O ti prego, ti prego, Benjamin
Thomas Barnes…
- Che cosa vuoi?
- Sei un cretino!
- Non ho capito… - dice
interrompendo qualsiasi movimento.
- Te, voglio te! Ho bisogno che tu
faccia quello che sai fare meglio, anzi divinimente.
Non finisco di parlare che lui mi
ha già preso la gamba, alzandola quel tanto che basta per entrare in me, con un
movimento secco.
L’emozione è la stessa, ed
entrambi ci fermiamo un momento, per goderne a pieno.
Con gli occhi chiusi, mi godo
quella sensazione di completezza, che mi da il sesso con quest’uomo.
Quando ricomincia a muoversi, non
è delicato, anzi sembra proprio che voglia farmi impazzire, alternando spinte
più forti e frequenti a pause improvvise…
lo sento quasi uscire da me, quando
gli avvolgo le gambe attorno alla vita, costringendolo irrimediabilmente e
ineluttabilmente a me.
Il resto sono solo sospiri, accompagnati da un paio di gridolini, e una serie di graffi e qualche morso.
- Hai altro da ridere ora? – mi chiede
mentre perso a guardare il soffito si accende la sua, meritatissima, sigaretta.
- Oh Barnes, ciascuno ha il suo palcoscenico, e questa – dico indicando il letto, mentre scorro il suo petto nudo con un dito – è sicuramente la tua interpretazione migliore!
Una piccola
storia senza troppe pretese, magari solo il deisderio di strappare un sorriso,
se ve ne regalo almeno la metà di quanti ne ho fatti io scrivendola, mi sento
già più che soddisfatta.
Sperando
di non avervi annoiata, vi ringrazio per il tempo speso a leggere e vi saluto.
Lisbeth